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Discussione: spigolature...

  1. #11
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    Predefinito Re: spigolature...

    Citazione Originariamente Scritto da ella Visualizza Messaggio
    @ Foglia

    Ciao Foglia a me è capitato di leggere A Silvia firmata G. Pascoli il che mi sembra
    un tantino più grave per il resto, ovvero sul gradimento o meno dei contenuti
    ognuno ha i suoi gusti e mi sembra ovvio che le mie scelte rispecchiano i miei,
    spero che il sig. trash non me ne faccia una colpa anzi potrebbe proporre
    egli stesso qualcosa che rispecchi i suoi, ne sarei lusingata. Buona giornata!
    Va bene, ma ognuno è responsabile di quello che scrive lui e non degli altri. Una precisazione non è una critica. Per esempio, é William Butler Yeats.
    Ognuno può anche esprimere il suo parere, non necessariamente é una critica al tuo gusto. Volevo solo dirti di non prendertela troppo :-)

  2. #12
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    Predefinito Re: spigolature...

    ""Nessun uomo ha un'autorità naturale sul proprio
    simile.
    Ne consegue che nessuna autorità può essere legittima,
    se è
    istituita o se viene esercitata senza il consenso
    di coloro che vi sono
    sottomessi: Non vi è che
    una sola legge che, per sua natura, esiga un
    consenso
    unanime; ed è il patto sociale, perché l'associazione civile
    è
    l'atto più volontario del mondo; essendo ogni uomo NATO
    LIBERO e padrone
    di se stesso, nessuno può, sotto qualsiasi
    pretesto, assoggettarlo senza il
    suo consenso.>"


    Le istituzioni politiche valgono quanto

    valgono gli uomini che esse avranno saputo formare.
    [..]gli uomini
    moderni devono in gran parte la loro
    corruzione alla stoltezza e
    all'inettitudine
    delle loro istituzioni.[..]è certo che i popoli
    sono
    alla lunga ciò che il governo li fa essere,
    cittadini, uomini, quando lo
    vuole; plebee canaglia
    quando così gli piace.

    Rousseau (Contratto
    sociale)

  3. #13
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    Predefinito Re: spigolature...

    Er buffone
    (Trilussa)

    Anticamente,
    quanno li regnanti
    ciaveveno er Buffone incaricato
    de falli ride - come adesso cianno
    li ministri de Stato
    che li fanno sta' seri, che li fanno
    puro el Leone, Re de la Foresta,
    se messe in testa de volé er Buffone.
    Tutte le bestie agnedero ar concorso:
    l'Orso je fece un ballo,
    er Pappagallo spiferò un discorso,
    e la Scimmia, la Pecora, er Cavallo...
    Ogni animale, insomma, je faceva
    tutto quer che poteva
    pe' fallo ride e guadambiasse er posto:
    però el Leone, tosto,
    restava indiferente: nu' rideva.
    Finché, scocciato, disse chiaramente:
    Lassamo annà: nun è pe' cattiveria,
    ma l'omo solo è bono a fa' er buffone:
    nojantri nun ciavemo vocazzione,
    nojantri semo gente troppo seria!

  4. #14
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    Predefinito Re: spigolature...l'angolino del sorriso...

    Donne

    Anche se non pratica del lago, la moglie di un pescatore decide di uscire in barca. Accende il motore e si spinge ad una piccola distanza; spegne, butta l’ancora e si mette a leggere il suo libro.

    Arriva una guardia forestale in barca. Si avvicina e le dice:

    – Buongiorno, Signora, che cosa sta facendo?
    – Sto leggendo un libro, risponde lei (pensando “non è forse ovvio?!”).
    – Lei si trova in una zona di pesca vietata, aggiunge la guardia.
    – Mi dispiace, agente, ma non sto pescando. Sto leggendo.
    – Sì, ma ha tutta l’attrezzatura. Per quanto ne so, potrebbe cominciare in qualsiasi momento. Devo portarla con me e fare rapporto.
    – Se lo fa, agente, dovrò denunciarla per molestia sessuale, dice la donna.
    – Ma se non l’ho nemmeno toccata!, ribatte la guardia forestale.
    – Questo è vero, ma possiede tutta l’attrezzatura. Per quanto ne so potrebbe cominciare in qualsiasi momento.
    – Le auguro buona giornata, Signora, e la guardia se ne va.

    MORALE: Mai discutere con una donna che legge: è probabile che sappia anche pensare.

  5. #15
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    Predefinito Re: spigolature...

    "CAMBIAMENTO"

    La parola cambiamento è oggi tra quelle maggiormente

    usata ed abusata, ma nessuno pensa minimamente di provare
    a cambiare se
    stesso, le proprie certezze, seguendo magari
    una incoerenza positiva, quella
    di colui che, fermi
    restando i suoi principi, adegua il suo pensiero alla

    mutevolezza del tempo nel quale si trova a vivere,
    adattandovisi con
    determinata quanto intelligente e
    saggia "incoerenza".
    Purtroppo però a
    volte il pessimismo
    ci perseguita o per dirla come Mark Twain e più
    comodo
    pensare:
    "NULLA NECESSITA DI CAMBIAMENTO QUANTO LE
    ABITUDINI
    DEGLI ALTRI"...




    ça va pas changer le monde - YouTube

  6. #16
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    Predefinito Re: spigolature...

    Tratto da "Lettere di una Prof."


    “È ora di insegnare la buona educazione”.

    La “buona educazione”. Sa di antichissimo. Di buone cose di pessimo gusto.
    Sa anche di obsoleto, di antiquato, di vecchio. Soprattutto, di sorpassato e di inutile. U
    na cosa da retrogradi che puzzano di naftalina. Fa venire in mente la falsità.
    La nebbia e i cipressi. Ville antiche piene di ragnatele, e di velluti impolverati. Fa
    venire in mente i fiori finti e gli animali impagliati dei crepuscolari.

    Invece la maleducazione è moderna, allegra, spontanea, spigliata. La
    cafonaggine è sincera. Sa di “bando alle vane ciance!”. Un bel rutto liberatore
    e via, senza tanti problemi. La maleducazione è scherzosa ed è tranquillissima.
    Si manda tranquillamente e scherzosamente a quel paese senza pensarci due volte.
    Ma perché tanti giri di parole? Perché tergiversare con dei “Sono rimasta male
    per quello che hai detto, e non credevo che avresti potuto comportarti in quel
    modo”, quando si può risolvere tutto brillantemente con un sintetico “Vaf*******, st.r
    La vita è breve e bisogna godersela. Il tempo è denaro e non si può sprecare.
    L’educazione è una perdita di tempo pazzesca. Se sei educato ti tocca pensare
    agli altri, buttare l’immondizia nel cassonetto e non dove ti trovi in quel momento.
    Ti tocca aspettare gli altri, prima di mangiare anche se hai fame. Se hai voglia
    di una grattatina non puoi dartela lì, ma devi andare a dartela dove non c'è nessuno.
    Una bella perdita di tempo. Se devi andare a prendere le sigarette non puoi neanche
    parcheggiare davanti al passo carraio che è proprio esattamente lì davanti, e ti tocca c
    ercare un parcheggio chissà dove, e magari pagarlo, anche.

    Una perdita di tempo e di energie.
    Una seccatura. Una cosa da vecchi che non hanno nulla da fare.

    Hai pagato il biglietto sull’autobus e dovresti alzarti tu per far sedere la
    vecchia? Ma scusa…Non costano tutti uguali i biglietti?

    Sei bello seduto qui sul treno e devi alzarti per aiutare la signora a
    mettere la valigia su? È un problema tuo?

    “Scusa”, “Per favore”, “Buongiorno” e “Buonasera”. Ma
    quante scemate inutili!

    Se hai voglia di sbadigliare perché non dovresti farlo? Non è una cosa
    naturale? Perché se una è grassa non puoi chiamarla “cicciona”? Non è
    la verità?

    Quando rientri a casa di notte dovresti poter fare le cose comodamente,
    invece devi fare silenzio perché gli altri potrebbero svegliarsi…Ma ne hai
    colpa tu se vanno a letto con le galline? E poi sei in casa tua ed è giusto
    che tu faccia quello che vuoi.



    Ieri ho incontrato sull’autobus un mio alunno. Non lo avevo visto.
    Mi ha chiamato lui.

    “Ciao, prof!”, mi ha detto sorridendo. Io ero in piedi e lui era
    seduto.

    “Ciao. Dove vai?”

    “Vado a giocare a
    calcio”.

    “Bene. Non tornare a casa tanto tardi, perché è buio”.

    “No, torno alle nove”. Altro
    sorriso.

    “Ciao!”

    “Ciao!”.

    Mi ha detto “Ciao”. In classe mi dice "buongiorno". A tredici anni
    non sa dare del “lei”. Non gli hanno insegnato a dare del “lei”, e a
    appena fuori dalla scuola se ne dimentica.

    Non mi ha fatto sedere. ma non è stato per menefreghismo. È che n
    essuno gli ha detto che è gentile cedere il posto. Altrimenti mi avrebbe
    fatto sedere. Ne sono sicura.

    La buona educazione è morta.

    Ebbene: deve
    resuscitare.

    Ci sarebbe meno disagio, meno rumore, più rispetto.

    Ma non si può pretendere che i ragazzi* conoscano le regole
    della buona educazione, quella basata sul RISPETTO reciproco, se n
    essuno ha pensato di insegnargliela. L’educazione non è innata.
    Si impara. È innata la rozzezza.

    La gentilezza si IMPARA. Quindi si può
    INSEGNARE.


    *******


    mia annotazione:
    anche ragazzi un po' cresciuti
    avrebbero bisogno di una ripassatina....

  7. #17
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    Predefinito Re: spigolature...

    GENEROSITA'

    Stiamo vivendo veramente tempi duri,la crisi erode
    i nostri piccoli risparmi e il nostro paese chiede ai propri cittadini
    dei sacrifici per evitare la bancarotta. Naturalmente è chiaro
    che i sacrifici devono essere equamente distribuiti e una
    favoletta ce ne offre un ncomiabile esempio:

    ""Un giorno una gallina ed un maiale si trovarono a passeggiare
    insieme. Arrivati in una larga piazza videro un enorme cartello
    con scritto: "Il mondo ha fame . Bisogna sfamare il mondo,aiutateci!" L
    a Gallina guardò il maiale e con tono molto serio disse: E' giusto,
    anche noi possiamo dare qualcosa, daremo
    uova e prosciutto......""

    E poi ci vengono a dire che non c'è animale più stupido della gallina!!!

  8. #18
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    Predefinito Re: spigolature...

    (..)Non abbiamo quasi più munizioni. Abbiamo perso il collegamento
    con il capitano. Non abbiamo ordini. Se avessimo almeno
    munizioni! Ma sento anche che ho fame, e il sole sta per tramontare.
    Attraverso lo steccato e una pallottola mi sibila vicino. I russi
    ci tengono d’occhio. Corro e busso alla porta di un’isba. Entro. Vi sono dei
    soldati russi, là. Dei prigionieri? No. Sono armati. Con la stella rossa sul
    berretto! Io ho in mano il fucile. Li guardo impietrito. Essi stanno mangiando
    attorno alla tavola. Prendono il cibo con il cucchiaio da una zuppiera comune.
    E mi guardano con i cucchiai sospesi a mezz’aria. – Mnié khocetsia iestj [Vorrei
    mangiare], – dico. Vi sono anche delle donne. Una prende un piatto, lo riempie
    di latte e miglio, con un mestolo, dalla zuppiera di tutti, e me lo porge. Io
    faccio un passo avanti, mi metto il fucile in spalla e mangio.
    Il tempo non esiste più. I soldati russi mi guardano. Le donne mi guardano.
    I bambini mi guardano. Nessuno fiata. C’è solo il rumore del mio cucchiaio
    nel piatto. E d’ogni mia boccata. – Spaziba [grazie] – dico quando ho finito. E
    la donna prende dalle mie mani il piatto vuoto. – Pasausta [prego] – mi risponde con
    semplicità. I soldati russi mi guardano uscire senza che si siano mossi. Nel
    vano dell’ingresso vi sono delle arnie. La donna che mi ha dato la minestra, è
    venuta con me come per aprirmi la porta e io le chiedo a gesti di darmi un favo
    di miele per i miei compagni. La donna mi dà il favo e io esco. Così è
    successo questo fatto. Ora non lo trovo affatto strano, a pensarvi, ma naturale
    di quella naturalezza che una volta dev’esserci stata tra gli uomini. Dopo la
    prima sorpresa tutti i miei gesti furono naturali, non sentivo nessun timore, né
    alcun desiderio di difendermi o di offendere. Era una cosa molto semplice. Anche
    i russi erano con me, lo sentivo. In quell’isba si era creata tra me e i soldati
    russi, e le donne e i bambini un’armonia che non era un armistizio. Era qualcosa
    di molto più del rispetto che gli animali della foresta hanno l’uno per l’altro.
    Una volta tanto le circostanze avevano portato degli uomini a saper restare
    uomini. Chissà dove saranno ora quei soldati, quelle donne, quei bambini. Io
    spero che la guerra li abbia risparmiati tutti. Finché saremo vivi ci
    ricorderemo, tutti quanti eravamo, come ci siamo comportati. I bambini
    specialmente. Se questo è successo una volta potrà tornare a succedere. Potrà
    succedere, voglio dire, a innumerevoli altri uomini e diventare un costume, un
    modo di vivere.

    Mario Rigoni Stern, Il sergente nella
    neve,


    --------
    il "costume", il "modo di vivere" ,si
    trasmettono come ci hanno insegnato
    i nostri vecchi, più con l'esempio che con
    la parola....

  9. #19
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    Predefinito Re: spigolature...

    Mai come in questi giorni girano
    parole come "bontà" "buonismo"
    "solidarietà" "umanità" ecc. ecc....


    L'Omo e il Lupo

    Trilussa

    Un vecchio Lupo, ner guardà le stelle,
    diventò bono e se sentì er dolore
    d'avé scannato tante pecorelle.
    (Tutte le cose belle
    fanno un effetto maggico ner core.)

    E diceva fra sé: - Pe' conto mio
    sarei disposto a fa' la vita onesta:
    però bisognerà che me travesta
    perché nessuno sappia chi so' io.
    Infatti puro l'Omo s'è convinto
    che pe' sta' bene ar monno è necessaria
    una certa vernice umanitaria
    che copra la barbaria de l'istinto. -

    E fisso in quel'idea
    pijò la pelle d'un abbacchio morto
    e ce se fece come una livrea:
    poi, zitto zitto, entrò ner pecorume
    che stava a magnà l'erba in riva ar fiume.

    Mantenne la promessa. Da quer giorno
    fu l'amico più bono e più tranquillo
    de l'agnelletti che ciaveva intorno.
    Benché stasse a diggiuno
    nun je storse un capello e, manco a dillo,
    nun se ne mise all'anima nessuno.

    Ma una brutta matina
    trovò tutte le pecore scannate
    e un vecchio co' le mano insanguinate
    che contrattava la carneficina.
    Eh! - disse allora - l'Omo è sempre quello:
    predica la bontà, ma all'atto pratico
    nun è che un lupo: un lupo dipromatico
    che specula sur sangue de l'agnello.

  10. #20
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    Predefinito Re: spigolature...

    Qualità della Vita, Erri De Luca: "Ma Faciteme u' piacere, lasciate stare Napoli"
    ROMA - "Ma Faciteme u' piacere". Erri De Luca, lo scrittore operaio di fama internazionale, fa il verso al "Fuitevenne" di Edoardo, ma al contrario. Perché difende Napoli con le sue mille qualità e colori, nonostante la bocciatura che la città partenopea ha riportato oggi con l'ultimo posto nella classifica del rapporto sulla Qualità della vita in Italia de Il Sole 24 Ore. Lo fa in una intervista al Tg2000 delle 19.40, che è un pezzo di letteratura e chiede a chi cura le classifiche (a cui non crede: "Ma come le fanno?"); di "espungere Napoli: troppo grande, troppo immensa, troppo... Per poterla raccontare" in una statistica.

    E in un appassionato racconto della capitale del Sud, città unica al mondo, De Luca, in un pezzo magistrale di bravura letteraria, come forse solo lui sa fare nell'Italia intellettuale di oggi, racconta che "considera qualità della vita una città che non dorme... una città in cui si possono mangiare prelibatezze, e che prelibatezze, a prezzi accessibili; una città che è un pezzo di storia, una città con il mare e il vento, che porta via ogni odore; una città con il golfo aperto ai quattro punti cardinali; una città cortese, felice".


 

 
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