Elezioni Regno Unito: si avvicina il rinnovo del parlamento britannico, la tornata si presenta come la più incerta degli ultimi anni. Sondaggi

Il 7 maggio gli elettori di Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord sono chiamati a eleggere il nuovo parlamento britannico. La tornata si presenta come una delle più incerte degli ultimi decenni. L’attuale premier conservatore David Cameron ha ormai azzerato il divario con lo sfidante laburista Ed Miliband, tuttavia, le previsioni evidenziano come nessuno, tra Partito Conservatore e Laburista, riuscirà a raggiungere la maggioranza assoluta a Wetminster. Il “primo partito” si attesterà molto lontano dalla soglia dei 326 seggi necessari, dicono con sicurezza i sondaggi, tuttavia bisogna rilevare che per passare un eventuale voto di fiducia ne basterebbero circa 322-323 perché, se eletti, i Nord Irlandesi del Sinn Fein non partecipano alle attività parlamentari. Le ultime proiezioni del The Guardian danno i Tories a 276 seggi contro i 267 dei Labour. Secondo un altro recente sondaggio dell’autorevole quotidiano i Conservatori sarebbero al 35% mentre i Laburisti al 32% – anche se, facendo una media di tutte le rilevazioni, risulta un “testa a testa” dove entrambi sono al 33%. Secondo Sky News sia il partito di Cameron che quello di Miliband prenderanno 277 seggi. Scenari

Se il Partito Conservatore dovesse giungere primo sul podio molto probabilmente cercherà l’alleanza con i Liberal-democratici che, d’altra parte, potranno contare su molti meno seggi rispetto ai 57 conquistati nel 2010 (secondo il The Guardian scenderanno a 28 seggi, per Sky News non supereranno invece quota 18). Dunque nella migliore delle ipotesi Conservatori e Lib-dem insieme non supererebbero quota 301 seggi (nel 2010 da solo il partito di Cameron ne conquistò 306 e alleandosi con il partito di Nick Clegg potè formare un governo stabile). A questo punto dovrebbero appoggiare la coalizione gli Unionisti Nord Irlandesi (il DUP dovrebbe prendere circa 8 seggi). Cameron potrebbe corteggiare anche l’Ukip, anche se la possibilità di un accordo resta remota. Sostanzialmente l’attuale premier deve sperare di ottenere almeno 280-285 seggi e pregare affinché i Lib-dem ne mantengano almeno la metà di quelli conquistati alle ultime parlamentari. Nel caso in cui “primo partito” fossero i Laburisti, invece, lo scenario sarebbe sempre quello di un governo di minoranza, ma è probabile che il partito di Miliband possa contare sull’appoggio esterno del Partito Nazionale Scozzese (SNP) dato in fortissima crescita di consensi (potrebbe arrivare a vincere in 50 dei 59 collegi scozzesi quando nel 2010 ne conquistò appena 6). Anche se Miliband ha finora dichiarato di non voler fare nessun accordo post elettorale con l’SNP, la sensazione è che, nonostante le ampie concessioni che potrebbero essere necessarie, alla fine il “matrimonio” si potrebbe fare.

Scritto da: Redazione
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