qui in una chiesa un ragazzo prega inginocchiato un dio che non conosce,che non puo sentire,non gridera,non versera lacrime,si domanda solo il mio viaggio è finito o è appena cominciato
Nel periodo 1861-1918 l'Italia-Stato è stata edificata dalle fondamenta.
Fu un periodo di una grandezza che oggi, abituati all'impotenza degli attuali governi asserviti all'Europa, non possiamo nemmeno immaginare.
Io sono per la continuità storica: senza il lavoro dell'Italia prefascista non sarebbe stato possibile quello dell'Italia fascista, senza quello dell'Italia fascista non sarebbe stata possibile la prosperità della Prima Repubblica fino al tradimento di Maastricht.
La legge di unificazione amministrativa del 1865 (n. 2248, articolata in 5 allegati: Allegato A - Organizzazione amministrativa dello Stato; Allegato B - Pubblica sicurezza; Allegato C - Sanità pubblica; Allegato D - Istituzione del Consiglio di Stato; Allegato E - Contenzioso Amministrativo; Allegato F - Opere Pubbliche) è un monumento della scienza giuridica.
Nel 1889 fu assicurata la tutela degli interessi legittimi mediante l'avvio di un sistema di giustizia amministrativa mediante la costituzione della IV sezione (giurisdizionale) del Consiglio di Stato (cui si aggiunse nel 1907 la V).
In ogni provincia fu costruita una struttura burocratica e amministrativa (Prefetture, Provveditorati agli Studi, Questure, Comandi dei Carabinieri. Furono poi create strutture sanitarie (medico provinciale, ospedali, IPAB) e assistenziali (congregazioni di carità, poi enti comunali di assistenza dal 1937).
Le province e città d'Italia furono collegate da una rete postale, telegrafica, ferroviaria e stradale prima non esistente e fornite di opere pubbliche come acquedotti e la prima elettrificazione del paese.
Fu creata dal nulla una rete scolastica, che prima non esisteva. A Palermo, per esempio, i bambini che frequentavano le scuole elementari nel 1860 - l'anno dell'annessione al Regno sabaudo - erano 783. Nel 1867, sette anni dopo, i piccoli palermitani iscritti alla scuola elementare erano quasi 10.000. Questo grazie all'introduzione, anche nel sud, della legge Casati del 1859. lo Stato Unitario, con la Legge Casati del 1859 estesa alle province annesse, creò dal nulla un'offerta di istruzione che prima non c'era, tramite i Comuni. Con la legge Coppino del 1877, l'istruzione elementare fu resa obbligatoria fino al terzo anno e quindi il numero degli allievi delle elementari crebbe ulteriormente. Nel 1904, la legge Orlando portò l'obbligo scolastico fino a 12 anni.Poi senz'altro fu un progresso il passaggio della competenza sulle scuole dai Comuni allo Stato (Legge Daneo-Credaro del 1911). L'analfabetismo in Italia (e soprattutto nel meridione, dove si attestava circa al 90%, contro il 50% del Piemonte, a causa del malgoverno borbonico) fu dimezzato dai governi liberali (che dal 1861 al 1920 l'hanno portato dal 77% al 35,2%).
Fu dato l'avvio, negli anni 80 e 90 del secolo decimonono, a una imponente industrializzazione che esplose nell'età giolittiana.
Furono create le basi della tutela giuridica e sociale dei lavoratori (1893, legge sui probiviri; 1898, prima cassa di previdenza sociale; 1902, legge sul lavoro di donne e fanciulli; 1912, legge sugli ispettori del lavoro).
Fu creato un impero coloniale: Eritrea (1887), Somalia (1891), Libia e Dodecanneso (1911).
Fu infine raggiunta l'unità nei confini naturali della Nazione con la vittoria della Grande Guerra del 1915-18.
Ciò che il Fascismo ha fatto dopo è stato il completamento di quest'opera grandiosa.
Ultima modifica di Bisentium; 22-03-15 alle 09:07
Va che culo.Centralista fu l'Italia liberale che dal nulla realizzò l'unificazione normativa e amministrativa della penisola
«Non ti fidar di me se il cuor ti manca».
Identità; Comunità; Partecipazione.
Che domande...Per l'Italia La conquista e la civilizzazione del mondo. La continuazione della progressione storica dalle prime tribù romane che fondarono Roma passando per la lex iulia Civitae, l'impero, la chiesa romana, il rinascimento, il risorgimento, l'unità, la prima guerra mondiale, il fascismo. Fenomeni politicamente distinti ma appartenenti ad un unico territorio e specifici di una unica gens.
Ultima modifica di samuel cramer; 22-03-15 alle 12:31
1) la formazione di una solidarietà civica.
2) la classe creativa come stato guida della società.
3) la cultura come organo del sapere e dell'influenza ideologica.
4) l'istruzione e la scienza come fonti essenziali di competitività.
Altro che mille patrie nella penisola italiana, con tutti i coloni italiani sparsi nelle Americhe ove rappresentano una delle più numerose comunita c'è ben altro da auspicarsi.
1) la formazione di una solidarietà civica.
2) la classe creativa come stato guida della società.
3) la cultura come organo del sapere e dell'influenza ideologica.
4) l'istruzione e la scienza come fonti essenziali di competitività.
Comunque la visione d'insieme del Fascismo rimane insuperabile.
La missione d'Italia è la Terza Roma di Mazzini magistralmente descritta in questo brano di Berto Ricci:
Mazzini e il popolo
Senza Giuseppe Mazzini l'unità sarebbe rimasta una fantasia di cervelli ambiziosi, un sognare di filosofi contro la storia. Mazzini prima di tutti, più fortemente di tutti, volle che all'impresa avesse parte il popolo, pena il fallimento o la mala riuscita: e fallimento voleva dire rinunziare all'Italia, bislacca e convenzionale, rampollo spirituale della Santa Alleanza, dei napoleoncini, del papa. Mazzini diffamato, taglieggiato come un brigante da tutte le diplomazie e anche da quella che giunse poi attraverso Aspromonte e Lissa a Venezia e a Roma, aspreggiato infine dagli scaccini rossi che avrebbero voluto copiare la Comune come i loro nonni e padri avevan farneticato di repubbliche cisalpine e di monarchie orleaniste, resta con Garibaldi il capo del Risorgimento e il fondatore della patria, incomparabilmente maggiore d'ogni statista, patteggiatore o stratega di provvide alleanze. (E qui non sarebbe male ricordare che il gran repubblicano fu imperialista assai più, assai meglio, d'ogni bertuccia moderata; e in tempi d'abiezione nazionale, quando questo popolo era davvero l'ultimo dei popoli, quando in un'Europa già sveglia e intraprendente tutta la nostra industria era qualche filanda di Lombardia, e sarebbe stato assurdità il solo pensare che questa colonia potesse dedurre colonie e le plebi meridionali campavano e crepavano nella più spaventosa miseria, nella pretesca ferocia dei massacratori di Sapri, nel cattolicismo feudale caro a certi letterati d'oggi che vivon di rimembranze, egli già vedeva l'Italia educatrice marziale de' suoi giovani, arbitra del suo mare, prima nell'opere di pace, tutrice ed amica d'una federazione di balcanici e danubiani, splendida di autorità morale sulle nazioni.) Egli ebbe ragione quando tutto sembrò dargli torto, quando le vicende nazionali e più ancora l'irriconoscenza degli uomini parvero umiliare la sua anima grande, e invece ne trassero più luce. C'insegnò l'amore all'Italia popolare, senza la quale nessuna realtà politica può dirsi stabile in questo Paese: quell'Italia a cui noi ci sentiamo legati di sangue e che vediamo bella, maestra di vivere e di parlare, nonostante le ironie degli scrittorini alitanti sotto cappe di vetro, nonostante il folclore bugiardo di chi falsamente l'ama. Perché questo ci preme, questo vogliamo dire, questo nessuno può smentire: che gli eunuchi, vili e pigliaschiaffi disonorano il fascismo, che i saggi in cappamagna lo inceppano, i noiosi teorici della tradizione gli fan perdere tempo, gli adulatori l'avvelenano, i bruti spiritati dal gesto dittatorio e dagli occhi grifagni lo mettono in farsa: e l'Italia del popolo, l'Italia di Basso Porto e di Via Toscanella, essa sola, lo alimenta di vita. E questo non è classismo, non è bolscevismo, perché non importa esser nati in Via Toscanella, né starci: quel che conta è saperci stare.
Possiamo perdonare un bambino quando ha paura del buio. La vera tragedia della vita è quando un uomo ha paura della luce.