Una banca pubblica per ridurre il debito - IlGiornale.it
La banca statale può accedere al prestito da parte della Banca centrale europea, anch'essa banca privata di diritto pubblico, al tasso dello 0,25% accordato alle banche commerciali, per poi prestarlo allo Stato a un tasso anche dell'1% rispetto alla media del 4% con cui lo Stato s'indebita con le banche commerciali.Ciò che i governi e mezzi di comunicazione ci raccontano è che in Italia siamo rimasti senza soldi perché per decenni abbiamo speso più di quanto non ci saremmo potuti permettere, accumulando una montagna di debiti che impone a tutti noi di stringere la cinghia, accettare durissimi sacrifici, per far rientrare i conti. In realtà il problema non è la spesa pubblica, che rientra nella media europea, ma gli interessi sul debito che in negli ultimi trenta anni sono stati pari a 3.100 miliardi. È addirittura vero il contrario: l'Italia è il Paese al mondo che spende meno rispetto a quanto guadagna attraverso le tasse, registrando dal 1992 un avanzo di bilancio pari a 740 miliardi. Nonostante più di 20 anni di austerità lo Stato non è riuscito a ridurre il debito pubblico a causa dell'inarrestabile crescita degli interessi. L'Italia si è auto-condannata al suicidio costringendosi a indebitarsi con le banche per ripianare il debito, mentre fino al 1981 il debito era una semplice partita di giro tra il Tesoro e la Banca d'Italia, che riacquistava i titoli invenduti ad un tasso inferiore a quello dell'inflazione.Con una banca pubblica che presterebbe denaro allo Stato al tasso dell'1% anziché del 4%, considerando che debito pubblico è di 2mila miliardi, significherebbe arrivare a pagare interessi per 20 miliardi invece di 85 miliardi.*Noi il suggerimento a Renzi l'abbiamo dato. Se a questo punto anziché dar vita a una banca pubblica per avere denaro a un interesse risibile dovesse proseguire a indebitare lo Stato acquisendo il denaro a elevati interessi dalle banche private, facendo gravare il costo sui cittadini, vorrà dire che anche Renzi ha più a cuore le banche che non gli italiani.