NO ALL'INVIO DI ARMI IN UCRAINA!!!
No non scoppiano a caso... ma sono un obiettivo militare strategico. Le basi militari ospitanti materiale bellico di valore sono il primo obiettivo in guerra. Non è un pericolo di per se ma un potenziale pericolo.
30 KM per le radiazioni non sono un cazzo figurati... esse si propagano come le onde di un sasso che cade nell' acqua. Perdono di intensità con l' aumentare della distanza ma ciò non significa affatto che siano benefiche.
" Sei su termometro politico ora, adeguati "
" questa discussione e chiaramente indirizzata verso la colpevolizzazione dei bianchi in quanto tali perchè fa molto ritardato di sinistra terminale, e quanto siano buoni e giusti i marroni "
Certo. A forza di vietare tutto, alla fine passa tutto sottobanco.
Magari ci si dovrebbe domandare perchè nei paesi dove le cose non sono vietate non succede quello che accade dove tutto è vietato. Si chiama cultura del proibizionismo. E' noto che i divieti alimentino mercati paralleli e illegali diretti spesso da chi i divieti li promuove.
Il sonno della ragione genera mostri.
Divergevano due strade in un bosco, ed io...io presi la meno battuta, e di qui tutta la differenza è venuta.
I "liquidatori" liquidati dal regime sovietico hanno fatto dell'Urss un ricordo fantasma...
https://forum.termometropolitico.it/...chernobyl.html
Ultima modifica di GNU-GPL; 27-03-15 alle 17:30
Anche qui, nooooooooooooooooooooooooooo
Un'ideologia sempre gravida di disastri...
Chernobyl 27 anni dopo. Igor Kostin racconta...
[...] Kostin, nel suo libro ha scritto che Chernobyl le ha cambiato la vita, l’ha fatta rinascere. Perché, tra le tante difficoltà e tragedie che ha affrontato nella sua vita privata e professionale, proprio Chernobyl l’ha segnata così profondamente?
Perché lì ho visto un dolore immenso, di cui tuttora mi duole parlare. Pensi che la soglia massima di assorbimento di radioattività per il corpo umano è fissata a 25 röntgen. Con 500 röntgen se si prende un bicchiere in mano la pelle vi resta attaccata. Sul tetto del reattore numero 3, dove si erano depositati i detriti dell’esplosione del reattore 4, i röntgen erano a un livello di 10-15 mila. I “gatti del tetto”, come venivano soprannominati gli addetti alla bonifica di quell’area, potevano starci per 40 secondi, correndo a ogni suono di sirena. Per proteggersi si coprivano con fogli di piombo malamente ritagliati e modellati artigianalmente come maschere, caschi e protezioni per il cervello, i genitali e il midollo osseo. Quegli uomini hanno salvato mezza Europa, che altrimenti avrebbe dovuto essere sfollata. Oggi faccio molta fatica a vivere con gli altri. Non capisco di che cosa si preoccupino: il salario, il quotidiano, le piccole storie sentimentali. Rispetto al male che ho visto non è niente. Ringrazio Dio perché tutto ciò che ho fatto negli ultimi vent’anni ha avuto un frutto e sono contento che la verità abbia la possibilità di essere resa nota in tutte le nazioni in cui il mio libro esce. Perché l’esplosione di quella centrale non è stata un problema solo del mio Paese.
Lei ha scritto che un sacrificio come quello di Chernobyl non sarebbe potuto accadere che in Unione Sovietica…
Perché lì il regime non dava nessuna importanza alla vita e perché i sudditi per il regime avrebbero fatto qualunque cosa. Ho visto personalmente alcuni “gatti del tetto” falsificare i registri in cui dovevano segnare il grado di radioattività che il loro corpo aveva assorbito per poter restare più giorni a lavorare. C’era un eroismo che all’epoca nessuno ha considerato. C’era da fare questa cosa ed è stata fatta. Non si sa il numero esatto di queste persone, non si sa neanche chi fossero. Le cerimonie di sepoltura erano sbrigative, i vitalizi garantiti alle famiglie di questi martiri non si sono mai visti, perché concederli avrebbe significato lasciare un’ulteriore traccia dell’accaduto e ammetterne anche la responsabilità.
Dalla sua descrizione degli imputati, in particolare di Briukhanov, il direttore della centrale condannato a dieci anni di reclusione, emerge un’altra tipologia di vittima, certo diversa dalla povera gente e dai liquidatori, ma comunque specchio di un’umanità fragile perché tesa ad assecondare e compiacere il potere sopra ogni altra cosa… Chi è allora il responsabile del disastro di Chernobyl?
Il responsabile è l’Ideologia comunista, il regime e il suo modo di plasmare e plagiare le persone. Questo è il vero e unico responsabile di quella tragedia. L’ideologia, che era al di sopra di ogni senso di responsabilità e di umanità.
Che giudizio ha di Gorbaciov?
Dobbiamo ringraziarlo perché ha portato alla caduta del muro di Berlino e con esso della Cortina di Ferro. Gorbaciov ha fatto soffiare il vento del cambiamento, ma era comunque un uomo con un passato organico ai tempi oscuri del comunismo. Lui stesso, come uomo, non poteva cambiare d’un tratto e dunque in relazione al disastro, anche negli anni successivi, ha sempre lasciato trapelare solo quanto non recava danno all’Ideologia. E tutt’oggi noi risentiamo di questo atteggiamento: il mio libro non ha ancora nessuna possibilità di essere pubblicato nel mio Paese. [...]
https://cafegolem.wordpress.com/2013...stin-racconta/
Ultima modifica di GNU-GPL; 27-03-15 alle 17:57