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  1. #1
    Klassenkampf ist alles!
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    Predefinito Uscire dall’euro e dall’UE: così la Grecia può ancora salvarsi

    La Grecia è stata costretta alla prosecuzione dell’austerità. Quella che si è svolta nelle riunioni dell’Eurogruppo non è stata una vera trattativa. Il governo Tsipras si è infatti trovato con una pistola puntata alla tempia. Ad impugnarla il governo tedesco, con il plauso più o meno convinto di tutti gli altri membri dell’area euro. Questa è l’Europa, questo è il sistema imperniato sulla moneta unica. «Colpirne uno, per educarne diciotto», la Germania ha voluto impartire la sua lezione: non si scherza con le regole dell’oligarchia eurista, con il contenuto ultra-liberista dei suoi trattati; tantomeno si può scherzare se si punta a riconquistare almeno un briciolo di sovranità nazionale.
    Questo, prima di ogni altra cosa, ci insegnano i negoziati di Bruxelles, una vera pietra tombale sull’idea della riformabilità dell’Unione Europea. Questa linea, che è anche quella di Syriza, è stata non solo battuta, essa è stata annichilita. Molti, anche in Italia, avranno ora da riflettere sul significato di quanto avvenuto. La verità è che non si può pretendere di iniziare una nuova via, di cambiare una politica economica improntata ai dogmi del neoliberismo, se non si dispone della propria moneta. La piena sovranità monetaria è uno strumento imprescindibile se si vuole invertire la rotta. Uno strumento certo non sufficiente, ma assolutamente necessario. Senza di esso non c’è vera politica economica che possa tentare di rispondere al dramma della disoccupazione di massa ed a quello del crescente impoverimento della società greca. L’assenza di questo strumento è stata la vera arma impugnata dalla Merkel: «Finché siete nell’euro, gli euri ve li diamo noi, ovviamente alle nostre condizioni».
    La tracotanza della Germania, confermata pure da quel che è trapelato sullo svolgimento degli incontri, ha potuto dispiegarsi pienamente anche in virtù di un altro fatto assolutamente decisivo: la morte del progetto federale europeo, di quell’unione politica di cui ancora molti straparlano in Italia. Ormai ogni stato persegue esclusivamente i propri interessi. E – particolare non trascurabile – tutti gli altri stati dell’eurozona sono creditori della Grecia. Non solo. Mentre il grosso dei paesi nordici sta da sempre dalla parte del rigorismo tedesco, anche quelli mediterranei – sui quali puntava evidentemente l’azione diplomatica del governo di Atene – si sono schierati da subito con Berlino. Perché lo hanno fatto? In proposito possiamo solo avanzare alcune ipotesi: la Spagna ed il Portogallo per non vedere smentite le politiche austeritarie messe in atto nei rispettivi paesi, l’Italia di Renzi per ottenere il lasciapassare su qualche decimale del proprio deficit, la Francia forse per illudersi di avere ancora un posto a tavola (vedi negoziati di Minsk) tra le potenze che contano. Comunque, siano giuste o sbagliate queste ipotesi, resto il dato di fatto di un’Europa dove ognuno pensa innanzitutto ai propri interessi, ma in cui tutti seguono – riconoscendone così l’indiscussa leadership – la linea tracciata dal governo di Berlino.

    Da un quadro di questo tipo non poteva che uscire quel che è poi uscito. L’accordo di Bruxelles è una sconfitta pesante per Tsipras. In buona sostanza, la Germania ha confiscato il programma elettorale di Syriza. Esso infatti, almeno per i prossimi quattro mesi, sarà sotto lo stretto monitoraggio dei creditori, cioè dell’UE, della BCE, del FMI; in definitiva la cosiddetta Troika che da anni imperversa nel paese ellenico.
    La domanda allora è questa: poteva andare diversamente questo round? La risposta è no. Un esito diverso avrebbe potuto esserci solo se Italia e Francia avessero deciso di smarcarsi dal rigorismo tedesco e se il governo greco fosse andato allo scontro. Uno scontro che il governo Tsipras non ha voluto, non avendo pronto il necessario «Piano B». Non lo aveva pronto, pensiamo, per tre motivi: il primo risiede nell’ideologia europeista del gruppo dirigente di Syriza (che è poi la zavorra più pesante del suo governo), il secondo nell’impreparazione del popolo greco (la cui netta maggioranza è ancora a favore dell’euro), il terzo nell’impossibilità materiale di un suo effettivo approntamento nel breve tempo avuto a disposizione.

    A causa della sua illusione europeista, il governo di Syriza non poteva vincere questo round. E noi pensiamo che Tsipras farebbe bene ad ammetterlo, piuttosto che fingere di aver vinto, un atteggiamento che mira ad allontanare piuttosto che ad avvicinare il momento della consapevolezza sulla necessità della rottura e dello sganciamento dall’euro e dall’UE. Si aprono ora 4 mesi decisivi. Mesi nei quali Berlino e Bruxelles cercheranno di logorare l’ampio consenso di cui il governo greco gode. Mesi nei quali Tsipras tenterà comunque di realizzare i punti del primo paragrafo del Programma di Salonicco, quelli a favore degli strati sociali maggiormente colpiti dalla crisi, nel tentativo di affrontare concretamente quella che viene giustamente definita come «crisi umanitaria».
    È probabile che il perseguimento di questi obiettivi inneschi nuove tensioni con i guardiani dell’ortodossia austeritaria. Così come è altamente probabile che una parte degli impegni presi dal governo greco si rivelino assolutamente aleatori. Il punto fondamentale è però un altro: questo periodo di tempo verrà utilizzato, oppure no, per prepararsi all’uscita dal regime dell’euro? Dopo aver perso un primo round oggettivamente insostenibile, ora il governo di Atene ha davanti a se il secondo round, quello decisivo. Un round in ogni caso difficile, ma che dipenderà in larga parte dalle scelte politiche di Syriza e dal ruolo che assumerà la sinistra interna anti-euro di quel partito. Se nel primo round non si poteva prescindere dalla pistola puntata alla tempia, ora il primo obiettivo dovrà essere quello di rendere scarica quell’arma.

    Detto in altri termini: preso atto della irriformabilità dell’Ue, Syriza rifiuterà di venire «riformata» dall’oligarchia eurista o accetterà le politiche dei sacrifici imposte al popolo greco? Nel primo caso esiste solo una strada, quella dell’uscita e dello sganciamento dal regime dell’euro. È questa l’unica alternativa ad una sconfitta politica che altrimenti diventerebbe devastante. Naturalmente, questa alternativa richiede una svolta radicale negli orientamenti di Syriza. Una svolta imposta quantomeno dal realismo politico, dall’analisi concreta della situazione concreta.

    Detto questo, non tocca a noi insegnare ai greci come intraprendere questo percorso. Alcune cose ci sentiamo però di dirle. In particolare tre elementi ci sembrano decisivi: il primo è la determinazione, ed essa non può che nascere dalla razionale consapevolezza della situazione data; il secondo è il consenso, che può essere mantenuto ed esteso non solo attraverso le misure sociali, ma anche mostrando ad ogni passo l’incompatibilità concreta tra di esse e la permanenza nel quadro europeo; il terzo riguarda la geopolitica, in concreto lo sviluppo dei rapporti verso i Brics, ed in particolare la Russia. L’obiettivo dovrà essere quello di trovarsi, nel momento decisivo, con un’azione di governo decisa, un ampio consenso popolare ed un quadro internazionale in cui l’isolamento (sul quale punteranno le oligarchie finanziarie transatlantiche, non solo quelle europee) non sia totale.
    Sarà possibile vincere questo secondo round? Noi pensiamo di sì. Per quel che possiamo daremo tutto il nostro sostegno alla resistenza del popolo greco, in particolare ai compagni del blocco ANTARSYA-MARS che si stanno battendo per dare vita ad un fronte popolare che prepari e guidi la necessaria rottura con l’Unione europea e il regime della moneta unica, quindi per riconsegnare al popolo greco la sovranità nazionale senza la quale non ci sarà salvezza.
    Uscire dall'euro e dall'UE: così la Grecia può ancora salvarsi

  2. #2
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    Predefinito Re: Uscire dall’euro e dall’UE: così la Grecia può ancora salvarsi

    Sogni.
    E' di fatto impossibile uscire dall'euro e ancor più dall'UE

  3. #3
    scienziato qualificato TP
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    Predefinito Re: Uscire dall’euro e dall’UE: così la Grecia può ancora salvarsi

    Proprio oggi discutevo con un albanese sull' euro o no euro... mi ha detto in parole molto semplici che non fa differenza il debito rimane lo stesso.
    " Sei su termometro politico ora, adeguati "

    " questa discussione e chiaramente indirizzata verso la colpevolizzazione dei bianchi in quanto tali perchè fa molto ritardato di sinistra terminale, e quanto siano buoni e giusti i marroni "

  4. #4
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    Predefinito Re: Uscire dall’euro e dall’UE: così la Grecia può ancora salvarsi

    Citazione Originariamente Scritto da L'Uomo Qualunque Visualizza Messaggio
    Sogni.
    E' di fatto impossibile uscire dall'euro e ancor più dall'UE
    Era impossibile anche uscire dal regno d'inghilterra per gli americani
    NO ALL'INVIO DI ARMI IN UCRAINA!!!

  5. #5
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    Predefinito Re: Uscire dall’euro e dall’UE: così la Grecia può ancora salvarsi

    la grecia è già di fatto fuori dall'euro. c'è solo da capire se non lo fanno trapelare e si sta pensando a un'uscita concordata, oppure ognuno tira dritto sulla sua strada e ci sarà un'uscita unilaterale.

  6. #6
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    Predefinito Re: Uscire dall’euro e dall’UE: così la Grecia può ancora salvarsi

    Citazione Originariamente Scritto da L'Uomo Qualunque Visualizza Messaggio
    Sogni.
    E' di fatto impossibile uscire dall'euro e ancor più dall'UE
    Veramente è facilissimo....
    Primo Ministro di TPol...[MENTION]
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  7. #7
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    Predefinito Re: Uscire dall’euro e dall’UE: così la Grecia può ancora salvarsi

    Citazione Originariamente Scritto da Undertaker Visualizza Messaggio
    Veramente è facilissimo....
    Ah sì e come?

  8. #8
    #Ciaone
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    Predefinito Re: Uscire dall’euro e dall’UE: così la Grecia può ancora salvarsi

    Citazione Originariamente Scritto da Socialista Anti-PD Visualizza Messaggio
    Ah sì e come?
    non è che ci voglia molto basta che un governo smetta di rispettare le imposizioni dell'ue sul deficit o sulle quote latte o sulle "riforme" o sulle sanzioni alla russia etc. e per quanto riguarda l'euro è sempre il governo che impone la valuta legale

  9. #9
    Dall'Inferno
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    Predefinito Re: Uscire dall’euro e dall’UE: così la Grecia può ancora salvarsi

    Citazione Originariamente Scritto da Socialista Anti-PD Visualizza Messaggio
    Ah sì e come?
    Basta chiudere gli accordi con l'UE....Tramite referendum come vogliono fare in UK o con decreto governativo....
    Primo Ministro di TPol...[MENTION]
    Proudly member of the Bilderberg Group-Chtulhu Section..

  10. #10
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    Predefinito Re: Uscire dall’euro e dall’UE: così la Grecia può ancora salvarsi

    Citazione Originariamente Scritto da Molly Visualizza Messaggio
    non è che ci voglia molto basta che un governo smetta di rispettare le imposizioni dell'ue sul deficit o sulle quote latte o sulle "riforme" o sulle sanzioni alla russia etc. e per quanto riguarda l'euro è sempre il governo che impone la valuta legale
    Puoi farlo pure ieri, non oggi, basta che poi non vai a piangere a Bruxelles con il cappello in mano e convinci i tuoi cittadini a vivere di aria e amore. Senza che vengano a cercarti con i forconi, è ovvio.

 

 
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