Un intervento non facile quello di Matteo Renzi stamane alla Camera dei Deputati. Il premier infatti è stato chiamato a riferire la posizione dell’Italia in vista dell’atteso consiglio straordinario dell’UE di giovedì, indetto dopo la tragedia del canale di Sicilia.
Il discorso del premier è stato anticipato dal minuto di silenzio in memoria delle vittime del naufragio, accompagnato dalla dichiarazione del presidente Laura Boldrini: “Una nuova immane tragedia per la quale esprimiamo profondo cordoglio”.
Renzi grato ai sindaci

Renzi nel suo intervento ha voluto innanzitutto sottolineare la complessità del problema: “È semplicistico dire ‘tutti a casa’ o accogliamo tutti, è semplicistico dire che la soluzione è a portata di mano. Credo, penso e spero che il Parlamento abbia la consapevolezza che si impone una strategia di respiro più”.
Il premier ha poi ringraziato coloro che si stanno occupando in prima linea del problema immigrazione, ovvero sindaci e cooperative, esprimendo: “Gratitudine alle donne e agli uomini che stanno onorando l’Italia accogliendo i superstiti e salvando vite umane in mare”
Per quanto riguarda la soluzione da adottare in concreto, il presidente del consiglio italiano ha parlato di un’azione “politica”, precisandone nel concreto l’accezione: “siamo chiamati ad un approccio politico perché è politica la scelta dell’Ue di svolgere un summit straordinario domani, con la necessità di dare una risposta che non sia solo una reazione emotiva, ma politica intesa come capacità di dare una risposta ad un problema articolato”.
Forza Italia tende la mano al Governo

Il discorso è stato accolto favorevolmente anche da alcune opposizioni come Forza Italia; Renato Brunetta aveva nei giorni scorsi auspicato che il voto di stamane sfociasse: “in un mandato il più condiviso possibile”.
Ieri dalla sua pagina di Facebook il premier aveva anticipato l’articolazione delle soluzioni che il governo italiano proporrà agli organi internazionali: “Interventi nei Paesi d’origine, distruzione dei barconi, raddoppio di Triton, ricollocazione d’emergenza condivisa tra tutti i Paesi, collaborazione con le Nazioni Unite, sforzo comune alle frontiere meridionali della Libia. Questi alcuni degli impegni concreti che il Governo italiano proverà a puntualizzare nelle ore che ci separano dal Consiglio Europeo di giovedì”.
Il piano dell’Italia, secondo fonti governative, dovrebbe quindi svolgersi su tre piani differenti:
per prima cosa interventi di polizia internazionale per colpire i mezzi e gli strumenti dei trafficanti, attraverso azioni mirate di contrasto alle organizzazioni criminali.
In secondo luogo il rafforzamento di*Triton che dovrà avere la doppia finalità di rinforzo della frontiera e di salvataggio dei barconi in caso di emergenza.
Infine la stabilizzazione della Libia, paese strategico per frenare l’emergenza.Ognuna di queste soluzioni presenta tuttavia difficoltà di attuazione: difficilmente infatti la situazione in Libia potrà stabilizzarsi in tempi rapidi; per rafforzare Triton si dovrà poi convincere la Germania della necessità di un ulteriore spesa per l’UE; infine le operazioni di polizia internazionale potrebbero portare inevitabilmente a scontri militari con i miliziani fedeli al califfato diAl Baghdadi
Consenso internazionale

L’Italia tuttavia in questo momento gode di un forte appoggio internazionale:
Barack Obama, nel suo primo intervento sulla questione, ha parlato della forte instabilità politica della Libia come possibile causa del problema e il segretario generale dell’OnuBan Ki-moon ha espresso apprezzamento per il ruolo dell’Italia e la convinzione della necessità di una “responsabilità condivisa” della comunità internazionale.


Scritto da: Riccardo Bravin
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