Il presidente della Lega dilettanti: «Calcio femminile? Basta dare soldi a queste 4 lesbiche»
Insulti omofobi di Felice Belloli, successore di Tavecchio, messi a verbale nell’assemblea del Consiglio del Dipartimento del calcio femminile. La Figc ha aperto un’inchiesta
di Federica Seneghini
«Basta! Non si può sempre parlare di dare soldi a queste quattro lesbiche». Sono le parole pronunciate dal presidente della Lega Nazionale Dilettanti, Felice Belloli, durante il Consiglio del Dipartimento Calcio Femminile del 5 marzo scorso. Contenute nel verbale pubblicato sul sito Soccer Life. Insulti che mettono nero su bianco cosa il numero uno della Lega pensi del movimento femminile. Con offese al tempo stesso testo omofobe, misogine e discriminatorie nei confronti delle donne che giocano a calcio nel nostro Paese. E sulle quali la Figc ha aperto un’inchiesta.
Il verbale portato alla Procura Federale
Secondo il sito Soccer Life, il verbale «è stato firmato dal vicepresidente vicario Antonio Cosentino, che ha la delega al Calcio Femminile». Che solo in un secondo momento, quando si è accorto delle gravità delle frasi riportate, ha deciso di consegnare personalmente il documento alla Procura Federale. Belloli è succeduto lo scorso novembre a Carlo Tavecchio, oggi presidente della Figc, a suo volta finito nella bufera per la sua frase sulle «donne handicappate nel calcio e sui calciatori extracomunitari mangiatori di banane».
«Dimostrino che l’ho detto»
Belloli si difende: «Bisogna dimostrare che ho detto certe parole. Avrei detto queste cose? Avrei, appunto... Dimostrino che ho detto così... Dicano pure quello che vogliono. Chiedono le mie dimissioni. Non so chi può chiedere le mie dimissioni. Io, in ogni caso, non ho mire politiche».
Carriere invisibili
Il calcio femminile in Italia conta oltre 12 mila atlete (di cui 3.000 militano nei campionati nazionali, e più di 8 mila nel settore giovanile). I punti fermi: carriere invisibili anche per chi milita in Nazionale, poche risorse e attenzioni mediatiche, e un tesserino che ti inquadra come dilettante per sempre, perché la Lega dei Professionisti per le donne, in Italia, non esiste.
«Queste atlete giocano senza nessuna tutela assicurativa e previdenziale Enpals, nessun contratto collettivo, né Tfr come invece hanno i professionisti», ha spiegato Katia Serra, ex centrocampista della Nazionale, responsabile donne dell’Associazione Italiana Calciatori.
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I miei più vivi complimenti, che estendo anche a tutti quelli che gli hanno permesso di ricoprire la sua carica, che evidentemente è riservata a "persone" di squisita delicatezza e sensibilità.