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  1. #171
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    Predefinito Re: Allah conquista Buttafuoco: "Chiamatemi pure Giafar"

    Citazione Originariamente Scritto da amerigodumini Visualizza Messaggio
    Però dichiara nefasta la Rivoluzione dei Lumi.
    In fondo se rileggete Ferrara è estremamente frastagliato e spezzettato tanto quanto caleidoscopico e acquarellato è Buttafuoco.
    Buttafuoco lo si legge se piace lo stile barocco e gli ambienti arabeggianti, per puro diletto. Perché leggere quel panzone di Ferrara?
    Spaghetti e pistole

  2. #172
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    Predefinito Re: Allah conquista Buttafuoco: "Chiamatemi pure Giafar"

    Citazione Originariamente Scritto da Sentenza Visualizza Messaggio
    Buttafuoco lo si legge se piace lo stile barocco e gli ambienti arabeggianti, per puro diletto. Perché leggere quel panzone di Ferrara?
    Per vedere che diceva di Buttafuoco.

  3. #173
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    Predefinito Re: Allah conquista Buttafuoco: "Chiamatemi pure Giafar"

    Citazione Originariamente Scritto da amerigodumini Visualizza Messaggio
    Per vedere che diceva di Buttafuoco.
    L'opinione di Ferrara non ha nessun valore.
    Spaghetti e pistole

  4. #174
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    Predefinito Re: Allah conquista Buttafuoco: "Chiamatemi pure Giafar"

    Citazione Originariamente Scritto da Sentenza Visualizza Messaggio
    L'opinione di Ferrara non ha nessun valore.
    Gli passa lo stipendio per la rubrichetta in cui il Nostro prudentemente non scrive niente e che nessuno di conseguenza legge: non può essere così malvagio.

  5. #175
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    Predefinito Re: Allah conquista Buttafuoco: "Chiamatemi pure Giafar"

    Citazione Originariamente Scritto da amerigodumini Visualizza Messaggio
    Gli passa lo stipendio per la rubrichetta in cui il Nostro prudentemente non scrive niente e che nessuno di conseguenza legge: non può essere così malvagio.
    Mi sto convincendo sempre più che chi si guadagna da mangiare con le idee, difficilmente produrrà qualcosa di buono.

  6. #176
    Cacciaguida
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    Predefinito Re: Allah conquista Buttafuoco: "Chiamatemi pure Giafar"

    Citazione Originariamente Scritto da Pieralvise Visualizza Messaggio
    Mi sto convincendo sempre più che chi si guadagna da mangiare con le idee, difficilmente produrrà qualcosa di buono.
    Mi sembra una regola piuttosto consolidata nella storia delle lettere in senso alto, ovvero al netto di trascurabile monnezza al passo coi tempi (chiaro ci sono rarissime e parziali eccezioni: D'Annunzio guadagnava benino, ma il suo lusso era frutto di indebitamenti di proporzioni continentali o di umili lavori pubblicitari).

  7. #177
    Bello e dannato
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    Predefinito Re: Allah conquista Buttafuoco: "Chiamatemi pure Giafar"

    Citazione Originariamente Scritto da amerigodumini Visualizza Messaggio
    Mi sembra una regola piuttosto consolidata nella storia delle lettere in senso alto, ovvero al netto di trascurabile monnezza al passo coi tempi (chiaro ci sono rarissime e parziali eccezioni: D'Annunzio guadagnava benino, ma il suo lusso era frutto di indebitamenti di proporzioni continentali o di umili lavori pubblicitari).
    Esatto, hoc est punctum.
    Preferisco parlare di filosofia e religione col mio dentista, di politica e storia con un geometra, che leggere intellettuali salariati come Buttafuoco o Veneziani.

  8. #178
    .
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    Predefinito Re: Allah conquista Buttafuoco: "Chiamatemi pure Giafar"

    I professionisti della cultura, pendagli da forca.

  9. #179
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    Predefinito Re: Allah conquista Buttafuoco: "Chiamatemi pure Giafar"

    Genocidio armeno, commemorazione del centenario a Erevan. Tanti capi di Stato, assente governo italiano
    Redazione, L'Huffington Post


    Pubblicato: 24/04/2015 14:18 CEST Aggiornato: 24/04/2015 14:20 CEST

    Si sono tenute al memoriale di Tsitsernakaberd, poco fuori Erevan, la capitale dell'Armenia, le commemorazioni per il centenario del massacro degli armeni iniziato il 24 aprile 1915, in cui morirono circa 1,5 milioni di persone. Alle cerimonie hanno assistito numerosi presidenti e diplomatici internazionali, fra cui il presidente russo Vladimir Putin e quello francese François Hollande, e hanno partecipato anche discendenti delle vittime e il cantante francese di origine armena Charles Aznavour. Presenti anche deputati e ministri di Paesi come Stati Uniti, Israele e Germania, il cui presidente ha ieri riconosciuto il massacro come genocidio.
    Le commemorazioni sono iniziate con un intenso minuto di silenzio, in onore dei morti causati da quello che è considerato come il crimine più grave della Prima guerra mondiale. I leader mondiali invitati alle cerimonie hanno deposto dei fiori di fronte alla fiamma eterna posizionate nel memoriale, circondata da 12 lastre di basalto che rappresentano le province armene perdute e che ora fanno parte della Turchia.
    Per l'Italia sono presenti i presidenti delle commissioni Esteri di Senato, Pier Ferdinando casini, e Camera, Fabrizio Cicchitto, ma non c'è nessun rappresentante del Governo. Il presidente della Toscana Enrico Rossi considera "vergognosa l'assenza italiana alle celebrazioni di Erevan. Oggi 60 paesi saranno a Erevan per ricordare quella barbarie, tra questi non ci sarà l'Italia. Non riesco a capire - sottolinea Rossi - le ragioni dell'assenza e ne provo vergogna, come provo ribrezzo per le ipocrisie di Salvini che strumentalizza questa tragedia per le sue campagne xenofobe, ciniche e balorde, e non capisce o non vuol capire che gli 'armeni' di oggi sono le migliaia e migliaia di profughi che fuggono dalla guerra e dalle persecuzioni. I popoli marginali che lui vorrebbe radere al suolo con la ruspa".
    Le commemorazioni sono iniziate con un intenso minuto di silenzio, in onore dei morti causati da quello che è considerato come il crimine più grave della Prima guerra mondiale. I leader mondiali invitati alle cerimonie hanno deposto dei fiori di fronte alla fiamma eterna posizionate nel memoriale, circondata da 12 lastre di basalto che rappresentano le province armene perdute e che ora fanno parte della Turchia.
    Prima di deporre i fiori, i dignitari invitati hanno seguito uno alla volta il percorso che porta alla 'Stele', una sorta di obelisco alto 44 metri che simboleggia la rinascita del popolo armeno, indipendente dal 1991. I rappresentanti internazionali hanno poi visitato il museo dedicato alla tragedia armena, avvenuta fra il 1915 e il 1923, in cui sono esposte le foto scattate all'epoca dal tedesco Armin Wegner, che servì come soldato e medico in Medioriente durante la Grande guerra. Due sacerdoti della Chiesa apostolica armena hanno inoltre portato al memoriale un quadro che rappresenta la canonizzazione dei martiri del massacro, sancita ieri in una cerimonia tenuta in presenza di una rappresentanza del Vaticano.
    Nel suo discorso il presidente armeno Serz Sargsyan ha detto che il massacro fu un genocidio pianificato dai leader politici e militari dell'Impero Ottomano. "Gli armeni furono deportati e annientati secondo un piano statale a cui parteciparono direttamente l'esercito, la polizia, altre istituzioni statali e gruppi di criminali scarcerati specificamente per questo scopo", ha detto il presidente, aggiungendo che quello che iniziò il 24 aprile del 1915 fu "un dei crimini più gravi del XX secolo". Il presidente ha poi messo in guardia contro il pericolo della negazione di questo crimine contro l'umanità, in riferimento alla Turchia, nata dalle ceneri dell'Impero Ottomano dopo la Grande guerra. Ankara nega infatti che la tragedia armena costituisca un genocidio.
    "Il riconoscimento del genocidio non è un tributo del mondo al popolo armeno e ai suoi martiri, è il trionfo della coscienza umana e della giustizia sull'intolleranza e l'odio", ha detto Sargsyan. Nel suo intervento, il presidente Putin ha ricordato che circa centomila armeni trovarono la salvezza riparando in territorio russo. "Fu la diplomazia russa a favorire la condanna internazionale della violenza contro il popolo armeno. Ora siamo in lutto tanto quanto l'Armenia", ha detto Putin.
    Tayyip Erdogan ha ribadito la tesi negazionista di Ankara affermando che "i nostri antenati" non hanno commesso un genocidio contro gli armeni del 1915-16. Mentre a Erevan, la capitale dell'Armenia, sono in corso le commemorazioni degli 1,5 milioni di vittime dello sterminio deciso dall'allora governo dei 'Giovani turchi', Erdogan, riferisce Zaman online, ha detto che "le rivendicazioni armene" sono "tutte infondate". Tuttavia il governo di Erevan è pronto ad una normalizzazione "senza precondizioni" con la Turchia, ha affermato il presidente armeno Serzh Sarksyan in un'intervista al quotidiano turco Hurriyet. I due paesi, divisi sul riconoscimento del genocidio armeno del 1915, oggi commemorato a Erevan, non hanno relazioni diplomatiche.


    Genocidio armeno, commemorazione del centenario a Erevan. Tanti capi di Stato, assente governo italiano (FOTO)
    L'amore vince sempre sull'invidia e sull'odio

  10. #180
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    Predefinito Re: Allah conquista Buttafuoco: "Chiamatemi pure Giafar"

    Armenia, centesimo anniversario genocidio. Putin: "Nulla giustifica massacri di massa"

    Numerose le delegazioni straniere alle cerimonie, oltre al capo di stato francese, quelli di Serbia e Cipro, per l'Italia Casini e Cicchitto. In agenda bilaterale tra il presidente russo e Hollande per parlare della crisi ucraina, Medio Oriente e ritardata consegna della navi Mistral a Mosca sullo sfondo delle sanzioni

    EREVAN - Sono attese centinaia di migliaia di cittadini. Visiteranno nelle prossime ore il memoriale di Tsitsernakaberd, eretto sulla spianata della collina di Dzidzernagapert (Forte delle rondini) in ricordo del Genocidio armeno perpetrato dal governo dei 'Giovani Turchi' dell'Impero Ottomano cento anni fa, ma oggi è tutto il mondo a ricordare il massacro di un milione e mezzo di armeni. Da Teheran a Istanbul, da Gerusalemme a Berlino, da Montevideo a Parigi, le persone sono scese in piazza per non dimenticare. A Erevan, in Armenia, hanno preso il via ufficialmente le cerimonie. Il presidente Serzh Sargsian, accompagnato dalla moglie Rita, ha deposto una corona di fiori presso la fiamma eterna. "I recenti progressi nel riconoscimento del genocidio armeno devono aiutare a dileguare le tenebre di cento anni di negazionismo" ha detto Sarksian.

    Numerose le delegazioni straniere alle cerimonie. Da ieri sera è già ad Erevan il presidente russo, Vladimir Putin. Presenti anche il presidente francese, Francois Hollande, il presidente cipriota Nikos Anastasiades e quello serbo Tomislav Nikolic. Per l'Italia sono arrivati i presidenti delle commissioni Esteri di Senato, Pier Ferdinando Casini, e Camera, Fabrizio Cicchitto.


    "Niente può giustificare massacri di massa. Oggi ci raccogliamo a fianco del popolo armeno" ha detto il capo del Cremlino di fronte ai leader stranieri ed armeni riuniti. La Russia - ha ricordato Vladimir Putin - ha partecipato o si è fatta promotrice di un gran numero di iniziative internazionali di regolamentazione a fondamento della moderna legislazione penale. Fra queste, anche la Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio che lo identifica come un atto vietato dal diritto internazionale, la cui perpetrazione può comportare la responsabilità internazionale dello Stato e la responsabilità penale di chi compie atti di genocidio o vi è in qualche modo coinvolto. La comunità internazionale - ha proseguito il presidente russo - ha il dovere di "fare qualunque cosa per evitare che tali tragici eventi del passato tornino a ripetersi, per far sì che tutti i popoli possano vivere in pace e armonia, senza arrivare a conoscere gli orrori che scaturiscono dal fomentare faide religiose, nazionalismi aggressivi e xenofobia".

    La Russia - ha aggiunto Putin - condivide il dolore del popolo armeno e saranno "oltre duemila" gli eventi di commemorazione del genocidio armeno che si terranno in centinaia di citta' sparse in tutta la Russia. Celebrazioni che - ha sottolineato il presidente russo - "coinvolgeranno non solo i membri della grande comunita' armena in Russia, che conta circa tre milioni di membri, anche migliaia di altre persone di altre etnie". L'agenda del presidente russo è impegnativa. Con Hollande è previsto un bilaterale sulla crisi ucraina, sul Medio Oriente e sulla ritardata consegna della navi Mistral a Mosca sullo sfondo delle sanzioni. Putin avrà anche un incontro a due col presidente armeno Serge Sarkisian.

    "Non dimenticheremo mai la tragedia che il vostro popolo ha attraversato" ha detto il presidente francese. "In Turchia sono state già pronunciate delle parole e delle parole importanti" sul genocidio armeno "ma altre sono ancora attese per far sì che la condivisione del dolore possa diventare una condivisione di un destino" ha aggiunto Francois Hollande, "mi inchino davanti alla memoria delle vittime e ho appena detto ai miei amici armeni che noi non dimenticheremo mai le tragedie che il vostro popolo ha attraversato". Hollande ha detto di augurarsi un miglioramento dei rapporti tra Armenia e Turchia, "in modo che questi due popoli non siano vicini distanti". La Turchia non riconosce il genocidio degli armeni e un paio di settimane fa ha richiamato il proprio ambasciatore presso la Santa Sede dopo che il Papa ha definito il massacro "il primo genocidio del XX secolo". I due paesi non hanno relazioni diplomatiche ma il governo di Erevan, in ogni caso, tende la mano: "Siamo pronti per la normalizzazione delle relazioni con la Turchia, per avviare un riavvicinamento fra le nazioni armena e turca, senza alcuna precondizione" ha affermato il presidente armeno Sarksian in un'intervista al quotidiano turco Hurriyet.

    Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha offerto le proprie condoglianze ai discendenti delle vittime: "In questo giorno, che ha un significato particolare per i nostri cittadini di etnia armena, ricordo con rispetto quegli armeni ottomani che persero la vita durante la Prima guerra mondiale", ha detto in un comunicato, aggiungendo: "Esprimo le mie condoglianze ai loro figli e nipoti". Il comunicato è stato pubblicato sul sito web della presidenza turca e definisce gli eventi del 1915 "un triste evento". Partecipando a una messa del patriarcato armeno a Istanbul, Erdogan ha inoltre affermato di "condividere in modo sincero il dolore" degli armeni.

    Dagli Stati Uniti è arrivata anche la dichiarazione di Barack Obama. "A partire dal 1915, il popolo armeno dell'Impero Ottomano è stato deportato, massacrato e costretto a marciare verso la morte, la loro cultura e l'eredità della loro antica madrepatria fu cancellata", il presidente americano ha ricordato così, in una dichiarazione diffusa la notte scorsa, quella che ha definito "un'atrocità di massa", senza usare la parola "genocidio". Durante la sua campagna elettorale nel 2008, l'allora senatore Obama aveva detto che avrebbe "riconosciuto il genocidio degli armeni". Nella dichiarazione diffusa ieri il presidente afferma di aver "più volte ripetuto la mia opinione su quello che è accaduto nel 1915, e questa non è cambiata". Il mancato uso della parola genocidio - a cui si oppone Ankara - ha provocato la protesta della comunità armena americana: "Le acrobazie linguistiche del presidente Obama sul genocidio armeno non sono all'altezza del leader che ha mostrato di essere e che dovrebbe essere oggi", ha detto Bryan Ardouny, diretttore dell'Armenian Assembly of America.

    Non solo in Armenia. Migliaia di armeni iraniani hanno partecipato stamani a Teheran a un corteo e una manifestazione davanti l'ambasciata turca per chiedere il riconoscimento del genocidio del 1915. Anche il capo della comunità armena apostolica, Mons. Sebo Sarkissian, fra i prelati che aprivano il corteo, composto anche da famiglie, bambini e ragazzi delle scuole. Molte le immagini dell'imam Khomeini, fondatore della Repubblica islamica, sui cartelli dei manifestanti. E gli slogan contro Ankara in pieno stile iraniano ("morte al governo fascista della Turchia!") gridati a pugno chiuso in armeno e in farsi. "E' nostro dovere essere qui, lo facciamo ogni anno ma stavolta c'è più gente", hanno spiegato alcuni adolescenti, convinti che anche Khomeini approverebbe. Quanto alle autorità iraniane, "penso che stavolta ci sarà il riconoscimento anche da loro", ha detto un tredicenne.

    E oggi, a 24 ore di distanza dalla violazione per bocca del presidente Joachim Gauck di quello che finora in Germania costituiva un autentico tabù, anche il Bundestag ha lanciato il guanto si sfida alla Turchia riunendosi in sessione speciale e ha approvato una risoluzione con cui il massacro degli armeni iniziato nel 1915 viene definito 'genocidio'. La dichiarazione è stata approvata da tutti i gruppi parlamentari della Camera bassa. "Ciò che accadde durante la Prima guerra mondiale nell'Impero Ottomano sotto gli occhi del mondo fu un genocidio", ha detto il presidente del Bundestag Norbert Lammert all'apertura del dibattito. Il voto segna un forte cambiamento nella posizione di Berlino sulla questione, che per lungo tempo ha esitato a usare questo termine e che con questa decisione provocherà probabilmente la rabbia del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. La Germania è il principale partner commerciale europeo della Turchia e ospita una vasta minoranza turca. Il termine 'genocidio' ha inoltre una risonanza particolare in Germania, che negli anni ha lavorato molto per affrontare le proprie responsabilità per l'Olocausto ebraico.

    Ieri, intanto, in quella che sarà ricordata come la più grande cerimonia di canonizzazione nella storia della cristianità, la Chiesa armena ha proclamato santi circa 1,5 milioni di armeni uccisi dalle forze dell'Impero ottomano un secolo fa. La cerimonia si è svolta presso la principale cattedrale armena, quella di Echmiadzin, vicino alla capitale Yerevan.


    Armenia, centesimo anniversario genocidio. Putin: "Nulla giustifica massacri di massa" - Repubblica.it
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