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  1. #1
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    Predefinito Ricordi dall'epoca vittoriana

    21 Fotografie Post-Mortem dell'epoca Vittoriana - Vanilla Magazine

    La fotografia Post Mortem era un modo dell’epoca Vittoriana in cui ricordare i propri cari defunti. La pratica diventò assai frequente a causa delle numerose morti infantili e per ricordare il morto con un suo ritratto veritiero. L’origine di questa pratica risale ad alcuni secoli prima, quando la nobiltà commissionava dipinti di infanti morti, e possedere uno di questi ricordi era un segno di appartenenza ad un elevato ceto sociale. L’epoca Vittoriana fu l’apoteosi di questa pratica perché le fotografie avevano iniziato ad avere un costo accessibile, ma anche a causa di una diffusa volontà di “mummificare” il defunto per sempre. Artisti come Picasso, Monet e Gauguin ritrassero a loro volta persone care a se stessi o ai propri amici dopo la morte, e la pratica delle fotografie e ritratti post-mortem andò avanti fino agli anni ’40 del ‘900, prima del secondo conflitto mondiale.
    I cadaveri venivano ritratti come fossero ancora vivi, in pose e azioni che ricordavano quelle di una persona ancora in vita. Gli occhi venivano aperti o dipinti per far sembrare il morto ancora in vita, e le scene comprendevano spessissimo persone vive accanto ai morti, per rendere più realistica la fotografia. Le fasi della fotografia post-mortem furono diverse. Dapprima i defunti venivano fotografati nella bara, poi si cominciò a immortalarli in scene di vita quotidiana, e verso la fine di questa pratica si cominciò a metterli su un divano in posizione dormiente.
    Giudicare rapidamente le cause e le motivazioni di questo tipo di rituale funebre è senz’altro sbagliato, e le spiegazioni di carattere sociale sono diverse e molto complesse.

  2. #2
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    Predefinito Re: Ricordi dall'epoca vittoriana

    Citazione Originariamente Scritto da carter Visualizza Messaggio
    21 Fotografie Post-Mortem dell'epoca Vittoriana - Vanilla Magazine

    La fotografia Post Mortem era un modo dell’epoca Vittoriana in cui ricordare i propri cari defunti. La pratica diventò assai frequente a causa delle numerose morti infantili e per ricordare il morto con un suo ritratto veritiero. L’origine di questa pratica risale ad alcuni secoli prima, quando la nobiltà commissionava dipinti di infanti morti, e possedere uno di questi ricordi era un segno di appartenenza ad un elevato ceto sociale. L’epoca Vittoriana fu l’apoteosi di questa pratica perché le fotografie avevano iniziato ad avere un costo accessibile, ma anche a causa di una diffusa volontà di “mummificare” il defunto per sempre. Artisti come Picasso, Monet e Gauguin ritrassero a loro volta persone care a se stessi o ai propri amici dopo la morte, e la pratica delle fotografie e ritratti post-mortem andò avanti fino agli anni ’40 del ‘900, prima del secondo conflitto mondiale.
    I cadaveri venivano ritratti come fossero ancora vivi, in pose e azioni che ricordavano quelle di una persona ancora in vita. Gli occhi venivano aperti o dipinti per far sembrare il morto ancora in vita, e le scene comprendevano spessissimo persone vive accanto ai morti, per rendere più realistica la fotografia. Le fasi della fotografia post-mortem furono diverse. Dapprima i defunti venivano fotografati nella bara, poi si cominciò a immortalarli in scene di vita quotidiana, e verso la fine di questa pratica si cominciò a metterli su un divano in posizione dormiente.
    Giudicare rapidamente le cause e le motivazioni di questo tipo di rituale funebre è senz’altro sbagliato, e le spiegazioni di carattere sociale sono diverse e molto complesse.
    Pur conoscendo abbastanza bene la società e la storia del Regno Unito, confesso che non avevo mai avuto modo di accostarmi a questo argomento, che trovo davvero curioso quanto macabro... Certamente l'epoca vittoriana ha avuto momenti di particolare stranezza e questo mi pare proprio uno di quelli più strani e fa pensare all'usanza dei nobili siciliani di secoli addietro, che conservavano i loro defunti vestiti e agghindati di tutti punto...
    Non bisogna mai farsi ricattare dalla stupidità altrui.
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  3. #3
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    Predefinito Re: Ricordi dall'epoca vittoriana

    ricordiamo che a metà '800, complice la moda della fotografia, nacque l'impulso a vedere nella stessa una macchina dell'immortalità, negli stessi anni dilagava un pò in tutto l'Occidente lo spiritismo, si voleva i morti non morissero mai e si cercava ogni mezzo per comunicare con loro o tenerli vivi
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  4. #4
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    Predefinito Re: Ricordi dall'epoca vittoriana

    Uno strano errore segnalato nei commenti.Il tizio dell'ultima foto è Lewis Carroll e non è morto.

  5. #5
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    Predefinito Re: Ricordi dall'epoca vittoriana

    Citazione Originariamente Scritto da Robert Visualizza Messaggio
    ricordiamo che a metà '800, complice la moda della fotografia, nacque l'impulso a vedere nella stessa una macchina dell'immortalità, negli stessi anni dilagava un pò in tutto l'Occidente lo spiritismo, si voleva i morti non morissero mai e si cercava ogni mezzo per comunicare con loro o tenerli vivi

    Ai nostri giorni invece la morte è bandita dai discorsi e dai cervelli della gente. Tutti vivono come se dovessero campare 120 anni... Poi un giorno non li vedi più e... sono morti pure loro, come i loro genitori e i loro nonni, ma da vivi non volevano pensarci. Chissà che sorpresa quando si sono trovati di là, quasi quasi non ci credevano!

    Renato Zero, già negli anni '80, aveva già ben fotografato la situazione nella sua bellissima cazone il Carrozzone.

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  6. #6
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    Predefinito Re: Ricordi dall'epoca vittoriana

    Citazione Originariamente Scritto da carter Visualizza Messaggio
    21 Fotografie Post-Mortem dell'epoca Vittoriana - Vanilla Magazine

    La fotografia Post Mortem era un modo dell’epoca Vittoriana in cui ricordare i propri cari defunti. La pratica diventò assai frequente a causa delle numerose morti infantili e per ricordare il morto con un suo ritratto veritiero. L’origine di questa pratica risale ad alcuni secoli prima, quando la nobiltà commissionava dipinti di infanti morti, e possedere uno di questi ricordi era un segno di appartenenza ad un elevato ceto sociale. L’epoca Vittoriana fu l’apoteosi di questa pratica perché le fotografie avevano iniziato ad avere un costo accessibile, ma anche a causa di una diffusa volontà di “mummificare” il defunto per sempre. Artisti come Picasso, Monet e Gauguin ritrassero a loro volta persone care a se stessi o ai propri amici dopo la morte, e la pratica delle fotografie e ritratti post-mortem andò avanti fino agli anni ’40 del ‘900, prima del secondo conflitto mondiale.
    I cadaveri venivano ritratti come fossero ancora vivi, in pose e azioni che ricordavano quelle di una persona ancora in vita. Gli occhi venivano aperti o dipinti per far sembrare il morto ancora in vita, e le scene comprendevano spessissimo persone vive accanto ai morti, per rendere più realistica la fotografia. Le fasi della fotografia post-mortem furono diverse. Dapprima i defunti venivano fotografati nella bara, poi si cominciò a immortalarli in scene di vita quotidiana, e verso la fine di questa pratica si cominciò a metterli su un divano in posizione dormiente.
    Giudicare rapidamente le cause e le motivazioni di questo tipo di rituale funebre è senz’altro sbagliato, e le spiegazioni di carattere sociale sono diverse e molto complesse.
    Mi ricordo di aver visto delle fotografie, da ragazzina a casa di mia nonna, che ritraevano parenti fotografati da defunti. Forse questa pratica era diffusa o almeno conosciuta anche in Italia?
    La morte significava ben poco per me. Era l'ultimo scherzo in una serie di pessimi scherzi. Charles Bukowski
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