Pagina 4 di 4 PrimaPrima ... 34
Risultati da 31 a 37 di 37
  1. #31
    Forumista
    Data Registrazione
    29 Oct 2009
    Messaggi
    565
     Likes dati
    0
     Like avuti
    18
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Rif: Il dolce sapore del cielo

    Il manifesto del partito comunista.
    “Nella società borghese, in definitiva, il passato domina sul presente, in quella comunista il presente domina sul passato. Nella società borghese il capitale è indipendente e personale, mentre per l’individuo attivo è dipendente e impersonale. E la borghesia definisce abolizione della personalità e della libertà l’abolizione di simili rapporti. Si tratta, infatti, di abolire la personalità, l’indipendenza e la libertà del borghese. Entro gli attuali rapporti di produzione borghesi per libertà s’intende il libero commercio, la libera compravendita. Ma una volta scomparso il traffico, sparisce anche il libero traffico. La fraseologia sul libero traffico, come tutte le altre bravate liberali della nostra borghesia, ha un qualche significato, in genere, solo in rapporto al traffico vincolato e al cittadino asservito del medioevo, ma non ha senso di fronte all’abolizione comunista del traffico, dei rapporti di produzione e della borghesia stessa. Vi spaventate del fatto che noi intendiamo abolire la proprietà privata. Ma nella vostra attuale società la proprietà privata non esiste per nove decimi dei suoi membri; essa esiste proprio in quanto per quei nove decimi non esiste. Ci rimproverate in conclusione di voler distruggere una proprietà che presuppone come condizione indispensabile la mancanza di proprietà della stragrande maggioranza della popolazione. Insomma ci rimproverate di voler distruggere la vostra proprietà. Certo, questo è il nostro proposito. Dal momento in cui il lavoro non può essere più trasformato in capitale, denaro, rendita fondiaria,, in breve in una potenza monopolizzabile, ossia dal momento in cui la proprietà personale non può più convertirsi in proprietà borghese, da quel momento voi dichiarate che è stata abolita la persona. Voi ammettete dunque che per persona voi non intendete se non il borghese, il proprietario borghese. E questa persona senz’altro deve essere abolita. Il comunismo non priva nessuno della facoltà di appropriarsi dei prodotti sociali, esso solo non consente di usarne per asservire lavoro altrui. Si è obiettato che, una volta tolta di mezzo la proprietà privata, verrebbe meno ogni attività, mentre trionferebbe una generale pigrizia. Se ciò fosse vero, già da parecchio la società borghese sarebbe stata rovinata dalla pigrizia; in essa infatti chi lavora non guadagna e chi guadagna non lavora. Tutta la questione si riduce a questa tautologia, che una volta sparito il capitale, cessa di esistere il lavoro salariato…Abolizione della famiglia! Anche i più radicali inorridiscono di fronte a tanto vergognoso disegno dei comunisti. Qual è il fondamento della famiglia di oggi, della famiglia borghese? Il capitale, il guadagno privato. Una famiglia interamente sviluppata non esiste per la borghesia; essa tuttavia trova il suo complemento nella forzata mancanza di famiglia dei proletari e nella prostituzione pubblica. La famiglia del borghese scompare naturalmente con lo scomparire di questo suo complemento, ed entrambe vengono meno una volta distrutto il capitale… Ma voi dite che rimpiazzando l’educazione familiare con quella sociale noi distruggiamo i rapporti più cari. E non è forse determinata anche la vostra educazione dalla società? Da rapporti sociali nel cui ambito voi educate, dall’interferenza, diretta o indiretta che sia, della società tramite la scuola, ecc.? I comunisti non hanno inventato l’influenza della società sull’educazione, essi hanno solo trasformato il suo carattere, sottraendo l’educazione all’influenza della classe dominante. La fraseologia borghese sulla famiglia e sull’educazione, sui rapporti affettuosi tra genitori e figli, appare tanto più disgustosa, quanto più, a causa della grande industria, viene a mancare ai proletari ogni legame familiare ed i bambini divengono semplici articoli di commercio e di lavoro. Ma voi comunisti intendete adottare la comunanza delle donne, ci grida in coro tutta la borghesia. Il borghese non vede nella propria moglie che uno strumento di produzione. Ode che gli strumenti di produzione debbono essere sfruttati in comune e naturalmente si sente autorizzato a credere che la medesima sorte toccherà anche alle donne. Non pensa minimamente che la questione sta proprio in ciò; abolire la posizione della donna come semplice strumento di produzione. D’altra parte non v’è nulla di più ridicolo di questo orrore altamente morale che provano i nostri borghesi per la pretesa comunanza ufficiale delle donne nel comunismo. I comunisti non hanno bisogno d’introdurre la comunanza delle donne, essa è quasi sempre esistita. I nostri borghesi, non paghi di poter disporre delle mogli e delle figlie dei loro proletari, per non parlare della prostituzione ufficiale, considerano il sedursi reciprocamente le mogli uno dei divertimenti più piacevoli. Il matrimonio borghese è in pratica la comunanza delle mogli… D’altra parte va da se che, una volta scomparsi gli attuali rapporti di produzione, viene meno anche la corrispondente comunanza delle donne, cioè la prostituzione ufficiale e non ufficiale. Inoltre si rimprovera ai comunisti di voler abolire la patria, la nazionalità. Gli operai non hanno patria. Non possono essere privati di ciò che non hanno…Le separazioni e gli antagonismi dei popoli vanno sempre più scomparendo con lo sviluppo della borghesia, con la libertà di commercio, col mercato mondiale, con l’uniformità della produzione industriale e delle corrispondenti condizioni di vita. Col dominio del proletariato essi scompariranno ancora di più…Nella stessa misura in cui viene abolito lo sfruttamento di un individuo da parte di un altro, viene abolito anche lo sfruttamento di una nazione da parte di un’altra. Scomparendo l’antagonismo tra le classi all’interno di una nazione scompare anche la posizione di reciproca ostilità tra l nazioni stesse. Non meritano d’essere esaminate dettagliatamente le accuse al comunismo che muovono in generale da presupposti religiosi, filosofici ed ideologici. Occorre avere acuta intuizione per comprendere che, mutando le condizioni di vita degli uomini, le loro relazioni sociali, la loro esistenza sociale, cambiano in essi anche opinioni, punti di vista ed idee, insomma cambia anche la loro coscienza? Cos’altro dimostra la storia delle idee, se non che la produzione intellettuale si trasforma di pari passo con quella materiale? Le idee dominanti di un’epoca sono sempre state unicamente le idee della classe dominante. Si parla di idee che rivoluzionano tutta una società; con ciò si riferisce soltanto al fatto che all’interno della vecchia società si sono formati gli elementi di una nuova, che la dissoluzione delle vecchie idee avanza parallelamente alla dissoluzione dei vecchi rapporti di vita. Sul decadere del mondo antico le vecchie religioni vennero sconfitte dalla religione cristiana. Quando nel secolo VXIII le idee cristiane soggiacquero alle idee dell’illuminismo, la società feudale si trovò impegnata in una lotta mortale con la borghesia, a quei tempi rivoluzionaria. Le idee di libertà di coscienza e di libertà di religione non furono che l’espressione del dominio della libera concorrenza nel campo della coscienza…La storia di tutta la società sinora esistita s’è svolta tra antagonismi di classe, che nelle varie epoche hanno preso aspetti differenti. Ma qualunque aspetto essi abbiano assunto, lo sfruttamento di una porzione della società da parte dell’altra è un dato comune a tutti i secoli passati. Non v’è da stupirsi, quindi, che la coscienza sociale di tutti i secoli si rinnovi, malgrado ogni molteplicità e diversità, in certe forme comuni, forme di coscienza che scompaiono completamente solo con la sparizione totale dell’antagonismo di classe. La rivoluzione comunista è la rottura più radicale con i rapporti di proprietà tradizionali; non ci si deve meravigliare che nel corso del suo sviluppo si giunga alla rottura più radicale con le idee tradizionali…Al posto della vecchia società borghese con le sue classi e i suoi antagonismi di classe subentra un’associazione in cui il libero sviluppo di ciascuno è condizione per il libero sviluppo di tutti.”
    Da “ Il manifesto del partito comunista”
    K.Marx
    F.Engels

  2. #32
    Forumista
    Data Registrazione
    29 Oct 2009
    Messaggi
    565
     Likes dati
    0
     Like avuti
    18
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Rif: Il dolce sapore del cielo

    “Passata la festa, gabbato lo santo”
    La fase elettorale è terminata. La fiera delle promesse e delle illusioni ha ceduto il passo alla realtà. Disoccupazione, precarietà del lavoro e della vita, bassi salari, pensioni da fame, miseria crescente in contrapposizione all’aumento del profitto e della rendita di pochi, presente e futuro sempre più incerto per milioni di persone sono parte della vita quotidiana. Il balletto dei partiti o movimenti parlamentari fissato su obiettivi propagandistici non affronta la speranza di tanti esseri umani di vivere una vita decente. Il futuro capitalistico si presenta ancora più nero per tante persone e non saranno certamente i vecchi e giovani rappresentanti della borghesia in parlamento a far cambiare la rotta. In Grecia, in Spagna, in Portogallo lotte spontanee cercano di opporsi a questo destino macabro, ma senza una strategia rimangono solo forme di esibizione del malcontento crescente. In Italia sembra che gli strumenti di controllo sociale, partiti, movimenti, dirigenza sindacale, mass-media, organizzazioni religiose abbiano avvolto lo scontento sociale in una cappa di piombo e che non vi siano reazioni alla povertà crescente, tanto che alcuni “pugilatori a pagamento con lingua da schiavi” arrivano a vantarsi di questa situazione diversa da altri Paesi. Eppure… “non c’è niente di nuovo alla luce del sole”. La classe lavoratrice non consapevole della dimensione sociale in cui vive, la stessa che ha nel suo grembo sfruttamento, miseria per molti e ricchezza per pochi, disoccupazione, bassi salari, è portata o a chiudersi nella sua delusione ed apatia o a seguire i capipopolo dell’ultima moda, i quali nulla faranno per mutare la realtà capitalistica, perché nessuno di essi mette in discussione la radice di ogni male: i rapporti di produzione e la produzione sociale in contrapposizione all’appropriazione oligarchica. Il nodo gordiano da sciogliere è questo, solo questo. Altre strade per sognare un mondo diverso sono solo palliativi ed illusioni. Tutti i servitori della borghesia e la stessa borghesia dicono di volersi impegnare per risolvere il problema della disoccupazione, per affrontare il tema della povertà, per dare un futuro migliore ai giovani ed un presente sereno agli anziani. Sanno che sono solo parole. Il sistema economico non è una fila o una sequela di astratti ragionamenti; ma anzi è un connesso ed un complesso di fatti, in cui si genera una complicata tessitura di rapporti. La disoccupazione, la povertà, la precarietà di vita ad ogni età sono parte integrante del sistema. Par abolirle bisogna che si superi il sistema stesso. Pretendere che questa realtà di fatti, che la classe borghese si è costituita a gran fatica, attraverso i secoli, con la violenza, con l’astuzia, con l’ingegno, con la scienza ceda le armi, ripieghi, si attenui per far posto ai reclami dei poveri è folle. Chiedere a questa società di essere diversa e che rovesci il suo diritto, che è la sua difesa, è domandare l’assurdo. Chiedere a questo stato, che esso cessi di essere lo scudo ed il baluardo di questa società, è volere l’illogico. Queste ideologie partono dal preconcetto che la storia ammetta l’errata corrige senza la fondamentale mutazione della struttura elementare e generale della società. Fin quando esistono le classi ogni discorso sulla libertà e l’uguaglianza è un modo per ingannare se stessi e la classe lavoratrice. La parola d’ordine della libertà e dell’uguaglianza è una menzogna ed un’ipocrisia della società borghese, che dietro il riconoscimento formale della libertà e dell’uguaglianza nasconde di fatto l’illibertà e la disuguaglianza economiche per tutti i lavoratori.
    “ La borghesia non può esistere senza rivoluzionare di continuo gli strumenti di produzione, quindi i rapporti di produzione, quindi tutto l’insieme dei rapporti sociali. Prima condizione di esistenza di tutte le classi industriali precedenti era invece l’immutata conservazione dell’antico modo di produzione. Il continuo rivoluzionamento della produzione, l’incessante scuotimento di tutte le condizioni sociali, l’incertezza e il movimento eterni contraddistinguono l’epoca borghese da tutte le altre. Tutte le stabili e arrugginite condizioni di vita, con il loro seguito di opinioni e credenze rese venerabili dall’età, si dissolvono e le nuove invecchiano prima ancora di aver potuto fare le ossa. Tutto ciò che vi era stabilito e di rispondente ai vari ordini sociali si svapora, ogni cosa sacra viene sconsacrata e gli uomini sono finalmente costretti a considerare con occhi liberi da ogni illusione la loro posizione nella vita, i loro rapporti reciproci…”
    K.Marx
    Dobbiamo considerare con occhi liberi da illusioni la nostra posizione nella vita ed i nostri rapporti con le altre classi e vedremmo come solo una distribuzione sociale, pari alla produzione già sociale, superando i rapporti di produzione, possa essere fonte di vero cambiamento. Soltanto liberandoci di pochi usurpatori potremo ambire ad una proprietà sociale dei mezzi di produzione e dei prodotti stessi ed instaurare un’economia di consumo sociale contrapposta ad un’economia di profitto, un’economia basata sull’abbondanza e sul soddisfacimento dei bisogni collettivi ed individuali.

  3. #33
    Forumista
    Data Registrazione
    29 Oct 2009
    Messaggi
    565
     Likes dati
    0
     Like avuti
    18
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Il dolce sapore del cielo

    I soldi ci sono!
    L’attenzione politica,socio-economica e mediatica in Italia è concentrata tutta sul pregiudicato B. esulle sue sorti. La disoccupazione crescente, le ore di C.I.G. in aumento, laprecarietà dilagante, la miseria galoppante per milioni di cittadini non sonoall’ordine del giorno dei centri finanziari ed economici, politici, mediatici,se non per riempirsi la bocca ogni tanto di frasi fatte ed inconcludenti. Ognivolta si sente affermare, quando lescelte riguardano la salvaguardia della dignità delle persone, che per viveredevono lavorare e che, giustamente, devono usufruire dei servizi scolastici,sanitari, pensionistici, di trasporto:” Non ci sono i soldi!” Invece i soldi ci sono perfinanziare l’abolizione dell’IMU anche per i miliardari, per le grandiimmobiliari, per la chiesa. Ci sono per dare soldi a fondo perduto alleimprese, alle banche, a tanti enti inutili, per gli F35.In tutto il mondo capitalisticodell’occidente dal 2008 al 2012 alle banche sono stati dati circa 1800 md. di dollari, una cifra pariquasi al P.I.L. italiano. Con questa cifra quante imprese e quanti lavoratorisarebbero entrati nella produzione? Forse non ci sarebbe il livello didisoccupazione attuale in Europa e nel mondo.“I soldi ci sono!”In Italia l’evasione fiscale econtributiva, il lavoro nero, la corruzione sottraggono allo Stato circa 400md.ogni anno. Tutti affermano di voler lottare contro queste illegalità, ma inpratica fanno di tutto per non affrontarle. Il furto di questi miliardi allo Statoaggrava il peso del fisco sui lavoratori dipendenti e pensionati, che copronole entrate dirette del fisco per circa il 95 %. La cura della salute ha uncosto ulteriore annuale sia in termini di attesa ed, in caso di urgenze, per lacostrizione a scegliere il privato sia per i ticket, sempre più esorbitanti,sia perché i “ladri “, di cui sopra, usufruiscono dei servizi sanitari inposizione di esenzione per quantità di reddito. Difatti la quota di non paganti risulta essere del 50% a livellonazionale e dell’80% nel sud.Lo stesso discorso vale per lascuola ad esempio nel campo delle tasse universitarie e del godimento delservizio mensa.Perché allora tutti i partitiparlamentari, compreso il M5S, ed i burocrati del sindacato non tengono contodi questa realtà e la pongono come prioritaria nel percorso politico?Perché, quando devono tartassareulteriormente, i lavoratori ed i pensionati portano esempi, spesso fasulli, percolpire condizioni di lavoro, stipendi e pensioni?Perché non prendono esempio da altriPaesi nella lotta all’evasione, dove, pur esistendo, non ha i livelli italiani?Il motivo è semplice. Essi sonotutti rappresentanti di queste classi sociali e difendono questi interessi. Gliavvocati in parlamento sono tantissimi, i lavoratori dipendenti ed i pensionatiinesistenti. Difendono, oltre al profitto, la rendita, in molti casi,parassitaria. Nel capitalismo e, di conseguenza, nelle nazioni più avanzate larendita va insieme al profitto, ma in percentuali più coerenti con il sistema etenendo sotto controllo quella parassitaria. In Italia ha raggiunto proporzionienormi e, per giunta, è quasi tutta parassitaria. Un esempio chiaro è il costodel lavoro che non vede la situazione italiana molto distante dalle realtà dialtri Paesi, la differenza è nella tassazione delle buste paga e delle pensioniche è molto più alta in Italia e che costringe a dare al fisco mediamente il40% del proprio stipendio o propria pensione. I sacrifici che ci hanno fattofare e che continuiamo a fare sono finalizzati a mantenere queste situazioni diprivilegio in una società che relega i lavoratori all’ultimo posto della scalasociale. “Basta!”Per dire ad alta voce questaparola bisogna togliere ogni fiducia a vecchi e nuovi ciarlatani borghesi epiccolo borghesi della politica. Essi, quando parlano, usano parole comeriforme, cambiamento, futuro, speranza, felicità, ma non dicono mai il modo edil come arrivare ad una vita migliore. La società che offrono è la stessa chestiamo vivendo con il profitto e la rendita, le disuguaglianza sociali, leingiustizie, la schiavitù materiale e morale di non essere liberi di soddisfarei propri bisogni. Non è con Renzi o Grillo che si cambia! Essi sono solo i nuovi attori diuna commedia già conosciuta. Sono i nuovi suonatori di una nuova orchestra, mala musica per chi lavora non cambia. Senza contare chi per interessi personali,dimostrato dalle condanne per sottrazione agl’italiani di una certa quantità dimilioni di euro, fa di tutto per continuare a vendere illusioni e fumo, sempreper salvare la sua persona ed i suoi interessi finanziari.Dire basta vuol dire unirsi ed organizzarsi per portare avantiun’idea di una società senza classi dove tutti siano produttori e consumatori,dove tutto sia in comune e tutti siano “obbligati” a lavorare il tempo socialeper produrre i beni per la comunità.Lavorare per superare questarealtà sociale è impegnarsi per il benessere proprio in un interesse comune.

  4. #34
    Forumista
    Data Registrazione
    29 Oct 2009
    Messaggi
    565
     Likes dati
    0
     Like avuti
    18
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Rif: Il dolce sapore del cielo

    “Come l’asino che porta vino e beve acqua.”
    La produzione di tutti i beni ègenerata dall’opera della classe lavoratrice, che crea i presupposti per ilbenessere sociale. Solo una minima frazione del valore prodotto va a chi,tramite la sua opera, lo produce. La gran parte va al capitale, che, insiemealla rendita, gode della fatica dei lavoratori. Mentre i salari perdono semprepiù in potere d’acquisto, la precarietà e lo sfruttamento aumentano, ladisoccupazione raggiunge livelli enormi, nonostante le “riforme” che in questianni ci hanno propinato come propedeutiche alla maggiore occupazione, mentreerano solo un mezzo per aumentare lo sfruttamento, la povertà di sempre piùlarghi strati sociali cresce, si nota un aumento della ricchezza per alcunistrati della società che vivono di profitto e rendita. Tutti si riempiono labocca di voler “cambiare”, creare una società più giusta, lottare ladisoccupazione e la miseria, dare un futuro ai giovani ed ai meno giovani, farsì che le donne abbiano pari opportunità di lavoro e di vita, ma, in realtà,proseguono sulla strada dell’aumento dell’ sfruttamento per i lavoratori.L’ultimo esempio è la legge di stabilità, di cui si sta discutendo inparlamento, che non affronta i problemi della disoccupazione e della miseria,dello sfruttamento nei luoghi di lavoro, dei licenziamenti; che continua arodere gli stipendi dando da una parte, e non a tutti, briciole e togliendodall’altra grosse fette di pane. Eppure se solo si volesse… I crediti delloStato nei confronti d’imprese e cittadini in libera professione o nel lavoroautonomo, accertati con azioni fiscali, superano i 500 miliardi di euro. Siparla solo dei crediti delle aziende nei confronti dell’amministrazionestatale, ma non si parla di quanto capitale e rendita devono allo Stato! Se aquesti miliardi aggiungiamo l’evasione fiscale e contributiva, che annualmenteè di circa 300 miliardi, se aggiungiamo la corruzione, che si stima sui 60miliardi, avremo una cifra enorme per abbattere il debito e rilanciareproduzione e consumo. Potremmo non assistere ad una scuola pubblica dove igenitori devono contribuire finanziariamente e materialmente per farla andareavanti, mentre, nel contempo, si continua a foraggiare la scuola privata.Potremmo finalmente mettere in sicurezza l’edilizia scolastica. Potremmo avereuna sanità dove non bisognerebbe aspettare 6-8 mesi per una visita oculisticae, magari, senza costi aggiuntivi per chi già contribuisce con la tassazione.Potremmo avere una rete di trasporto pubblico più efficiente e vicino aibisogni dei cittadini. Si potrebbero aprire tanti cantieri di opere pubbliche edi salvaguardia del territorio. Si potrebbe porre fine all’imbroglio all’etàdella pensione ritardata perché si sarebbe ancora giovani, ma si è vecchi perpoter avere un lavoro già intorno ai 45-50 anni. Tutto il castello dichiacchiere e di prese in giro dei vari vecchi B. e giovani B., unitamente ai loro seguaci in tutti i partitiparlamentari, cadrebbe. L’arrampicarsi sui muri scivolosi dei vari dirigenti sindacali, supini alla lineadell’aumento dello sfruttamento per i lavoratori, sarebbe chiaro. Invececontinuano a dire che “ i soldi non ci sono” “le capacità di spesa sono poche”per non toccare profitto e rendita, i ricchi, e continuare a salassare laclasse lavoratrice attiva e pensionata. Ogni volta c’è un novello ciarlatanoche dice di vedere la luce in fondo al tunnel. In realtà loro non hanno maivisto il buio del licenziamento, della disoccupazione, dello sfruttamento,della miseria, della perdita di dignità umana nell’impossibilità di soddisfarei bisogni materiali e spirituali. Fidarsi dei capitalisti e dei loro servitoriè come fidarsi del lupo che vuol mangiarsi l’agnello. Pensare che una societàmigliore possa venire per un’elezione in più od in meno e per mano dei vecchi enuovi illusionisti è pura demagogia. “ Il grido di battaglia non èaffatto tra monarchia o repubblica, ma tra dominio della classe operaia odominio della borghesia”MarxSta a noi lavoratori prendere inmano il nostro futuro e conquistarcelo.

  5. #35
    Forumista
    Data Registrazione
    29 Oct 2009
    Messaggi
    565
     Likes dati
    0
     Like avuti
    18
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Il dolce sapore del cielo

    Il proletariato deve liberare se stesso e l’umanità intera.
    Negli ultimi anni una delle ideologie più propagandate è stata ed è che la “crisi”, presunta tale per il capitale e la rendita, sia responsabilità delle precedenti generazioni e che con nuove nei posti di governo si possa cambiare la realtà. Si “piange” sulla situazione dei giovani, immersi nel precariato e senza futuro, nascondendo la realtà che la percentuale di disoccupati tra i 45 e 65 anni sia la stessa di coloro tra i 18 ed i 35 anni. Ci si addolora per il fatto che tanti lavoratori debbano, stante la situazione attuale, andare in pensione a 70 anni. Si soffre per le donne che hanno poche opportunità di lavoro e di diritti. Ci si dispiace per gli stipendi sempre più magri e le pensioni da fame. Escludendo chi si trova in queste situazioni e che vorrebbe, giustamente, una vita diversa e migliore, coloro che in TV, sui giornali, nella rete, lamentano più fortemente questa realtà sono quelli che l’hanno voluta e creata. E’ B. ed i suoi accoliti, è il PD, è Monti, Casini, la Lega, è la dirigenza sindacale, sono i nuovi illusionisti della politica borghese, Grillo e Renzi, addirittura la BCE e il FMI. Tutti costoro hanno lottato per precarizzare il lavoro, per aumentare l’età pensionabile, per tenere bassi gli stipendi, per ridimensionare le tutele per i licenziati ed i disoccupati. Oltretutto, mentre strillano contro la disoccupazione, la perdita del potere d’acquisto degli stipendi e delle pensioni, contro le poche opportunità per le donne, contro il precariato, preparano altri colpi di mano per aumentare lo sfruttamento dei lavoratori ed asservirli all’interesse del capitale e della rendita. Giocando sulla riduzione dei debiti pubblici, cresciuti negli ultimi anni per effetto dei miliardi di dollari ed euro donati alle banche e non certo per un miglioramento dello Stato sociale, essi camuffano la realtà e fanno passare i lavoratori colpevoli di anni lussuosi, è ridicolo, pur di non dire che le banche hanno aumentato i debiti pubblici. I lavoratori giovani ed anziani sono tutti preda dei rapporti di produzione ieri ed oggi e, se attualmente più forte è l’attacco alle condizioni di lavoro e di vita di chi lavora, lo si deve alla debolezza della classe lavoratrice senza alcuna rappresentanza politica e sindacale, nella parte dirigenziale, nel panorama politico-sindacale borghese. Prendere consapevolezza degl’inganni mediatici e materiali che ogni giorno vengono perpetrati nei confronti dei lavoratori è il primo passo verso la coscienza della propria dimensione e degl’interessi di classe. Il capitalismo non potrà mai garantire piena occupazione, uguali diritti, una vita degna di essere vissuta da esseri umani nella soddisfazione dei bisogni materiali e spirituali. I suonatori che cambiano servono solo ad illudere che la musica sarà diversa, ma essa non cambia mai! Il capitalismo ha le sue leggi e la prima è fare profitto. Ciò comporta sfruttamento e miseria per miliardi di persone ed agi e privilegi per una minoranza di individui. Il capitalismo eleva l’interesse a vincolo dell’umanità. L’interesse soggettivo ed egoistico determina la dispersione universale, la concentrazione degl’individui su se stessi, l’isolamento, la trasformazione dell’umanità in un aggregato di atomi che si respingono a vicenda. La proprietà privata è la principale estraneazione e fa sì che l’interesse debba essere, giocoforza particolare. Il dominio del capitale si concentra nel dominio della proprietà privata. La proprietà, l’elemento naturale e privo di spirito che si contrappone all’elemento umano e spirituale, viene così elevata sul trono e, in ultima istanza, onde portare a compimento codesta estraneazione, il denaro, questa astrazione vuota ed estraniata dalla proprietà, è stato fatto il signore del mondo. Con il capitalismo l’essere umano ha cessato di essere schiavo dell’uomo ed è divenuto schiavo della cosa. E’ necessario di conseguenza attrezzarsi ed organizzarsi per lottare nell’immediato per la difesa del lavoro, dello stipendio, dei diritti, nello storico per superare una dimensione sociale che è contro la socialità dell’essere umano. “Il proletariato esegue la condanna che la proprietà privata pronuncia su se stessa producendo il proletariato, così come esegue la condanna che il lavoro salariato pronuncia su se stesso producendo la ricchezza altrui e la propria miseria. Se vince, il proletariato non diventa perciò il lato assoluto della società; infatti esso vince solo togliendo se stesso ed il suo opposto. Allora scompare sia il proletariato sia l’opposto che lo condiziona, la proprietà privata…Ciò che conta non è che cosa questo o quel proletario, o anche tutto il proletariato si rappresenta temporaneamente come fine. Ciò che conta è che cosa esso sia costretto a fare storicamente in conformità a questo suo essere” K.Marx, F. Engels “La sacra famiglia”. “ Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente.” K.Marx, F.Engels, “L’ideologia tedesca”. Il comunismo si distingue da ogni movimento finora esistito in quanto rovescia la base di tutti i rapporti di produzione e le forme di relazione finora esistite. Per la prima volta tratta coscientemente tutti i presupposti naturali come creazione degli uomini finora esistiti. La sua organizzazione è quindi essenzialmente economica, è la creazione materiale delle condizioni dell’unione degli esseri umani e dei loro interessi comuni e fa delle condizioni esistenti le condizioni dell’unione. “Nella società borghese il lavoro vivo è soltanto un mezzo per aumentare il lavoro accumulato. Nella società comunista il lavoro accumulato è soltanto un mezzo per rendere più largo, più ricco, più progredito il ritmo di vita degli esseri umani.” K. Marx, F.Engels, “ Il manifesto del partito comunista”. Il futuro è nelle nostre mani e lo possiamo realizzare liberando il proletariato e l’umanità intera dal giogo capitalistico.

  6. #36
    Forumista
    Data Registrazione
    29 Oct 2009
    Messaggi
    565
     Likes dati
    0
     Like avuti
    18
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Il dolce sapore del cielo

    Sinistra e destra.
    Renzi ha affermato pochi giorni fa che non ci deve essere contrapposizione tra sinistra e destra. Grillo scrive che il suo movimento non è né di destra né di sinistra. Tutti i politicanti borghesi gridano che va messo al primo posto l’interesse del Paese e superato il concetto di destra e sinistra. Sono parole che nascondono una realtà vera: sinistra o destra sono affermazioni vuote. La contrapposizione nel capitalismo è tra borghesia e proletariato e chi sta con l’una non può collocarsi con l’altro. Sinistra e destra si riducono essenzialmente alla posizione occupata in parlamento. O si è per il profitto e per i rapporti di produzione o si è per il salario e per il superamento delle classi. Non vi è via di mezzo, non vi è terza via. Coloro che non mettono in discussione il dominio del capitale e propagandano la ricerca di soluzioni al problema della miseria, della disoccupazione, dei bassi salari, dell’asservimento di esseri umani ad altri esseri, della mancanza di diritti, coloro che vedono negli “Stati Uniti d’Europa” o in un’Italia autarchica un fine strategico non fanno altro che portare avanti l’interesse del capitale e della rendita nelle sue varianti, ma compatto nell’aumento dello sfruttamento dei lavoratori. Nell’attuale situazione tutti i partiti dell’ “arco costituzionale” ed i nuovi movimenti , negl’interessi e nelle ideologie vicini alla rendita ed alla piccola borghesia, rappresentano la volontà con nuovi slogan e vecchi inganni di costringere i lavoratori ad uno sfruttamento massiccio per difendere i profitti e le rendite, per coprire i deficit bancari e per far accettare supinamente condizioni di lavoro e di vita sempre peggiori. Pur di distrarre l’attenzione dei lavoratori dai loro problemi veri e reali, disoccupazione, perdita di diritti, bassi salari e basse pensioni, precarietà del lavoro, aumento dello sfruttamento, aumento della povertà, che sono proprio del sistema capitalistico e possono essere superati solo andando oltre questo sistema sociale, mettono in risalto sui mass-media, oltre ai temi soliti, l’azione del governo inefficiente ed inefficace, i privilegi dei parlamentari, la corruzione, lo sperpero di denaro pubblico, che sono anch’essi parte del sistema. I governi in ogni latitudine del sistema capitalistico governano, ma chi comanda sono i poteri economico-finanziari. Di conseguenza i vari governi rappresentano gl’interessi di questi poteri. I vantaggi dei parlamentari sono concessioni fatte a chi è destinato a servire il sistema. La corruzione non è un’anomalia in una dimensione sociale che si basa sull’appropriazione indebita di ciò che viene prodotto dalla classe lavoratrice. D’altronde le leggi vecchie e nuove sono solo una finzione nel contrasto. Lo sperpero di denaro pubblico, inteso come soldi dei lavoratori dipendenti e pensionati, che contribuiscono alle entrate dello Stato per circa il 90%, sono parte della gestione corruttela e clientelare del sistema stesso. Certo in Italia determinati fenomeni sono presenti in misura maggiore causa la più diffusa presenza di organizzazioni criminali, che, con il loro potere economico, sono in grado di assumere un ruolo politico, ma non sono assenti in alcun Paese del mondo capitalistico. Nessun partito o movimento di destra, di centro, di sinistra, porta avanti una decisa lotta all’evasione fiscale e contributiva ed alla corruzione, nonostante l’enorme massa di denaro sottratta allo Stato e che è quasi pari a quanto si spende per lo Stato sociale, circa 500 miliardi di euro. Con questa somma tutti i problemi sarebbero risolti e non ci sarebbe bisogno di allungare l’età pensionabile, bloccare stipendi e pensioni, annullare la sanità pubblica, ridicolizzare il senso della scuola pubblica, avere una rete di trasporti in molti casi da secondo dopoguerra. Si potrebbero avviare inoltre piani d’industrializzazione e di opere pubbliche, cominciando dalla sicurezza degli edifici scolastici, che darebbero impulso a nuovi posti di lavoro. Perché lo fanno o non lo fanno? Perché Renzi, Grillo, B., la Lega e tutti gli altri continuano a discutere di tagli alle pensioni ed agli stipendi, di nuovi leggi sul lavoro, nonostante tutte le leggi approvate negli ultimi 15 anni, che dovevano liberare il mercato “ingessato” e creare più occupazione, nel segno della precarietà e della liberalizzazione, abbiano contribuito all’aumento della disoccupazione, alla riduzione dei salari, alla crescita dello sfruttamento? Perché essi, tutti, rappresentano gl’interessi del profitto e della rendita e gridano di voler cambiare per non cambiare nulla nei fatti. In Italia la presenza della media e piccola borghesia è predominante, basta osservare gli addetti per unità produttiva. La grande borghesia si riduce a poche imprese private ed ad alcune statali ed, avendo difficoltà ad indebolire il peso della media e piccola, si accoda ad istanze, che servono in modo predominante alla piccola impresa. Ridimensionare lo Stato sociale, incentivare con finanziamenti le imprese, rendere flessibile in entrata ed in uscita il mercato del lavoro, che già in Italia è il più flessibile del mondo occidentale, sono gli slogan primeggianti. La legge elettorale, la riforma delle istituzioni, la riduzione delle tasse, che pagano solo i lavoratori dipendenti ed i pensionati, sono da mesi sulle prime pagine dei giornali. Non vi sono l’evasione fiscale, la corruzione, l’occupazione, la miseria dilagante se non come propaganda per accettare sempre più sacrifici e modelli di vita escludente l’essenza dell’essere umano nella soddisfazione dei bisogni materiali e spirituali. Dire basta a questa realtà misera non vuol dire votare per Renzi, Grillo, B. e compagnia cantante. Con loro non cambierà mai nulla, non mettendo in discussione essi i rapporti di produzione. Dire basta significa porre la parola fine al sistema capitalistico ed instaurare una società nuova in cui ogni essere umano possa “dare secondo le sue capacità ed avere secondo i suoi bisogni”. Nel lavoro non condizionato dal rapporto mercantile risiede l’essenza della libertà…la libertà comunista.

  7. #37
    Forumista
    Data Registrazione
    29 Oct 2009
    Messaggi
    565
     Likes dati
    0
     Like avuti
    18
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Il dolce sapore del cielo

    La democrazia borghese.
    La democrazia borghese è lo Stato che riconosce la sottomissione di milioni di esseri umani ad altri individui in un’organizzazione di violenza sistematica fisica, psichica e morale della classe dominante sulla classe dominata, il proletariato. La violenza contro gli uomini e le donne, non permettendo ad ognuno di esprimere le proprie capacità e d avere secondo i propri bisogni, la sottomissione di un essere umano ad un altro sono la norma in un sistema che mette al centro di tutto il profitto. E’ violenza la guerra, è violenza il numero crescente d’ incidenti sul lavoro, il fatto di lavorare con uno stipendio misero e non poter godere dei beni prodotti, la disoccupazione, la precarietà, la povertà, uno stipendio od una pensione sempre più miseri, la perdita continua di diritti e l’essere sempre più simili, almeno così ci vorrebbero, a bestie da soma. Mentre la ricchezza cresce ed il “club dei novanta” detiene metà del patrimonio mondiale, aumenta la miseria per miliardi di persone. La vita è bella! Merita di essere vissuta e goduta in tutto il suo splendore! Ma questa possibilità è sottratta ad un numero sempre più crescente di esseri umani, assillati ogni giorno dalla ricerca della soddisfazione dei bisogni materiali, per essere privilegio di una minoranza della popolazione mondiale. Il potere politico nello Stato, che è un prodotto della società, irretita da antagonismi inconciliabili, ha come finalità di mantenere “l’ordine” e cercare di moderare i conflitti economici e sociali, è l’espressione dell’antagonismo delle classi dentro la società civile. Se non vi fosse antagonismo e classi con interessi differenti e contrastanti, il potere politico non avrebbe senso di esistere e darebbe spazio a forme comuni di gestione della produzione e della distribuzione. Democrazia per un’infima minoranza e per i ricchi. Questa è la democrazia nella società capitalistica, al di là delle forme differenti tra nazione e nazione. Osservandola più da vicino si scopre che solo circa l’1% della popolazione fa attività politica, che il concetto una testa un voto non esiste in realtà, visti gli sbarramenti ed i premi di maggioranza, che i cittadini poveri hanno difficoltà a far sentire le proprie istanze, che gli stessi non possono detenere, per mancanza di mezzi finanziari, tv, giornali ed altre forme di comunicazione di massa. Queste realtà sembrano minime per coloro che non hanno mai conosciuto il bisogno o che non hanno quasi mai avvicinato le classi oppresse, ma sommate escludono i poveri dalla politica e dalla partecipazione attiva alla vita democratica. “Agli oppressi è permesso decidere, una volta ogni qualche anno, quale tra i rappresentanti della classe dominante li rappresenterà e li opprimerà in Parlamento.” L’evoluzione di questa democrazia capitalista, a difesa del profitto, tende a divenire sempre più ristretta e respinge in modo dissimulato i poveri e gli sfruttati. E’ sempre più ipocrita e menzognera. Ormai nei Paesi capitalistici più avanzati vota all’incirca solo il 50% della popolazione. La metà dei cittadini non hanno fiducia nel voto per cambiare la propria esistenza. Eppure chi prende meno della metà di quel 50% ritiene di aver ottenuto un grande risultato e governa in nome del popolo. Quale popolo? Quello del profitto e delle rendite. Il popolo degli sfruttatori. I fatti poi mostrano ogni volta come i poveri diventino sempre più poveri ed i ricchi sempre più ricchi. Tutti governano in nome del Paese, che è un grande Paese, che essi amano, che capiscono la sofferenza di gran parte della popolazione, quella giovanile in particolare, ma che faranno di tutto per migliorare la situazione, che la crisi si sta superando e si vede la luce in fondo al tunnel, che le nuove riforme sul lavoro e le pensioni saranno un atto di giustizia e saranno le basi per nuova occupazione, che vogliono dare una speranza ed un futuro. Il nuovo è il ritorno a forme di sfruttamento da inizio ‘900 e la parola riforma sempre più fa rima con restaurazione. Bisogna prendere coscienza che questo sistema e questo Stato democratico, alla pari di quello dittatoriale, essendo due facce della stessa medaglia, rappresenta solo gl’interessi delle classi dominanti a scapito dei lavoratori, dei disoccupati, dei pensionati. Il denaro è il re del mondo capitalistico! L’essere umano è solo un mezzo per produrre profitti e denaro e la sua soddisfazione materiale e spirituale non può essere parte di questo percorso. Sempre più la realtà è più chiara delle infinite chiacchiere dei pugilatori a pagamento con lingua da schiavi e mette fine ad ogni illusione e speranza di un mondo migliore senza abolire i rapporti di produzione. L’unica strada per lottare per un mondo nuovo è il superamento del capitalismo e l’instaurazione di una società senza classi, che metta al centro le esigenze degli esseri umani. Non c’è libertà se le pance e le menti sono vuote!

 

 
Pagina 4 di 4 PrimaPrima ... 34

Discussioni Simili

  1. Il dolce sapore del cielo
    Di prometeo nel forum Sinistra Italiana
    Risposte: 51
    Ultimo Messaggio: 05-11-15, 16:34
  2. Il dolce sapore del cielo
    Di prometeo nel forum Fondoscala
    Risposte: 33
    Ultimo Messaggio: 29-09-15, 16:07
  3. Il dolce sapore del cielo
    Di prometeo nel forum Padania!
    Risposte: 63
    Ultimo Messaggio: 04-12-12, 17:29
  4. Il dolce sapore del cielo
    Di prometeo nel forum Centrosinistra Italiano
    Risposte: 14
    Ultimo Messaggio: 01-02-09, 13:27
  5. Il dolce sapore del cielo
    Di prometeo nel forum Sinistra Italiana
    Risposte: 6
    Ultimo Messaggio: 30-01-09, 08:11

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito