Torna il malumore tra le forze del centro sinistra:
"Stop al genocidio e stop ai bombardamenti"
Kosovo, maggioranza
sempre in affanno
D'Alema ribadisce: "L'Italia con la Nato"
Cossutta: "Sciopero generale per la pace"
di ANNALISA USAI
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ROMA - Massimo D'Alema parla al telefono con Bill Clinton e Armando Cossutta parla con il comunista Zuganov e si propone "a nome del partito", come mediatore internazionale. La "fedeltà atlantica" continua a tormentare la classe politica italiana. Dalla crisi del governo minacciata nei giorni scorsi, Cossutta è passato oggi alla proposta di sciopero generale "non contro il governo, ma per appoggiare l'iniziativa di pace". Anche il portavoce dei Verdi Luigi Manconi dice che una crisi di governo sarebbe "scellerata" ma annuncia "un'iniziativa comune" sulla vicenda del Kosovo.
L'accordo di maggioranza raggiunto faticosamente venerdì scorso e passato indenne al voto di Montecitorio, non ha evidentemente messo a tacere i malumori dei Verdi, dei Comunisti e della sinistra Ds. "Non sosterremo un'azione militare che si sta rivelando addirittura controproducente", dice il Verde Manconi, che ha chiesto un incontro con il presidente della Repubblica. E Walter Veltroni dice: "Stop al genocidio nel Kosovo e, contestualmente, stop ai bombardamenti contro la Serbia".
Nessuno però vuole far cadere D'Alema. La maggioranza vuole solo una "presa di posizione politica". La giornata è trascorsa in un fitto via vai da e per Botteghe Oscure di Manconi, Veltroni, Cossutta, Fabio Mussi, Cesare Salvi, Franco Marini. Il nuovo documento della maggioranza appare però fumoso, e comunque non è destinato alla prova del voto in Parlamento. Il concetto fondamentale del documento lo spiega Cossutta: "Si può operare per ottenere la fine delle repressioni e dei bombardamenti e quindi avere una tregua dentro la quale si possa far tornare la parola alla diplomazia e alla politica".
Il governo intanto va avanti per la sua strada, con il ministro degli Interni Rosa Russo Jervolino a Tirana, il ministro degli Esteri Lamberto Dini chiuso alla Farnesina al telefono con i ministri degli Esteri di tutta l'Alleanza, il sottosegretario alla Difesa Massimo Brutti e il capo di stato maggiore della Difesa Mario Arpino a Skopje per visitare i militari italiani.
D'Alema ripete: "Lavoriamo su tutti i fronti, umanitario, militare e politico". Ma la sinistra del suo partito conferma le critiche e il dissenso sull'intervento della Nato, annuncia l'adesione alla manifestazione di sabato contro la guerra, chiede l'immediata convocazione della direzione del partito e conclude: "Gli accordi di Rambouillet non sono intoccabili". Solo lo zoccolo duro dei Ds sostiene Massimo D'Alema. "Il ricorso alla forza da parte della comunità internazionale può rendersi necessario e legittimo", dice l'ex ministro degli interni Giorgio Napolitano, che aggiunge: "Non sono accettabili posizioni di rifiuto come quelle che si manifestano in certi settori politici e di opinione in Italia".
Dalla Germania arrivano le parole del ministro degli Esteri verde Joschka Fischer: "Non c'è alternativa ai raid aerei contro la Serbia". In Italia alcune dichiarazioni, anche autorevoli, che rasentano l'incoscienza: "Non vi è trasparenza sui fini cui è rivolta l'azione militare in Kosovo", dice il senatore Ds Giovanni Pellegrino, presidente della commissione Stragi. Che aggiunge di "aver sentito in televisione" parlare della presenza di uranio in Kosovo e di un oleodotto.
Della palese confusione nella maggioranza ne approfitta subito l'opposizione. Il presidente dei deputati di Forza Italia Giuseppe Pisanu nota che mentre "D'Alema concorda con Clinton sulla necessità di intensificare i bombardamenti, Cossutta lancia appelli alla piazza e minaccia dimissioni che non ci saranno" per concludere: "La situazione è tragica ma la doppiezza dei comunisti supera anche il senso del ridicolo". E l'ex ministro degli Esteri De Michelis aggiunge: "Collezioniamo una brutta figura dietro l'altra, dall'operazione Alba in Albania all'intervento anglo-americano in Iraq, fino alla vicenda Ocalan. Per quanto tempo ancora il nostro Paese potrà permettersi il lusso di avere una maggioranza incapace di esprimere una precisa posizione in politica estera?".
(29 marzo 1999)
http://www.repubblica.it/online/fatt...a/negozia.html