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    Forumista junior
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    Predefinito Tutti i grandi governi non sono che bande di rapinatori

    di LYSANDER SPOONER*
    Dato che la legge di natura, la giustizia di natura, è un principio naturalmente applicabile e idoneo a un’equa risoluzione di ogni possibile controversia che può sorgere tra gli uomini; che è inoltre il solo modello grazie al quale ogni controversia di qualsiasi genere, tra individuo e individuo, può essere risolta con equità; che è un principio che ogni uomo vuole venga tutelato per trarne vantaggio, sia egli disposto o meno a riconoscerlo per gli altri; che è anche un principio immutabile, sempre e dovunque lo stesso, in ogni epoca e in ogni nazione; che è evidentemente necessario in ogni tempo e in ogni luogo, del tutto imparziale ed equo nei confronti di ciascuno, così indispensabile ovunque alla pace del genere umano , così vitale per la salvezza e il benessere di ogni individuo; che è, inoltre, appreso con così tanta facilità, da tutti conosciuto e facilmente difeso da quelle associazioni volontarie che gli uomini onesti possono con prontezza e legittimità creare a tale scopo – dato quindi che è un principio siffatto, sorgono queste domande: Perché esso non predomina ovunque, o quasi ovunque? Perché, secoli fa, non è stato instaurato in tutto il mondo quale unica e sola legge a cui ogni uomo o tutti gli uomini debbano essere giustamente obbligati a sottostare? Com’è possibile che un essere umano abbia mai concepito che qualcosa di così evidentemente superfluo, falso, assurdo e crudele come la legislazione debba necessariamente esistere, possa essere di qualche aiuto al genere umano, o abbia un qualche posto nelle faccende degli uomini? La risposta è che, nel corso di tutte le epoche, ovunque gli uomini hanno progredito oltre lo stato selvaggio e hanno imparato ad accrescere i propri mezzi di sostentamento grazie alla coltivazione del suolo, un numero più o meno grande di essi si sono uniti e organizzati per rapinare, saccheggiare e assoggettare tutti coloro che avevano accumulato ricchezza di cui ci si potesse impossessare, o che avevano dimostrato, con il proprio lavoro, di poter venir costretti a contribuire al sostentamento o al piacere di coloro che li avrebbero assoggettati.
    Queste bande di saccheggiatori, poche dapprima, hanno poi aumentato il proprio potere unendosi le une alle altre, inventando armi da guerra, imponendosi la disciplina e perfezionando le proprie organizzazioni in gruppi militari, e dividendosi tra loro il bottino (inclusi i prigionieri), in modo da rispettare le proporzioni stabilite in precedenza o secondo quanto stabilito dai loro capi (sempre desiderosi di accrescere il numero dei propri seguaci).
    Il successo di queste bande di rapinatori era così facile, dato che coloro che essi saccheggiavano e assoggettavano erano relativamente indifesi, essendo sparsi per tutto il paese, completamente impegnati a ricavare, con utensili primitivi e duro lavoro, sostentamento dalla terra, senza armi per combattere tranne bastoni e pietre, senza alcuna disciplina o organizzazione militare, né mezzo alcuno per concentrare le loro forze o agire in accordo quando venivano attaccati all’improvviso.
    In tali circostanze, la sola alternativa che veniva loro lasciata per salvare la stessa vita, o la vita delle proprie famiglie, era quella di cedere non solo le messi che avevano raccolto e le terre che avevano coltivato, ma anche se stessi e persino le famiglie, come schiavi. Da quel momento in poi il loro destino era, in quanto schiavi, di coltivare per altri le terre che avevano in precedenza coltivato per sé.
    Essendo continuamente costretti a lavorare, la ricchezza lentamente aumentava, ma finiva tutta nelle mani dei loro oppressori. Questi oppressori, vivendo esclusivamente di saccheggio e del lavoro degli schiavi, impiegando tutte le proprie energie per conquistare un bottino sempre maggiore e per assoggettare altre persone indifese, aumentando di numero, perfezionando le proprie organizzazioni e moltiplicando le armi, ampliano le loro conquiste fino a che, per mantenere quello che hanno già ottenuto, diventa loro necessario agire sistematicamente e cooperare gli uni con gli altri per mantenere gli schiavi in servitù.
    Ma tutto questo lo possono fare solamente instaurando ciò che essi chiamano un governo, e creando ciò che essi chiamano leggi. Tutti i grandi governi del mondo – quelli che esistono oggi come quelli scomparsi – sono stati di questo tipo. Sono stati mere bande di rapinatori, che si sono associati al fine di saccheggiare, conquistare e assoggettare i propri simili.
    E le loro leggi, come le hanno chiamate, sono state solamente gli accordi a cui hanno ritenuto necessario prendere parte per difendere le proprie organizzazioni e agire insieme nel saccheggio e nell’asservimento del prossimo, e per assicurare a ciascuno la parte di bottino pattuita. Tutte queste leggi non sono in realtà più vincolanti di quanto lo siano gli accordi che i briganti, i banditi e i pirati ritengono necessario stabilire tra loro per una migliore realizzazione dei propri crimini e una più pacifica divisione del bottino.
    Pertanto, tutta la legislazione del mondo ha fondamentalmente avuto origine dal desiderio di una classe di persone di saccheggiare e assoggettare i propri simili, e di possederli come fossero una proprietà. Con l’andare del tempo la classe dei ladri e degli schiavisti – che si era impossessata di tutta le terra e possedeva tutti i mezzi per produrre ricchezza – giunse a scoprire che il modo più semplice di amministrare gli schiavi, e renderli redditizi, non era che ciascun proprietario avesse un determinato numero di schiavi, come aveva fatto in precedenza o come se possedesse altrettanti capi di bestiame, bensì quello di concedere loro quel poco di libertà sufficiente per far sì che si addossassero le responsabilità del loro sostentamento, e tuttavia obbligarli a vendere il proprio lavoro alla classe dei proprietari terrieri – i loro precedenti padroni – al prezzo che questi ultimi avrebbero deciso di concedere loro.
    Logicamente questi schiavi liberati, come qualcuno li ha erroneamente definiti, non possedendo terre o altre proprietà né mezzi per procurarsi un sostentamento indipendente, non avevano altra scelta – per non morire di fame – che quella di vendere il proprio lavoro ai proprietari terrieri, ottenendo in cambio solo quanto era necessario per vivere, e a volte neanche quello.
    Questi schiavi liberati, come venivano chiamati, ora erano appena meno schiavi di quanto lo fossero in precedenza. I loro mezzi di sostentamento erano forse addirittura più precari di quando ciascuno aveva un padrone interessato a mantenerlo in vita. Essi erano soggetti, a seconda del capriccio o dell’interesse del proprietario terriero, ad essere cacciati dalla casa, privati del lavoro e anche della possibilità di guadagnarsi da vivere grazie ad esso.
    Erano dunque moltissimi, spinti alla necessità di mendicare, rubare o morire di fame, e divennero, logicamente, pericolosi per i possedimenti e la quiete dei loro più recenti padroni. La conseguenza fu che i nuovi padroni ritennero necessario, per la sicurezza propria e dei propri averi, organizzarsi meglio come governo, e creare leggi per tenere in servitù questi individui pericolosi; leggi, cioè, che determinassero i prezzi a cui fossero obbligati a lavorare, e che stabilissero inoltre terribili punizioni, anche la morte, per i furti e le trasgressioni che quelli venivano spinti a commettere come unico mezzo per non morire di fame.
    Queste leggi hanno continuato ad essere in vigore per centinaia e, in alcuni paesi, per migliaia di anni, e oggigiorno sono in vigore, con maggiore o minore severità, in quasi tutti i paesi del mondo. Lo scopo e l’effetto di queste leggi sono stati quelli di conservare nelle mani della classe dei saccheggiatori e degli schiavisti il monopolio di tutte le terre e, nei limiti del possibile, di tutti gli altri mezzi per produrre ricchezza, e di mantenere in tal modo la maggioranza dei lavoratori in uno stato di povertà e di dipendenza tale da obbligarli a vendere il proprio lavoro ai propri oppressori per la paga minima che permettesse loro di sopravvivere.
    Il risultato di tutto ciò è che la poca ricchezza che esiste al mondo è tutta nelle mani di pochi, vale a dire nelle mani della classe schiavista che crea le leggi, i cui membri sono tanto schiavisti nello spirito oggi come in passato, ma che raggiungono i propri scopi grazie alle leggi che creano per tenere i lavoratori asserviti e dipendenti, invece di possedere ciascuno i propri schiavi come beni mobili.
    Quindi l’intera questione della legislazione, che ha raggiunto proporzioni gigantesche, ebbe la sua origine nelle cospirazioni che sono sempre esistite, tra la minoranza, allo scopo di tenere la maggioranza in servitù e di estorcerne il lavoro e tutti i profitti del lavoro. E i veri motivi e lo spirito che stanno alla base di tutta la legislazione – nonostante le finzioni o i travestimenti dietro i quali cercano di nascondersi – sono oggi gli stessi di sempre.
    L’intero scopo di questa legislazione è semplicemente far sì che una classe di uomini sia tenuta in sottomissione e schiavitù da un’altra. Cos’è allora la legislazione? E’ una presa di possesso, da parte di un uomo o di un gruppo di uomini, del controllo assoluto e irresponsabile su tutti gli altri uomini che essi possono sottomettere al proprio potere.
    E’ la presa di possesso di un uomo o di un gruppo di uomini del diritto di assoggettare tutti gli altri al proprio volere e al proprio servizio. E’ la presa di possesso di un uomo o di un gruppo di uomini del diritto di abolire completamente tutti i diritti di natura, tutta la naturale libertà degli altri; di rendere schiavi tutti gli altri; di imporre in modo arbitrario a tutti gli altri ciò che possono o non possono fare; ciò che possono o non possono avere; ciò che possono o non possono essere.
    E’, in breve, la presa di possesso del diritto di bandire dal mondo il principio dei diritti umani, il principio della stessa giustizia, e d’installare al suo posto il proprio volere, piacere e interesse. Tutto questo, ed esattamente questo, è implicito nell’idea stessa che possa esistere una cosa come la legislazione degli uomini che sia vincolante per coloro ai quali viene imposta.
    * Da Natural Law, or the Science of Justice, 1882, traduzione di Daniele Leoni

  2. #2
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    Predefinito Re: Tutti i grandi governi non sono che bande di rapinatori

    Quoto completamente.
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  3. #3
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    Predefinito Re: Tutti i grandi governi non sono che bande di rapinatori

    "L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
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    "O siamo un Popolo rivoluzionario o cesseremo di essere un popolo libero" - Niekisch

 

 

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