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    Lightbulb SOLENNITÀ - Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo

    1 luglio 2015: Preziosissimo Sangue di NSGC…

    Oggi è il primo luglio e questo mese è dedicato al Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo, devozione che affonda le sue radici in epoca antica poiché risale ai primordi del Cristianesimo; fu Papa Pio X che fissò definitivamente la data ufficiale della celebrazione nel giorno del 1º luglio, ma dal 1970, a causa della riforma del calendario liturgico dopo il concilio vaticano II, non è più celebrata da sola ma assieme al Corpus Domini: apro quindi questa discussione sul Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo e vi riporto varie fonti che approfondiscono i motivi di questa festa devozionale e spiegano in dettaglio le sue origini…







    IL PREZIOSISSIMO SANGUE
    LUGLIO: Mese dedicato al Preziosissimo Sangue di Gesù
    “MESE di LUGLIO dedicato al PREZIOSISSIMO SANGUE di N. SIGNORE GESU' CRISTO.”
    LITANIE DEL PREZIOSISSIMO SANGUE DI GESU?

    Le origini della devozione al Preziosissimo Sangue | CR ? Agenzia di informazione settimanale
    “Le origini della devozione al Preziosissimo Sangue
    (di Veronica Rasponi) Il mese di luglio è tradizionalmente dedicato al Preziosissimo Sangue, una devozione che risale ai primi secoli del Cristianesimo e che il Beato Pio IX, sotto la spinta di san Gaspare del Bufalo (1786-1837), estese nel 1849 a tutto il mondo cattolico. Non tutti conoscono però le origini di questa devozione nei tempi moderni.
    Fra la riva sinistra del Tevere e le pendici del Campidoglio si estendeva all’inizio dell’Ottocento un vasto quartiere, dove sorgevano molte antiche chiese, attorno a una piazza conosciuta come piazza Montanara. Di questo angolo di Roma, scomparso dopo la creazione della Via del Mare (oggi via Luigi Petroselli), rimane la Chiesa di San Nicola in Carcere, così detta perché si pensa che i suoi sotterranei costituissero una continuazione del carcere Tullianum capitolino.
    In questa antica Basilica, dedicata a san Nicola di Mira, si conservò sempre con particolare devozione una reliquia del Preziosissimo Sangue. Stando alla tradizione un membro dell’aristocratica famiglia romana dei Savelli, trovandosi presente alla morte del Salvatore, ebbe la veste spruzzata da alcune stille del suo Preziosissimo Sangue. Convertitosi al Cristianesimo, staccò dall’abito la parte ancora rossa di Sangue e tornato Roma la conservò nella sua nobile dimora, chiusa in un reliquiario di ebano e cristallo, dove restò gelosamente custodita per 1700 anni, fino a quando il principe Giulio Savelli (1626-1712), ultimo della sua casa, l’offrì in dono alla Chiesa di San Nicola in Carcere, adiacente al suo palazzo (oggi Teatro di Marcello).
    La reliquia fu chiusa in una cassetta d’argento e deposta in venerazione all’altare del Santissimo Crocifisso, lo stesso che aveva un giorno parlato a santa Brigida. In occasione del primo centenario del dono, l’8 dicembre 1808, il canonico Francesco Albertini (1770-1819), rettore della Chiesa, fondò, con un gruppo di devoti della reliquia una Pia Associazione in onore del Preziosissimo Sangue e ne assegnò la predicazione al neo sacerdote Gaspare del Bufalo (Roma 1786-Roma 1837), da lui diretto spiritualmente. Intanto, nella notte dal 5 al 6 luglio 1809, Pio VII fu fatto prigioniero e deportato. Gaspare del Bufalo e Francesco Albertini rifiutarono il giuramento di fedeltà a Napoleone e vennero condannati all’esilio e poi al carcere.
    Dopo la caduta di Napoleone, l’Albertini venne nominato vescovo di Terracina, Sezze e Priverno, mentre Gaspare del Bufalo ricevette dal papa Pio VII l’ordine di dedicarsi alle missioni popolari, per debellare lo spirito di empietà e di irreligione del tempo. Il canonico Albertini, è considerato il “Padre Segreto” di tutto il movimento devozionale ottocentesco verso il Sangue di Cristo, colui che plasmò san Gaspare del Bufalo e lo indirizzò alla fondazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue, a cui si ispirò santa Maria De Mattias (1805-1866), fondando le Adoratrici del Sangue di Cristo.
    Quando, nel 1849, Pio IX fu costretto a lasciare Roma occupata dai rivoluzionari per rifugiarsi a Gaeta, ebbe un incontro con il venerabile don Giovanni Merlini, successore di san Gaspare del Bufalo e stimatissimo dal Pontefice per la sua santità e saggezza. Al Papa, che gli chiedeva quando sarebbero passati quei terribili momenti per la Chiesa, il santo missionario, rispose che se Pio IX avesse introdotto la Festa del Preziosissimo Sangue, sarebbe tornato a Roma liberata. Dopo averci riflettuto, il 30 giugno il Papa comunicò al Merlini che accettava il suo consiglio. La domenica del 1 luglio di quell’anno i rivoluzionari furono costretti a lasciare Roma e il Papa, con decreto del 10 agosto 1849, estese la festa del Preziosissimo Sangue a tuta la Chiesa, da celebrarsi con rito doppio di seconda classe nella prima domenica di luglio. Pio X la fissò definitivamente al 1 luglio e Pio XI, a ricordo del XIX centenario della redenzione, nell’aprile del 1934, la elevò a rito doppio di prima classe.
    Paolo VI, in seguito alla riforma liturgica postconciciliare abbinò la Festa del Preziosissimo Sangue a quella del Corpus Domini, ma la sua decisione provocò un vivo malcontento tra i devoti dell’una e dell’altra devozione. Ricevendo i Missionari del Preziosissimo sangue, il Papa comunicò loro che potevano ugualmente celebrare la Festa nel 1 luglio, con liturgia di solennità.
    La Pia associazione del Preziosissimo Sangue fondata da mons. Albertini, eretta ad Arciconfraternita dal papa Pio VII nel 1815, si trasferì poi presso la chiesa di san Giuseppe a Capo le Case, dove, dietro l’Altare, ancora si conserva il reliquiario di San Nicola in Carcere.
    Il Sangue di Cristo, a cui si deve la nostra redenzione, dà alla vita di ogni cristiano un carattere sacrificale, come partecipazione all’immolazione che Cristo fece di Sé sul Calvario. Esso è intimamente legato al Santo sacrificio della Messa che è il rinnovamento incruento del Sacrificio della Croce. Non è forse privo di significato il fatto che la basilica di San Nicola in Carcere e la chiesa di san Giuseppe a Capo le Case, così intimamente legate alla reliquia del Sangue di Cristo, hanno oggi il privilegio di essere tra le poche chiese di Roma, dove si celebra con regolarità la Santa Messa secondo il Rito romano antico. (Veronica Rasponi)”

    Origine della Festa del Preziosissimo Sangue
    “La festa dedicata al Preziosissimo Sangue affonda le sue radici in una celebrazione annuale legata a una reliquia custodita nella chiesa di San Nicola in Carcere a Roma che, secondo la tradizione, era un lembo del mantello del Centurione che trafisse Cristo con la lancia per verificarne la morte. Quel lembo sarebbe stato ritagliato perché bagnato da "sangue e acqua" - Gv 19, 34 - usciti dal costato di Gesù. I principi Savelli di Roma nel 1708 donarono alla chiesa di San Nicola la preziosa reliquia, dove ogni anno, nella prima domenica di giugno, si iniziò a celebrare la festa del Preziosissimo Sangue.
    Nel 1808, ricorrendo il primo centenario della donazione, il Canonico Francesco Albertini fondò una Pia Associazione in onore del Preziosissimo Sangue. Don Gaspare del Bufalo da prese ispirazione per fondare nel 1815, la Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue.
    La giovane Maria De Mattias, durante la Missione che don Gaspare tenne a Vallecorsa (FR) nel 1822, maturò l'idea di dar vita ad una Congregazione di suore che poi fondò nel 1834, sotto il titolo di Adoratrici del Preziosissimo Sangue.
    Nel 1849 Pio IX, in esilio a Gaeta, ebbe la visita di don Giovanni Merlini, Missionario del Preziosissimo Sangue, che gli predisse la fine dell'esilio qualora avesse esteso la festa a tutta la Chiesa. Il Papa rispose: «Non faccio voto, ma promessa» e così accadde. Pio IX, memore della promessa, con il decreto "Redempti sumus" (10 agosto 1849), estese alla Chiesa universale la festa del Preziosissimo Sangue, che il papa Pio X, nel 1914, fissò al 1° luglio.
    Pio XI, a memoria del Giubileo della Redenzione, il 15 aprile 1934 la innalzò al grado di Solennità. Paolo VI, con la riforma del Calendario, la unì alla festa del "Corpus Domini" che da allora si celebra in tutta la Chiesa come "Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo". Le Congregazioni legate alla spiritualità del Sangue di Cristo, celebrano ancora la Festa il 1° luglio con il grado di Solennità.”


    Preghiere al Preziosissimo Sangue
    Innamorati di Maria - Dedicazione
    Litanie al Preziosissimo Sangue.


    Radio Spada - Tagliente ma puntuale
    https://www.facebook.com/rrradiospad...602194036115:0
    “1° LUGLIO 2015: PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNOR GESÙ CRISTO
    Scopo della festa.

    La Chiesa ha già rivelato ai figli della nuova Alleanza il valore del Sangue dal quale furono riscattati, la sua virtù nutritiva e gli onori dell'adorazione che esso merita. Il Venerdì Santo, la terra e i cieli videro tutti i peccati immersi nel fiume della salvezza le cui eterne dighe si erano infine rotte, sotto la pressione associata della violenza degli uomini e dell'amore del Cuore divino. La festa del Santissimo Sacramento ci ha visti prostrati davanti agli altari in cui si perpetua l'immolazione del Calvario e l'effusione del Sangue prezioso divenuto la bevanda degli umili e l'oggetto degli omaggi dei potenti di questo mondo. Oggi tuttavia la Chiesa invita nuovamente i cristiani a celebrare i flutti che si effondono, dalla sacra sorgente: che altro significa ciò, se non che, le solennità precedenti non ne hanno certamente esaurito il mistero? La pace ottenuta da quel Sangue: lo scorrere delle sue onde che riportano dagli abissi i figli di Adamo purificati; la sacra mensa imbandita per essi, e quel calice di cui esso costituisce l'inebriante liquore: tutti questi preparativi sarebbero senza scopo, tutte queste meraviglie resterebbero incomprese se l'uomo non vi scorgesse le proposte d'un amore le cui esigenze non vogliono essere sorpassate dalle esigenze di nessun altro amore. Il Sangue di Gesù dev'essere per noi in quest'ora il Sangue del Testamento, il pegno dell'alleanza che Dio ci propone (Es 24,8; Ebr 9,20), la dote costituita dall'eterna Sapienza che invita gli uomini a quella divina unione di cui lo Spirito di santità procura senza fine il compimento nelle nostre anime.
    Virtù del Sangue di Gesù.
    "Avendo dunque, o fratelli - ci dice l'Apostolo - in virtù del sangue di Cristo, la fiducia di entrar nel Santo dei Santi, per la via nuova e vivente che egli inaugura per noi attraverso il velo, cioè attraverso la sua carne, accostiamoci con cuore sincero, colla pienezza della fede, purificato il cuore dalla cattiva coscienza, col corpo lavato dall'acqua pura. Conserviamo senza vacillare la professione della nostra speranza (essendo fedele chi ha promesso) e vigiliamoci a vicenda, per stimolarci alla carità e alle opere buone (Ebr 10,19-24). E il Dio della pace, il quale ha ritolto alla morte nostro Signor Gesù Cristo, vi renda capaci d'ogni bene, in modo che voi facciate la sua volontà, mentre egli opera in voi ciò che gli è grato per Gesù Cristo, a cui sia gloria nei secoli dei secoli" (ivi 13,20-21).
    Storia della festa.
    Non dobbiamo omettere di ricordare qui che questa festa è il memoriale di una fra le più splendide vittorie della Chiesa. Pio IX era stato scacciato da Roma, nel 1848, dalla Rivoluzione trionfante; in quegli stessi giorni, l'anno seguente, egli vedeva ristabilito il suo potere. Il 28, 29 e 30 giugno, sotto l'egida degli Apostoli, la figlia primogenita della Chiesa, fedele al suo glorioso passato, cacciava i nemici dalle mura della Città eterna; il 2 luglio, festa di Maria, terminava la conquista. Subito un duplice decreto notificava alla città e al mondo la gratitudine del Pontefice e il modo in cui egli intendeva perpetuare mediante la sacra Liturgia il ricordo di quegli eventi. Il 10 agosto, da Gaeta, luogo del suo rifugio durante la burrasca, Pio IX, prima di tornare a riprendere il governo dei suoi Stati, si rivolgeva al Capo invisibile della Chiesa e gliela affidava con l'istituzione dell'odierna festa, ricordandogli che, per quella Chiesa egli aveva versato tutto il suo Sangue. Poco dopo, rientrato nella capitale, si rivolgeva a Maria, come avevano fatto in altre circostanze san Pio V e Pio VII; il Vicario dell'Uomo-Dio attribuiva a colei che è l'Aiuto dei cristiani l'onore della vittoria riportata nel giorno della sua gloriosa Visitazione, e stabiliva che la festa del 2 luglio fosse elevata dal rito doppio maggiore a quello di seconda classe per tutte le Chiese: preludio alla definizione del dogma dell'Immacolata Concezione, che l'immortale Pontefice fin d'allora aveva in mente, e che doveva schiacciare ancor più il capo del serpente.
    Poi, nel corso del Giubileo indetto nel 1933 per commemorare il XIX centenario della Redenzione, Papa Pio XI, onde imprimere maggiormente nell'animo dei fedeli il ricordo e la venerazione del Sangue del Divino Agnello e per invocarne sulle anime nostre frutti più abbondanti, elevò la festa del Preziosissimo Sangue al rito doppio di prima classe.
    MESSA
    EPISTOLA (Ebr 9,11-15). - Fratelli: Cristo, venuto come pontefice dei beni futuri, attraversando un tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto da mano d'uomo, cioè non di questa creazione, non col sangue dei capri e dei vitelli, ma col proprio sangue entrò una volta per sempre nel Santuario, dopo avere ottenuta la redenzione eterna. Or se il sangue dei capri e dei tori e la cenere di vacca, aspergendo gl'immondi, li santifica quanto alla purità della carne, quanto più il sangue di Cristo, che per lo Spirito Santo ha offerto se stesso immacolato a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte per servire a Dio vivo? E per questo egli è mediatore d'una nuova alleanza, affinché interposta la sua morte per redimere le prevaricazioni avvenute sotto la prima alleanza, i chiamati ricevan la promessa di eterna eredità in Gesù Cristo nostro Signore.
    Il sangue del Pontefice.
    È legge stabilita da Dio fin dal principio che non vi può essere remissione dei peccati né piena redenzione senza un sacrificio di espiazione e di riparazione, e che tale sacrificio esige l'effusione del sangue. Nell'antica Alleanza, il sangue richiesto era solo quello degli animali immolati davanti al tabernacolo del Tempio. Se esso bastava a dare una purezza esteriore, era però impotente a santificare le anime e a far entrare nel tabernacolo celeste.
    Ma nel giorno stabilito dalla divina Sapienza, è venuto Cristo, nostro vero ed unico Pontefice, che ha versato come sacrificio il suo preziosissimo Sangue. Con esso ci ha purificati. Ed è in virtù di quel sangue versato che egli entra e fa entrare nel santuario del cielo. Da quel momento "la sua espiazione e la nostra redenzione sono cosa acquisita definitivamente per l'eternità. Il suo sangue, veicolo della sua vita, purifica non soltanto il nostro corpo, ma la nostra stessa anima, il centro della nostra vita; distrugge in noi le opere di peccato, espia, riconcilia, sigilla e consacra la nuova alleanza e, una volta purificati, una volta riconciliati, ci fa adorare e servire Dio mediante un culto degno di lui".
    Il servizio del Dio vivo.
    "Infatti, il fine della vita è quello di adorare Dio. La stessa purezza della coscienza e la santità hanno come ultimo disegno e come termine il culto che rendiamo a Dio. Non si è belli per essere belli, non si è puri per essere puri e non andare oltre. Qualunque bellezza soprannaturale è ordinata in definitiva all'adorazione. È appunto quanto vuole il Padre celeste, degli adoratori in spirito e verità: e la nostra adorazione cresce davanti a Dio insieme con la nostra bellezza e la nostra dignità soprannaturale. Così, il termine della nostra vita soprannaturale non siamo noi, bensì Dio. È Dio che in ultima analisi raccoglie il beneficio di quanto noi diventiamo gradualmente mediante la sua grazia e sotto la sua mano. Dio, in noi, opera per noi. Tutta la nostra vita, quella dell'eternità e quella del tempo, è liturgica e ordinata a Dio" [1].
    VANGELO (Gv 19,30-35). - In quel tempo: Quand'ebbe preso l'aceto, Gesù disse: È compiuto. E, chinato il capo, rese lo spirito. Ma i Giudei, affinché non restassero in croce i corpi nel sabato (ché era Parasceve ed era solenne quel sabato) chiesero a Pilato che fossero ad essi rotte le gambe e fossero tolti via. Andaron quindi i soldati e ruppero le gambe al primo e all'altro che eran con lui crocifissi; ma quando furono a Gesù, come videro che era già morto, non gli ruppero le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli aprì il costato; e subito ne uscì sangue ed acqua. E chi vide lo ha attestato; e la sua testimonianza è vera.
    Il Sangue del Cuore di Gesù.
    Nel Venerdì Santo abbiamo inteso per la prima volta questo passo del discepolo prediletto. Dolente ai piedi della Croce su cui era appena spirato il Signore, la Chiesa non aveva allora abbastanza lamenti e lacrime. Oggi trasalisce di altri sentimenti, e lo stesso racconto che le cagionava il pianto la fa esplodere, nelle sue Antifone, in gioia e in canti di trionfo. Se vogliamo conoscerne la ragione, chiediamola agli interpreti autorizzati che essa stessa ha voluto incaricare di mostrarci il suo pensiero in questo giorno. Essi ci insegneranno che la nuova Eva celebra oggi la sua nascita dal costato dello sposo immerso nel sonno (Sant'Agostino, Trattato 30 su san Giovanni); che a partire dal momento solenne in cui il nuovo Adamo permette al soldato di aprirgli il Cuore, noi siamo veramente diventati l'osso delle sue ossa e la carne della sua carne (Discorso del II Notturno). Non stupiamo dunque se d'allora in poi la Chiesa non vede più altro che amore e vita in quel Sangue che si effonde.
    E tu, o anima, così a lungo ribelle ai tocchi segreti delle grazie di elezione, non desolarti; non dire: "L'amore non è più per me"! Per quanto lontano abbia potuto portarti l'antico nemico con i suoi funesti inganni, non è forse vero che non vi è traviamento, non vi è abisso, si può dire, in cui non ti abbiano seguita i rivi scaturiti dalla sacra sorgente? Credi dunque che il lungo percorso che hai voluto imporre al loro misericordioso inseguimento ne abbia esaurita la virtù? Fanne la prova. E innanzitutto, bagnati in quelle onde purificatrici; quindi, abbevera a lunghi sorsi al fiume di vita quella povera anima affaticata; e infine, armandoti di fede, risali il corso del fiume divino: poiché se è certo che per giungere fino a te non si è separato dal suo punto di partenza, è ugualmente certo che, così facendo, ritroverai la sorgente stessa.
    [1] Dom Delatte, Epîtres de saint Paul, II, 388.
    da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 813-817.”


    Luca, Sursum Corda!

    Christus vincit! Christus regnat! Christus imperat! Christus heri, hodie et semper!
    Ultima modifica di emv; 02-06-20 alle 16:59 Motivo: Rititolazione a scopo classificazione argomenti
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

  2. #2
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    Predefinito Re: Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo

    Grazie Luca
    Volevo dare io la notizia di San Giuseppe visto che è la mia 'parrocchia'. Molto bello quanto hai riportato.
    Grazie di cuore
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  3. #3
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    Thumbs up Re: Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo

    Su “Maggio Mese Mariano” v. questa mia precedente discussione aperta qui:

    Maggio Mese Mariano…Iniziato da Holuxar‎, 01-05-15
    Maggio Mese Mariano…



    Sul “Corpus Domini” e sul "Sacro Cuore di Gesù" v. questa precedente discussione aperta da Miles qui:


    Corpus Domini Iniziato da Miles‎, 07-06-15
    https://forum.termometropolitico.it/...us-domini.html

    “Dal vangelo secondo Giovanni
    In quel tempo, Gesù disse alla folla:
    «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
    Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
    Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
    Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».”










    P.S. 1) Prego Parsifal Corda, aggiungi anche altri documenti se vuoi e puoi…
    Oggi primo luglio festa del Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo è anche il compleanno di mio cugino Andrea che compie 42 anni; auguri a lui, anche se dato che è sposato ed abitiamo lontani è da tanto tempo che ci vediamo e parliamo assai raramente ormai, mi ricordo che fin da bambino gli volevo bene e spero che la sua vita ed il suo umore migliorino in tutta onestà!
    Malgrado sia probabilmente una sorta di catto-progressista neo-modernista e pure un po’ laicista (pare che la moglie già quando erano fidanzati l’avesse convinto a tornare a messa, però non abbiamo mai discusso molto di religione né di argomenti affini, più che altro di cartoni animati, musica e sport quando ero adolescente e post-adolescente, quindi non so come la pensi adesso di preciso, del resto anche io da allora ho cambiato diverse posizioni) avendomi parecchi anni fa regalato a sorpresa e non so perché il libro “Chi è il mio prossimo” dell’ex-leader militante di “Lotta Continua” e giornalista di “La Repubblica” Adriano Sofri (sic, devo ancora leggerlo, l’ho solo sfogliato…me l’avrà donato sapendo che ero un sostenitore del radicalismo di destra razzista e sperava di moderarmi…Comunque in fin dei conti sono riuscito a moderarmi, pur restando un convinto identitario bianco europeo e questo non lo rinnego, grazie alla mia conversione al cattolicesimo!), comunque dato che sta vivendo un periodo difficile e soffre di periodi di depressione a causa di vari motivi spero che tutto possa risolversi per il meglio!
    Quando lo rivedrò magari gli parlerò della mia recente conversione - per quanto faticosa, tortuosa ed un bel po’ problematica sia stata la strada che mi ha condotto a ciò considerando la mia mentalità ‘misantropica’ con annessa indole personale - e cercherò di portarlo sul cattolicesimo più tradizionale!
    Comunque a me quest'estate, come ho già scritto rivolgendomi a Miles, toccherà proprio trovare il momento propizio per comunicare ad altri miei amici e conoscenti - alcuni probabilmente penseranno ad uno scherzo o che sono uscito fuori di testa e non la prenderanno bene, per loro sarà una sorpresa, anche se magari non mi criticheranno mi guarderanno come un allucinato od affine - che mi sono avvicinato alla tradizione cattolica...

    P.S. 2) V. pure l'altra mia nuova discussione aperta sempre il primo luglio su "David Duke, la Confederazione Sudista di Jefferson Davis e Papa Pio IX" della quale riporto anche qui alcuni stralci più significativi:

    David Duke, la Confederazione Sudista di Jefferson Davis e Papa Pio IX...
    https://forum.termometropolitico.it/674279-david-duke-la-confederazione-sudista-di-jefferson-davis-e-papa-pio-ix.html
    Oggi primo luglio - festa del Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo (v. mia discussione aperta sempre oggi 1 luglio ed intitolata proprio: Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo) - è anche il compleanno del coraggioso politico identitario euro-americano della Louisiana David Duke che compie 65 anni, a lui forza ed onore! (...)
    David Duke, la Confederazione Sudista, Jefferson Davis e Papa Pio IX è il titolo che ho scelto per questa discussione, motivato dal fatto che tra i Leaders Confederati e la Santa Chiesa Cattolica rappresentata dalla figura esemplare dell’ultimo Papa-Re ci furono alcuni documentati rapporti di stima reciproca e collaborazione a distanza; vorrei mettere in luce come tuttora in quanto cattolici dovremmo essere a fianco idealmente dei pur minoritari resistenti dell’Altra America, lontani eredi degli uomini allora militarmente aggrediti e sconfitti ma interiormente indomabili, incarnata proprio da David Duke.
    Jefferson Davis frequentò la Scuola cattolica San Tommaso d’Aquino al Saint Rose Priory di Springfield in Kentucky, dell’Ordine dei Domenicani, ed anche se poi non riuscì probabilmente a metterlo in pratica espresse fin da giovane il desiderio di convertirsi al cattolicesimo.

    Conosceva il latino grazie ai suoi studi classici e alla sua frequentazione di istituti cattolici; tra lui ed il Papa durante la guerra civile americana ci fu un rapporto epistolare ben documentato ed addirittura dopo la sua cattura da parte degli yankees vincitori che lo rinchiusero in carcere ricevette in dono da Pio IX una sua effige, un rosario ed una corona di fiori accompagnate da una citazione del Vangelo di Matteo, 11, 28: Venite ad me omnes qui laboratis, et ego reficiam vos, dicit Dominus (“Venite a me, voi tutti che siete affaticati e stanchi, e io vi darò sollievo, dice il Signore”) come attestato di solidarietà e consolazione…
    Pio IX quindi, oltre ad esprimere carità cristiana ed amicizia in privato nei confronti di Jefferson Davis, riconobbe ed appoggiò idealmente gli Stati Confederati d’America; in sostanza in tutta Europa la causa confederata venne sostenuta con una certa simpatia quasi esclusivamente dal Papato di Roma e dal Pontefice in persona…
    Che il solo ed unico presidente confederato Jefferson Davis fu amichevolmente consolato e sostenuto durante il triste ed umiliante periodo della sua prigionia dal glorioso beato Papa IX, l’autore del Sillabo ed ultimo Sovrano dello Stato Pontificio, è estremamente significativo: che possa Nostro Signore Gesù Cristo avere misericordia di tutto noi, dei caduti della guerra civile americana sia i confederati che i loro avversari, e magari aiutare a convertire pure Duke e gli altri euro-americani dal protestantesimo al Cattolicesimo!

    (...)
    In questo primo luglio, Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo, rendiamo onore a David Duke insieme all’Euro-America sana che seppur minoritaria ancora oggi resiste, ricordiamo la Old Dixieland del Generale Robert Lee e di Jefferson Davis ed insieme a loro l’ultimo grande antimodernista e cattolico tradizionale Papa-Re!"



    Luca, Sursum Corda!
    Ultima modifica di Holuxar; 02-07-15 alle 01:29
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    Predefinito Re: Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo

    Dei confederati apprezzo la resistenza alla dittatura Suprema della Corte
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  5. #5
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    Predefinito Re: Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo

    Su Pio IX ed il Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo:



    Pio IX e il culto al Preziosissimo Sangue di Gesù

    Associazione legittimista Trono e Altare




    "Nel 1849 Pio IX, in esilio a Gaeta, ebbe la visita di don Giovanni Merlini, Missionario del Preziosissimo Sangue, che gli predisse la fine dell'esilio qualora avesse esteso la festa a tutta la Chiesa. Il Papa rispose: «Non faccio voto, ma promessa» e così accadde.
    Pio IX, memore della promessa, con il decreto "Redempti sumus" (10 agosto 1849), estese alla Chiesa universale la festa del Preziosissimo Sangue, che il papa San Pio X, nel 1914, fissò al 1° luglio".

    Associazione legittimista Trono e Altare: L'esilo di Pio IX a Gaeta
    Associazione legittimista Trono e Altare: Pio IX




    https://www.facebook.com/rrradiospada?ref=stream

    "2 luglio 2015: Visitazione della Beata Vergine Maria"






    "2 luglio 2015
    Processo e Martiniano, santi, martiri, le reliquie sono all’altare che porta il loro nome nel transetto destro di S. Pietro in Vaticano. Prima erano custodite nell’Oratorio a loro dedicato, eretto e decorato da Pasquale I che vi depose i corpi. Demolito, furono posti in un’altare sotto l’organo della basilica. Questi martiri al cui primitivo sepolcro, presso il II miglio della via Aurelia, accorrevano numerosi fedeli ammalati, sono così ricordati nel
    M.R.: 2 luglio - A Roma, sulla via Aurelia, il natale dei santi Martiri Processo e Martiniano, i quali, dal beato Pietro Apostolo battezzati nel carcere Mamertino, ed avendo sofferto, sotto Nerone, la contusione della bocca, l'eculeo, i nervi, le fiamme e gli scorpioni, alla fine, percossi con la spada, furono coronati col martirio.
    [ Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ]"











    Luca, Sursum Corda!


    Ultima modifica di Holuxar; 02-07-15 alle 20:46
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

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    Lightbulb Re: Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo

    Oggi domenica 12 luglio 2015...






    http://www.lasacrafamiglia.it/wp-con...ezsangue21.jpg



    Preghiere a Gesù Eucarestia.
    http://www.pregate.it/gmis3.htm

    “Dio sia benedetto.
    Benedetto il Suo Santo Nome.
    Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo.
    Benedetto il Nome di Gesù Benedetto il suo Sacratissimo Cuore.
    Benedetto il suo Preziosissimo Sangue.
    Benedetto Gesù nel santissimo sacramento dell'altare.
    Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.
    Benedetta la gran Madre di Dio, Maria Santissima.
    Benedetta la sua Santa ed Immacolata Concezione
    Benedetta la sua gloriosa Assunzione.
    Benedetto il nome di Maria, Vergine e Madre.
    Benedetto San Giuseppe suo castissimo sposo.
    Benedetto Dio nei suoi angeli e nei suoi santi.”





    “Luglio – Mese del Preziosissimo Sangue – XII 11 luglio 2015
    http://www.lasacrafamiglia.it/luglio...mo-sangue-xii/
    IL SANGUE DI CRISTO E IL PECCATO

    Gesù, con grande amore e con acerbo dolore, ha purificato le anime nostre dal peccato, eppure noi continuiamo ad offenderlo. «I peccatori, dice S. Paolo, inchiodano nuovamente Gesù alla croce». Essi prolungano la sua Passione e spillano nuovo Sangue dalle sue vene. Il peccatore è un sacrilego che, non solo uccide la propria anima, ma rende vana in se stesso la Redenzione operata dal Sangue di Cristo. Da ciò dobbiamo comprendere tutta la malizia del peccato mortale. Ascoltiamo S. Agostino: «Ogni peccato grave ci separa da Cristo, tronca l’amore verso di Lui e ripudia il prezzo da Lui pagato, cioè il suo Sangue». E chi di noi è senza peccato? Chi sa quante volte anche noi ci siamo ribellati a Dio, ci siamo allontanati da lui per offrire il nostro cuore alle creature! Guardiamo ora Gesù Crocifisso: E lui che cancella i peccati del mondo! Torniamo al suo Cuore che palpita d’amore infinito per i peccatori, bagniamoci nel suo Sangue, perché esso è l’unica medicina che può guarire l’anima nostra.
    ESEMPIO San Gaspare del Bufalo stava predicando una Missione e gli fu riferito che un gran peccatore, già in punto di morte, rifiutava i Sacramenti. Presto il Santo si recò al suo capezzale e, col crocifisso fra le mani, gli parlò del Sangue che Gesù aveva versato anche per lui. La sua parola era così accesa che ogni anima, benché ostinata, si sarebbe commossa. Ma il moribondo no, restò indifferente. Allora S. Gaspare si denudò le spalle e, inginocchiatosi presso il letto, cominciò a disciplinarsi a sangue. Neppure questo valse a smuovere quell’ostinato. Il Santo non si scoraggiò e gli disse: «Fratello, non voglio che tu ti danni; non smetterò finché non avrò salvata l’anima tua»; e ai colpi dei flagelli unì la preghiera a Gesù crocifisso. Allora il moribondo toccato dalla Grazia scoppiò in pianto, si confessò e morì fra le sue braccia. I santi, sull’esempio di Gesù, sono disposti a dare anche la vita per salvare un’anima. Noi invece, con i nostri scandali, forse siamo stati causa della loro per*dizione. Cerchiamo di riparare col buon esempio e preghiamo per la conversione dei peccatori.
    PROPOSITO: Non v’è nulla di più caro a Gesù che il dolore dei nostri peccati. Piangiamoli e non torniamo ad offender*lo. Sarebbe come riprendere dalle mani del Signore quelle lacrime che gli abbiamo già date.
    GIACULATORIA: O Sangue Preziosissimo di Gesù, abbi pietà di me e purifica l’anima mia dal peccato.”


    Su San Gaspare del Bufalo e la devozione al Preziosissimo Sangue:


    SAN GASPARE del BUFALO
    http://www.preghiereagesuemaria.it/s...l%20bufalo.htm
    Home
    http://www.sangaspare.it/
    PREZIOSISSIMO SANGUE - CPPS BLOG
    http://www.sangaspare.it/index.php?o...203&Itemid=129

    “Gaspare del Bufalo (Roma, 6 gennaio 1786 – Roma, 28 dicembre 1837) è stato un presbitero italiano, fondatore della congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue; beatificato nel 1904 da papa Pio X, è stato proclamato santo da papa Pio XII nel 1954.”
    San Gaspare Del Bufalo
    “San Gaspare del Bufalo e la devozione del Preziosissimo Sangue
    Milizia di San Michele Arcangelo (M.S.M.A.) - San Gaspare del Bufalo e la devozione del Preziosissimo Sangue
    S. Gaspare del Bufalo (1786-1837) è stato il grande apostolo della devozione al Preziosissimo Sangue di Gesù nel mondo.
    Egli affermava che la devozione al Divin Sangue avrebbe salvato gli uomini dagli imminenti castighi di Dio, meritati i peccati commessi.
    Il Divin Sangue è il prezzo della nostra salvezza. Gesù, figlio di Dio, muore liberamente per noi. “Nessuno me la toglie (la vita), ma la do io da me stesso. Ho il potere di darla e di riprenderla”. La sua morte è per la gloria del Padre, perché “facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce”, esprime il più nobile atto di adorazione a Dio. Gesù fa intendere chiaramente che il prezzo della salvezza eterna degli uomini è pagato con la sua morte in croce. “Poiché anche il Figlio dell’uomo non è venuti per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita in riscatto di molti”. Col termine riscatto si indicava la somma di danaro con la quale si comprava la vita di un uomo condannato a morte. Gesù riscattava, quindi, tutti ...
    ... gli uomini condannati alla morte eterna. S. Gaspare, davanti al crocifisso, diceva: “Vedete quante piaghe, quanto sangue per le nostre colpe!”.
    Il suo pensiero rispecchia tutta la tradizione e predicazione cristiana dalle origini. Così le parole di Giovanni Battista: “Ecco l’agnello di Dio, ecco Colui che toglie i peccati del mondo!”, vogliono significare il sacrificio che Gesù avrebbe fatto di se stesso sulla Croce per la salvezza dell’uomo.
    Lo stesso concetto è espresso da S. Pietro: “Voi sapete che non per mezzo di cose corruttibili, come l’oro e l’argento, siete stati riscattati dalla vana maniera di vivere ereditata dai vostri padri, ma dal Sangue Prezioso di Cristo, l’Agnello senza difetto e senza macchia”. Anche S. Paolo attesta: “In Lui possediamo la redenzione mediante il suo sangue”.
    La stessa verità è proclamata da S. Giovanni: “Il Sangue di Gesù ci purifica da ogni peccato”. E ancora S. Giovanni vide una turba immensa di beati, che glorificava Dio acclamando: “ La salvezza al nostro Dio che siede sul trono, e all’Agnello!”. S. Gaspare iniziava la sua giornata inginocchiato ai piedi di Gesù crocifisso, per prepararsi meno indegnamente alla celebrazione della S. Messa. Ogni venerdì nelle sue Case di Missioni veniva praticato il pio esercizio della Via Crucis.
    Durante le missioni non tralasciava mai di parlare della Passione e morte di Gesù e dei dolori di Maria, preparando il popolo a partecipare con fervore e devozione alla Via Crucis. Instillava nei cuori di tutti quelli che incontrava la devozione a Gesù Crocifisso.
    Nei venerdì era solito fare qualche mortificazione particolare. Si alzava abitualmente tre o quattro ore prima dell’alba, per meditare sulla Passione e Morte di Gesù. Credeva fermamente che solo per quel Sangue gli uomini hanno la possibilità di unirsi a Dio, solo per quel Sangue è possibile salvarsi. Una volta confessò candidamente: “ Un certo timore del tribunale di Dio mi sorprende talora, ma il Divin Sangue è il mio conforto”. Gli fu familiare la giaculatoria, diffusa dai P. Passionisti: “Eterno Padre, io vi offro il Sangue Preziosissimo di Gesù Cristo in isconto dei miei peccati, per i bisogni della S. Chiesa, in suffragio delle anime del Purgatorio”.
    Con parole accorate e persuasive apriva i cuori di tutti alla speranza: “Per quanto siano gravi i vostri peccati, tutto dovete sperare dai meriti del Sangue Preziosissimo e dall’intercessione di Maria Santissima!”. “Non ti ho amato per scherzo” diceva Gesù ad Angela di Foligno. Gaspare, per questo motivo, accoglieva con grande tenerezza i peccatori ed esortava i suoi confratelli a fare altrettanto, perché tutte le anime sono state redente dallo stesso Sangue di Cristo.
    Per diffondere nel mondo questa devozione, nel 1815, fondò la Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue. Ne difese il titolo, sostenendo aspre lotte contro avversari potenti ed invidiosi, che cercarono, in tutti i odi, di metterlo in cattiva luce presso le autorità ecclesiastiche. Nel 1834, coadiuvato da Maria De Mattias, fondò l’Istituto delle Suore Adoratrici del Preziosissimo Sangue.
    Non lesinava tempo, denaro ed argomenti, per trascinare gli uditori all’adorazione del Sangue divino, da cui si aspettava l’immancabile vittoria sul male. Soleva dire che la devozione al preziosissimo Sangue è l’arma più potente, per vincere le tentazioni del diavolo. A tal proposito citava le parole di S. Giovanni: “Essi lo hanno vinto per il sangue dell’Agnello”. Morì a Roma il 28 dicembre 1837.
    La fama della sua santità non tardò a diffondersi in tutto il mondo. Beatificato nel 1904 da Pio X, fu canonizzato nel 1954 da Pio XII. Don Marcello Stanzione.”




    12 luglio: Santi e Ricorrenze del giorno...



    Radio Spada - Tagliente ma puntuale
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    “12 luglio 2015: DOMENICA SETTIMA DOPO LA PENTECOSTE
    Il ciclo domenicale del Tempo dopo la Pentecoste completa oggi il suo primo settenario. Prima della traslazione generale che dovettero subire le letture evangeliche in questa parte dell'anno, il Vangelo della moltiplicazione dei sette pani dava il suo nome alla settima Domenica e il mistero che esso racchiude ispira ancora in vari punti la liturgia di questo giorno.
    La sapienza divina.
    Ora, questo mistero è quello della consumazione dei perfetti nel riposo di Dio, nella pace feconda dell'unione divina. Salomone, il Pacifico per eccellenza, viene ad esaltare oggi la Sapienza divina, e a rivelare le sue vie ai figli degli uomini. Negli anni in cui la Pasqua tocca il punto più alto in aprile, la settima Domenica dopo la Pentecoste è infatti la prima del mese di agosto, e la Chiesa vi inizia, nell'Ufficio della notte, la lettura dei libri Sapienziali. Diversamente continua, è vero, quella dei libri storici, che può seguitare così ancora per cinque settimane; ma anche allora la Sapienza eterna conserva i suoi diritti su quella Domenica che il numero settenario le consacrava già in una maniera così speciale. Infatti, in mancanza delle istruzioni ispirate dal libro dei Proverbi, vediamo Salomone in persona dare il buon esempio nel terzo libro dei Re, preferire la Sapienza a tutti i tesori, e farla assidero con sé come la sua ispiratrice e la sua nobilissima Sposa sul trono di David padre suo.
    Anche David - ci dice san Girolamo interpretando la Scrittura di questo giorno in nome della Chiesa stessa (II Notturno) - anche David, sulla fine della sua vita guerriera tormentata, conobbe le attrattive di quella incomparabile Sposa dei pacifici; e le sue caste carezze, che non accendono i fuochi della concupiscenza, vinsero divinamente in lui il ghiaccio dell'età.
    "Sia essa dunque anche mia - riprende poco più avanti il solitario di Betlemme; - riposi nel mio seno questa Sapienza eternamente pura. Senza mai invecchiare, sempre feconda nella sua eterna verginità, è agli ardori della sua divina fiamma che si accende nel cristiano il fervore dello spirito richiesto dall'Apostolo (Rm 12,11); è per il venir meno del suo impero che alla fine dei tempi si raffredderà la carità di molti".
    MESSA
    La Chiesa, lasciando la sinagoga nelle sue città condannate a perire, ha seguito Gesù nel deserto. Mentre gli Ebrei infedeli assistono senza vedere a quella trasmigrazione per essi tanto fatale, Cristo convoca i popoli e li conduce a ranghi serrati sulle tracce della Chiesa. Dall'Oriente e dall'Occidente, dal Nord e dal Sud essi arrivano e prendono posto con Abramo, Isacco e Giacobbe al banchetto del regno dei cieli (Mt 8,11).
    EPISTOLA (Rm 6,19-23). - Fratelli: Parlo a mo' degli uomini, a motivo della debolezza della vostra carne: come dunque deste le vostre membra al servizio dell'immondezza e dell'iniquità per l'impurità, così date ora le vostre membra al servizio della giustizia per la santificazione. Quando eravate servi del peccato eravate liberi dalla giustizia; ma qual frutto aveste allora dalle cose di cui ora vi vergognate? Certamente la fine di esse è la morte. Ora invece, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, avete per vostro frutto la santificazione e per fine la vita eterna, essendo paga del peccato la morte, e grazia di Dio la vita eterna in Gesù Cristo nostro Signore.
    La vera libertà.
    "La vita del battezzato, che gli deriva dalla sua adesione a nostro Signor Gesù Cristo mediante la fede, è pace con Dio, è gaudio, è libertà. È doppiamente libertà: a motivo di ciò che il battesimo ha distrutto e di ciò che ha edificato in noi. Per comprendere ciò, occorre definire esattamente la libertà e il suo contrario, la servitù. Vi è per me servitù, quando sono tenuto sotto la dipendenza di chi non dovrei, quando il tiranno agisce su di me con la forza esterna e con la costrizione, quando mi associa mio malgrado alle sue opere meschine, quando una parte di me, la più nobile, protesta contro le angherie che adopera il suo potere dispotico. Allora sì vi è servitù.
    Ma quando sono sotto la dipendenza di chi devo; quando il potere che si esercita su di me agisce sull'intimo, si rivolge all'intelletto e alla volontà; quando esso mi fa attendere con sé ad opere alte e degne; quando mi associa al lavoro di Dio stesso e sotto il suo influsso interiore mi fa collaborare a un programma di alta moralità; quando ho coscienza che non è soltanto Dio ma sono anche tutte le parti più nobili della mia anima che plaudono all'opera che compiamo insieme il Signore ed io; chiamate pure ciò servitù; io dirò da parte mia, che è la somma libertà, l'assoluta indipendenza. Appartenere all'intelletto è libertà; appartenere all'intelletto di Dio è la più sublime libertà che vi sia" [1].
    VANGELO (Mt 7,15-21). - In quel tempo: Disse Gesù ai suoi discepoli: Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi travestiti da pecore; ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li conoscerete. Si coglie forse dell'uva dalle spine, o dei fichi dai triboli? Così ogni albero buono dà buoni frutti, ed ogni albero cattivo dà frutti cattivi. Non può l'albero buono dar frutti cattivi, né l'albero cattivo dar frutti buoni. Ogni pianta che non porta buon frutto vien tagliata e gettata nel fuoco. Voi li riconoscerete dunque dai loro frutti. Non chi mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli; ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi entrerà nel regno dei cieli.
    I discepoli della sapienza.
    "Li riconoscerete dai loro frutti", dice il Vangelo; e la storia giustifica le parole del Salvatore. Sotto le vesti dell'agnello con cui vogliono ingannare i semplici, gli apostoli della menzogna esalano odore di morte. Le loro abilità dialettiche e le loro interessate vanterie non dissimulano il vuoto delle loro opere. Non abbiate dunque nulla in comune con essi. I frutti inutili o impuri delle tenebre, gli alberi d'autunno e doppiamente morti che li portano sui loro rami secchi, saranno destinati al fuoco. Se siete stati anche voi una volta tenebre, ora che siete divenuti luce nel Signore mediante il battesimo o il ritorno d'una sincera conversione, mostratevi tali: producete i frutti della luce in piena bontà, giustizia e verità (Ef 5,8.9). A questa sola condizione potrete sperare il regno dei cieli, e dirvi fin da questo mondo i discepoli di quella Sapienza del Padre che esige per sé oggi il nostro amore.
    Infatti - dice l'Apostolo san Giacomo quasi per commentare il Vangelo di questo giorno - può il fico dare dell'uva e la vite dei fichi? Così nemmeno l'acqua salata può farne della dolce. Chi è sapiente e scienziato tra voi? Lo dimostri colla bontà della vita, colle sue opere fatte con quella mansuetudine che è propria della sapienza. Perché non è questa la sapienza che scende dall'alto, questa è sapienza terrena, animalesca, diabolica. Invece la sapienza che vien dall'alto prima di tutto è pura, poi è pacifica, modesta, arrendevole, dà retta ai buoni, è piena di misericordia e di buoni frutti, aliena dal criticare e dall'ipocrisia. Or il frutto della giustizia è seminato nella pace da coloro che procurano la pace (Gc 3,11-18 passim).
    PREGHIAMO
    O Dio, che provvedi a tutte le cose in modo ineffabile, allontana da noi tutto ciò che è nocivo e concedici tutto ciò che è di aiuto.

    [1] Dom Delatte, Epîtres de Saint Paul, I, 643.
    da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 454-457.”



    Sempre da "Radio Spada":



    “Il 12 luglio 1730 Papa Clemente XII Corsini viene esaltato al Sommo Pontificato

    Il 12 luglio 1691 Papa Innocenzo XII Pignatelli di Spinazzola viene esaltato al Sommo Pontificato
    Il 12 luglio 526 San Felice IV viene esaltato al Sommo Pontificato
    12 luglio 2015: Santi NABORE e FELICE, martiri
    S. Ambrogio vescovo di Milano è l’autore dell’inno Victor Nabor, Felix pii che è diventato il fondamento storico della figura dei tre martiri Vittore, Nabore e Felice. Sì i martiri secondo Ambrogio sono tre, ma Vittore è celebrato da solo l’8 maggio, mentre Nabore e Felice il 12 luglio; la divisione del culto, secondo una leggenda venuta dopo l’età ambrosiana, è stata determinata dalla diversa collocazione dei sepolcri, oltre che dalla data, Vittore a Milano, gli altri due a Lodi.
    Essi erano soldati di origine nord-africana (Mauri genus), venuti a Milano per servire nell’esercito di Massimiano (governatore delle regioni nord-occidentali), qui divennero cristiani. Nel 303 la persecuzione contro i cristiani era già di fatto esplosa in Oriente, soprattutto contro quelli appartenenti alla forza militare; anche Massimiano, seguendo l’invito dei governatori orientali, diede ordine di effettuare le depurazioni nel suo esercito.
    I tre soldati disertarono e quindi processati e condannati a morte, ma la sentenza non fu eseguita a Milano, ma furono trasferiti a Lodi Vecchio (Laus Pompeia) e lì giustiziati mediante decapitazione, per dare un monito alla fiorente comunità cristiana del luogo.
    Si suppone che dopo il 311 i corpi dei tre martiri vennero traslati a Milano e deposti separatamente in due basiliche cimiteriali: Vittore in quella che poi sarebbe stata incorporata in S. Ambrogio; Nabore e Felice in quella detta poi “Naboriana”.
    Nella ricognizione dei corpi dei santi Gervasio e Protasio del 386, si racconta che essi erano nella basilica in cui Nabore e Felice godevano di gran culto popolare, culto che venne tributato dai milanesi sino a tutto il secolo IV, poi con il progredire del culto dei ‘milanesi’ santi Protasio e Gervasio, la devozione verso Nabore e Felice, subì un’attenuazione per tutto l’Alto Medioevo.
    Dopo il 1249, la vetusta e cadente basilichetta ‘naboriana’ fu affidata ai francescani, i quali la rinnovarono completamente, riproponendo il culto dei martiri lì sepolti, infatti gli statuti milanesi del 1396, stabilirono che il 12 luglio fosse festa di precetto per la città, precetto che Carlo V abolì nel 1537.
    Nel 1258 i due martiri vennero traslati nella nuova chiesa, nel 1472 vi fu una diversa posizione dei corpi collocati insieme al nuovo altare, in questa occasione i due crani furono divisi dal resto delle reliquie e posti in appositi reliquiari d’argento a forma di busto, esposti poi, come anche nei secoli successivi, solennemente nelle feste principali sull’altare maggiore.
    Il 22 gennaio 1799, le reliquie furono traslate in S. Ambrogio, perché l’antica basilica paleocristiana venne soppressa, in quel periodo scomparvero i due busti con i crani, che sono stati poi ritrovati solo 160 anni dopo presso un antiquario di Namur in Belgio, completi delle reliquie.
    Il culto ancora una volta si è rinverdito; i santi sono raffigurati di solito con la corazza di soldati e la palma del martirio, in vari luoghi sacri della diocesi ambrosiana. Antonio Borrelli.”
    “12 luglio 2015: san Giovanni Gualberto, abate e confessore
    Nei dintorni di Firenze il nobile Giovanni Gualberto rintraccia inerme l’assassino di suo fratello: potrebbe ammazzarlo, e invece lo perdona, riceve segni soprannaturali di approvazione ed entra nel monastero di San Miniato. Questa però è una leggenda, tramandata in versioni discordi: vera è solo l’entrata in monastero. Ma rapida è l’uscita, quando monaci indignati gli dicono che l’abate ha comprato la sua carica dalvescovo. Via da San Miniato, via dal monastero infetto. Sta un po’ di tempo con gli eremiti di san Romualdo a Camaldoli (Arezzo) e poi sale tra gli abeti e i faggi di Vallombrosa (Firenze).
    Qui lo raggiungono altri monaci fuggiti dal monastero dell’abate mercenario; e con essi verso il 1038 crea la Congregazione benedettina vallombrosana, approvata da papa Vittore II nel 1055 e fondata su austera vita comune, povertà, rifiuto di doni e protezioni. Cioè di quei favori, di quel “patronato” che sovrani e grandi casate esercitano nella Chiesa, nominando vescovi e abati, designando candidati al sacerdozio e popolando il clero di affaristi e concubini.
    "Sono afflitto da immenso dolore e universale tristezza... trovo ben pochi vescovi nominati regolarmente, e che vivano regolarmente". Così dirà papa Gregorio VII (1073-1085), protagonista dei momenti più drammatici della riforma detta poi “gregoriana”. Ma essa comincia già prima di lui: anche in piena crisi, il corpo della Chiesa esprime forze intatte e nuove, che combattono i suoi mali: e tra queste forze c’è la comunità di Giovanni Gualberto, che si diffonde in Toscana e sa uscire arditamente dal monastero, con vivaci campagne di predicazione per liberare la Chiesa dagli indegni. A questi monaci si ispirano e si affiancano gruppi di sacerdoti e di laici, dilatando l’efficacia della loro opera, di cui si servono i papi riformatori.
    Nel 1060-61 Milano ha cacciato molti preti simoniaci, e per sostituirli Giovanni Gualberto ne manda altri: uomini nuovi, plasmati dallo spirito di Vallombrosa. Dedica grande attenzione al clero secolare; lo aiuta a riformarsi, lo guida e lo incoraggia alla vita in comune: un senso pieno della Chiesa, tipico sempre in lui e nel suo Ordine, e sempre arricchito dalla forza dell’esempio. "La purezza della sua fede splendette mirabilmente in Toscana", dirà di lui Gregorio VII. E i fiorentini, in momenti difficili, affideranno agli integerrimi suoi monaci perfino le chiavi del tesoro della Repubblica.
    Giovanni Gualberto muore nel monastero di Passignano, dopo aver scritto ai suoi monaci una lettera che spiega in chiave biblica il valore del “vincolo di carità” fra tutti. Papa Celestino III lo canonizzerà nel 1193. I suoi monaci torneranno nel 1951 a Vallombrosa, che avevano lasciato in seguito alle leggi soppressive del XIX secolo. Nello stesso anno, papa Pio XII proclamerà san Giovanni Gualberto patrono del Corpo Forestale italiano.
    Autore: Domenico Agasso.”



    12 luglio 2015: Santi Ermagora e Fortunato di Aquileia, Martiri…
    Solennità dei Santi Ermacora e Fortunato patroni del Patriarcato d'Aquileia.

    Udine, chiesa di S. Elisabetta vulgo S. Spirito - Messa tridentina 2ª e 4ª domenica alle 11
    Santi Ermagora e Fortunato di Aquileia
    “Santi Ermagora e Fortunato di Aquileia Martiri 12 luglio
    Ermagora è il vescovo col quale comincia il catalogo episcopale di Aquileia e non c'è ragione di dubitare di questa testimonianza. Sarebbe vissuto verso la metà del III secolo e dopo di lui quel catalogo continua senza interruzione, nonostante qualche incertezza, fino alla soppressione della diocesi patriarcale nel 1751. Oltre a questo, nulla sappiamo di sicuro a proposito del protovescovo. A tale mancanza intese supplire una diffusa leggenda formatasi durante l'VIII secolo. Essa narra che l'evangelista san Marco, inviato da san Pietro a evangelizzare l'Italia superiore, giunto ad Aquileia, vi incontrò un cittadino di nome Ermagora e, convertitolo al Cristianesimo, lo consacrò vescovo della città, avviando così l'evangelizzazione di tutta l'area mitteleuropea. Egli vi avrebbe conclusa la sua missione con il martirio durante la persecuzione suscitata da Nerone e compagno gli sarebbe stato il suo diacono Fortunato. I due santi sono patroni dell'arcidiocesi di Gorizia, dell'arcidiocesi e della città di Udine nonché, da pochi anni, di tutta la Regione Friuli Venezia Giulia. (Avvenire) Patronato: Friuli Venezia Giulia, Gorizia e Udine Etimologia: Fortunato = colui che ha buona sorte Emblema: Bastone pastorale Martirologio Romano: Ad Aquileia in Friuli, santi Fortunato e Ermagora, martiri.
    “ERMAGORA, vescovo di AQUILEIA, e FORTUNATO, diacono, santi e martiri.
    Ermagora è il vescovo col quale comincia il catalogo episcopale di Aquileia e non c'è ragione di dubitare di questa testimonianza. Egli sarebbe vissuto forse verso la metà del sec. III e dopo di lui quel catalogo continua senza interruzione, nonostante qualche incertezza.
    Oltre a questo, nulla sappiamo di sicuro a proposito del protovescovo. A tale mancanza intese supplire una diffusa leggenda che, formatasi già durante il sec. VIII, raggiunse la sua maturità durante il secolo seguente, non senza subire aggiunte e varianti nell'età posteriore. Essa sorse e si sviluppò nell'intento di dare un'origine apostolica alla Chiesa di Aquileia e narra che l'evangelista s. Marco, inviato da s. Pietro ad evangelizzare l'Italia superiore, giunto ad Aquileia, vi incontrò un cittadino di nome Ermagora e, convertitolo al Cristianesimo, lo consacrò vescovo della città; anzi, secondo una variante, lo condusse a Roma, dove s. Pietro in persona lo consacrò. Mentre s. Marco sarebbe stato inviato ad evangelizzare Alessandria, s. Ermagora sarebbe stato inviato ad Aquileia ed avrebbe evangelizzata quella città e le regioni circonvicine. Egli vi avrebbe conclusa la sua missione con il martirio durante la persecuzione suscitata da Nerone e compagno gli sarebbe stato il suo diacono Fortunato. La loro memoria fu celebrata al 12 luglio, data nella quale sono ricordati anche nel Martirologio Romano, nella Chiesa di Aquileia ed in altre Chiese. Nelle diverse redazioni nelle quali ci fu tramandato il Martirologio Geronimiano, i due martiri sono notati sempre sotto quella stessa data; ma è assai notevole che al primo posto sia ricordato 3. Fortunato, anzi, in qualche esemplare dello stesso Martirologio si legge soltanto il suo nome. Ci sorprende inoltre che Venanzio Fortunato nel sec. VI ricordi due volte s. Fortunato in Aquileia: una volta nella Vita di s. Martino: "Ac Fortunati benedictam urnam", un'altra volta in Miscellanea : "Et Fortunatum fert Aquileiam suum".
    Doveva essere perciò un martire assai celebrato; invece Venanzio non fa cenno di Ermagora. Finalmente, nel Martirologio citato, accanto a Fortunato, è ricordato il secondo martire col come così deformato: Armageri, Armagri, Armigeri, secondo i diversi codd. Che questo martire, che non è però qualificato col titolo di vescovo, sia il nostro Ermagora, non pare sia da dubitare, e che il suo nome, tutt'altro che comune, possa essere stato storpiato dai copisti, non sorprende coloro che hanno qualche familiarità col Geronimiano; sorprende invece che sia messo nel secondo posto. Ma la spiegazione di questa anomalia potrebbe aversi nel fatto che l'estensore del Martirologio trovò in un antico elenco di martiri (o forse nello stesso Venanzio Fortunato) il nome dell'aquileiese Fortunato e vi aggiunse quello del primo vescovo aquileiese, che doveva essergli assai meno noto. Ma c'è dell'altro: nello stesso Geronimiano troviamo, sotto il 22 o 23 agosto, ricordati per Aquileia: "sanctorum Fortunati Hermogenis", questo secondo nome deformato anche in Hermogerati, Ermodori. Pare però evidente che questo Ermogene non è che una ripetizione di Ermagora; infatti già gli antichi Bollandisti avevano pensato ad una identificazione dei due gruppi. Va pure notato che il 14 agosto si festeggiavano i martiri Felice e Fortunato (il secondo sempre aquilese) ai quali basti qui accennare.”



    http://www.viaggioinfriuliveneziagiulia.it/wcms/index.php?id=5849,2750,0,0,1,0

    "Santi Ermacora e Fortunato
    Non sappiamo molto sulla vita dei santi Ermacora e Fortunato. Le notizie che abbiamo ci vengono dalla tradizione della chiesa aquileiese che indica Ermacora come primoVescovo di Aquileia e Fortunato come suo diacono, vissuti, sembra, intorno alla metà del III secolo.
    Tiepolo - Ermacora e Fortunato (Duomo di Udine)
    Le “passio” medioevali, raccontano che San Pietro, da Roma inviò l’Evangelista Marco ad evangelizzare la città di Aquileia e le terre vicine. Questa era una delle città più grandi dell’Impero e sembra con una presenza ebraica abbastanza numerosa. Marco sbarcò sulle spiagge a sud di Aquileia e si diresse verso la città. Qui si fermò per alcuni anni, predicando il vangelo, compiendo numerose guarigioni e convertendo moltissime persone.
    Dopo questo periodo Marco desiderò rivedere Pietro e quindi decise di partire per Roma. Suo compagno di viaggio era colui che egli aveva scelto per diventare il vescovo della comunità cristiana di Aquileia perché fosse ordinato direttamente da Pietro: Ermacora. Questi viene descritto come “vir christianissime et elegans persona” (uomo cristianissimo e persona corretta).
    Ermacora fece ritorno nella capitale della Venetia et Histria, per continuare la sua missione. Si dedicò senza sosta alla predicazione, alle guarigioni, all’ordinazione di sacerdoti e diaconi, all’invio di missionari in varie parti della regione. I sacerdoti pagani chiesero al nuovo preside di Aquileia, Sebasto, di contrastare l’azione di Ermacora che era divenuto noto e convertiva alla fede cristiana moltissime persone. Sebasto lo fece arrestare, richiedendo una sua pubblica abiura e sacrifici agli dei.
    Il netto rifiuto di Ermacora comportò per lui delle durissime torture, che tuttavia sopportò in maniera tanto eroica da far si che il popolo chiedesse per lui clemenza. Sebasto, timoroso di una rivolta, lo fece incarcerare. Qui il vescovo Ermacora ebbe modo di convertire il suo carceriere Ponziano, che consentì a moltissimi di potergli fare visita, beneficiando della sua predicazione.
    Guarì il figlio di Gregorio da una possessione diabolica e fece riacquistare la vista ad una matrona di nome Alessandria. Nomino quindi il diaconoFortunato, suo successore. Si narra che dalla sua cella uscisse una luce e un profumo soavissimo. I sacerdoti pagani chiesero a Sebasto in maniera decisa che Ermacora fosse giustiziato. Sebasto chiese del tempo per agire con prudenza, ma dopo tre giorni fece decapitare di nascosto Ermacora e il suo diacono Fortunato. Ponziano, Gregorio e Alessandria recuperarono i corpi e li deposero in un cimitero in prossimità delle mura della città, in un sepolcro di proprietà di Alessandria.
    Il luogo della loro sepoltura si dice che divenne meta di pellegrinaggi e fonte di guarigioni. Luogo che tuttavia non è mai stato individuato. Sembra fosse nei pressi della via Gemina. Una fonte medioevale dice che furono traslati in una cripta del duomo di Grado.
    Questo, in realtà, è un racconto tradizionale di carattere leggendario, probabilmente nato anche con finalità morali e di memoria. L’incongruenza temporale tra le vite di Pietro e Marco (I secolo) e quella dei due santi (III secolo), tipica della prospettiva storica medioevale, ne è una prova. Di storico c’è soltanto la decapitazione dei due santi ad Aquileia, come testimoniato dal martirologio Geronimiano, considerato attendibile. Esso, il 12 luglio riporta: «IV Id. Iul. In Aquileia sanctorum Fortunati et Armageri». Questo documento è arrivato a noi in varie redazioni, in cui viene riportato il nome di Ermacora anche nelle forme Armagrus e Armigerus. Di fatto non sappiamo bene nemmeno quale rapporto ci fosse tra i due martiri.

    Infatti si nota come nel martirologio citato i due non vengono definiti Vescovo e diacono e Fortunato precede Ermacora. Addirittura in un altro codice è presente solo Fortunato. Su questi aspetti il dibattito storiografico è ancora molto aperto. Le “passio” medievali si sono basate sugli “acta” di Ermacora e Fortunato che sono una trascrizione diepoca Carolingia, della tradizione orale aquileiese.
    La tradizione nacque tra il 553 e il 699, all’epoca dello scisma dei Tre Capitoli, in cui Aquileia e Roma erano su posizioni opposte riguardo ad alcuni assunti teologici. Aquileia rivendicava la propria dignità di chiesa apostolica, che le derivava dalla linea Ermacora, Marco, Pietro. Da qui l’autocefalia che autorizzava i propri vescovi a definirsi patriarchi. Ermacora e Fortunato sono patroni delle arcidiocesi di Udine e Gorizia e celebrati, come da antica tradizione, il 12 luglio.
    Dal 2001 sono patroni della Regione Friuli Venezia Giulia. Sono stati raffigurati in varie opere d’arte, tra le quali spiccano gli affreschi della basilica di Aquileia; nelle pale di Giovanni Martini (1501) e Giovan Battista Tiepolo (1732) nel Duomo di Udine; in alcuni lavori di oreficeria nel tesoro del Duomo di Grado; e in molte altre opere.
    Il tesoro del Duomo di Gorizia è invece conservato il bastone pastorale di Ermacora, donato da San Pietro secondo la leggenda, e che fu il pastorale dei Patriarchi sicuramente fin dall’epoca di Poppone. Prescindendo dai racconti della tradizione è sicuramente un oggetto molto antico e di un altissimo valore simbolico.
    Bibliografia:
    AA. VV. - Santi e martiri nel Friuli Venezia Giulia; Ermacora e Fortunato a cura di Gabriella Brumat Della Sorte; 2001; Edizioni Messaggero Padova.
    Paschini, Pio - Storia del Friuli; 1975; III ed.; Arti Grafiche Friulane, Udine."

    http://www.aquileiatesalutat.it/sant...-11-12-luglio/




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    Lightbulb Re: Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo

    Coroncina al Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo:


    Coroncina al Preziosissimo Sangue
    “CORONCINA AL PREZIOSISSIMO SANGUE DI GESU’
    Santa Maria Maddalena De' Pazzi era solita offrire il Divin Sangue cinquanta volte al giorno. Apparendole Gesù le disse: Da che tu fai questa offerta, non puoi immaginare quanti peccatori si siano convertiti e quante anime siano state liberate dal Purgatorio!”



    Dal "Centro Culturale San Giorgio":


    Sito ufficiale del Centro Culturale San Giorgio, tratta di messaggi subliminali, rock satanico, occultismo, massoneria




    litanie del preziosissimo sangue
    “La devozione al Preziosissimo Sangue
    Origine e significato. Il cristianesimo è la religione del Sangue di Cristo. Redenzione e santificazione, grazia e gloria, non sono che diversi aspetti della sua efficacia. Tutta la storia della Chiesa è storia del Preziosissimo Sangue, perché è quella della predicazione del Vangelo e dell'amministrazione dei sacramenti. San Paolo è il vero Dottore del Preziosissimo Sangue. Questa devozione prese la sua forma moderna da Santa Caterina da Siena (1347-1380), la profetessa del Preziosissimo Sangue, e da San Gaspare del Bufalo (1786-1837).
    La Madonna del Preziosissimo Sangue. Alla luce di Maria, il Preziosissimo Sangue diventa ancora più prezioso, perché solo in Lei raggiunge la sua piena efficacia redentrice. Alla luce del Preziosissimo Sangue, Maria ci diventa più amabile, perché Esso è dono Suo, è Sangue Suo più che il sangue di qualunque figlio lo sia di sua madre. E Gesù, quasi per riconoscenza, volle affidarle i frutti di quel Sangue che da Lei aveva ricevuto. Maria, Madre, figlia, gloria del Preziosissimo Sangue, depositaria e distributrice del suoi frutti, è, con San Giuseppe, la sua prima devota. Essa ne raccolse, conservò e onorò le prime stille sparse da Gesù nella Circoncisione. Anche noi siamone devoti, perché anche noi siamo, soprannaturalmente, figli del Preziosissimo Sangue; facciamocene apostoli per diventare anche noi un giorno la sua gloria.
    Festa. Istituita da Pio IX e fissata al 1º luglio. Il suo significato è l'universalità e l'efficacia redentrice del Preziosissimo Sangue. L'indulgenza concessa a chi le recita con devozione è di sette anni.
    Estratto dal libro di P. Francesco M. Avidano s.m., Un segreto di felicità, Propaganda Mariana, Casale Monferrato 1962, pagg. 412, 413, 415."

    Santa Caterina da Siena
    San Gaspare del Bufalo
    Regina del Prez.mo Sangue




    Luca, Sursum Corda!

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    Lightbulb Re: Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo

    1 luglio 2016: Preziosissimo Sangue di NSGC…


    Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo

    https://forum.termometropolitico.it/...su-cristo.html


    Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo, 1 luglio

    http://www.unavoce-ve.it/pg-1lug.htm
    "L'anno liturgico di dom Prosper Guéranger"

    https://www.facebook.com/radiospadasocial/posts/1369563329739999:0







    "1 luglio 2016: OTTAVA di San Giovanni Battista"









    "Carlo Di Pietro - Giornalista e Scrittore
    Preghiera al Santo del giorno.
    In nómine Patris
    et Fílii
    et Spíritus Sancti.
    Eterno Padre, intendo onorare i Santi Casto e Secondino Vescovi e martiri, e Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi avete loro elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima, per i meriti di questi santi, ed a loro affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, i Santi Casto e Secondino Vescovi e martiri, possano essere miei avvocati e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”




    Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo



    P.S. Auguri in primis a mio cugino Andrea che oggi 1 luglio 2016 compie 43 anni - domenica 5 giugno è pure nato il primo figlio suo e di sua moglie che hanno chiamato Alessandro, che Dio lo accolga e lo protegga attraverso il suo prossimo Battesimo! - ed anche a David Duke che oggi 1 luglio compie 66 anni…E a tutti gli altri nati in questo stesso giorno!
    Buona Festa del Preziosissimo Sangue di NSGC!

    Luca, Sursum Corda!


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  9. #9
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    Lightbulb Re: Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo

    Domenica 3 luglio 2016…VII Domenica dopo Pentecoste...




    Radio Spada 1 luglio alle ore 15:49.
    Il mese di luglio è il mese del Preziosissimo Sangue di N. S. G. C.: dedichiamo ogni giorno almeno un pensiero a questa importantissima devozione. I frutti non mancheranno di giungere.”







    Carlo Di Pietro - Giornalista e Scrittore 1 luglio alle ore 23:00.
    Preghiera al Santo del giorno.
    In nómine Patris
    et Fílii
    et Spíritus Sancti.
    Eterno Padre, intendo onorare i Santi Liberato, Bonifacio, Servio, Rustico, Rogato, Settimo e Massimo Martiri, e Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi avete loro elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima, per i meriti di questi santi, ed a loro affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, i Santi Liberato, Bonifacio, Servio, Rustico, Rogato, Settimo e Massimo Martiri, possano essere miei avvocati e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”






    Domenica settima dopo la Pentecoste
    Guéranger, L'anno liturgico - Domenica Settima dopo la Pentecoste

    “3 LUGLIO 2016: DOMENICA SETTIMA DOPO LA PENTECOSTE.
    Il ciclo domenicale del Tempo dopo la Pentecoste completa oggi il suo primo settenario. Prima della traslazione generale che dovettero subire le letture evangeliche in questa parte dell'anno, il Vangelo della moltiplicazione dei sette pani dava il suo nome alla settima Domenica e il mistero che esso racchiude ispira ancora in vari punti la liturgia di questo giorno.
    La sapienza divina.
    Ora, questo mistero è quello della consumazione dei perfetti nel riposo di Dio, nella pace feconda dell'unione divina. Salomone, il Pacifico per eccellenza, viene ad esaltare oggi la Sapienza divina, e a rivelare le sue vie ai figli degli uomini. Negli anni in cui la Pasqua tocca il punto più alto in aprile, la settima Domenica dopo la Pentecoste è infatti la prima del mese di agosto, e la Chiesa vi inizia, nell'Ufficio della notte, la lettura dei libri Sapienziali. Diversamente continua, è vero, quella dei libri storici, che può seguitare così ancora per cinque settimane; ma anche allora la Sapienza eterna conserva i suoi diritti su quella Domenica che il numero settenario le consacrava già in una maniera così speciale. Infatti, in mancanza delle istruzioni ispirate dal libro dei Proverbi, vediamo Salomone in persona dare il buon esempio nel terzo libro dei Re, preferire la Sapienza a tutti i tesori, e farla assidero con sé come la sua ispiratrice e la sua nobilissima Sposa sul trono di David padre suo.
    Anche David - ci dice san Girolamo interpretando la Scrittura di questo giorno in nome della Chiesa stessa (II Notturno) - anche David, sulla fine della sua vita guerriera tormentata, conobbe le attrattive di quella incomparabile Sposa dei pacifici; e le sue caste carezze, che non accendono i fuochi della concupiscenza, vinsero divinamente in lui il ghiaccio dell'età.
    "Sia essa dunque anche mia - riprende poco più avanti il solitario di Betlemme; - riposi nel mio seno questa Sapienza eternamente pura. Senza mai invecchiare, sempre feconda nella sua eterna verginità, è agli ardori della sua divina fiamma che si accende nel cristiano il fervore dello spirito richiesto dall'Apostolo (Rm 12,11); è per il venir meno del suo impero che alla fine dei tempi si raffredderà la carità di molti".
    MESSA
    La Chiesa, lasciando la sinagoga nelle sue città condannate a perire, ha seguito Gesù nel deserto. Mentre gli Ebrei infedeli assistono senza vedere a quella trasmigrazione per essi tanto fatale, Cristo convoca i popoli e li conduce a ranghi serrati sulle tracce della Chiesa. Dall'Oriente e dall'Occidente, dal Nord e dal Sud essi arrivano e prendono posto con Abramo, Isacco e Giacobbe al banchetto del regno dei cieli (Mt 8,11).
    EPISTOLA (Rm 6,19-23). - Fratelli: Parlo a mo' degli uomini, a motivo della debolezza della vostra carne: come dunque deste le vostre membra al servizio dell'immondezza e dell'iniquità per l'impurità, così date ora le vostre membra al servizio della giustizia per la santificazione. Quando eravate servi del peccato eravate liberi dalla giustizia; ma qual frutto aveste allora dalle cose di cui ora vi vergognate? Certamente la fine di esse è la morte. Ora invece, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, avete per vostro frutto la santificazione e per fine la vita eterna, essendo paga del peccato la morte, e grazia di Dio la vita eterna in Gesù Cristo nostro Signore.
    La vera libertà.
    "La vita del battezzato, che gli deriva dalla sua adesione a nostro Signor Gesù Cristo mediante la fede, è pace con Dio, è gaudio, è libertà. È doppiamente libertà: a motivo di ciò che il battesimo ha distrutto e di ciò che ha edificato in noi. Per comprendere ciò, occorre definire esattamente la libertà e il suo contrario, la servitù. Vi è per me servitù, quando sono tenuto sotto la dipendenza di chi non dovrei, quando il tiranno agisce su di me con la forza esterna e con la costrizione, quando mi associa mio malgrado alle sue opere meschine, quando una parte di me, la più nobile, protesta contro le angherie che adopera il suo potere dispotico. Allora sì vi è servitù.
    Ma quando sono sotto la dipendenza di chi devo; quando il potere che si esercita su di me agisce sull'intimo, si rivolge all'intelletto e alla volontà; quando esso mi fa attendere con sé ad opere alte e degne; quando mi associa al lavoro di Dio stesso e sotto il suo influsso interiore mi fa collaborare a un programma di alta moralità; quando ho coscienza che non è soltanto Dio ma sono anche tutte le parti più nobili della mia anima che plaudono all'opera che compiamo insieme il Signore ed io; chiamate pure ciò servitù; io dirò da parte mia, che è la somma libertà, l'assoluta indipendenza. Appartenere all'intelletto è libertà; appartenere all'intelletto di Dio è la più sublime libertà che vi sia" [1].
    VANGELO (Mt 7,15-21). - In quel tempo: Disse Gesù ai suoi discepoli: Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi travestiti da pecore; ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li conoscerete. Si coglie forse dell'uva dalle spine, o dei fichi dai triboli? Così ogni albero buono dà buoni frutti, ed ogni albero cattivo dà frutti cattivi. Non può l'albero buono dar frutti cattivi, né l'albero cattivo dar frutti buoni. Ogni pianta che non porta buon frutto vien tagliata e gettata nel fuoco. Voi li riconoscerete dunque dai loro frutti. Non chi mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli; ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi entrerà nel regno dei cieli.
    I discepoli della sapienza.
    "Li riconoscerete dai loro frutti", dice il Vangelo; e la storia giustifica le parole del Salvatore. Sotto le vesti dell'agnello con cui vogliono ingannare i semplici, gli apostoli della menzogna esalano odore di morte. Le loro abilità dialettiche e le loro interessate vanterie non dissimulano il vuoto delle loro opere. Non abbiate dunque nulla in comune con essi. I frutti inutili o impuri delle tenebre, gli alberi d'autunno e doppiamente morti che li portano sui loro rami secchi, saranno destinati al fuoco. Se siete stati anche voi una volta tenebre, ora che siete divenuti luce nel Signore mediante il battesimo o il ritorno d'una sincera conversione, mostratevi tali: producete i frutti della luce in piena bontà, giustizia e verità (Ef 5,8.9). A questa sola condizione potrete sperare il regno dei cieli, e dirvi fin da questo mondo i discepoli di quella Sapienza del Padre che esige per sé oggi il nostro amore.
    Infatti - dice l'Apostolo san Giacomo quasi per commentare il Vangelo di questo giorno - può il fico dare dell'uva e la vite dei fichi? Così nemmeno l'acqua salata può farne della dolce. Chi è sapiente e scienziato tra voi? Lo dimostri colla bontà della vita, colle sue opere fatte con quella mansuetudine che è propria della sapienza. Perché non è questa la sapienza che scende dall'alto, questa è sapienza terrena, animalesca, diabolica. Invece la sapienza che vien dall'alto prima di tutto è pura, poi è pacifica, modesta, arrendevole, dà retta ai buoni, è piena di misericordia e di buoni frutti, aliena dal criticare e dall'ipocrisia. Or il frutto della giustizia è seminato nella pace da coloro che procurano la pace (Gc 3,11-18 passim).
    PREGHIAMO
    O Dio, che provvedi a tutte le cose in modo ineffabile, allontana da noi tutto ciò che è nocivo e concedici tutto ciò che è di aiuto.
    [1] Dom Delatte, Epîtres de Saint Paul, I, 643.
    da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959."















    “3 luglio 2016: infra l'Ottava dei Ss. Pietro e Paolo.”







    “3 luglio 2016: san Leone II, Papa e confessore.

    Leone II, Leone III e Leone IV, papi, santi, i loro resti, ritrovati nel 1580 furono, il 27 maggio del 1607, collocati all’altare della Madonna della Clemenza a S. Pietro in Vaticano. Prima erano, per volere di Pasquale II, nell’oratorio e altare dedicato a S. Leone I papa.
    Leone II, Siciliano, fu sulla sedia di Pietro dal 17 agosto 682 al 3 luglio 683,
    M.R.: 3 luglio - A Roma il natale di san Leone secondo, Papa e Confessore, il quale nel primo anno del suo Pontificato, pieno di meriti, volò al cielo.
    [ Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ]”

    "Carlo Di Pietro - Giornalista e Scrittore
    Preghiera al Santo del giorno.
    In nómine Patris
    et Fílii
    et Spíritus Sancti.
    Amen.

    Eterno Padre, intendo onorare san Leone II Papa, e Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima, per i meriti di questo santo, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Leone II Papa possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia."




    VII Domenica dopo Pentecoste 03 lug 2016 - Santa Messa don Floriano

    https://www.youtube.com/watch?v=V7DQrxleN9Q
    domusmarcellefebvre110815
    Omelie IT - domusmarcellefebvre110815
    SEGUIRE LA S.MESSA - domusmarcellefebvre110815






    Buona Domenica!

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    Lightbulb Re: Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo

    Domenica ottava dopo la Pentecoste: 10 luglio 2016…




    Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale

    “10 luglio 2016: DOMENICA OTTAVA DOPO LA PENTECOSTE.”







    “10 luglio 2016.

    Rufina e Seconda, sante, martiri di Roma, Anastasio IV (1153-54) trasformò l’antico nartece del battistero Lateranense in Oratorio e vi depose le reliquie delle sante. Il 23 maggio 1764 in occasione della nuova consacrazione dell’altare, l’ultima risaliva al 24 ottobre 1727, vi fu la loro rideposizione da parte dell’arcivescovo Lercari.
    Rufina e Seconda subirono il martirio al X miglio della via Cornelia nel 257 e furono sepolte nel cimitero "Sylva Candida".
    M.R.: 10 luglio - A Roma le sante Vergini e Martiri Rufina e Seconda sorelle, le quali, nella persecuzione di Valeriano e Gallieno, furono sottoposte ai tormenti, e da ultimo, l'una percossa nel capo colla spada, l'altra decapitata, volarono in cielo. I loro corpi si conservano col dovuto onore nella Basilica Lateranense, vicino al Battistero [ Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ]”








    “10 luglio 2016: Santi Sette fratelli martiri.”







    “Il 10 luglio 983 muore Papa Benedetto VII dei conti di Tuscolo, Sommo Pontefice.”






    Guéranger, L'anno liturgico - Domenica Ottava dopo la Pentecoste
    “10 luglio 2016: DOMENICA OTTAVA DOPO LA PENTECOSTE.
    All'ufficio.
    Questa Domenica veniva chiamata, nel medioevo, sesta e ultima Domenica dopo la Natività degli Apostoli o festa di san Pietro, negli anni in cui la Pasqua toccava il suo punto estremo in aprile. Essa non era invece che la prima della serie domenicale cosi denominata quando la Pasqua seguiva immediatamente all'equinozio di primavera.
    Abbiamo visto che a motivo dello stesso moto così variabile impresso a tutta l'ultima parte del ciclo liturgico dalla data di Pasqua, questa settimana poteva essere già la seconda della lettura dei libri Sapienziali, benché il più delle volte vi si debba continuare ancora quella dei libri dei Re. In quest'ultimo caso, è l'antico tempio innalzato da Salomone alla gloria di Dio che attira oggi l'attenzione della santa Chiesa; e i canti della Messa sono allora in perfetta armonia con le lezioni dell'Ufficio della notte.
    MESSA
    EPISTOLA (Rm 8,12-17). - Fratelli: Noi non siamo debitori alla carne per vivere secondo la carne. Se quindi vivrete secondo la carne, morrete; se invece collo spirito darete morte alle azioni della carne, vivrete, essendo, tutti quelli che son mossi dallo spirito di Dio, figli di Dio. Difatti, voi non avete ricevuto lo spirito di servitù per nuovo timore, ma avete ricevuto lo spirito di adozione in figli, pel quale gridiamo: Abba (Padre). Questo stesso spirito attesta allo spirito nostro che noi siamo figli di Dio. E se figlioli, siamo anche eredi: eredi di Dio e coeredi di Cristo.
    Il programma della vita soprannaturale.
    "Se lo Spirito di Dio è il legame della nostra unione con Nostro Signor Gesù Cristo, se è l'anima della nostra nuova vita, il soffio e l'ispiratore di tutte le nostre opere, spetta dunque a lui dare dappertutto l'inizio. A dispetto di quella parte di concupiscenza che il battesimo ha lasciato nelle mie membra per obbligarmi a combattere, non ho più nulla a spartire con la carne e la vita di un tempo. Dio non voglia che io torni indietro e che, ingannato dall'egoismo, mi sottragga allo Spirito di Dio per riappartenere ad opere di morte! No. Dopo essere entrato nell'intimità di Dio, sarebbe insensato distogliermi dalla Tenerezza, dalla Beltà, dalla Purezza; e per chi e per che cosa? Ormai, la carne non ha più nulla a esigere da me. Essa viene troppo tardi. Onde vivere eternamente, ridurrò di giorno in giorno e porterò fino alla completa eliminazione, se è possibile, tutto ciò che in me si erge contro la vita di Dio. I veri figli di Dio - dice l'Apostolo in una incomparabile sentenza - sono quelli che si lasciano guidare dallo Spirito di Dio. Tutta la vita soprannaturale che ha inizio con la fede e il battesimo, si riporta alla docilità, alla malleabilità, all'abbandono, agli influssi dello Spirito di Dio" [1].
    VANGELO (Lc 16,1-9). - In quel tempo: Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: C'era un ricco il quale aveva un fattore che fu accusato davanti a lui come dissipatore dei suoi beni. Ed egli, chiamatolo, gli disse: Che è mai quello che sento di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più tenerla. E il fattore disse fra sé: E ora, che farò, che il padrone mi leva la fattoria? A zappare non son buono, a limosinare mi vergogno. So ben io che farò, affinché, levata che mi sia la fattoria, ci sia chi mi riceva in casa sua. Chiamati pertanto ad uno ad uno i debitori del padrone, disse al primo: Tu quanto devi al mio padrone? E quello rispose: Cento barili d'olio. Ed egli: Prendi la tua scritta, siedi presto, e scrivi cinquanta. Poi chiese ad un altro: E tu quanto devi? E quello: Cento staia di grano. Gli dice: Prendi la tua carta, e scrivi ottanta. E il padrone lodò il fattore infedele perché aveva agito con accortezza; ché i figli di questo secolo sono, nel loro genere, più avveduti dei figli della luce. Ed io vi dico: fatevi degli amici colle ricchezze ingiuste: affinché quando veniate a mancare, quelli vi ricevano nelle tende eterne.
    Per acquistare le vere ricchezze.
    "I vari termini della parabola che ci è proposta sono facili a comprendersi e racchiudono una profonda dottrina. Il Signore vuole insegnarci quale uso dobbiamo fare delle ricchezze di questo mondo. Descrive quanto avvenne a un economo poco scrupoloso, e quindi nei versetti 8 e 9 di questo capitolo XVI di san Luca ce ne fa l'applicazione morale: 'I figli di questo secolo - dice - sono più abili nei loro rapporti con la propria generazione, di quanto lo siano i figli della luce'. Come sarebbe fiorente, infatti, il Regno dei Cieli se i buoni attendessero ai loro interessi spirituali e alle cose della vita futura come i mondani ai loro interessi perituri! Se il padrone di casa, per quanto leso, ha potuto lodare l'abilità del suo intendente, come non si compiacerebbe Dio, che nulla può perdere, della prudenza soprannaturale dei suoi? Essi hanno infatti, nei beni terreni di cui ci si è parlato, la materia d'una industria per l'eternità. A voi che dovete essere illuminati, a voi che siete i figli non più di questo mondo tenebroso ma della luce, ecco quanto dico - soggiunge il Signore -: imitate sotto un certo aspetto l'economo ingiusto. Con il tesoro d'ingiustizia, con quella ricchezza mediante la quale l'intendente e tanti altri come lui offendono l'equità, voi potete procurarvi degli amici: quando la ricchezza materiale vi sarà tolta insieme con la vita, essi vi accoglieranno, non nelle case terrene, ma nei tabernacoli eterni. La preghiera del povero, infatti, mette in moto la mano che governa il mondo" [2].
    Applicazione agli Ebrei.
    Questo è il senso ovvio e diretto della parabola che ci viene proposta. Ma se vogliamo penetrare pienamente l'intenzione per cui la Chiesa ha scelto oggi questo passo del Vangelo, è necessario che ricorriamo a san Girolamo che se ne è fatto l'interprete ufficiale nella Omelia dell'Ufficio della notte. Continuiamo con lui la lettura evangelica: Chi è fedele nel poco - continua il testo sacro - è fedele anche nel molto, e chi è ingiusto nel poco lo è anche nel molto. Se voi dunque non siete stati fedeli nelle ricchezze ingiuste, chi vi affiderà le vere? (Lc 16,10-11). Gesù parlava così - osserva san Girolamo - davanti agli scribi e ai farisei che lo deridevano, avendo ben inteso che la parabola era contro di loro. L'infedele nelle piccole cose è infatti l'ebreo invidioso che, nel campo ristretto della vita presente, rifiuta ai fratelli l'uso dei beni creati per tutti. Se dunque - vien detto a questi scribi avari - voi siete convinti di malversazione nella gestione di ricchezze fragili ed effimere, chi potrebbe affidarvi le vere, le eterne ricchezze della parola divina e dell'ammaestramento delle genti? Grave domanda, che il Signore lascia oggi in sospeso sul capo degli infedeli depositari della legge delle figure. Ma come, fra poco, sarà terribile la risposta!
    PREGHIAMO
    Concedi, o Signore, la grazia di pensare ed agire sempre secondo giustizia affinché, noi che non possiamo esistere senza di te, riusciamo a vivere secondo il tuo volere.
    [1] Dom Delatte, Epîtres de Saint Paul, I, 668.
    [2] Dom Delatte, Evanglle de N. S. J. C., II, 148.
    da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 457-460.”






    “Domenica ottava dopo Pentecoste, 10 luglio 2016 - Santa Messa don Floriano
    https://www.youtube.com/watch?v=6fZC1dhEsLI
    SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815"






    Buona Domenica!

    Luca, Sursum Corda!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

 

 
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