Dante vs William
Dilemma amletico: chi era il migliore fra Dante e Shakespeare?
Secondo l'autorevole parere di T. S. Eliot, Dante e Shakespeare si sono divisi il mondo senza lasciare posto ad un terzo.
Non la pensa così il celebre critico letterario Harold Bloom, professore emerito all'Università di Yale e grande esperto di letteratura inglese. Nel suo "Canone Occidentale", dove stila una sorta di classifica delle personalità letterarie che più hanno segnato la nostra cultura, Bloom assegna il primo posto a Shakespeare, seguito da Dante. Ecco alcune ragioni su cui si basa la convinzione di Bloom...
1. Shakespeare è più attuale e, pur essendo calato nella realtà del suo tempo la prescinde, cosicché le sue opere risultano eterne, nel senso che sollevano questioni ancora oggi attuali. Prendiamo il Macbeth: è la storia di un re e una regina avidi e disposti a tutto pur di raggiungere i propri scopi. Lo evidenzia bene Polanski nella sua trasposizione cinematografica, dove ci mostra l'ambizione senza scrupoli della coppia, che potrebbe adattarsi a qualsiasi coppia borghese dei giorni nostri.
2. La varietà tematica. Secondo T. S. Eliot, la grandezza di Dante sta nell'aver descritto anche il Paradiso poiché nell'arte, diceva Eliot, è facile immedesimarsi nell'Inferno, nelle passioni della carne, nelle contraddizioni dell’animo, più che nella bontà. Dante riuscì ad essere completo. Bloom sostiene che Shakespeare fece lo stesso: l'Amleto, per esempio, è una tragedia che contempla tutti gli stadi dell'essere: partendo da una situazione tradizionale per una tragedia dell'epoca (la vendetta di un principe per l'assassinio del padre), la storia si sviluppa toccando temi assai più ampi come il potere, l’incesto, l’amore, la follia, il sovrannaturale… Bloom sostiene che Shakespeare riesce a toccare l'oscurità e la luce fin dalla prima tragedia, il Tito Andronico - la più violenta, sanguinosa e oscura di tutte - per poi approdare alle commedie della maturità, equilibrate e luminose, come Sogno di una notte di mezza estate.
3) La tv e il cinema si ispirano continuamente a Shakespeare. Per esempio, Frank Underwood è shakespeariano fino al midollo e molti considerano House of Cards una sorta di Macbeth aggiornato. Anche Il Trono di spade attinge a piene mani dalle tragedie di Shakespeare, come il già citato Tito Andronico per la sua violenza quasi cinematografica. Infine, molte delle storie di mafia così come ce l'hanno presentata cinema e letteratura, sono spesso una rivisitazione in chiave moderna di molti temi shakespeariani.
4. Shakespeare è twitterabile, nel senso che molte sue brevi citazioni (meno di 140 caratteri) sono diventate delle vere e proprie pillole di saggezza:
"Essere o non essere, questo è il problema" (40 caratteri);
"Siamo fatti della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d’un sogno è racchiusa la nostra breve vita" (120 caratteri).
In teoria anche Dante è twitterabile: "Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai in una selva oscura" (due terzine per 66 caratteri), ma – dice Bloom – ha la sfortuna di aver scritto in una lingua che il resto del mondo legge e parla solo per passione.