Addio a Gustavo Selva, il giornalista (e politico) che «inventò» radio Belva

[Guy Fawkes]

Aveva 88 anni ed era malato da tempo. Parlamentare Dc, poi con An. Corrispondente da Bruxelles e Bonn. Infine direttore del Gr2: «Ero feroce nell’azzannare i comunisti»

ROMA - Si è spento a 88 anni Gustavo Selva. Lo hanno comunicato i figli. Giornalista e politico, è morto a seguito di una malattia nella casa di Terni, dove viveva da alcuni anni con la seconda moglie. Lascia due figli (un terzo era morto nel 2008) e quattro nipoti.



La carriera giornalistica: inviato Rai e direttore di «radio Belva»

Gustavo Selva aveva cominciato la carriera giornalistica nella redazione veneta dell’Avvenire nel 1946, poi negli anni 50 si era trasferito a Roma come giornalista parlamentare per i sette quotidiani cattolici allora pubblicati in Italia e al tempo stesso collaborava con l’agenzia Agi. Nel 1960 entra in Rai, dove è stato fra l’altro corrispondente da Bruxelles, Vienna e Bonn. Rientrato a Roma, dopo vari altri incarichi, diventa prima direttore del giornale Radio2, poi presidente di Rai Corporation a New York, quindi lascia la Rai per dirigere il Gazzettino. Proprio da direttore del Gr2 diventa «Gustavo Belva». E il suo giornale radio diventa «Radio Belva». Il perché lo spiegava lui stesso, scherzando ma non troppo: «Avevo quella speciale capacità di azzannare alla radio i comunisti».




L’attività politica

Nel 1979 viene eletto al parlamento europeo nelle liste della Democrazia Cristiana e viene nominato vicepresidente della Commissione cultura. Durante questo mandato, il suo nome figura nella lista degli iscritti alla P2 (resa pubblica nel maggio del 1981) anche se lui disse che non era mai stato iscritto e in tribunale per tre volte ebbe ragione. Proprio per aver definito Gustavo Selva «massone», Dario Fo fu condannato a pagare un risarcimento di 20 milioni di lire. Come altri esponenti della Dc, Gustavo Selva nel 1994 confluì in An e fu eletto alla Camera per il Polo delle libertà, ricoprendo la carica di presidente della Commissione affari costituzionali. Nella successiva legislatura, rieletto, diventa capogruppo alla Camera per An. Nel 2001 viene nuovamente eletto alla Camera, mentre nel 2003 approda al Senato.


Il caso dell’ambulanza

Nel 2008 non viene ricandidato dopo che, invitato ad un dibattito televisivo a La7, per evitare di arrivare in ritardo finge di avere un malore e si fa trasportare da un’ambulanza del 118. L’episodio gli costerà una condanna a sei mesi per truffa aggravata ai danni dello Stato.

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Figura contraddittoria ma notevole giornalista, ha comunque segnato un'epoca: ricordo ancora la serie "La lunga notte del Comunismo" e i dibattiti furibondi che ne seguirono.
RIP