il sacramento della confessione

[QUINTO]

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Catechismo, art.n.1440: Il peccato è anzitutto offesa a Dio, rottura della comunione con lui. Nello stesso tempo esso attenta alla comunione con la Chiesa. Per questo motivo la conversione arreca ad un tempo il perdono di Dio e la riconciliazione con la Chiesa, ciò che il sacramento della Penitenza e della Riconciliazione esprime e realizza liturgicamente.
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Catechismo, art.n.1444: Rendendo gli Apostoli partecipi del suo proprio potere di perdonare i peccati, il Signore dà loro anche l'autorità di riconciliare i peccatori con la Chiesa. Tale dimensione ecclesiale del loro ministero trova la sua più chiara espressione nella solenne parola di Cristo a Simon Pietro: « A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli » (Mt 16,19). Questo « incarico di legare e di sciogliere, che è stato dato a Pietro, risulta essere stato pure concesso al collegio degli Apostoli, unito col suo capo (cf Mt 18,18; 28,16-20) ».
Catechismo, art.n.1445: Le parole legare e sciogliere significano: colui che voi escluderete dalla vostra comunione sarà escluso dalla comunione con Dio; colui che voi accoglierete di nuovo nella vostra comunione, Dio lo accoglierà anche nella sua. La riconciliazione con la Chiesa è inseparabile dalla riconciliazione con Dio.
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Catechismo, art.n.1448: Attraverso i cambiamenti che la disciplina e la celebrazione di questo sacramento hanno conosciuto nel corso dei secoli, si discerne la medesima struttura fondamentale. Essa comporta due elementi ugualmente essenziali: da una parte, gli atti dell'uomo che si converte sotto l'azione dello Spirito Santo: cioè la contrizione, la confessione e la soddisfazione; dall'altra parte, l'azione di Dio attraverso l'intervento della Chiesa. La Chiesa che, mediante il Vescovo e i suoi presbiteri, concede nel nome di Gesù Cristo il perdono dei peccati e stabilisce la modalità della soddisfazione, prega anche per il peccatore e fa penitenza con lui. Così il peccatore viene guarito e ristabilito nella comunione ecclesiale.
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Catechismo, art.n.1451: Tra gli atti del penitente, la contrizione occupa il primo posto. Essa è « il dolore dell'animo e la riprovazione del peccato commesso, accompagnati dal proposito di non peccare più in avvenire ».
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Catechismo, art.n.1455: La confessione dei peccati (l'accusa), anche da un punto di vista semplicemente umano, ci libera e facilita la nostra riconciliazione con gli altri. Con l'accusa, l'uomo guarda in faccia i peccati di cui si è reso colpevole; se ne assume la responsabilità e, in tal modo, si apre nuovamente a Dio e alla comunione della Chiesa al fine di rendere possibile un nuovo avvenire.
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Catechismo, art.n.1457: Secondo il precetto della Chiesa, « ogni fedele, raggiunta l'età della discrezione, è tenuto all'obbligo di confessare fedelmente i propri peccati gravi, almeno una volta nell'anno ». Colui che è consapevole di aver commesso un peccato mortale non deve ricevere la santa Comunione, anche se prova una grande contrizione, senza aver prima ricevuto l'assoluzione sacramentale, a meno che non abbia un motivo grave per comunicarsi e non gli sia possibile accedere a un confessore. I fanciulli devono accostarsi al sacramento della Penitenza prima di ricevere per la prima volta la santa Comunione.
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FONTE: Catechismo della Chiesa Cattolica - Il sacramento della Penitenza e della Riconciliazione

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(Ho riportato alcuni articoli che indicano in cosa consiste la confessione. Tuttavia per avere una idea completa suggerisco di leggere dal link riportato tutti gli articoli 1422-1498)

In estrema sintesi tutto il nostro operato sarà vagliato da Dio ma attraverso il sacramento (fatto sinceramente) della confessione e della penitenza ogni persona può gia qui sulla Terra cominciare a pagare i peccati commessi, riconcilarsi con la comunità cattolica ed anche con se stesso riconoscendo i propri peccati al sacerdote.

[Giò]

Sotto, una serie di post copiati da un altra discussione riguardanti il tema della Confessione.

Non se il comunicando per buona parte dell'opinione pubblica è un busone che ha convissuto con il proprio compagno fino alla morte di quest'ultimo.

Se la vuoi mettere da questo punto di vista, allora, non dandogli la comunione, avrebbe potuto far alzare un polverone contro la Chiesa che nega l'eucarestia sulla base di voci sulla cui veridicità non è possibile - al momento - sapere alcunché di certo al 100%.
Dalla non era un dichiarato omosessuale e nemmeno il suo supposto "compagno" o "collaboratore" che dir si voglia lo ha mai pubblicamente dichiarato. Non erano due pubblici concubini omosessuali (andare assieme alla Santa Messa non è una prova; altrimenti su basi del genere potrebbero accusare chiunque di omosessualità solo perché lo si vede in chiesa in compagnia di una presenza maschile). C'era un forte sospetto, magari anche fondato. Di più non aggiungo perché, non interessandomi molto di certo gossip, non ho mai approfondito certe questioni.
Detto questo, non biasimo il sacerdote che gli ha concesso l'eucarestia (pur ritenendolo discutibile, lo ammetto). D'altronde, se il comunicando a cui ti trovi di fronte non è una persona che confessi abitualmente non puoi sapere con certezza quali siano i suoi comportamenti.

[Ada De Santis]

Se la vuoi mettere da questo punto di vista, allora, non dandogli la comunione, avrebbe potuto far alzare un polverone contro la Chiesa che nega l'eucarestia sulla base di voci sulla cui veridicità non è possibile - al momento - sapere alcunché di certo al 100%.
Dalla non era un dichiarato omosessuale e nemmeno il suo supposto "compagno" o "collaboratore" che dir si voglia lo ha mai pubblicamente dichiarato. Non erano due pubblici concubini omosessuali (andare assieme alla Santa Messa non è una prova; altrimenti su basi del genere potrebbero accusare chiunque di omosessualità solo perché lo si vede in chiesa in compagnia di una presenza maschile). C'era un forte sospetto, magari anche fondato. Di più non aggiungo perché, non interessandomi molto di certo gossip, non ho mai approfondito certe questioni.
Detto questo, non biasimo il sacerdote che gli ha concesso l'eucarestia (pur ritenendolo discutibile, lo ammetto). D'altronde, se il comunicando a cui ti trovi di fronte non è una persona che confessi abitualmente non puoi sapere con certezza quali siano i suoi comportamenti.

Giò , se non sbaglio , la confessione prevede, di dire questa frase ( Padre ho peccato, in opere, pensieri ed azioni) Il sacerdote ti deve assolvere.

[Giò]

Giò , se non sbaglio , la confessione prevede, di dire questa frase ( Padre ho peccato, in opere, pensieri ed azioni) Il sacerdote ti deve assolvere.

Il sacerdote ha il dovere di assolvere il fedele solo se il peccatore esprime chiaramente il proprio pentimento e il proposito di non ripetere i peccati commessi. In caso contrario non solo ha il diritto ma addirittura il dovere di negare l'assoluzione.

[Ada De Santis]

Il sacerdote ha il dovere di assolvere il fedele solo se il peccatore esprime chiaramente il proprio pentimento e il proposito di non ripetere i peccati commessi. In caso contrario non solo ha il diritto ma addirittura il dovere di negare l'assoluzione.

Si Giò , questo è logico il peccatore si deve pentire, ma io mi rifacevo a quello che hai scritto tu , non è detto che il prete sapesse tutto, ecco perchè ho scritto una formula, in uso , poi è ovvio che il peccatore si deve pentire per avere l'assoluzione, ma non è detto che devi raccontare i tuoi peccati.

[Giò]

Si Giò , questo è logico il peccatore si deve pentire, ma io mi rifacevo a quelo che hai scritto tu , non è detto che il prete sapesse tutto, ecco perchè ho scritto una formula, in uso , poi certo ti devi pentire, m nonè detto che devi raccontare i tuoi peccati.

E' un dovere del peccatore evitare omissioni volontarie dei propri peccati, cioé col retropensiero di voler nascondere qualcosa. Chiaramente non pecchi se ti dimentichi per sbaglio di confessare un peccato.

[Yeratel]

Si Giò , questo è logico il peccatore si deve pentire, ma io mi rifacevo a quelo che hai scritto tu , non è detto che il prete sapesse tutto, ecco perchè ho scritto una formula, in uso , poi certo ti devi pentire, m nonè detto che devi raccontare i tuoi peccati.

Ma cosa stai dicendo?? Se il sacerdote che ti confessa e non conosce la gravità dei tuoi peccati come pensi riesca a definire la penitenza?

[Ada De Santis]

E' un dovere del peccatore evitare omissioni volontarie dei propri peccati, cioé col retropensiero di voler nascondere qualcosa. Chiaramente non pecchi se ti dimentichi per sbaglio di confessare un peccato.

Si Giò , forse non mi sono espressa bene, però nel dire ( Padre ho peccato, in opere ,pensieri ed azioni, ) non ometti niente.

[Yeratel]

E' un dovere del peccatore evitare omissioni volontarie dei propri peccati, cioé col retropensiero di voler nascondere qualcosa. Chiaramente non pecchi se ti dimentichi per sbaglio di confessare un peccato.

Di solito se ti dimentichi di elencare un peccato è perchè non lo consideri degno di essere confessato, e quindi neppure senti il vero desiderio di pentirtene.

[Giò]

Si Giò , forse non mi sono espressa bene, però nel dire ( Padre ho peccato, in opere ,pensieri ed azioni, ) non ometti niente.

E' troppo generico, infatti la confessione non si ferma lì, ma è una frase di rito che funge da premessa per segnalare al confessore la propria ammissione di colpa.