11 giugno 2015 | micromega.net
“Laicità o barbarie”: in edicola
il nuovo numero di MicroMega


“Laicità o barbarie” è il titolo del nuovo numero di MicroMega, in edicola, libreria, ebook, iPad da giovedì 11 giugno. L'alternativa infatti – è la tesi dell'editoriale del direttore Paolo Flores d'Arcais che apre il numero – è fra una democrazia rigorosamente laica, che esclude Dio (qualunque Dio) dalla sfera pubblica, e la resa incondizionata di fronte al nuovo attacco fondamentalista. Tertium non datur.
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Nel corso della sua storia il cristianesimo ha dovuto fare i conti con movimenti di secolarizzazione che ne hanno enormemente ridotto il potere temporale e la capacità di influenzare la sfera pubblica. La separazione fra Stato e Chiesa è una conquista imprescindibile della modernità. Nel mondo arabo – un tempo molto più laico di quello occidentale, come ricorda con rammarico il grande poeta siriano Adonis – questo percorso non si è svolto e oggi l'islam si trova in contraddizione con lo spirito della democrazia.

Democrazia che rischia di soccombere sotto le minacce concentriche di vecchi e nuovi fascismi. Minacce che vengono dal fondamentalismo islamico, dalle nuove destre xenofobe, dal neoliberismo selvaggio, come teme e descrive magistralmente Hanif Kureishi. Ma l'islam è intimamente incompatibile con la democrazia, come sostiene Hamid Zanaz, oppure è possibile una versione “illuminata” della religione di Maometto, come sostiene l'ex imam di Marsiglia, Soheib Bencheikh in un dialogo ormai “storico” con il direttore di MicroMega?

La questione è di capitale importanza per le sorti della democrazia. I rischi di perdere i diritti con tanta fatica conquistati, infatti, non sono solo teorici. In molte grandi città europee già oggi la comunità musulmana ha creato delle vere società parallele, in cui a essere conculcati sono soprattutto i diritti delle donne: Seyran Ates, tedesca di origini turche, musulmana, avvocato, e lo scrittore Peter Schneider descrivono la situazione in Germania, che sta percorrendo una pericolosa china verso la rinuncia ai diritti. Diritti che ovviamente non trovano il minimo spazio nei paesi mediorientali, dove l'ateismo e l'apostasia possono avere conseguenze anche molto gravi, come racconta Brian Whitaker.

Il volume – che ospita anche i contributi di Franco Cordero, Piefranco Pellizzetti, Simona Argentieri ed Elisabetta Santori – si chiude con un lungo saggio del filosofo francese Marcel Gauchet, che argomenta la tesi secondo la quale il fondamentalismo islamico, lungi dall'essere un'anomalia del religioso, ne è la quintessenza che si rivela proprio all'apice del processo di “uscita dal religioso” che ormai interessa l'intero pianeta.

IL SOMMARIO


IL SASSO NELLO STAGNO

Paolo Flores d’Arcais - Undici tesi sulla laicità
Lo scontro di civiltà è in atto, non tra Occidente cristiano e islam, però. L’eccidio fondamentalista islamico di Wolinski e dei suoi compagni di Charlie Hebdo è la dichiarazione di guerra del Sacro contro il disincanto, della sovranità di Dio contro la sovranità dei cittadini. Una guerra che divide l’Occidente e rende palesi le tante ‘quinte colonne’ di una laicità sottomessa che si spaccia come ‘aperta’. Solo l’esilio di Dio dalla sfera pubblica, e l’autos nomos che si realizzi come democrazia libertaria e anche materialmente egualitaria, ci possono salvare.

ICEBERG - islam e democrazia
Adonis (in conversazione con Gloria Origgi) - La civiltà araba inghiottita dall’islam
La civiltà araba è destinata a scomparire. Cos’è infatti una civiltà? “Una presenza creatrice nel mondo. Ma oggi gli arabi sono solo dei consumatori. Comprano la modernità mantenendo una mentalità premoderna”. E questo a causa soprattutto dell’islam, che ha sostanzialmente fagocitato la civiltà araba, rendendola quasi indistinguibile dalla religione stessa. Uno dei più grandi poeti arabi viventi, siriano emigrato in Francia, spiega perché la civiltà araba non sarà più in grado di dare un contributo al progresso dell’umanità finché non si sarà scrollata di dosso il fardello della religione.

Hanif Kureishi (testo raccolto da Giorgio Cesarale) - Nuovi fascismi crescono
Le nostre società democratiche occidentali si trovano di fronte al rischio di varie forme di fascismo. C’è la minaccia del fascismo fondamentalista islamico, ma anche quella – non meno grave e purtroppo sottovalutata – del fascismo di destra alla Le Pen e di quello del turbocapitalismo neoliberista. La sinistra è afona di fronte a queste minacce, e l’unica risposta che ha saputo dare è un assurdo multiculturalismo comunitarista. Mentre quello di cui avremmo bisogno è un nuovo universalismo.

Hamid Zanaz - La secolarizzazione dell’islam è possibile?
La fede islamica è un’ideologia totalitaria radicalmente contraria alla libertà e all’autonomia dell’individuo. Sbagliano, di conseguenza, quei musulmani ‘modernisti’ che paventano l’instaurarsi di uno ‘Stato islamico teocratico’ nel mondo arabo: ciò che essi temono che accada, in realtà è già accaduto da un pezzo. Purtroppo, un islam secolarizzato e ‘moderato’ è una contraddizione in termini.

Seyran Ates (testo raccolto da Giorgio Fazio) - Contro il velo. La lotta di una musulmana tedesca contro l’oppressione delle donne nell’islam
Nella questione del velo islamico indossato da alcune insegnanti musulmane nelle scuole pubbliche – tema su cui si è recentemente espressa la Corte costituzionale tedesca dichiarando incostituzionale il divieto – entrano in gioco due diritti: quello dei bambini a un’educazione laica e libera e quello delle singole insegnanti all’espressione della propria identità religiosa. E non c’è dubbio che in democrazia a prevalere debba essere il primo.

Peter Schneider (testo raccolto da Cinzia Sciuto) - La sinistra multiculturale: una deriva
È semplicemente inaccettabile che una donna che vive in un paese democratico europeo non sia libera di scegliere il proprio uomo. Eppure questo – come mille altre piccole o grandi forme di oppressione delle donne – accade quotidianamente ormai sotto i nostri occhi in alcune grandi città della Francia, della Gran Bretagna e della Germania, dove le comunità musulmane sono sempre più forti e costituiscono delle vere e proprie società parallele. Ed è surreale che sia proprio la sinistra, che dovrebbe sventolare la bandiera dei diritti universali, a sostenere questo multiculturalismo.

Brian Whitaker - Vivere senza Dio in Medio Oriente
Due sono i tipi di pressione cui devono sottostare in Medio Oriente coloro che desiderino sottrarsi all’onnipresenza della religione: quella proveniente dallo Stato, le cui leggi sono quasi ovunque nel mondo arabo a dir poco dimentiche del principio di laicità, e quella che sorge dalla società, in cui larghi settori della popolazione sono fortemente ostili a qualsiasi atteggiamento anticonformista, visto come un ‘tradimento culturale’. Una panoramica di come sono trattati atei e non credenti nel mondo arabo, con alcuni casi eclatanti.

DIALOGO
Paolo Flores d’Arcais / Soheib Bencheikh - Quale islam per quale democrazia?
L’islam è ormai la seconda religione in Europa e la sua diffusione cresce a ritmo esponenziale. Il cristianesimo – nelle sue versioni cattolica e protestante – ha dovuto suo malgrado fare i conti con la modernità, accettando obtorto collo di ritirare la religione dalla sfera pubblica (anche se i tentativi di reintrodurla sono costanti). All’islam è mancato questo passaggio storico e gli attriti con i princìpi democratici vengono sempre più spesso a galla. Un dialogo pubblico ormai ‘storico’ fra il direttore di MicroMega e l’ex imam di Marsiglia, rappresentante di un islam potenzialmente compatibile con la democrazia.

LABIRINTO
Franco Cordero - Il basso impero della parola
La parola è uno strumento che può essere piegato ai fini più diversi. Poiché non esiste pensiero alogico, gli adepti di ogni Chiesa tengono discorsi finti, utilizzando sotto banco i soliti concetti dando a intendere che trascendano l’umanamente intellegibile. Insomma, un imbroglio, uno stato sublogico, dove A e non-A sono egualmente veri. Un atteggiamento allergico al pensiero critico, messo da sempre a tacere dal potere di turno. Una volta con autodafé e roghi, oggi con equivalenti moderni d’effetto più sicuro.

Pierfranco Pellizzetti - Le basi materiali della laicità
Il movimento operaio ha dato un notevole contributo alla diffusione del pensiero laico. Con l’idea che l’obiettivo delle lotte operaie dovesse essere la ‘salvezza’ in terra, veniva fortemente depotenziato l’orizzonte religioso che aspirava a una redenzione in un non meglio specificato aldilà. Recuperare quella tradizione – che coniugava spirito critico e mutualismo – è forse l’unica strada che può percorrere oggi la sinistra per ritrovarsi.

Simona Argentieri - Laicità al femminile?
Alle donne per secoli e` stato affidato il compito di tramandare non tanto la fede religiosa come costrutto teorico, quanto l’esercizio acritico della devozione. Non c’e dubbio che l’emancipazione femminile – con la libertà dalla dipendenza materiale, la sessualità separata dalla procreazione e la possibilità di avere una vita sociale al di fuori della casa e della Chiesa – ha rappresentato una forte spinta all’autonomia del pensiero delle donne. Ma in definitiva non esiste alcuna premessa intrinseca nella natura maschile o femminile rispetto alla possibilità di far uso di un pensiero laico, libero e critico.

Pierfranco Pellizzetti - Angelo Bagnasco, l’Anti-Francesco
L’esistenza di una potente ‘lobby gay’ in Vaticano è ormai attestata da diverse testimonianze. Squarciare il velo di ipocrisia che l’avvolge è pero molto complicato, visto che si tratta, stando alle parole dell’ex comandante delle Guardie svizzere, “di una rete di persone talmente legate le une alle altre da costituire una sorta di società segreta”. L’ambiente investito maggiormente dal sospetto è quello della Cei, a capo della quale – guarda caso – troviamo uno dei più accaniti difensori della famiglia tradizionale, il cardinale Angelo Bagnasco. Ritratto di un uomo di potere, oggi in forte attrito con papa Francesco.

Elisabetta Santori - Horrorismo. Videoestetica del terrore nel califfato islamico
La raccapricciante violenza del sedicente Stato Islamico è molto più vicina a noi di quanto siamo disposti ad ammettere. Se la moda dei video seriali era stata inaugurata da al-Qaida – i cui video mantenevano però una forte connotazione religiosa, una fattura molto artigianale, un’estetica arcaica – l’Is l’ha digitalizzata, relegando il religioso a elemento di supporto e collocando la propria produzione filmica – molto più professionale e accurata – direttamente nell’immaginario estetico occidentale. Perché il suo obiettivo non è solo indurre orrore ma anche attrarre lo ‘spettatore’, come nei migliori horror movies.

SAGGIO
Marcel Gauchet - Le cause del fondamentalismo islamico
Gli attentati parigini dello scorso gennaio vanno iscritti nel processo di uscita dalla religione, che per millenni ha strutturato le società umane attraverso l’alterità sacrale. Oggi il processo di uscita dalla religione si estende su scala planetaria, e in quest’ottica la follia jihadista assume un significato più chiaro, quello di un ‘trauma di ritorno’, di una contraddittoria riattivazione del religioso come ‘disperata’ risposta.





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