E' verissimo che la guerra tra Alleati ed Imperi Centrali venne impostata, soprattutto dopo l'ingresso in guerra degli Stati Uniti d'America e i 14 punti di Wilson, come una "crociata delle democrazie" contro le potenze dell'oscurantismo reazionario. In effetti, la vittoria anglo-franco-americana non significò altro che quello. Così come è indubbio che la prima guerra mondiale costituì la prima grande guerra civile europea, che segnò una tappa decisiva nella fine del mondo eurocentrico (le tappe finali furono la seconda guerra mondiale e il processo di decolonizzazione degli anni '50 e '60), l'ingresso sullo scenario politico internazionale di una potenza extraeuropea come gli USA e la nascita dell'URSS. Però non dobbiamo commettere l'errore che fecero i più accesi interventisti di casa nostra e tanti altri capi di Stato dell'epoca: quando Benedetto XV parlò di "inutile strage" non lo fece per sminuire le rivendicazioni o le ragioni di questo o di quell'altro Stato belligerante. Il Papa si pronunciò in quei termini guardando alla Grande Guerra nel suo complesso ed in un'ottica metastorica come forma violenta di espiazione dei peccati commessi dalla modernità occidentale e risultato tragico dei suoi molteplici e plurisecolari errori. A livello storico, va ricordato che il Vaticano provò a mediare tra Italia e Austria-Ungheria. Va ricordato anche che in questa mediazione il Papa ed i suoi collaboratori suggerirono vivamente all'Austria-Ungheria di cedere Trento e Trieste all'Italia, dando implicitamente ragione al nostro paese nelle sue aspirazioni unitarie. E' significativo che, terminato il conflitto, Benedetto XV abbia detto: "E' Lutero che ha perduto la guerra".