In dieci, mascherati, aggrediscono tre romeni
Raid al centro del paese: prendono in ostaggio gli uomini puntano un coltello alla donna e minacciano «guai se parlate»
ALA’ DEI SARDI. Spedizione punitiva contro una famiglia di rumeni. E’ accaduto nella notte tra sabato e domenica ma l’episodio è venuto alla luce solo ieri quando alcuni vicini di casa hanno segnalato il fatto ai carabinieri. Dieci giovani hanno fatto irruzione nell’abitazione al centro del paese, poco dopo le 23, hanno preso in ostaggio i due uomini e minacciato con un coltello la donna. Poi hanno cominciato a spaccare tutto: se ne sono andati dopo alcuni minuti lasciando una minaccia: «Guai a voi se parlate con qualcuno». E le vittime, infatti, non hanno denunciato l’aggressione.
Le indagini vengono svolte dai carabinieri della compagnia di Ozieri al comando del capitano Andrea Pagliaro. I militari hanno sentito la testimonianza dei tre rumeni aggrediti e stanno cercando di ricostruire il gruppo entrato in azione sabato notte. Pare che quasi tutti gli autori del blitz anti-rumeni avessero il volto coperto con delle maschere di carnevale. Si tratta del secondo episodio che si verifica in paese in meno di un mese. La notte del 29 gennaio era stata presa di mira una giovane coppia di cittadini rumeni: ignoti avevano sparato dei colpi di pistola contro il portone di una abitazione. Nessuno era rimasto ferito, ma la vicenda era stata sottolineata con preoccupazione dagli amministratori locali e dagli investigatori.
Per entrambi i fatti, i carabinieri sembrano avere indirizzato le indagini in una direzione precisa. Il sospetto è che si tratti di azioni intimidatorie per allontanare da Alà dei Sardi manodopera rumena che - secondo l’idea di piccoli gruppi locali - starebbe togliendo occupazione ai residenti. Anche gli ultimi due giovani rumeni presi di mira con il raid di sabato notte, come quello del 29 gennaio, erano appena giunti in paese dopo avere trovato lavoro come manovali in un cantiere di Olbia. Un arrivo considerato come una insidia, quindi, e subito contrastato con la violenza. Nel primo caso i colpi di arma da fuoco come pesante avvertimento; nel secondo l’incursione vandalica con il danneggiamento della casa appena presa in locazione e la minaccia a mano armata (con un coltello) alla compagna di uno dei due lavoratori rumeni.
Sembra esclusa la pista razziale (qualcuno ha evidenziato il ragionamento politico: il centrodestra, ad Alà, ha ottenuto il record di consensi, attorno all’80 per cento. Sono stati però anche gli stessi esponenti del centrodestra a condannare duramente l’e pisodio). Dalla prima parte dell’attività investigativa, i ogni caso, non sarebbero emersi elementi tali da fare credere che ci sia in paese un gruppo organizzato che - sulla scia di quanto sta accadendo in alcune realtà nazionali - abbia deciso di scatenare una «guerra» contro i rumeni. «In entrambi i casi - spiegano gli investigatori - i cittadini stranieri finiti nel mirino dei violenti erano arrivati ad Alà da uno o due giorni. Il tam-tam ha diffuso la notizia che avevano già trovato un lavoro e qualcuno si deve essere sentito in dovere di convincerli con le maniere forti a cambiare aria. Non è escluso che i due fatti possano essere collegati, nel senso che chi ha sparato a gennaio può avere fatto parte del gruppo di sabato notte».
La testimonianza delle vittime, purtroppo, non ha fornito particolari utili per le indagini. I due manovali rumeni e la donna, hanno raccontato che i dieci aggressori non hanno parlato di nulla. Hanno pensato solo a distruggere tutto, hanno anche divelto la porta d’ingresso. Una furia incredibile per seminare terrore, il tutto condito con le botte e la minaccia con il coltello alla donna. E prima della fuga per le vie del paese, l’avvertimento di non fare denuncia ai carabinieri. Una «raccomandazione» che i rumeni hanno rispettato soprattutto per paura, con la speranza di evitare altre conseguenze.
La spedizione punitiva, però, non è sfuggita ad alcune persone del vicinato che hanno comunque fatto arrivare il messaggio alle forze dell’ordine. I controlli sono scattati immediatamente e pare che i carabinieri della compagnia di Ozieri abbiano concentrato l’a ttenzione su un gruppo di giovani che, profittando delle iniziative in atto per il carnevale (e magari esaltati da qualche bicchiere di troppo) si siano autoproclamati «giustizieri della notte». Trascorsa la flagranza e in assenza di prove certe, un aiuto potrebbe arrivare dai rilievi effettuati dagli investigatori e da alcune verifiche non ancora completate. Se ne saprà di più nelle prossime ore. Della vicenda si occuperà il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.
(17 febbraio 2009)
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