Bah, non si capisce perchè la donna dovrebbe sentirsi offesa nella sua essenza se nell'esistenza non può avere figli. Diverso se non vuole. Ma se non può.
Rimane nella sua essenza sempre ugualmente femminile e potenzialmente madre. Dovrà "solo" cercare di sviluppare la maternità in altre forme. Pensare di poter vivere bene anche senza questo che, si dice anche sublimare, che è un termine più nobile che surrogare, vuol dire avere degli scompensi affettivi. Siamo fatti per generare, e procreare biologicamente è solo un modo e il più comune. Nè migliore ne peggiore, la qualità di ciò che facciamo sta in come lo facciamo non in cosa facciamo.
IN PALESTINA È GENOCIDIO! ROSA E OLINDO LIBERI SUBITO!
FUORI DALLA NATO! FUORI DALLA UE! BASTA ECOFOLLIE GREEN!
“Sorgi, Dio, difendi la tua causa.”
"Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli…"
Preferisco di no.
Veramente ha detto che una donna che non può avere figli è diverso dal caso di una che non vuole avere figli.
Ma il primo caso prevede la possibilità della sublimazione di tale capacità (che questa si prescinde in parte dal mero dato biologico).
Ma la sublimazione ha come oggetto comunque la maternità (effettiva o "traslata")
Nel caso di un annullamento della maternità (effettiva o "traslata" , in tal caso è lo stesso), la donna è si mutilata di una caratteristica fondamentale e basilare della femminilità.
Preferisco di no.
Qua non è una questione di Cattolicità, ma di Logicità.
Nota che non si è sfiorato nemmeno il dato religioso , ma semplici considerazioni su cosa sia e cosa qualifica un uomo od una donna come tali (nella loro essenza cioè).
Va un po' di moda dire che è donna il travestito di due metri perché si mette i tacchi a spillo ed il rossetto, ma si tenta di fare un'analisi un po' più profonda.
Non è questione di opinioni, quindi, ma di penetrazione di concetti.
Logica insomma.
Come logico sarebbe se uno non vuol scrivere o rifiutare aprioristicamente di discutere le opinioni dell'interlocutore di rinunciare appunto a scrivere, senza enunciare due volte che non vuol farlo.
Logico , no?
Ultima modifica di Miles; 01-04-15 alle 17:36
Preferisco di no.
Ad integrazione della risposta precedente @Liquidsky, ripropongo questa che magari è sfuggita.
Ovviamente la marcata dualizzazione del complesso anima/corpo così come sottolineata da Platone (in questo caso sia il forumista che il suo un po' più illustre omonimo) ha il suo perché.
Preferisco di no.
La perfezione, nel suo senso più elementare, è una positività (un'entità, extra nihil negativum). l'uomo è costitutivamente im-perfetto: sia perché, per essenza specifica, è privo di moltissime proprietà (non dispone di branchie per la respirazione subacquea, di ali per il volo, per fare qualche banale esempio) sia perché può esser privo di proprietà che gli spettano per essenza (un bimbo nato senza arti), sia perché acquista molte proprietà mediante il moto (crescendo, il bimbo rafforza la struttura corporea e l'acutezza intellettuale, sviluppa la facoltà generativa etc.). Sia perché non possiede ogni proprietà secondo il massimo grado intensivo (non ha l'udito di un cane, non vede al buio come i gatti etc.). Perciò si, ma a rigore non è imperfetto chi non genera (ora e in atto) ma chi non dispone della potenza (della facoltà) di generare.
Ultima modifica di Platone; 01-04-15 alle 18:25
Possiamo perdonare un bambino quando ha paura del buio. La vera tragedia della vita è quando un uomo ha paura della luce.