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  1. #1
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    Predefinito MH370: a un anno di distanza, ancora nessuna notizia del volo Kuala Lumpur-Pechino

    Un anno fa, scompariva nel nulla il volo MH370 della Malaysian Airlines, decollato da Kuala Lumpur con 239 a bordo, in gran parte cinesi.
    L’aereo era diretto a Pechino, le ricerche sono state fatte con un impressionante dispiegamento di mezzi e personale di Malaysia, Cina e Australia, paese che ne ha assunto il coordinamento. Ed è il premier australiano, Tony Abbott, a dirsi comunque ottimista:

    “Fino a quando ci saranno obiettivi ragionevoli le ricerche continueranno. Abbiamo concentrato le ricerche in un tratto di mare di 60.000 km quadri. Se non avremo successo lì, abbiamo individuato un’altra zona di 60.000 km quadri nella quale possiamo cercare. Siamo ragionevolmente fiduciosi, troveremo l’aereo”.
    I parenti delle vittime malaysiane si sono dati appuntamento in un centro commerciale di Kuala Lumpur, quelli delle vittime cinesi a Pechino, nel Tempio Lama. Nessuno di loro vuole arrendersi, molti accusano le autorità di non aver detto la verità:
    “Quest’anno è stato molto difficile, da quel giorno ho continuato a correre di quà e di là a Pechino, per cercare di ritrovare mia figlia, ho incontrato tante difficoltà ma non mi lascio scoraggiare. Non riesco a dormire la notte, dormo un paio d’ore, ma sono certo che mia figlia è ancora viva e l’avrò presto di nuovo con me”.
    C’era un nutrito cordone di polizia, a Pechino. E si è verificata un po’ di tensione, quando gli agenti hanno iniziato ad allontanare i parenti dalle telecamere allineate di fronte al tempio.

    MH370: a un anno di distanza, ancora nessuna notizia del volo Kuala Lumpur-Pechino | euronews, mondo
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  2. #2
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    Predefinito Re: MH370: a un anno di distanza, ancora nessuna notizia del volo Kuala Lumpur-Pechin

    Jacquita Gomes non si rassegna. Conta di rivedere Patrick, il marito, nella loro casa alla periferia di Kuala Lumpur. E così in un angolo della camera da letto tiene ancora – stirati e piegati – gli indumenti intimi dell’uomo. Cinquantasei anni, Patrick non si fa vedere da un anno. Da quando – l’8 marzo 2014 – si è imbarcato su un Boeing 777 della Malaysia Airlines con destinazione Pechino per svolgere il suo lavoro: il supervisore. A qualche chilometro di distanza Melanie Antonio ha addirittura deciso di tenere la stanza matrimoniale così com’era. «Ho solo rinnovato il copriletto», spiega lei, mentre conta di avere notizie del marito Andrew Nari, sparito pure lui da un anno e – come Patrick – visto l’ultima volta sullo stesso volo come capo degli steward.

    Il più grande mistero dei cieli

    Il nulla, un anno dopo. Il più grande mistero dei cieli continua a restare tale. Dopo migliaia di ore di ricerche e decine di milioni di dollari del volo MH370 della Malaysia Airlines (227 passeggeri, 12 dell’equipaggio) non è stato trovato nemmeno un pezzetto. Nel sud dell’Oceano Indiano, l’area dove le autorità credono sia precipitato il jet perché senza più carburante, si continua a scandagliare ma senza successo. E se non arrivano altri fondi le navi saranno costrette a tornare nei porti. Sparito l’8 marzo 2014 poco dopo aver lasciato l’aeroporto di Kuala Lumpur, in Malaysia, il velivolo ha fatto perdere le tracce senza aver segnalato alcun tipo di problema. Un bolide di circa 64 metri di lunghezza (e un costo che si aggira attorno ai 262 milioni di dollari) dichiarato ufficialmente coinvolto in un «incidente» soltanto lo scorso 29 gennaio dal Dipartimento malese per l’aviazione civile. Un modo non per chiudere la vicenda, ma per dare il via ai risarcimenti. Perché la tesi prevalente è la stessa: a portare il jet fuori rotta, a fargli perdere le tracce e a farlo cadere in acqua è stato uno dei due piloti. Nessun guasto, insomma. Nessun abbattimento.


    I cieli fuori dal controllo

    Ma un anno dopo la domanda resta la stessa: dov’è finito il Boeing 777? Soprattutto: com’è possibile che un gigante riesca a sparire così, nel nulla, senza lasciare la minima traccia in un mondo coperto dai satelliti e dotato delle migliori tecnologie di geolocalizzazione? Non a caso poche settimane dopo la sparizione l’Icao, l’Organizzazione internazionale per l’aviazione civile, ha proposto di installare negli aerei entro il 2016 un dispositivo che inviasse la posizione del velivolo ogni 15 minuti. Una tempistica che diverse compagnie hanno di detto di non riuscire a rispettare. Ma che Australia, Malaysia e Indonesia starebbero in realtà già testando da qualche giorno. E che la Malaysia Airlines avrebbe avviato nei voli a lunga percorrenza.


    I fondi agli sgoccioli

    Al mistero del volo MH 370 però si aggiunge anche il dilemma. Che fare ora che dell’aereo non si trova nemmeno un pezzetto? Il prossimo maggio – comunica Martin Dolan, capo dell’Ufficio australiano per la sicurezza dei trasporti – finiranno i 94 milioni di dollari stanziati da Australia (che ne ha messi a disposizione 70) e Malesia per le ricerche. Se non ci saranno ulteriori fondi tutto si dovrà interrompere. Ad oggi – e in condizioni di bel tempo – il gruppo che sta controllando un’area di 60 mila chilometri quadrati a ovest dell’Australia riesce a coprire ogni giorno l’un per cento. «Il 44% dell’intera area è stato scandagliato e pensiamo di finire il prossimo maggio», spiega all’agenzia Reuters Liow Tong, ministro malese dei Trasporti. Quattro navi e diversi mezzi sottomarini dotati di sonar cercano di individuare anche il più piccolo pezzetto del Boeing. «Le ricerche non possono però proseguire per sempre», avverte però Warren Truss, ministro australiano dei Trasporti. «Presto decideremo che continuare ed eventualmente allargare l’area oppure interrompere».

    La nuova tecnologia

    Intanto in Canada si lavora per evitare un altro caso MH 370. Al Nav Canada di Hudson Bay i controllori del traffico aereo stanno testando una nuova tecnologia – Adsb (Automatic dependent surveillance broadcast) – in grado di «coprire» anche i diversi punti ciechi presenti sul globo, aree che sfuggono al controllo di radar e satelliti. In una di quelle aree – al netto della suggestione e delle teorie complottistiche – potrebbe essersi smarrito il volo MH 370.

    Un anno dopo nemmeno un detritoMH 370 il più grande mistero dei cieli - Corriere.it

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  3. #3
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    Predefinito Re: MH370: a un anno di distanza, ancora nessuna notizia del volo Kuala Lumpur-Pechin

    Citazione Originariamente Scritto da Lawrence d'Arabia Visualizza Messaggio
    Jacquita Gomes non si rassegna. Conta di rivedere Patrick, il marito, nella loro casa alla periferia di Kuala Lumpur. E così in un angolo della camera da letto tiene ancora – stirati e piegati – gli indumenti intimi dell’uomo. Cinquantasei anni, Patrick non si fa vedere da un anno. Da quando – l’8 marzo 2014 – si è imbarcato su un Boeing 777 della Malaysia Airlines con destinazione Pechino per svolgere il suo lavoro: il supervisore. A qualche chilometro di distanza Melanie Antonio ha addirittura deciso di tenere la stanza matrimoniale così com’era. «Ho solo rinnovato il copriletto», spiega lei, mentre conta di avere notizie del marito Andrew Nari, sparito pure lui da un anno e – come Patrick – visto l’ultima volta sullo stesso volo come capo degli steward.

    Il più grande mistero dei cieli

    Il nulla, un anno dopo. Il più grande mistero dei cieli continua a restare tale. Dopo migliaia di ore di ricerche e decine di milioni di dollari del volo MH370 della Malaysia Airlines (227 passeggeri, 12 dell’equipaggio) non è stato trovato nemmeno un pezzetto. Nel sud dell’Oceano Indiano, l’area dove le autorità credono sia precipitato il jet perché senza più carburante, si continua a scandagliare ma senza successo. E se non arrivano altri fondi le navi saranno costrette a tornare nei porti. Sparito l’8 marzo 2014 poco dopo aver lasciato l’aeroporto di Kuala Lumpur, in Malaysia, il velivolo ha fatto perdere le tracce senza aver segnalato alcun tipo di problema. Un bolide di circa 64 metri di lunghezza (e un costo che si aggira attorno ai 262 milioni di dollari) dichiarato ufficialmente coinvolto in un «incidente» soltanto lo scorso 29 gennaio dal Dipartimento malese per l’aviazione civile. Un modo non per chiudere la vicenda, ma per dare il via ai risarcimenti. Perché la tesi prevalente è la stessa: a portare il jet fuori rotta, a fargli perdere le tracce e a farlo cadere in acqua è stato uno dei due piloti. Nessun guasto, insomma. Nessun abbattimento.


    I cieli fuori dal controllo

    Ma un anno dopo la domanda resta la stessa: dov’è finito il Boeing 777? Soprattutto: com’è possibile che un gigante riesca a sparire così, nel nulla, senza lasciare la minima traccia in un mondo coperto dai satelliti e dotato delle migliori tecnologie di geolocalizzazione? Non a caso poche settimane dopo la sparizione l’Icao, l’Organizzazione internazionale per l’aviazione civile, ha proposto di installare negli aerei entro il 2016 un dispositivo che inviasse la posizione del velivolo ogni 15 minuti. Una tempistica che diverse compagnie hanno di detto di non riuscire a rispettare. Ma che Australia, Malaysia e Indonesia starebbero in realtà già testando da qualche giorno. E che la Malaysia Airlines avrebbe avviato nei voli a lunga percorrenza.


    I fondi agli sgoccioli

    Al mistero del volo MH 370 però si aggiunge anche il dilemma. Che fare ora che dell’aereo non si trova nemmeno un pezzetto? Il prossimo maggio – comunica Martin Dolan, capo dell’Ufficio australiano per la sicurezza dei trasporti – finiranno i 94 milioni di dollari stanziati da Australia (che ne ha messi a disposizione 70) e Malesia per le ricerche. Se non ci saranno ulteriori fondi tutto si dovrà interrompere. Ad oggi – e in condizioni di bel tempo – il gruppo che sta controllando un’area di 60 mila chilometri quadrati a ovest dell’Australia riesce a coprire ogni giorno l’un per cento. «Il 44% dell’intera area è stato scandagliato e pensiamo di finire il prossimo maggio», spiega all’agenzia Reuters Liow Tong, ministro malese dei Trasporti. Quattro navi e diversi mezzi sottomarini dotati di sonar cercano di individuare anche il più piccolo pezzetto del Boeing. «Le ricerche non possono però proseguire per sempre», avverte però Warren Truss, ministro australiano dei Trasporti. «Presto decideremo che continuare ed eventualmente allargare l’area oppure interrompere».

    La nuova tecnologia

    Intanto in Canada si lavora per evitare un altro caso MH 370. Al Nav Canada di Hudson Bay i controllori del traffico aereo stanno testando una nuova tecnologia – Adsb (Automatic dependent surveillance broadcast) – in grado di «coprire» anche i diversi punti ciechi presenti sul globo, aree che sfuggono al controllo di radar e satelliti. In una di quelle aree – al netto della suggestione e delle teorie complottistiche – potrebbe essersi smarrito il volo MH 370.

    Un anno dopo nemmeno un detritoMH 370 il più grande mistero dei cieli - Corriere.it

    mi stupisce che il Corrierone non sappia che il mistero è risolto: è stato Putin!
    'True story!' MSM spins theory that Putin hijacked MH370 and landed it in Kazakhstan ? RT Op-Edge

  4. #4
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    Predefinito Re: MH370: a un anno di distanza, ancora nessuna notizia del volo Kuala Lumpur-Pechin


 

 

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