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dragone
AGI) - Roma, 21 feb. - A eccezione di medicinali e telefonia, nei settori interessati negli ultimi 20 anni dal processo di apertura alla concorrenza i prezzi e le tariffe sono aumentati in misura maggiore dell'inflazione: in pratica, l'obbiettivo di favorire i consumatori finali non e' stato raggiunto. A denunciarlo e' l'Ufficio studi della Cgia.
La situazione piu' "clamorosa" si e' verificata nel campo delle assicurazioni sui mezzi di trasporto. Dal 1994 a oggi, le tariffe sono aumentate del 189,3%, a fronte di un incremento dell'inflazione del 50,1%. In questi vent'anni le assicurazioni sono aumentate 3,8 volte in piu' del costo della vita. Altrettanto preoccupante e' il quadro emerso dall'analisi dei servizi bancari/finanziari.
Sempre dal 1994 al 2014, le tariffe sono cresciute del 115,6%, mentre l'inflazione "solo" del 50,1%. Cio' vuol dire che le prime sono aumentate di 2,3 volte in piu' rispetto alla seconda. Anche i trasporti aerei hanno fatto segnare un incremento dei prezzi molto consistente: tra il 1997 ed il 2014, infatti, sono aumentati del 71,7%. Nello stesso periodo, il costo della vita e' salito del 41,5%. I pedaggi autostradali sono stati interessati dalle liberalizzazioni a partire dal 1999: in questi ultimi 15 anni le tariffe sono mediamente cresciute del 69,9%, mentre l'inflazione del 36,5%.
Dal 2000, anche il settore del trasporto ferroviario e' stato "aperto" alle aziende private. Ebbene, i prezzi dei biglietti sono aumentati mediamente del 58,3%, a fronte di un incremento dell'inflazione del 33,1%. I servizi postali, liberalizzati a partire dal 1999, hanno fatto registrare un incremento delle tariffe del 40,4%, mentre il costo della vita e' salito del 36,5%. I trasporti urbani hanno conosciuto l'apertura del settore alle aziende private solo nel 2009. In appena 5 anni l'aumento medio dei biglietti e' stato del 27,3%, ma la dinamica dei prezzi e' cresciuta "solo" del 9%. In pratica, i primi sono aumentati 3 volte in piu' della seconda. E ancora, dal 2007 ad oggi, i prezzi sono saliti del 13,6%, mentre le bollette elettriche del 21%. A partire dal 2003, anno in cui ebbe inizio il processo di liberalizzazione, il settore del gas ha subito un ritocco all'insu' del prezzo medio del 43,2%. Solo nella telefonia (-23%) e nei medicinali (-12,1%) le liberalizzazioni hanno contribuito a ridurre i prezzi/tariffe, nonostante l'aumento dell'inflazione. "Premesso che noi siamo a favore di un'economia piu' aperta che combatta le rendite corporative e parassitarie - dice il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi - non possiamo nascondere la preoccupazione per l'esito che le liberalizzazioni hanno avuto nel nostro Paese.
In molti casi, i settori interessati da questo processo sono passati da un monopolio pubblico che funzionava poco e male a vere e proprie oligarchie di privati che hanno fatto pagare il conto di questa operazione ai consumatori finali".
Detto cio', dalla Cgia tengono a precisare che la dinamica delle tariffe nell'energia e nei trasporti e' stata parzialmente condizionata da alcune specificita' di tali settori, di cui pero' non e' stato possibile tenere conto. "I rincari avvenuti nel settore del gas - conclude Giuseppe Bortolussi - hanno sicuramente risentito del costo della materia prima, mentre l'energia elettrica e' stata influenzata dall'andamento delle quotazioni petrolifere e dall'aumento degli oneri generali di sistema, in particolare per la copertura degli schemi di incentivazione delle fonti rinnovabili. I trasporti urbani, invece, hanno subito gli aumenti del costo del carburante e quello del lavoro. Non va dimenticato che molti rincari sono stati condizionati anche, e qualche volta soprattutto, dall'aggravio fiscale".
http://www.agi.it/economia/notizie/liberalizzazioni_cgia_pochi_vantaggi_per_tasche_co nsumatori-201502211002-eco-rt10014