Esattamente a quale contesto storico ti riferisci?All'età dell'oro dei pagani, suprema giustificazione a tutti i mali delle ere della sovversione?Alla placida quiete del paradiso terrestre gilanico, con le sue adepte di mezza età, bionde, rugose, entusiaste, dai piedi scalzi sudici e dagli abiti orientali sgargianti, che tanto adorano immaginare il mondo egualitario della venere obesa? Piuttosto credo che nella tua fase di entusiastico apprendimento, sia stato inconsciamente plagiato dalle teorie anti-scientifiche, che fanno anche a cazzotti con il darwinismo, degli antropologi postmodernisti o "social", i seguaci unti di Derrida e Foucault. Quelli che pretendevano da aule fumose e sudaticce delle accademie francesi e pretendono insomma tutt'ora, che le società tribali o primitive non siano altro che delle congreghe di acquariani, dove non avvengono solo immonde carneficine per il mantenimento del proprio lignaggio o rapimento continuo di donne altrui e dunque, gerarchizzazione assoluta, ma anche per il possesso dei propri beni personali e spaziali a propria disposizione. Tanta vitalità, legata strettamente ai propri bisogni e all'accumulo brutale e primordiale. Quali altre attività?Riprodursi per favorire il proprio clan?Scolpire statuine antropomorfe?Se riuscirai a dimostrare che la storia non si fonda esclusivamente su rapporti di forza, di produzione, di accumulo, di gerarchia militare e spirituale, la tua tesi sarà vincente.
ma la battutaccia sugli "uomini che subordinano le pance alle idee" più che ideologia utilitaria era un richiamo parodistico al famoso sospetto (mica di destra) che le narrazioni altisonanti siano manipolazioni dei dominanti che mangiano sulle spalle degli sfruttati
è soltanto un modo di dire, allo stesso modo in cui le termiti sono "disponibili" a svolgere il loro ruolo nel formicaio, ma quando mi accorgo che l'interlocutore dà una speciale importanza alle parole mi affretto ad assecondare il suo vocabolario
non sei ingenuo però avevo già pensato di commentare il modo notevole in cui ti accanisci contro la mistificatoria "ideologia per cui è sempre stato così" come presupposto dell'antropologia odiosa del presente, che tuttavia in ultima analisi non ne ha bisogno (sapere che fummo termiti non rende ipso facto nuovamente tale il nostro essere storicamente determinato; o anche le parole di scherno che Nietzsche mette in bocca all'ultimo uomo "una volta erano tutti pazzi" presuppone la consapevolezza di precedenti modalità differenti di vita, che l'ultimo uomo dal suo punto di vista spregevole deride non vedendo il punto di grandezza e sacrificio)
per rendere un po' più chiaramente il paradosso implicito "ciò che per cui lottate e morite muove da presupposti materiali" "ah se è così allora la nostra pellaccia materiale non è più così importante"
occorre che le condizioni materiali che ruotano attorno alla sua esistenza materiale innalzino la sua attenzione dall'appagamento materiale all'esaltazione simbolica, al sacrificio e al disinteresse (va detto che fior di regimi sono felicemente riusciti a produrre eroi kamikaze conservando i rapporti proprietari e questo crea dei problemi)
a dire il vero tradizionalismo e fascismo esaltano il primato dell'ideale sulla materia in polemica col "materialismo" (spesso sbrigativamente ridotto a teoria della pancia da riempire); il mio precedente intervento che ti ha suscitato questa risposta ha meno a che fare con tradizionalismo e fascismo che con il famigerato "sospetto" che si tratti di inganni per manipolare le masse
beh gli eroi li produrrà la dialettica storica, forse converrebbe anche a te celebrare la nobiltà e l'eroismo del disinteresse per raccogliere seguaci e dare inizio a questa benedetta prassi alternativa
un atteggiarsi scientifico nell'epoca (ma lo sarà ancora questa? lo era nel secolo del positivismo) in cui per destare impressione occorre mostrarsi scientifici
la cieca e muta materia è chiaramente movimento verso quello che piacerebbe al "materialista" (ma non vorrei con questo riaccendere il battibecco su "cosa effettivamente accadrà nei secoli futuri" sopravvalutato solo da chi si sente in dovere di assecondare la storia come se fosse un Dio che va assecondato)
Ultima modifica di Troll; 27-03-15 alle 19:49
probabilmente l'accumulazione e la crematistica che nell'interpretazione di Costanzo Preve hanno prodotto come reazione la filosofia (la nota tesi dei presocratici come legislatori comunitari) erano già un assaggio di capitalismo, per cui la "costruzione moderna" denunciata più in alto può essere applicata anche ai contesti di schiavitù per debiti che secondo Preve indignavano i legislatori comunitari oppure a quei funzionari che nelle nuove province romane arraffavano quanto potevano (il Verre descritto da Cicerone ad esempio, ma si trattava già di una caduta rispetto alla condizione primordiale - molteplici occasioni a cui si applica già la "costruzione moderna" in quanto come noto l'avvento del Kali Yuga va fatto risalire molto indietro)
Ultima modifica di Troll; 27-03-15 alle 19:55
Mosè ingiunge "non rubare", "non desiderare la roba d'altri" perché si poneva già il problema di inculcare una morale, infondere una disponibilità a sottomettersi alle sacre tavole (alienate nello spirito divino come surrogato in un mondo senza spirito), dato che il contesto postdiluviale e post-adamitico (per essere esatti posteriore alla Caduta, certo non simbolica e serpentesca ma materiale-produttiva) era già intriso di peccato (e poi vabbè rimanevano pur sempre ebrei)
Ultima modifica di Troll; 27-03-15 alle 20:09
se per accelerare la redenzione bastasse "dimostrare" l'esistenza plurimillenaria delle sepolte civiltà gilaniche come fa ostinatamente Raymond La Science sarebbe tutto più semplice, ma il punto è meno arrovellarsi attorno alle vicende della caduta che propiziare l'evento (o accelerare il processo) della redenzione (l'esortazione eroico-morale continua momentaneamente ad avere un senso visto che la risoluta assicurazione "non è sempre stato così" rischia di attirare la risposta "ma si sa una volta erano tutti pazzi"; comunque ancora vicino a noi Giuseppe Stalin e Adolfo Hitler per fare due esempi celebri hanno mostrato che nelle circostanze propizie innalzare masse umane oltre il proprio meschino particulare è perfettamente possibile)
Ultima modifica di Troll; 27-03-15 alle 20:31
Diciamoci la verità. Questa ossessione per la ricerca della comunità perduta, i vari bidell ehm, professori di liceo tipo l'avventista del settimo giorno che hai citato, non fanno altro che riprendere appieno le fantasie e le fisime di Hosea Jaffe. Che deluso dal socialismo comunitario africano trasformatosi inesorabilmente in dispotismo - o sudicismo tribale - , ha iniziato una affannosa ricerca delle comunitè perdute e infantili.
Negli ultimi lavori arriva persino a negare che in fondo la schiavitù dei satrapi asiatici non era malvagia come quella dei bianchi europei. Un pò come l'avversità di Tommaso per il mercato, da cui non si capisce come se ne possa fare a meno, addirittura stigmatizzando il concetto di baratto.
conosco e adoro Jaffe (seguo sistematicamente la sua discepola Maria-Cristina Serban su fb con un account clone dato che mi ha bloccato e mi annoto le citazioni dal maestro) ma non appiattirei Tommaso sull'esotismo antioccidentale avendo dato mostra di una dimensione moltitudinaria e metropolitana (non negriana perché comprensibilmente rigetta il lato deleuziano e desiderante) che sì recupera la racaille immigrata come vettore antagonistico (magari rimensionandola pudicamente un pochino con noi) ma è pur sempre partorita dal ventre della metropoli occidentale e dei punti alti dello sviluppo (non è per intendersi un maoismo della campagna che stringe d'assedio la città)
il baratto è scambio e non è dono, è una specie di anticamera che aspetta solo il denaro come equivalente generale per facilitare il medesimo esercizio
Ultima modifica di Troll; 27-03-15 alle 20:27
Tra l'altro è curioso vedere che proprio gli studiosi neomarxisti, postomodernisti e tutti quelli che comunque utilizzano nel mondo accademico l'armamentario del barbuto di Treviri, che notoriamente affollano riunioni sorridenti e colorate come quelle di Survival, quando si trovano davanti agli studi di Chagnon, Diamond ed altri ricercatori che lavorano con professionalità a stretto contatto con il buon selvaggio, iniziano a manifestare crisi convulsive di fronte alle barbarie di società neolitiche o semipaleolitiche sessiste, violente e per nulla comunitarie e pacifiche come le pretenderebbero loro. Il gelido darwinismo sociale e primordiale. In tal caso per una ingenua replica vale la teoria contraddittoria del neopagano di turno "che in fondo non sono altro che residui di civiltà che un tempo erano più evolute"
Il maestro è passato al Grande Oriente proprio di recente. La sua ultima opera si riferiva proprio alle crisi identitarie di coloro che dopo anni di scervellamenti, si sono sentiti traditi anche dal Barbuto di Treviri e la sua notoria avversione - e del suo compare - per tutto ciò che avesse minimamente l'aspetto di "primitivo". Giungendo alla conclusione che in fondo i Taiping cinesi non avevano bisogno di Marx, in quanto più all'avanguardia di Marx stesso. Ho dato un'occhiata al profilo della discepola in questione, un fenotipo comune alle aree balcaniche, soprattutto in Romania dove l'influenza tatara si è fatta sentire: ma effettivamente quei polpacci da campagnola del Banato non si possono guardare. Inoltre una pagina così zeppa di citazioni incasinate, provoca le convulsioni. Ma quella di Tommaso sembra più una sorta di romanticismo Wandervogel o senderista ( la città è il male, in campagna si baratta ), con la confusione giovanile di un Von Salomon quando rimane colpito profondamente dalla lettura del libro di Rathenau........