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Discussione: spigolature...

  1. #271
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    Predefinito Re: spigolature...

    La vita non è breve, viene inutilmente sprecata.

    Sulla brevità della vita, Seneca.

    È opinione diffusa che la vita sia breve. È una frase che si sente risuonare un po’ ovunque. L’uomo, assettato di vita, in generale ritiene che siano pochi i decenni che trascorre sulla terra e che pertanto non bastino per portare a termine nulla, o quasi. La maggior parte degli individui desidera molto più tempo, o quantomeno sogna che il tempo trascorra molto più lentamente. Secondo Seneca la vita non è affatto breve, perché “in realtà non è che di tempo ne abbiamo poco, ne sprechiamo tanto e la vita che ci è data è lunga a sufficienza per compiere grandi imprese”.

    È molto interessante, se ci si ferma un attimo a riflettere, il concetto per cui la vita non l’abbiamo ricevuta breve ma ci adoperiamo a renderla tale, sprecando il tempo, perché è la perdita di tempo in faccende inutili ad accorciare automaticamente la percezione che abbiamo della vita.

    Il De brevitate vitae, tradotto sia col titolo La brevità della vita (Editore ET classici), che col titolo Sulla brevità della vita, di Lucio Anneo Seneca (4 a.C. – 65 d. C.) è un breve ma pregevole trattato filosofico morale, suddiviso in brevi capitoli, tratto dalla raccolta Dialoghi Morali, attraverso il quale l’autore argomenta sul fatto che è solo la nostra idea sbagliata di vita, a farcela intendere breve, quando breve non è. Si tratta di uno dei testi più famosi di Seneca, insieme a La vita felice.

    Egli enuncia una serie di sentimenti dannosi ed espone le minacce che incombono sulla nostra esistenza, che definisce esperienza unica è irripetibile, mettendoci in guardia dalle azioni atte a sprecare inutilmente i giorni. Svariati vizi e diverse virtù trovano spazio nella trattazione del filosofo romano ma anche consigli, esortazioni, raccomandazioni, utilissimi all’uomo, poiché se la lotta contro il tempo è impari almeno si deve cercare di rendere ricco questo convivere col tempo.

    Lucio Anneo Seneca è stato un retore romano, senatore e questore e visse nel I secolo a.C., un epoca che non era di sicuro caratterizzata dalla longevità della vita, (le aspettative di vita erano di gran lunga inferiori a quelle della nostra età) e il fatto che questo concetto di negazione della fugacità della vita provenga proprio da uno studioso che ha vissuto in quell’epoca, diventa oggetto di grande riflessione.

    Seneca spirò non ancora settantenne ma questo trattato lo scrisse diversi anni prima. C’è da dire che fu dedito solo in parte alla filosofia. È apprezzato per i suoi testi morali, oratori e scientifici. Scrisse in molti generi letterali ed è noto soprattutto per essere un grandissimo fustigatore dei vizi.

    Parafrasando Virgilio, che per Seneca era il più grande poeta, ritroviamo questa frase: “viviamo solo una breve parte della vita; tutto il resto non è vita ma tempo”. La portata di questo concetto è rilevante perché mette l’accento sul fatto che la vita reale, quella autentica, è vissuta dall’uomo solo in piccola parte e questo genera non solo la percezione della sua brevità ma alimenta anche quel sentimento più inquietante che è la noia.

    Per il filosofo romano la sensazione di brevità della vita è figlia delle svariate attività che non offrono all’uomo nessuna gratificazione e che egli continua comunque a fare. Faccende inutili che accentuano di gran lunga il senso di precarietà della vita. Dopo le prime pagine la sua critica inizia a farsi concreta:

    “può esserci al mondo qualcosa di più sciocco dei ragionamenti di coloro che si dichiarano previdenti? Sono indaffarati più degli altri e per poter vivere meglio si preparano la vita futura sacrificando quella presente” e ancora “è questo continuo rimandare che brucia i giorni uno dopo l’altro […] il maggior ostacolo alla vita è proprio l’attesa: fa dipendere tutto dal domani e intanto sciupa l’oggi”.



    L’attesa, l’interiorizzazione della morte e la sapienza.

    Seneca si scaglia, giustamente a mio avviso, con coloro che attendono. L’attesa è un male perché non porta a nulla e perché elimina i giorni con rapidità inaudita, senza che essi siano in nessun modo utili all’economia della persona.

    Egli divide la vita dell’uomo in tre periodi: passato, presente e futuro e analizzando questi diversi momenti temporali con un linguaggio molto colto ma allo stesso tempo semplice, offre una chiara lettura dello scorrere del tempo.

    A questo punto ci viene da chiedersi qual è il modo migliore per vivere una vita serena?

    Seneca, forte di un pessimismo rigoroso, offre una prima risposta esortando l’uomo innanzitutto a non temere la morte, in quanto è risaputo che ogni cosa ha una fine, “nessuna cosa è eterna”, dice “poche sono durevoli e tutto ciò che ha avuto inizio finisce”, poi mette l’accento sulla natura tragica della vita affermando che è inutile ribellarsi al destino della natura e a supporto di questo dirà infatti, rivolgendosi a Polibio, una frase diventata poi celebre: “non vedi che razza di vita ci ha promesso la natura, che ha voluto che l’uomo inaugurasse la sua esistenza con un pianto”.

    Tuttavia questo sguardo pessimistico di Seneca non è né disperato né malinconico. È invece sereno perché guarda con animo fermo e con grande tranquillità alla morte, interiorizzandola.

    La sua risposta alla domanda sopra esposta viene completata in modo più che esauriente nel corso del trattato.

    I saggi; solo coloro che si dedicano alla sapienza, riescono a vivere serenamente e in maniera autentica la vita. La sapienza è la vera fonte di felicità. Egli aggiungerà che la sapienza è anche di gran lunga l’unico espediente utile per allungare la vita e chi più del filosofo ha questa capacità di farsi saggio e quindi di alzare l’asticella della propria esistenza? “Egli solo è libero dalle leggi dell’umanità”, aggiungerà Seneca, “tutte le epoche sono al suo servizio; […] il passato lo abbraccia col ricordo; il presente lo mette a frutto e il futuro lo pregusta. Questa capacità di unificare il flusso del tempo gli allunga l’orizzonte della vita”.

    Vivere il presente con saggezza dunque, divenendo filosofi della propria vita, mantenendo uno spirito libero, il solo capace di tendere alla felicità, abolendo il timore e l’attesa, percorrendo la strada dell’onestà, allontanandosi da vizi ignobili ed eliminando tutto quel “vile ammasso di cose inutili” che accorciano inevitabilmente la vita.

    Carlo Carena
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  2. #272
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    Predefinito Re: spigolature...

    Purtroppo è così

    Un giorno un insegnante scrisse sulla lavagna:
    9 x 1 = 7
    9 x 2 = 18
    9 x 3 = 27
    9 x 4 = 36
    9 x 5 = 45
    9 x 6 = 54
    9 x 7 = 63
    9 x 8 = 72
    9 x 9 = 81
    9 x 10 = 90

    Dopo aver scritto questo, la tabellina del 9, si girò verso la classe e notò che tutti gli alunni stavano ridendo per l’errore commesso nella prima operazione.
    L’insegnante, rivolgendosi ai suoi alunni, disse: “Ho scritto la prima operazione sbagliata di proposito perché volevo che imparaste una lezione molto importante. Era solo per spiegarvi come il mondo là fuori vi tratterà. Vedete che ho scritto 9 operazioni giuste, ma nessuno mi ha detto che sono stato bravo; avete tutti riso e mi avete criticato per l’unica operazione sbagliata. Quindi questa è la lezione di oggi: il mondo non apprezzerà le numerose cose giuste che farete, ma sarà pronto a criticarvi per l’unica cosa sbagliata”.

  3. #273
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    Predefinito Re: spigolature...

    Il commissario straordinario per l’emergenza Covid in Italia, Francesco Paolo Figliuolo, ha fornito alcune anticipazioni sui piani riguardanti la somministrazione della quarta dose del vaccino anti Covid nel nostro Paese.

    Quarta dose vaccino Covid: l’annuncio di Figliuolo
    Figliuolo, in alcune dichiarazioni riportate da ‘Ansa’, ha annunciato: “Per ciò che riguarda la quarta dose di vaccino anti Covid stiamo per dare le disposizioni attuative perché con il ministero della Salute e le Regioni stiamo ben individuando le platee. Ovviamente sarà abbastanza estensiva” per le categorie fragili. Poi ha aggiunto: “La mia indicazione è quella che partiremo il primo marzo“.

    Lo stesso commissario straordinario per l’emergenza Covid ha aggiunto: “Continueremo a tenere l’organizzazione che c’è adesso in atto. Abbiamo delle dosi di vaccino stivate per ogni eventualità, poi dopo il 31 marzo, quando passeremo la mano, ci sono tutte le interlocuzioni con il ministero della Salute per lasciare un pacchetto pronto”.

    Quarta dose: le indicazioni di Aifa e ministero della Salute
    Nella giornata di sabato 19 febbraio è arrivato il via libera dell’Aifa, Agenzia italiana del farmaco, alla somministrazione della cosiddetta quarta dose (quindi il secondo booster) del vaccino contro il Covid-19 ai soggetti gravemente immunodepressi in Italia.

    In una circolare, il ministero della Salute ha precisato che la quarta dose è riservata per il momento ai “soggetti con marcata compromissione della risposta immunitaria”, non prima di 4 mesi dopo l’ultima dose ricevuta.

    Nella nota del ministero della Salute, poi, si legge: “Per cause legate alla patologia di base oppure a trattamenti farmacologici e ai soggetti sottoposti a trapianto di organo solido, è raccomandata la somministrazione di una dose di vaccino a mRna, come richiamo (booster) di un ciclo vaccinale primario articolato su 3 dosi (ciclo primario standard più dose addizionale a distanza di almeno 28 giorni dall’ultima dose)”.

    Per quanto riguarda i dosaggi, l’indicazione è di “30 mcg in 0,3 mL per Comirnaty nei soggetti di età pari o superiore a 12 anni” e “50 mcg in 0,25 mL per Spikevax nei soggetti di età pari o superiore a 18 anni”.

 

 
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