riesumo questo trhead perché stamattina ho sentito alla radio (radio3) un collegamento con la base antartica italiana di ricerca scientifica sui carotaggi e altro, situata in un punto che non ricordo nell'entroterra del continente. La conversazione tra la giornalista nello studio e lo scienziato inizialmente focalizzata sulle questioni logistiche riguardanti l'isolamento di quel gruppo di circa una dozzina di ricercatori, ad un certo punto è diventata interessante quando l'intervistatrice ha chiesto che temperatura vi fosse ora in Antartide, considerando che là era piena estate e chissà che devastazioni avrà provocato il global warming. Risposta: "attualmente siamo a meno 33, dico meno trentatrè, ma la temperatura percepita, se solo si alza un refolo di vento scende a meno 42 (quarantadue)". La cronista è rimasta interdetta per alcuni interminabili secondi fino a quando è riuscita a mormorare: " ma se adesso siamo in estate, in inverno a quanto....?". Risposta "uh, in inverno la media è -72 (scrivesi meno settantadue), ma spesso si sfiorano anche i -100° (scrivesi meno cento gradi centigradi). Ingenuamente ho pensato che si trattasse di gradi Farenheit, invece ho controllato si tratta proprio di gradi Celsius. Dopo altri secondi di interdizione, la giornalista dallo studio ha prontamente spostato il discorso sul riscaldamento globale antropico, oggetto delle ricerche dell'intervistato. Inutile dire che tutte e due si sono affrettati a dire che il riscaldamento globale c'è, è causato dall'uomo, il male del pianeta, come dimostrano i carotaggi che portano alla luce tracce del clima risalenti ad 800mila anni fa. Per fortuna, dico io, senza quel poco di calore arrecato dall'uomo che alza di qualche decimo di grado i meno cento esistenti in quelle zone, non so come si farebbe. Ringrazio rai radio tre di avermi fatto fare una bella risata di prima mattina, in questi tempi di covid...