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  1. #21
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    Predefinito Re: Jobs act, Gilioli e i rischi per i giovani

    Citazione Originariamente Scritto da standing bull Visualizza Messaggio
    quello che volevo sottolineare è la differenza tra condannare qualcuno per qualcosa che ha fatto e condannare qualcuno per ciò che è.
    non mi sembrava nemmeno il caso di sottolineare che non tutte le stronzate sono reati e non tutti i reati sono stronzate.

    ma tu la conosci la differenza tra peccato e stronzata?
    certo. Non hai letto che ho scritto "giusto per fare un altro esempio"?
    Volevo proprio intendere che era un altro esempio e non la stessa cosa.

    Condannare per ciò che ha fatto e non ciò che è...
    quante volte si dice di qualcuno che è uno stronzo?
    Che ha fatto? mah niente di preciso il più delle volte, ma è uno stronzo... si condanna questo eh

  2. #22
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    Predefinito Re: 99 contro 1. Ovvero come imparai ad amare la miseria.

    Citazione Originariamente Scritto da Moderato Visualizza Messaggio
    Chi ha aperto il thread forse si dimentica che senza lavoro non si mangia e non si mantiene una famiglia, non si paga il mutuo etc. etc...

    Bisogna difendere la gente dalla "stronzaggine" (che poi è solo la legge del mercato) perchè la posta in gioco è troppo alta.
    a proposito di licenziamenti e giusta causa, ma io mi chiedo le seguenti cose:
    1) è giusto che si diano soldi a una azienda decotta per tutelare i posti di lavoro?
    - se una azienda è decotta non è meglio usare quei soldi comuni per finanziare una azienda con una idea e un progetto nuovi?
    2) è giusto che se un lavoratore si trova male, magari non si è integrato nell'ambiente, viene criticato e mobbizzato da alcuni colleghi e da qualche capo gli si debba garantire di stare nello stesso posto di lavoro a qualunque costo?
    - perché non aiutarlo piuttosto a cercare un altro posto di lavoro? Perché dovrebbe stare tutta la vita in un ambiente ostile che lo considera poco? Perché si pensa che una volta perso quel "posto" è finita, un po come la Schindler's list, al di fuori della quale c'è l'abisso?

    insomma si difende non il "lavoro" o il "lavoratore" ma il "posto", il posto come ancora di salvezza, il posto come ragione di vita e non fa niente se non sei felice in quel posto d lavoro, non fa niente se non stai esprimendo te stesso, anzi non ha alcuna importanza, omologati e difendi fino alla morte un posto dove vai ogni mattina come se fosse una mazzata in fronte per fare un lavoro che non è apprezzato, non cercartene un altro perché non esiste.

    Ma chi cazzo ha inventato questa cultura di merda?

    Leggete attentamente il testo di questa canzone


    un inno al "cerco un posto, un qualunque posto, non ho preferenze, voglio timbrare il cartellino la mattina, fare quello che mi dicono di fare e poi timbrare il cartellino in uscita e aspettare alla fine del mese lo stipendio fino al giorno della pensione dove non sarò cosa cazzo fare delle mie giornate"...

    secondo me c'è qualcosa di terribilmente sbagliato in questa cultura (tipica di una sinistra sindacalizzata che non ha capito le opportunità del nuovo mondo e delle nuove tecnologie)

    secondo questa cultura l'uomo medio si deve giocoforza accontentare di arrivare al massimo al terzo gradino della piramide:

    al terzo ci si arriva col concetto di famiglia da proteggere, tipico della cultura cattolica (se vogliamo catto-comunista)
    insomma il "posto" serve a soddisfare i bisogni fisici, la sicurezza del "posto" serve per il secondo gradino, con queste due cose si può pensare di mettere su famiglia, dei gradini superiori non se ne parla nemmeno...
    questa cultura del "posto" non prevede alcuna realizzazione professionale, se capita sei fortunato, molto molto fortunato, quindi non aspirare a salire più in alto, fermati al gradino 2 e poi trovati a una da sposare e con la quale fare figli.

  3. #23
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    Predefinito Re: 99 contro 1. Ovvero come imparai ad amare la miseria.

    Per rispondere al post sopra (che non quoto perchè troppo lungo): sei proprio SICURO che in Italia la realizzazione professionale dipenda prevalentemente da criteri di merito?
    Se fosse così, avresti parzialmente ragione (solo in parte perchè c'è anche gente a cui della realizzazione professionale, della carriera, importa molto meno di altre cose tipo passare il tempo con la famiglia, e dovranno pur vivere anche loro invece di passare 12 ore a lavoro).

    Ma dato che NON è così, hai completamente torto.
    Ultima modifica di Moderato; 24-02-15 alle 01:56

  4. #24
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    Predefinito Re: Jobs act, Gilioli e i rischi per i giovani

    "Completamente torto"
    Notevole apertura mentale

    Innanzitutto io non parlo di merito ma di attitudini
    Se qualcuno ha come unica attitudine quella di riprodursi come un coniglio e lavorare il minimo indispensabile avrà semplicemente una retribuzione pari al suo contributo ...

    Le posizioni devono essere occupate per attitudine

    Da li discende l'eventuale merito

    Se uno non sa fare nulla e non vuole fare nulla a parte riprodursi avrà uno stipendio di sussistenza sulla base del suo contributo
    Non muore nessuno, anzi

    Ma non pretenderà mica la casa enorme in centro i macchinoni e il lusso?

    Di questo si parla mica di altro

 

 
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