Quando Di Pietro scriveva libri criticando le intercettazioni

[Razionalista]

La coerenza, alla luce dei fatti, è quella che manca a Di Pietro.

:0007022:

[bator]

La coerenza, alla luce dei fatti, è quella che manca a Di Pietro.

sei duro... Di Pietro dice cheva non devono trapelare conversazioni su argomenti privati, ininfluenti sulle indagini... e questo lo dice anche ora.

[gozer]

Sì ma Di Pirtro è molto critico, almeno nelle righe che ha scritto allora, piantiamola coi sofismi.

Riporto quello che ho scritto in un altro post al riguardo:

Difatti la proposta che viene fatta è che magistrati e avvocati degli imputati si ritrovino davanti al giudice per decidere insieme cosa è pertinente e cosa non lo è. Con la normativa attuale il magistrato è praticamente costretto a rendere pubbliche tutte le intercettazioni per il principio che se ne secreta una parte rischierebbe di secretare anche informazioni che la difesa potrebbe ritenere utili all'imputato. Se ad esempio secreta il dialogo con una mignotta con la motivazione che l'imputato non è andato all'appuntamento e quindi va tolta per difenderela privacy, la difesa potrebbe contestare che è stata sottratta una prova del fatto che il difeso si trovava altrove.

Nessuno e ripeto nessuno dice che tutte le intercettazioni devono essere rese pubbliche. E tutti si rendono conto del fatto che la telefonata in cui un imputato manifesta ad esempio la sua omosessualità non dovrebbe essere pubblicata se non pertinente alle indagini. Il problema è quando invece di accettare proposte tipo quelle scritte appena sopra, si mette in discussione libertà di stampa e gli strumenti di indagine, usando la privacy come pretesto per continuare a fare i propri porci comodi.

[maeda]

Quando Di Pietro scriveva libri criticando le intercettazioni

di Marco De Palma
18 Giugno 2010

Quando Di Pietro scriveva libri criticando le intercettazioni | l'Occidentale

Oggi il parlamentare Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori, fa fuoco e fiamme arringando le folle contro il ddl sulle intercettazioni già approvato dalla maggioranza in Senato e in attesa del voto alla Camera e della firma del Presidente della Repubblica. Attentato alla democrazia, oltraggio alla libertà di parola, minaccia alle indagini della magistratura. Ma sentite cosa scriveva Di Pietro nel 1996, qualche anno dopo aver lasciato la toga, in un volume per le scuole superiori pubblicato dalle edizioni Larus, Educazione civica con elementi di diritto ed economia.

“In questo clima di asfissiante ricerca dello scoop, della notizia clamorosa da sbattere in prima pagina, ogni indiscrezione, vera o presunta, circa le attività dei magistrati è da anni strumento di lotta politica, di esaltazione o di affossamento di singoli o partiti. Per questa ragione le intercettazioni telefoniche riguardanti numerosi cittadini italiani, che per una ragione o per l’altra erano considerati personaggi di attualità, sono state a più riprese utlizzate dalla stampa e consegnate agli occhi di tutti con lo scopo immediato di 'informare' ma anche con un intento, spesso non celato, di delegittimare i propri avversari".

E ancora: "In questo modo milioni di persone hanno potuto conoscere le conversazioni private di privati cittadini che nulla avevano a che vedere con le indagini in corso e che comunque si prestano ad equivoci o interpretazioni dettate dalla evidente differenza che seiste tra scritto e parlato, specie telefonico. Ma il problema di cui ci occupiamo ci pare sia solo una conseguenza di un’altra questione Quando ben più grave. A quale scopo le conversazioni telefoniche intercettate devono diventare di pubblico dominio, tutte indistintamente? E’ giusta una legislazione che consente a chiunque di accedere a notizie circa la vita privata del cittadino? Infatti, se la costituzione prevede, in determinati casi, che sia violata la libertà e la segretezza delle comunicazioni, è anche vero che coincede questa facoltà solo a pubblici funzionari per fini d’indagine, non certo poer mettere in piazza i discorsi privati dei cittadini. Le recenti notizie sui telefonini clonati, sulle valanghe di intercettazioni e sull’uso di microspie rendono sempre più necessario un intervento legislativo che riveda con serietà tutta questa delicata materia”. (pp. 297-298)

Chissà se Di Pietro sottoscriverebbe queste parole anche oggi.

Insomma abbiamo scoperto che il Di Pietro di oggi, se incontrasse quello del passato, lo definiribbe: "mafioso e piduista, difensore dei criminali" e tante altre amenità del genere.

Ridateci il vero Di Pietro!

[Arikel]

Ma quando mai Di Pietro è stato coerente?
Bah.

[maeda]

Ma quando mai Di Pietro è stato coerente?
Bah.

Ieri palamara alla radio: "i casi si contano sulle punte di una dita".

Evidentemente in magistratura senza certe "eccentricità" non li prendono...

[gozer]

Ieri palamara alla radio: "i casi si contano sulle punte di una dita".

Evidentemente in magistratura senza certe "eccentricità" non li prendono...

Ha ragione. Te l'abbiamo già spiegato in tutte le salse. Quelle che vengono pubblicate sono intercettazioni ormai pubbliche. Quelle pubblicate ancora coperte da segreto sono appunto poche.

[Leghista]

Ha ragione. Te l'abbiamo già spiegato in tutte le salse. Quelle che vengono pubblicate sono intercettazioni ormai pubbliche. Quelle pubblicate ancora coperte da segreto sono appunto poche.

E come mai sono pubbliche? Se sono pubbliche qualcuno le deve aver pubblicate no?

[Ochtopus]

MA io 'sti legaioli non li capisco.

Stanno qui a bofonchiare su un Di Pietro che se gli va bene piglia il 6-8% facciamo anche 10% e non fanno una piega quando il loro capo tribù prima da del mafioso al nano e poi ci fa un governo.

[diogene]

Infatti la pubblicazione di materiale coperto di segreto istruttorio è proibita. DI Pietro ha ragione. Questa legge impedisce proprio alla polizia di intercettare i delinquenti, e non si limita a rendere più dure le sanzioni per la stampa che le pubblica. Capite la differenza?
quindi sto giochetto non serve.