«Basta gente nuda in viale Ceccarini»
Riccione vieta costumi e ciabatte in centro


Giro di vite del Comune: multe per chi non rispetta
l’etichetta. Pr delle discoteche messi al bando



[COLOR=#FFFFFF !important]Viale Ceccarini[/COLOR]
BOLOGNA - Circolare in costume e ciabatte in viale Ceccarini a Riccione sarà presto soltanto un lontano ricordo. Dal primo giugno fino a metà settembre, infatti, l’abbigliamento da mare dovrà restare confinato in spiaggia. Al bando lungo la principale strada del passeggio bikini, ciabatte e, per gli uomini, il petto lasciato scoperto: pena una multa di 50 euro. «Bisogna riportare il pubblico decoro — tuona il vicesindaco riccionese e assessore alla Polizia municipale, Luciano Tirincanti —. L’avevamo anticipata l’anno scorso e quest’anno l’ordinanza la faremo. Basta con lo spettacolo del viavai di persone seminude nelle strade del centro ». Un diktat che non ammette eccezioni: anche gli ignari turisti dovranno fare i conti con l’obbligo di rivestirsi prima dello shopping e della movida. La regola comunale, ancora da mettere a punto, sarà valida lungo viale Ceccarini ma anche nelle strade limitrofe, in attesa di avere confini precisi. In pratica tutto il centro della cittadina sarà off limits, con l’intento di tutelare il «salotto» di Riccione.
Via gli indumenti succinti in estate e, prima ancora, via i pr. La battaglia per il decoro in strada condotta a suon di ordinanze da parte del Comune inizia infatti ben prima dell’avvio dell’estate: a cadere nella rete saranno stavolta tutti coloro che si occupano di pubbliche relazioni per conto di bar e discoteche. «Non li vogliamo più sulla strada: bivaccano e infastidiscono i turisti», si sfoga Tirincanti. «Anche se è Riccione la città dove questo fenomeno di malcostume ha il suo apice — ammette il sindaco Renata Tosi — questo è un problema che interessa tutta la nostra riviera ». A partire dal weekend del 25 aprile o da quello del primo maggio (la data è ancora da stabilire) i pr saranno messi al bando per il secondo anno di fila. Con una differenza significativa rispetto al 2014: multe più salate che saliranno dai 50 ai 160 euro. «L’anno scorso ci siamo accorti che non erano i singoli a pagarle ma le discoteche stesse — spiega il vicesindaco — lasciando così irrisolto il problema. Le pene invece sono individuali e l’aumento serve da deterrente».I gestori dei locali storcono il naso ma ingoiano il boccone amaro. «Ma lo diciamo da tempo. Dopo alcuni tentativi di dialogo, qualche ordinanza in molti casi disattesa, è arrivato il momento di mettere un po’ di ordine e di risolvere in maniera radicale il problema», fa sapere il Comune che promette di scrivere la parola fine su una querelle che dura da molti anni. Oltre alla multa, a chi non osserverà le disposizioni sarà ritirata l’autorizzazione. E a pagare sarà anche la discoteca che lo ha assunto. Sia chiaro: «Nessuna intenzione di proibire o di limitare il lavoro di promoter dei locali e delle discoteche. Sarà loro vietato — si legge in una nota — distribuire inviti o vendere i pre-ingressi nelle vie del centro. Dovranno svolgere il loro lavoro in ambiti ben circoscritti e a loro dedicati: un ampio negozio vicino la stazione ferroviaria e in un’area all’interno del Palazzo del Turismo». Secondo l’amministrazione, l’allontanamento dei pr dalle strade servirà anche da disincentivo all’alcol: «Dà fastidio vedere che non vengono promossi soltanto ingressi ai locali o a parchi divertimento — conclude il vicesindaco — ma anche offerte sugli alcolici come gli “shortini” (bicchierini di superalcolici, ndr) da pochi euro per i più giovani. È ora di voltare pagina».
10 aprile 2015



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