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    Lightbulb Re: Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo

    20 LUGLIO 2018: SANT’ELIA PROFETA, SAN GIROLAMO EMILIANI, Confessore, SANTA MARGHERITA, Vergine e Martire; ventesimo giorno del MESE dedicato alla devozione al PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



    http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm
    “San Girolamo Emiliani, confessore, 20 luglio.”
    “Commemorazione di santa Margherita, vergine e martire, lo stesso giorno.”



    "20 luglio - S. Elia profeta."
    20 luglio - S. Elia profeta
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    http://tradidiaccepi.blogspot.it

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    «Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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    «SANT'ELIA
    Profeta.
    Doppio maggiore (nel Regno di Napoli).
    Paramenti rossi.
    SANTA MESSA
    Sant’Elia Tisbita fu profeta del vero Dio - il suo stesso nome significa Yahwhe è Dio - al tempo di Acazia e Acab. Combatté strenuamente - confermando la predicazione coi miracoli - per l’integrità della Fede contro il culto del demone Baal che era stato introdotto in Israele. Sul Monte Carmelo trionfò dei sacerdoti idolatrici, in seguito da lui stesso scannati. Per sfuggire all’ira della regina Gezabele fuggì nel deserto, dove, nel pieno dell’angoscia fu visitato da un Angelo che lo rifocillò con un pane miracoloso, figura dell’Eucaristia. Alla fine della sua missione fu assunto di tra gli uomini da un carro di fuoco e portato in luogo misterioso col suo corpo mortale: “Non è sfuggito alla morte, ma per lui essa è solo ritardata” (S. Gregorio Magno). Assieme al Patriarca Enoch tornerà a preparare la seconda venuta del Cristo e particolarmente per convertire gli Ebrei. I due moriranno Martiri prima della disfatta dell’Anticristo, il che giustifica l'uso dei paramenti rossi. Questo “angelo della terra e uomo del Cielo” (S. Giovanni Crisostomo), vindice dei diritti di Dio, prefigurò san Giovanni Battista. L’Ordine del Carmelo lo venera per suo Padre.
    Su quel monte infatti egli vide - nella nuvoletta ascendente dal mare - la Santa Vergine e originò un ceto di santi romiti.
    * Dal libro di sant'Epifanio vescovo.
    Sulla vita dei Profeti.
    Il Profeta Elia appariva da Tisbe, dal continente degli Arabi e dalla tribù del levita Aaron. Dimorava ancora a Galaad, poiché a Tisbe vi era un tempietto consacrato dai Sacerdoti e destinato ad essi. Sua madre partorendolo, siffatta visione apparve al padre Sobac. Degli uomini, recanti un certo abito niveo davanti a sé, salutavano un ragazzino e lo strappavano dalle mammelle della madre per il fuoco: davvero gli somministravano la fiamma del fuoco al suo luogo. Il padre si recò così a Gerusalemme e riportò ai Sacerdoti ciò che aveva visto. Allora Crematismo, cioè l'Oracolo o Responsore, gli rispose: «Guardati dal farlo manifesto! Giacché la luce di questo figlio sarà dimora e il suo parlare dimostrazione e giudizio: giudicherà Israele con il fuoco e la romfea». Questo è quell'Elia, che tre volte fece scendere il fuoco dal cielo, tanto più riportò la pioggia con la sua lingua, resuscitò parimenti i morti, e fu assunto poi in cielo da una nube, o un turbine di fuoco.
    * Dal libro di sant'Isidoro vescovo.
    Sulla vita e morte dei Santi.
    Elia, che si interpreta Signore Dio, era Tisbita, gran Sacerdote e Profeta, abitante della solitudine, pieno di fede, sommo di devozione, forte nelle fatiche, solerte nell'operosità, dotato di ingegno eccellente, retto nell'esercizio della disciplina, assiduo nella santa meditazione e intrepido nel timore della morte. Percosse i tiranni, uccise i sacrileghi e risplendette di molti segni di virtù. Chiuse il cielo dalle piogge con una siccità di tre anni. Pregò di nuovo e il cielo diede piogge. Risuscitò il figlio morto di una donna. La farina nell'idria non diminuì per la sua potenza e il vaso dell'olio stillò la fonte perpetua. Il fuoco venne dal cielo sul sacrificio con la sua parola. Bruciò col fuoco celeste due cinquantine con soldati. Attraversando il Giordano, separò le acque al tocco della pelliccia di pecora.
    Dopo di ciò, rapito da un carro di fuoco, ascese in cielo e verrà, secondo il Profeta Malachia, alla fine del mondo, precederà il Cristo, annunzierà il suo ultimo avvento con grandi potenze e prodigi di segni, così che l'Anticristo sostenga guerra contro di lui ed Enoch, che verrà con lui, e li uccida. E i loro cadaveri giaceranno invero insepolti tre giorni e sei ore. Successivamente risuscitati dal Signore, percuiteranno il regno dell'Anticristo con gran danno. Dopo di ciò verrà il Signore e ucciderà l'Anticristo con la spada della sua bocca e quelli che lo adorarono, e il Signore regnerà con tutti i suoi santi in eterno.
    - Al Vangelo.
    ** Omelia di san Giovanni Crisostomo.
    Omelia 57 su Matteo, poco dopo il principio.
    A motivo di cosa fece comparire Mosè ed Elia? Ognuno potrebbe addurre molte ragioni. Anzitutto perché anche le turbe lo credevano chi Elia, chi Geremia, chi uno degli antichi profeti: perciò fece comparire Mosè ed Elia, capi degli altri Profeti, affinché riconoscessero quanto sia grande il Signore fra i servi, e affinché giustamente credessero lodato Pietro che lo confessò Figlio di Dio. Inoltre poiché assiduamente i Giudei lo accusavano di trasgredire la legge, e credevano bestemmiasse, quasi per vendicare la gloria del Padre che lo riguardava. Dicevano infatti: Costui non è da Dio poiché non osserva il Sabato; e ancora: Non ti lapidiamo per le opere buone, ma perché tu che sei uomo ti fai Dio; affinché per la cosa stessa fosse chiaro che per invidia lo accusavano di queste cose e che non fosse a parte di nessuno dei due di questi crimini, né che fosse prevaricatore della legge, né che usurpasse per se stesso la gloria altrui facendosi uguale al Padre, ai suoi lati fece comparire loro, ognuno dei quali rifulse in una delle due cose. A Mosè infatti diede la Legge: per la qual cosa Mosè non avrebbe sopportato che si conculcasse la legge, come i Giudei credevano, né lo stesso latore della legge avrebbe mai reso culto a un prevaricatore di essa e a un nemico del legislatore. Elia poi zelò la gloria di Dio; per la qual cosa egli mai sarebbe stato a fianco di chi si diceva uguale al Padre, se questi non lo fosse stato, né sarebbe parso vendicasse ciò che quello che non aveva.
    Oltre tutte queste cose, possiamo anche dire che li fece comparire perché chiaramente e veramente si credesse che egli abbia potestà tanto sulla morte quanto sulla vita; perché fosse rivelato essere il Signore dei cieli e degli inferi; pertanto fece comparire ai suoi lati Mosè, già morto, ed Elia che ancora non lo è. La quarta ragione la lambisce anche il medesimo Evangelista. Qual è mai dunque? Che fosse rivelata la gloria della Croce e perché tanto Pietro quanto gli altri, che avevano paura della Passione, fossero consolati ed elevati alle cose più sublimi. Infatti non stavano zitti, dice, ma parlavano della gloria, che si sarebbe compiuta a Gerusalemme, della Croce cioè e della Passione: infatti la chiamava sempre così.
    La potenza singolare degli uomini acconsentì a tutto ciò e a ciò che c'era di più importante, che esigeva dai discepoli massimamente. Infatti, poiché disse: Se qualcuno vuol venire dietro di me, prenda la sua croce e mi segua; per questo motivo genera in mezzo al popolo che era stato consegnato a lui, quelli che avrebbero subito la morte cento volte per la custodia dei precetti di Dio; perdendo l'anima ciascuno dei due, la trovano. Certamente parlarono addirittura contro i tiranni con gran libertà; uno contro l'Egitto, l'altro contro Achab: poiché è grande, dinanzi agli uomini ingrati e disobbedienti, dai quali furono scagliati in atroci pericoli, essi anche se spogliati e senza potere, ebbero il proposito tuttavia di strappare il popolo dal culto degli idoli; l'uno dei quali era tardo di lingua e tenue di voce, l'altro era in qualche modo anche più schietto, e ambedue erano disprezzatori moltissimo delle ricchezze secolari. Infatti né Mosè possedeva alcunché, né Elia aveva altro oltre una pelliccia di pecora: poiché erano soprattutto del Vecchio Testamento, non erano ricchi di così tanta grazia di segni.
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    SANT'ELIA PROFETA.
    Il 20 luglio, festa liturgica – nell’Ordine Carmelitano – del profeta Elia, il sacerdote sale all’altare con i paramenti rossi. Eppure sant’Elia non ha versato il sangue per la fede, anzi – come sappiamo dalla Scrittura – non è ancora morto. Egli tornerà negli ultimi tempi come precursore dell’anticristo a predicare e convertire il popolo ebraico, ed allora, secondo la tradizione, verserà il suo sangue nella città di Gerusalemme. È in vista di questo glorioso martirio che la Liturgia carmelitana adotta – in modo profetico per un profeta – i paramenti rossi.
    Elia è il profeta del Dio vivente. Il suo stesso nome, che significa: “JHWH è Dio”, è il vero programma della sua vita. Si tratta di uno dei più grandi uomini dell’Antico Testamento: è colui che sta alla presenza del suo Dio ed è divorato dallo zelo per la Sua gloria. Le parole che si leggono nel primo libro dei Re “Zelo zelatus sum pro Domino Deo exercituum” (Sono pieno di zelo per il Signore Dio degli eserciti [1 Re 19,10]) riassumono il tratto essenziale della sua fisionomia – il cui simbolo è il fuoco (Sir 48,1) – che si delinea con straordinaria vivacità nel Testo sacro.

    Dopo la morte di Salomone, le dodici tribù di Israele si divisero in due grandi regni: quello di Giuda e quello d’Israele. Il primo formatosi con le due tribù di Giuda e di Beniamino, ebbe per capitale Gerusalemme; il secondo si compose di dieci tribù con capitale Sichem, poi Samaria. A questo secondo regno appartenne il profeta Elia, che abitava il deserto di Galaad in Samaria. Uomo virtuoso e austero, vestiva una tunica di peli di cammello con ai fianchi una cintura di cuoio: “pieno di zelo per il Dio degli eserciti”, uscì tre volte dal deserto per minacciare Achab, settimo re di Israele, e la regina Iezabele, che avevano pervertito il popolo trascinandolo nell’idolatria; per mandare a morte i 450 profeti di Baal che confuse sul Monte Carmelo; e per annunciare al re, impossessatosi della vigna di Naboth, che sarebbe stato ucciso, e, alla regina, che il suo sangue sarebbe scorso ove era scorso il sangue di Naboth e i cani avrebbero divorate le sue carni. Per tutti questi motivi, Elia fu perseguitato dagli Israeliti, da Achab e da Iezabele e dovette fuggire sul monte Horeb per scampare alla morte. Quando più tardi Ochozia, figlio di Achab, divenne re, Elia gli fece dire di non consultare Belzebu, il dio di Accaron, come aveva intenzione di fare, ma il Dio d’Israele. Ochozia allora gli mandò un capitano con cinquanta soldati per indurlo a scendere dalla montagna e rendergli conto delle sue parole. Elia rispose al capitano: “Se io sono un uomo di Dio, scenda dal cielo un fuoco che divori te e i tuoi cinquanta”. E scese il fuoco e divorò lui e i suoi cinquanta uomini.
    Più tardi, Elia andò verso il Giordano con Eliseo, e allorché ebbero attraversato il fiume, un carro di fuoco con cavalli di fuoco separò l’uno dall’altro, ed Elia salì al cielo in un turbine. Eliseo allora si rivestì del mantello che Elia aveva lasciato cadere e ricevette doppiamente il suo spirito.
    Il doppio spirito che Elia lasciò ad Eliseo si trasmise agli eremiti del monte Carmelo, i quali – con l’avvento dell’atteso Messia – si costituirono gradualmente in Ordine religioso, il cui stemma – in forma di scudo – rivela la sua origine “eliana”. Esso, infatti, è sormontato da un braccio con una spada di fuoco e un nastro con una citazione biblica. Il braccio è quello di Elia, che tiene una spada di fuoco, e il nastro porta l’iscrizione “Zelo zelatus sum pro Domino Deo exercituum”. Il braccio e la spada mostrano la passione ardente di Elia per l’assoluto di Dio, la cui “parola bruciava come fiaccola” (Sir 48,1). Per i Carmelitani, Elia è il profeta solitario che coltiva la sete dell’unico Dio e vive alla Sua presenza. Come lui, essi portano “la spada dello spirito, che è la Parola di Dio” (Regola Carmelitana n. 19) ed è per essi modello di azione, ma soprattutto maestro di orazione e di contemplazione.
    L’apostolo san Giacomo, nella sua Epistola, ci propone come modello di preghiera l’orazione fervorosa e potente del santo patriarca Elia, che ottenne da Dio prima la completa siccità sui campi d’Israele per tre anni e sei mesi, e poi l’abbondanza della pioggia. Alla sua preghiera i morti risuscitarono; il fuoco cadde dal cielo per tre volte in punizione degli idolatri; sul monte Oreb, il Signore si manifestò per mezzo del venticello leggero; sul monte Carmelo apparve la piccola nube, simbolo misterioso della Vergine Maria, Madre di Dio. Sant’Isidoro afferma che tutte le azioni della vita di Elia non furono che un’orazione continua, Elias in sancta meditatione assiduus, da cui nacque la santa Famiglia dei contemplativi del Carmelo. Simeone Metafraste (X sec.) – il grande agiografo bizantino – suggerisce a chiunque voglia comprendere lo spirito di un ordine religioso di studiare lo spirito del fondatore, che è il padre spirituale di tutti quei religiosi. Ma in Elia, aggiunge, il fuoco ardente e lo zelo dell’anima sono così intensi che devono essere studiati da tutti.
    Alla fine della sua terrena esistenza, fu il fuoco nella forma di carro e cavalli che rapì il profeta Elia trasportandolo in un luogo ignoto. Suarez afferma esser di fede che Elia, come anche Enoch, non è morto. Sant’Agostino conferma che “né Enoch né Elia hanno subito la corruzione in tutto questo tempo”. “Enoch ed Elia ora hanno gli stessi corpi – sostiene S. Girolamo – che avevano quando furono trasportati” (nel luogo del loro misterioso soggiorno). S. Gregorio specifica che “Sant’Elia non è sfuggito alla morte, ma per lui essa è solo ritardata”.
    Circa il luogo del suo soggiorno, alcuni autori ritengono che Elia con Enoch si trovi nel Paradiso terrestre che sarebbe sfuggito all’universale diluvio, altri in un luogo ignoto, ma ameno, conosciuto da Dio solo. Quel che è certo, in entrambi i casi, è che essi posseggono uno straordinario potere di contemplazione e di amore in cui si preparano alla loro venuta finale. Elia, nel luogo dove la divina Provvidenza lo ha posto e sul quale i teologi non ci dicono nulla di certo, prega senza posa per gli uomini, essendo – secondo san Gregorio – in continue estasi, in serafiche contemplazioni e in dolci e soavi colloqui. Nell’esercizio di questa sublime orazione, l’estatico Profeta riceve quella luce abbondante e sovrana con cui dovrà un giorno venire a rischiarare il mondo. Ed è per questo che san Bernardo gli conferisce il nome di luce del mondo: orbis lumen.
    “Enoch ed Elia sono felici – afferma ancora san Bernardo – poiché vivono solo per Dio e sono occupati in Lui solo, contemplandolo, amandolo e godendo di Lui”. Suarez sostiene essere del tutto consequenziale al loro stato il fatto che essi siano stati confermati in grazia, benché nel tempo del loro lungo soggiorno non possano più meritare. La loro capacità di meritare, infatti, secondo Suarez, sarebbe sospesa fino al loro ritorno, quando completeranno la loro missione con la predicazione e l’effusione del loro sangue. S. Tommaso afferma che Enoch ed Elia “vivranno insieme fino alla venuta dell’anticristo”. Questa verità, che i Padri riconoscono pressoché unanimemente, Suarez ritiene esser de fide o proxima fidei. La missione di Enoch ed Elia, negli ultimi tempi, sarà quella di predicare in abito di penitenza contro l’anticristo. La missione speciale di Enoch sarà di convertire i Gentili, mentre quella di Elia sarà di convertire i Giudei, i quali, tuttora, nella loro liturgia della Pasqua, gli lasciano un posto vuoto proprio per ricordarne la presenza alla fine dei tempi.
    Essi verranno in abito di sacco per richiamare le anime alla penitenza e alla povertà. Ed anche, aggiunge l’Aquinate, per indicare che la Chiesa alla fine dei tempi ritornerà ai tempi della sua giovinezza, quando il Battista predicava vestito con peli di cammello. Essi – come mistici ponti – congiungeranno l’inizio della storia alla sua fine.
    Sant’Elia sarà dunque predicatore e apostolo di Gesù Cristo nei tempi futuri, quando l’anticristo perseguiterà la Chiesa di Dio, secondo il capitolo 17° del Vangelo di san Matteo, in cui Nostro Signore Gesù Cristo stesso dice che Elia verrà e ristabilirà ogni cosa: Elias quidem venturus et restituet omnia, perché allora, come ha profetizzato Malachia, egli comparirà come precursore del secondo avvento di Gesù Cristo nel mondo.
    Contro l’efficace predicazione di Elia e di Enoch, che conquisterà Giudei e Gentili, si scatenerà la rabbia infernale dell’anticristo il quale tenterà di ucciderli: cosa che Dio permetterà, per aggiungere alla loro corona la palma del martirio. Secondo numerosi Padri ed altri importanti autori, questi due ultimi apostoli saranno messi a morte in Gerusalemme come il nostro divin Redentore, ed i loro corpi, gettati sulla piazza, resteranno senza essere sotterrati per tre giorni e mezzo, secondo la profezia di san Giovanni nell’Apocalisse (cap. 11); ma, trascorsi questi tre giorni e mezzo, i due Santi risusciteranno gloriosi e saliranno al cielo in anima e corpo, in una nube luminosa, sotto gli occhi dell’anticristo e dei suoi sostenitori.
    Alla morte di Enoch ed Elia seguirà subito la disfatta dell’anticristo, perché – secondo Tertulliano – questi due apostoli degli ultimi tempi “sono riservati per distruggere l’anticristo con il loro sangue”.
    Secondo padre Frederick William Faber, fondatore dell’Oratorio di Londra, Elia ebbe un cuore di guerriero e un intelletto di serafino. Lo dimostra la sua fede così eroica che gli meritò di essere sulla terra il suo primo difensore, come san Michele lo era già stato in Cielo contro gli angeli ribelli. Ciò avvenne in quel pubblico “autodafé”, celebrato sul monte Carmelo, allorché, per ordine del re Acab, si trovarono riuniti ottocentocinquanta falsi profeti che Elia confuse con sagace ironia, e debellò, meritando per questo da san Bernardo il titolo di defensor fidei.
    L’ardore di questo santo di fuoco, definito dal Crisostomo “angelo della terra e uomo del Cielo”, che fu portato nel luogo del suo misterioso soggiorno da quel fuoco su cui aveva esercitato uno speciale potere sulla terra, ha fatto di lui una sorta di “uomo eterno” che attende l’ora di Dio per incendiare il cuore degli uomini col fuoco del divino amore. Nel luogo in cui vive con Enoch, Elia si prepara alla sua missione finale. Poiché fu il primo devoto della Vergine Santissima, si crede che egli trascorra questo tempo nell’imitazione di Colei che ebbe lo speciale privilegio di vedere adombrata nella misteriosa nuvoletta e che amò con ammirabile anticipazione. È alla scuola della Madre di Dio che il Profeta degli ultimi tempi si prepara ad affrontare l’anticristo, attendendo due cieli: il cielo della terra, dove verserà il suo sangue, e il Cielo dei cieli, dove godrà, infine, della visione di quel Dio la cui gloria ha zelato con impareggiabile ardore.
    I tempi tumultuosi che sta vivendo la Chiesa e il mondo, se non sono i tempi dell’anticristo, ne sono certamente una prefigurazione. Il profeta Elia, che attendiamo secondo le profezie scritturistiche, è fin d’ora un modello di azione e di contemplazione, di fede e di speranza, di amore incandescente all’unico vero Dio e di totale rifiuto del compromesso con l’errore. Infine il santo Profeta e Patriarca invita tutti alla generosità più estrema nel servizio di Dio, quella generosità che lo farà tornare sulla terra a versare il suo sangue per il quale ha anticipatamente meritato il titolo di martire.
    Se la moderna cristianità ha relegato (anche) il grande profeta Elia tra i personaggi leggendari, a noi la saggezza di seguire la fede dei nostri Padri che solo la stolta infatuazione dei loro figli si gloria di ignorare.
    Autore: Cristiana de Magistris Fonte: Corrispondenza Romana.»
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    “SAN GEROLAMO EMILIANI
    Confessore.
    Doppio.
    Paramenti bianchi.
    SANTA MESSA
    Nato a Venezia nel 1486 dalla famiglia patrizia degli Emiliani, Gerolamo si convertì in seguito alla prigionia durante le guerra della Lega di Cambrai: egli si abbandonò incondizionatamente allo spirito divino «che sulle rovine dell'uomo vecchio, creò in lui l'uomo nuovo fatto ad immagine di Dio» (Segreta). Ripieno dello Spirito di adozione che ci rende figli del Padre, fu scelto dal Cielo per diventare egli stesso il Padre degli orfani e dei poveri (Orazione). Come aveva chiesto Gesù al giovane del Vangelo, egli lasciò tutto, e ad imitazione del Maestro, fece venire a sé i fanciulli (Vangelo). Egli fondò a Somasca, fra Milano e Bergamo, una Congregazione che ebbe lo scopo di allevare la gioventù negli orfanotrofi e nei collegi. Così l'Introito, applicandogli le parole di Geremia, ce lo mostra pieno di compassione per i fanciulli, che, grazie a lui, appresero a lodare il Signore. Spezzando il suo pane con quelli che avevano fame, e coprendo quelli che erano nudi, egli accolse gli indigenti negli ospizi e, grazie alla generosità dei nobili di Pavia e di Milano, sparse a profusione l'elemosina sui poveri (Epistola, Graduale, Alleluia). Morì di peste a Somasca l'8 febbraio dell'anno 1537, quando portava sulle spalle i cadaveri degli appestati al luogo della loro sepoltura (Offertorio).
    Benedetto XIV l'iscrisse fra i Beati (1747) e Clemente XIII fra i Santi (1767). Pio XI lo proclamò Patrono degli orfani e della gioventù derelitta (1928).
    Ricorriamo al Padre delle misericordie per essere, come san Gerolamo, riempiti di Santa carità verso gli indigenti e i fanciulli.

    * Girolamo, nato a Venezia dalla nobile famiglia Emiliani, datosi alla milizia fin dalla prima adolescenza, fu, in tempi difficilissimi per la repubblica, preposto alla difesa di Castelnuovo presso Quero, sui monti di Treviso. I nemici impadronitisi della fortezza, lo gettarono in una orribilissima prigione, legato mani e piedi; dove, privo d'ogni umano soccorso, egli si rivolse alla beatissima Vergine, che esaudì le sue preghiere, gli apparve, ne spezzò le catene, e per mezzo ai suoi nemici, che occupavano tutte le strade, lo condusse incolume in vista di Treviso. Entrato in città, a testimonianza del benefìcio ricevuto, sospese all'altare della Madre di Dio, cui si era votato, le manette, i ceppi, le catene che aveva portato con sé. Tornato a Venezia, cominciò a darsi interamente alle opere di pietà, spendendosi meravigliosamente a pro dei poveri, ma soprattutto compassionevole verso i fanciulli, che, privi di genitori, erravano per la città miserabili e sordidi, raccogliendoli in case, da lui affittate, nutrendoli a sue spese, e formandoli ai cristiani costumi.
    In quei giorni avevano approdato a Venezia il beato Gaetano e Pietro Caraffa, che fu poi Paolo IV, i quali approvato lo spirito di Girolamo e il suo nuovo istituto destinato a raccogliere gli orfani, lo condussero nell'ospedale degli Incurabili, dove, educando gli orfanelli, avrebbe insieme servito con pari carità ai malati. Ben tosto, dietro loro consiglio, partì per il vicino continente, ed eresse degli orfanotrofi, prima a Brescia, poi a Bergamo e a Como: soprattutto a Bergamo, dove oltre due orfanotrofi, uno per i ragazzi e l'altro per le ragazze, aprì, novità sconosciuta in quelle regioni, un asilo per le donne di mala vita convertitesi a penitenza. Fermatosi finalmente a Somasca, umile villaggio nel territorio di Bergamo, ai confini delle possessioni Venete, vi fondò una residenza per sé e per i suoi, e vi organizzò la sua congregazione, che poi da questo luogo prese il nome di Somasca; e che poi sviluppatasi e propagatasi, alla educazione degli orfani e al servizio delle chiese aggiunse, per maggiore utilità della società cristiana, la formazione dei giovani nelle lettere e nei buoni costumi in collegi, accademie e seminari, e san Pio V l'annoverò fra gli ordini religiosi, e altri Pontefici le accordarono dei privilegi.
    Non pensando che a raccogliere orfani, egli partì per Milano e Pavia; e coll'aiuto di nobili personaggi, provvide di abitazione, vitto, vestito e maestri moltitudini di fanciulli radunati in ambedue questi luoghi. Ritornato a Somasca, fattosi tutto a tutti, non rifuggiva da nessuna fatica che prevedesse tornare a bene del prossimo. Mescolandosi cogli agricoltori nella campagna, li aiutava a raccogliere le biade, e spiegava loro i misteri della fede, puliva la testa dei fanciulli affetti da tigna ributtante, e li curava con pazienza; medicava le putride piaghe dei contadini così bene, che parve avesse ricevuto la grazia delle guarigioni. Scoperta sulla montagna che domina Somasca una grotta, vi si ritirò; e là flagellandosi, restando digiuno giorni interi, passando in orazione la maggior parte della notte, e non prendendo un po' di sonno che sulla nuda roccia , espiava i suoi falli e quelli degli altri. Nel fondo di questa grotta goccia dalla nuda roccia un'acqua ottenuta, secondo una costante tradizione, per le preghiere del servo di Dio; la quale scaturisce anche ai nostri giorni, e, portata in diversi paesi, ridona spesso la salute ai malati. In fine, in una peste che infieriva per tutta la vallata, mentre serviva i malati e portava i morti sulle proprie spalle alla sepoltura, attaccatoglisi il male, fece una preziosa morte, che egli aveva predetta poco prima, in età d'anni cinquantasei, nel 1537. Illustrato da numerosi miracoli in vita e dopo morte, Benedetto XIV l'iscrisse solennemente nell'albo dei Beati, e Clemente XIII in quello dei Santi.
    - Al Vangelo.
    ** Omelia di san Giovanni Crisostomo.
    Omelia 62 su Matteo.
    Perché i discepoli allontanavano i bambini? Per riguardo alla sua dignità. Allora che fa egli? Per insegnar loro a sentire modestamente, e a calpestare ogni fastosità mondana, egli li accoglie, se li prende in braccio, e a chi li rassomiglia promette il regno dei cieli; come già aveva detto prima. Anche noi adunque, se vogliamo essere eredi del cielo, attendiamo con gran diligenza a questa virtù. Questo è il culmine della filosofia, essere semplici insieme e prudenti: questa la vita angelica. Difatti la vita del bambino non ha alcun vizio nell'anima; non serba ricordo delle ingiurie, ma va a chi gliene fa come ad amici, come se non fosse stato nulla. E sebbene la mamma lo batta, pure la cerca sempre e la preferisce ad ogni altra persona.
    Mostragli una regina adorna di diadema, egli non la preferisce alla mamma sua, sebbene coperta di rozze vesti, ed ama meglio veder lei così povera, che una regina magnificamente vestita. Ché l'amore, e non la povertà o le ricchezze gli fanno distinguere i suoi dagli estranei; e non desidera più del necessario, e appena è sazio di latte lascia tosto la poppa. Non soffre le miserie che proviamo noi, sia per la perdita di denaro, sia d'altre cose simili; né si allieta, come noi, di cose che passano, né ammira la bellezza del corpo. Perciò egli diceva: «Di tali è il regno dei cieli» (Matth. 19, 14); affinché con uno sforzo di volontà pratichiamo quelle virtù che sembrano naturali ai bambini."
    https://sardiniatridentina.blogspot....ssore.html?m=1
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    “SANTA MARGHERITA
    Vergine e Martire.
    Paramenti rossi.
    SANTA MESSA
    Questa Santa, che i latini celebrano il 20 luglio sotto il nome di Margherita, è la stessa che i Greci venerano il 17 luglio sotto il nome di santa Marina «la grande Martire», vergine martirizzata ad Antiochia di Pisidia al tempo di Diocleziano. Il suo culto passò dall'Oriente all'Occidente al tempo delle Crociate. È invocata sopratutto da quelle che stanno per essere madri. Si trova nella lista dei quattordici Santi Ausiliatori.

    * Sermone di s. Ambrogio vescovo.
    Libro 1, sulle Vergini, verso l'inizio.
    Poiché oggi è il giorno natalizio di una vergine, l'amore della verginità ci invita a dirne ora qualche cosa, affinché non sembri che noi restringiamo ad una parola di passaggio l'elogio di una virtù così importante. Se la verginità è degna di lode, non lo è già perché si riscontra nei martiri, ma perché essa fa dei martiri. E come lo spirito umano potrà comprendere questa virtù che è fuori dalle leggi della natura? O come potranno parole umane esprimere ciò che è al di sopra della stessa natura umana? La vergine ha preso al cielo il modello da imitare in terra. E non senza ragione ha domandato al cielo la sua regola di vita, poiché in cielo si è trovato lo Sposo.
    P.S. La commemorazione è già presente nel link della Santa Messa di San Gerolamo Emiliani.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...82&oe=5BD281B0






    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...48&oe=5BC7EA66










    http://www.sodalitium.biz/san-girolamo-emiliani/
    «20 luglio, San Girolamo Emiliani, Confessore (Venezia, 1486 – Somasca, 8 febbraio 1537).

    “San Girolamo Emiliani Confessore, Fondatore della Congregazione Somasca, celeste Patrono di tutti gli orfani e della gioventù derelitta : si riposò nel Signore l’otto Febbraio”.
    I.O San Girolamo che sei stato fiamma del divino amore per gli orfani e i bisognosi, alleviandone ogni miseria e pena, fa che sul tuo esempio possiamo anche noi accogliere il nostro prossimo con la stessa carità con cui ci ha amato Cristo Signore. Gloria…
    II.O San Girolamo che nella tua vita hai rivelato agli uomini la misericordia e la tenerezza del Padre celeste accogliendo i fanciulli e i giovani e insegnando loro la via del cielo, accogli, custodisci e proteggi la nostra gioventù da ogni male. Gloria…
    III.O San Girolamo, che nella tua vita mortale, come Buon Samaritano, molte volte ti sei chinato con amore di padre su ogni uomo piagato nello spirito e nel corpo, aiuta con le tue preghiere e la tua paterna intercessione i nostri fratelli ammalati, dona loro la forza e il coraggio per affrontare e vivere con fede questo momento di sofferenza, possano superare presto la malattia e riacquistare la serenità e la salute, per lodarti nella tua Chiesa con cuore riconoscente e grato. Gloria…»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...o-emiliani.jpg








    http://www.SaintAmedee.ch
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
    «Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»

    “20 juillet 514 : début du pontificat du Pape Saint Hormisdas.”

    “20 juillet 1903 : décès du Pape Léon XIII.”

    20 juillet : Saint Jérôme Emilien, Confesseur (? 1537) :: Ligue Saint Amédée
    “20 Juillet : Saint Jérôme Emilien, Confesseur († 1537).”
    http://liguesaintamedee.ch/applicati...me_emilien.png








    www.sursumcorda.cloud
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    “Carlo Di Pietro - Sursum Corda
    Preghiera al Santo del giorno.
    In nómine Patris
    et Fílii
    et Spíritus Sancti.
    Amen.

    Eterno Padre, intendo onorare san Pàolo, Diacono e Martire, il quale, rimproverando i principi infedeli per l’empietà Maomettana e per la crudeltà, e costantissimamente predicando Cristo, ucciso per loro ordine, se ne andò in cielo a ricevere il premio. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi gli avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questo santo Diacono, ed a lui affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, san Pàolo, Diacono e Martire, possa essere mio avvocato e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”

    "20 luglio, San Girolamo Emiliani."
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...4d&oe=5BD4169A


    "Mese del Preziosissimo Sangue: preghiera per i moribondi.

    Eterno Padre, Vi offro i meriti del Sangue Preziosissimo di Gesù, Vostro diletto Figlio e mio Redentore divino, per tutti quelli che oggi moriranno; preservateli dalle pene dell'Inferno e conduceteli con Voi in Paradiso. Così sia.
    dalla bacheca di don Ugo Carandino."
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...c2&oe=5BC5430B





    “Gesù, ecco le Vostre meschinissime serve (ed i Vostri meschinissimi servi) che si umiliano e si accusano delle loro colpe in questo giorno commesse. Il Vostro Divino Lume o Signore scenda a rischiarare le tenebre del nostro intelletto. Richiamate, o luce increata, innanzi alla nostra mente tutte le nostre iniquità, come sono scritte innanzi a Voi e dateci grazia di piangerle e detestarle.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...ca&oe=5BD41967









    http://www.preghiereperlafamiglia.it.../20-luglio.htm
    “I MINISTRI DEL SANGUE
    20° GIORNO
    MEDITAZIONE

    Gesù è stato il primo Sacerdote che ha offerto al Divin Padre il proprio Sangue per la remissione dei nostri peccati. Per perpetuare la sua offerta, nell'ultima Cena, dopo l'istituzione dell'Eucarestia, istituì anche il Sacerdozio: «Fate questo in memoria di me». Questa verità è confermata dagli Apostoli e dalla perenne tradizione della Chiesa. «Il sacerdote, dice S. Tommaso, dovendo essere ministro del Prezioso Sangue è consacrato dal Sangue di Cristo». Nella consacrazione egli riceve i più ampi poteri: consacrare il Corpo e il Sangue di Cristo, assolvere dai peccati, conferire la Grazia nei Sacramenti, pregare per il popolo e in nome del popolo cristiano; è davvero «il Signore del Sangue» (S. Caterina). Chi chiama il sacerdote ad un ufficio così alto? Non si diventa sacerdoti di proprio arbitrio, ma solo chi è chiamato dal Signore può salire l'altare. E Dio non ha preferenze per uomini di illustre casato, anzi sceglie, quasi sempre, i suoi sacerdoti tra le famiglie più umili e povere. Se grande è la responsabilità del sacerdote, grande è anche la sua dignità e il rispetto a loro dovuto. «Se al sacerdote tocca di ministrare il Sangue di Cristo, questa funzione rende divina la loro dignità e stabilisce il debito di riverenza da parte di tutti: riverenza che va a Dio stesso e a questo glorioso Sangue» (S. Caterina). Quante benemerenze del Sacerdozio cattolico! Sia nel campo della carità sia in quello delle scienze e del progresso, è sempre stato all'avanguardia fino al più sublime eroismo. Eppure il sacerdote è l'uomo più odiato e perseguitato. Ma egli, sull'esempio di Cristo, sa perdonare ai suoi persecutori ed è lieto di poter unire il proprio sangue a quello che tutti i giorni offre sull'altare.
    ESEMPIO
    Il Card. Massaia racconta che, nel 1863 in Abissinia, due nuovi convertiti, marito e moglie, chiedevano continuamente d'essere ammessi alla S. Comunione. Finalmente li accontentò e nella loro capanna, addobbata alla meglio, iniziò la celebrazione della S. Messa. Subito dopo la consacrazione del Calice, la donna cominciò a gridare: «Fuoco, fuoco!». Le chiese allora la ragione di quel grido ed ella disse: «Quando avete alzato il Calice, ho visto scendere dal cielo un fascio di fuoco; le vostre mani erano infocate e anche il calice era infocato». Il Massaia pensò ad un'allucinazione o esaltazione della povera donna e la mise alla prova. Innalzò, dopo la consacrazione, prima un'ostia ed un calice, non consacrati, poi quelli consacrati e dovette ricredersi, perché la donna continuava a vedere rosseggiare di fuoco solo l'Ostia e il Calice consacrati. Non disse Gesù ch'era venuto a portare il fuoco sulla terra? Il fuoco del suo amore, perché di esso bruci il mondo intero; ha ordinato ai suoi sacerdoti di mantenerlo vivo in tutte le anime, colmandole del suo Sangue Prezioso.
    Fioretto. - Rispetta ed ama il sacerdote, perché dispensa i tesori del Sangue di Cristo.
    Giaculatoria. - O Gesù, eterno e sommo Sacerdote, io offro il tuo Sangue prezioso all'Eterno Padre, affinché mandi nella sua Chiesa santi e ferventi sacerdoti.”


    20° giorno: I ministri del Sangue
    http://www.stellamatutina.eu/20-gior...ri-del-sangue/







    http://www.radiospada.org
    http://www.edizioniradiospada.com
    https://www.facebook.com/radiospadasocial/?fref=nf

    “Il 20 luglio 514 Sant'Ormisda viene esaltato al Sommo Pontificato.”

    “Il 20 luglio 1903 muore Papa Leone XIII Pecci, strenuo assertore dei diritti della Santa Sede contro le Rivoluzioni e le invasioni massoniche.
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...be&oe=5BE1B562

    «Guglielmo Marconi (Bologna, 25 aprile 1874 - Roma, 20 luglio 1937).

    "So quanto ti amo e amo la bellezza della natura - l'espressione della Volontà di Dio - dove si possono trovare i valori ideali eterni: la verità, il bello e il buono. L'unità armoniosa delle cause e delle leggi rappresenta la Verità, l'unità armoniosa delle linee, colori, suoni e idee costituisce la Bellezza, mentre l'armonia delle emozioni e la volontà costituisce il Bene, che essendo la massima espressione dell'Eterno e Supremo Creatore porta l'uomo a compimento e ci spinge a cercare la perfezione assoluta".»
    (Dalla lettera a sua moglie Maria Cristina risalente al 17 marzo 1927; citato in M.C. Marconi, Mio Marito Guglielmo, Rizzoli, 1995, p. 260)
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...f0&oe=5BE63500


    “20 luglio 2018: San Girolamo Miani (o Emiliani)
    nacque a Venezia nel 1486. Intraprese la vita militare, ma questa non lo soddisfava. Fatto prigioniero pregò la vergine Maria e fu liberato. Abbandonò la vita militare consacrandosi al soccorso dei poveri e dei derelitti, vendendo i propri averi e distribuendoli.
    Si dedicò in modo particolare ai bambini orfani e poveri fondando tra l'altro l'Ospedale degli Incurabili di Venezia, la bottega degli orfani a S. Rocco e una casa per prostitute pentite.
    La sua esperienza spirituale matura attraverso il movimento del Divino Amore, con l'influenza di personaggi come Gaetano da Thiene (fondatore dei teatini) e il cardinale Gian Pietro Carafa, poi papa Paolo IV. Fu chiamato da vescovi della Lombardia e del Veneto ad ordinare le opere di carità delle loro diocesi. Nel 1532 fondò l'Ordine dei Chierici Regolari di Somasca.
    Morì nella cittadina di Somasca (Lecco) l'8 febbraio 1537 per aver contratto la peste dai malati che curava durante una terribile epidemia che aveva colpito la Valle di S. Martino.
    Fu canonizzato nel 1767, il suo culto liturgico fu fissato dalla Chiesa il 20 luglio.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...ec&oe=5BE07D8D


    “20 luglio 2018: Santa Margherita, vergine e martire.

    Originaria di Antiochia di Pissidia, Marina (o Margherita), fu affidata ad una nutrice cristiana, che la fece battezzare e la condusse alla fede. Cresciuta, fu chiesta in moglie dal governatore della provincia Olibrio, ma al suo diniego e alla professione di fede cristiana, questi la fece impriogionare e torturare. In prigionia il demonio la tentò più volte apparendoli nelle fome di un drago, ma Marina non cedette grazie alla forza del segno della croce. Subì quindi il martirio. È invocata come protettrice delle partorienti.
    Marina (Margherita), vergine e martire, santa, il capo con quello di S. Pudenziana sono in un reliquiario a S. Pietro in Vaticano.
    M.R.: 20 luglio - Ad Antiochia la passione di santa Margherita, Vergine e Martire. [Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari.]”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...59&oe=5BE233FB






    “Mese carmelitano: 20 luglio - Sant’Elia Profeta.

    *** Rispondimi, Signore, rispondimi e questo popolo sappia che tu sei il Signore Dio e che converti il loro cuore!». Cadde il fuoco del Signore e consumò l'olocausto, la legna, le pietre e la cenere, prosciugando l'acqua del canaletto. A tal vista, tutti si prostrarono a terra ed esclamarono: «Il Signore è Dio! Il Signore è Dio!». Elia disse loro: «Afferrate i profeti di Baal; non ne scappi uno!». Li afferrarono. Elia li fece scendere nel torrente Kison, ove li scannò. {1Re 18, 37-40} ***”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...9c&oe=5BE3F9C7





    Sed gladium. Dottrina e Sacra Scrittura contro l?ecumenismo

    https://www.radiospada.org/2018/07/s...-tremila-anni/

    “20 luglio. Sant'Elia. Devoto della Madre di Dio prima che Ella nascesse e fondatore dell'Ordine cristiano del Carmelo prima che Cristo venisse ad abitare tra noi. Santo e Profeta dalla Santa Ira, che condannò a morte centinaia di sacerdoti di Baal. Salito in Cielo in carne ed ossa su un carro di fuoco, vivo ci guarda da lassù.
    In Elia si riassumono gli elementi fondamentali della religione crisitiana: è un antidoto potente al liberalismo e al modernismo.
    Riproduciamo questo interessante articolo sul Profeta Elia
    , Grassettature nostre [RS]”

    «S. Elia profeta, fondatore del Carmelo di Julio Loredo.
    Il 20 luglio la Chiesa commemora uno dei personaggi più affascinanti, e forse anche più misteriosi, della storia: S. Elia profeta.
    Il mistero di Elia inizia col fatto che egli, personaggio dell’Antico Testamento, è tuttora vivo. Rapito dalla terra su un carro di fuoco (2 Re 2, 1ss), egli scrisse dal paradiso (o dal luogo dove si trova) una lettera di rimprovero a Joram, Re di Giuda (2 Cron. 21, 12). Il suo spirito, comunicato al discepolo Eliseo (Ecc. 48, 12), si è poi manifestato lungo i secoli in diversi personaggi, come S. Giovanni Battista (Matt. 11, 14). Elia apparve a fianco di Nostro Signore nella Trasfigurazione (Matt. 17, 3) e tornerà ancora prima della fine del mondo per fronteggiare l’Anticristo (Mal. 3, 23; Ap. 11, 3 10).
    Possiamo dunque dire, seguendo l’esegesi tradizionale della Chiesa, che la missione profetica di Elia abbraccia praticamente tutta la storia dell’umanità. È significativo che in Libano, dove Elia è vissuto, lo ricordano come “Elia il vivo”.
    Elia è specialmente ricordato per tre motivi: per la sua devozione alla Madonna; come fondatore dell’Ordine carmelitano; e per il suo spirito infuocato.
    Primo devoto della Madonna
    Nel tempo del Re Acab, per punire Israele per la sua idolatria, Elia “chiuse i cieli” nel nome di Dio: “Com’è vero che vive il Signore, Dio d’Israele, al cui servizio io sto, in questi anni non cadrà né rugiada né pioggia, se non quando l’ordinerò io” (1 Re 17,1).
    Dopo tre anni e mezzo di terribile siccità e carestia, i giudei mostrarono segni di pentimento. Allora Elia impetrò Dio affinché tornasse a piovere:
    “Elia si recò sulla vetta del Carmelo, ove chino a terra, mettendo la faccia tra le sue ginocchia, disse al suo servo: ‘Và e guarda dalla parte del mare’.
    Quello andò e, dopo aver guardato, rispose: ‘Non c’è nulla’. Elia gli ordinò: ‘Torna sette volte’. La settima volta il servo disse: ‘Ecco una nuvoletta, piccola come la mano d’un uomo, si leva dal mare’. (…) Or, ad un tratto il cielo si oscurò di nubi, si scatenò il vento e cominciò a cadere una pioggia dirotta” (1 Re 18, 42 45).
    I commentatori coincidono nel dire che questa nuvoletta raffigurava Maria Santissima, che avrebbe portato una pioggia di grazia (Gesù Cristo) sul mondo. In altre parole, Elia è stato il primo devoto della Madonna che, proprio sul Monte Carmelo, ha dato inizio al culto mariano che dovrà poi durare fino alla fine dei tempi.
    Fondatore dell’Ordine carmelitano
    Elia è poi ricordato come fondatore dell’Ordine carmelitano. Attorno a lui e al suo discepolo Eliseo, sul Monte Carmelo sorse una comunità di eremiti conosciuti come “figli dei profeti”. Le Scritture contengono diversi riferimenti a questi eremiti, noti in tutta Israele per la loro pietà e spirito di penitenza.
    Dopo Cristo, questa tradizione fu continuata, costituendosi così forse la più antica comunità monastica di cui si abbia notizia. Sulla scia di questi eremiti e richiamandosi alla spiritualità di Elia, nel secolo XII venne costituita una comunità religiosa sul Monte Carmelo che, dopo la caduta del Regno cristiano di Gerusalemme, dovette trasferirsi in Europa. Così nacque l’Ordine carmelitano d’Occidente.
    Molti Papi nelle loro Bolle hanno riconosciuto questa paternità eliatica dell’Ordine carmelitano, e hanno autorizzato i Carmelitani a rendere culto a Elia come il loro Fondatore. Lo stemma originale dell’Ordine, ancora presente in molte delle sue case, reca il braccio di Elia armato da spada, con sopra il detto “Zelo zelatus sum pro Domino Deo exercitum” — Io mi struggo di zelo per il Signore Dio degli eserciti (I Re 19, 14).
    Spirito infuocato
    Ma Elia è ricordato anche per un’altra caratteristica: il suo spirito infuocato.
    Elia è paragonato al fuoco: “Sorse Elia, profeta ardente come il fuoco, e la sua parola bruciava come fiamma” (Ecc. 48, 1). Il grande esegeta P. Cornelio a Lapide, S.J., lo chiama “l’igneo Elia” (1). Elia infatti fece scendere tre volte fuoco dal cielo: due volte per distruggere i battaglioni inviatigli contro da Re Ocozia (2 Re 1, 10), e una terza volta per consumare il sacrificio durante la celebre sfida con i sacerdoti di Baal (1 Re 18, 38). Sfida che finì con la decapitazione per mano di Elia dei 450 ministri di Baal nonché di 400 “profeti dei boschi”, sacerdoti della dea Ascera.
    “Elia fu ignipotente — riprende l’esegeta — ignea fu la sua mente, ignea la sua lingua, igneo il suo cuore, ignea la sua mano con la quale colpì Israele”. (2)
    Questo fuoco corrispondeva alla virtù che, nell’universo delle perfezioni divine, Elia era chiamato a rispecchiare nella maniera più singolare: l’ira santa. “Il Signore assolutamente non condanna che si utilizzi l’ira per risolvere le situazioni quando abbisogna — spiega S. Basilio — l’ira è stata sovente ministro delle buone azioni. Pieno di giusta e sapienziale collera, Elia decretò ed eseguì la sentenza di morte contro i 450 sacerdoti della turpitudine, e contro i 400 profeti dei boschi”. (3)
    1.Cornelio a Lapide, Commentaria in Scripturam Sacram. In Ecclesiasticum, cap. XLVIII, 1 13.
    2. Ibid.
    3. S. Basilio, Hom. 20, De Ira.»
    Fonte
    https://www.atfp.it/biblioteca/confe...re-del-carmelo

    https://i1.wp.com/www.radiospada.org...pg?w=600&ssl=1








    AVE MARIA!!!
    PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNOR GESÙ CRISTO, MISERERE NOBIS!!!
    Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

  2. #52
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    Lightbulb Re: Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo

    21 LUGLIO 2018: Santa Prassede, vergine e martire; ventunesimo giorno del MESE dedicato alla devozione al PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



    http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm
    "Santa Prassede, vergine, 21 luglio."



    Tradidi quod et accepi
    http://tradidiaccepi.blogspot.it

    https://www.facebook.com/catholictradition2016/
    «Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...da&oe=5BDBA17B





    “SANTA PRASSEDE
    Vergine.
    Semplice.
    Paramenti bianchi.
    SANTA MESSA
    Oggi il Martirologio ricorda a Roma l'anniversario di Santa Prassede, il cui corpo seppellito dapprima nel cimitero di Priscilla, fu poi da Pasquale I, nella sua famosa traslazione in massa dei corpi santi dalle Catacombe, trasportato nella chiesa di Santa Prassede.

    * Prassede, vergine Romana, sorella della vergine Pudenziana, al tempo in cui l'imperatore Marco Antonino perseguitava i Cristiani, ella li assisteva co' suoi averi e cure, e consolava con ogni altro dovere di carità. E alcuni nascondeva in casa; altri esortava alla costanza nella fede: e di altri seppelliva i corpi; a quelli che erano rinchiusi in prigione o trattati da schiavi non faceva mancare niente. Ma non potendo ormai più soffrire tanta strage di Cristiani, pregò Dio che, se fosse utile morire, la togliesse di mezzo a tanti mali. Quindi il 21 Luglio fu chiamata in cielo a ricevere la ricompensa della sua pietà. Il suo corpo fu sepolto dal prete Pastore nel sepolcro del padre e della sorella Pudenziana, nel cimitero di Priscilla sulla via Salaria.
    * Prassede, vergine, santa, martire di Roma, ricordata con Potenziana dagli Itinerari del VII secolo nel cimitero di Priscilla sulla via Salaria. Il 20 gennaio dell’817 Pasquale I fece portare i corpi di 2300 martiri dagli ipogei all’interno della città, distribuendoli in varie chiese. A S. Prassede depose nella cripta, posta sotto l’altare maggiore, moltissime reliquie provenienti dalle Catacombe di S. Alessandro sulla via Nomentana. L’altare e il restauro della cripta si debbono al cardinale Ludovico Pico della Mirandola che vi collocò nel 1730 quattro sarcofagi romani, l’ultimo a destra in basso conserva il corpo della martire. Nello stesso sarcofago, secondo una duplice iscrizione, vi dovrebbero essere anche i resti di sua sorella Potenziana (Pudenziana). Il capo di S. Prassede, menzionato nel pontificato di S. Leone IV ai Ss. Quattro Coronati, è nell’altare papale del Sancta Sanctorum. La cassetta reliquiario fu esposta al Museo Sacro e Cristiano della Biblioteca Vaticana dal 19 giugno 1905 al 13 settembre 1907.
    (Dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari)
    - Al Vangelo.
    ** Omelia di san Gregorio papa.
    Omelia 11 sui Vangeli.
    Il regno dei cieli, fratelli carissimi, si dice simile a cose terrene, affinché l'anima si elevi da ciò che conosce a ciò che non conosce affatto, così che dall'esempio delle cose visibili si sollevi alle invisibili, e come incitata da ciò che ha appreso, s'infiammi a tal punto da imparare ad amare, per mezzo dell'affetto per un bene conosciuto, anche beni sconosciuti. Ecco dunque che il regno dei cieli si paragona ad un tesoro nascosto in un campo. L'uomo che l'ha trovato, lo tiene nascosto e, per la gioia di possederlo, va a vendere tutto ciò che possiede e compra quel campo.
    Ed in ciò si deve anche notare che il tesoro trovato viene nascosto perché sia conservato: poiché non riuscirà a difendere dagli spiriti maligni l'ardore del desiderio che sente per il cielo, colui che non lo sottrae alle umane lodi. Infatti nella vita presente ci troviamo come in una via, lungo la quale ci dirigiamo alla patria. Gli spiriti maligni ci tendono insidie lungo la strada, come ladruncoli. Portare dunque pubblicamente un tesoro per via è come desiderare di essere derubati. Ora io dico questo, non perché il prossimo non veda le nostre opere buone, poiché sta scritto: "Vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli"; ma perché non cerchiamo lodi dall'esterno per quello che facciamo. L'opera quindi sia pure pubblica, ma rimanga occulta l'intenzione; affinché noi possiamo dare al prossimo l'esempio di un'opera buona, e tuttavia con l'intenzione, per la quale cerchiamo di piacere soltanto a Dio, desideriamo sempre il segreto.
    Il tesoro è il desiderio del cielo, e il campo nel quale è nascosto, è una vita degna del cielo. Vende subito ogni cosa per comperare questo campo chi, rinunziando ai piaceri della carne, con pratica esatta di questa vita di cielo, calpesta tutti i suoi desideri terreni, così che nulla più gli piaccia di ciò che solletica la carne, e il suo spirito non tema nulla di ciò che distrugge la vita carnale.”
    https://sardiniatridentina.blogspot....rgine.html?m=1
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    "Santa Prassede - Sodalitium"
    Santa Prassede - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/santa-prassede/
    «21 luglio, Santa Prassede, Vergine.
    “A Roma santa Prassede Vergine, la quale, essendo stata istruita nel culto della purità verginale e nella legge divina, assiduamente occupata in veglie, orazioni e digiuni, si riposò in Cristo; e fu sepolta sulla via Salaria, accanto a sua sorella Pudenziana”.

    O gloriosissima Vergine Santa Prassede, Tu che sei stata discepola del Principe degli Apostoli, ospitato nella tua casa, e che fin dai più teneri anni hai visto cadere intrepidi, sotto la spada del carnefice, i seguaci più illustri della fede di Gesù Cristo e ne hai raccolto le preziose reliquie e il sangue scaturito dalle loro vene, per arricchire la stessa tua casa, convertita in sacro tempio, vieni, ti prego, in aiuto della Santa Chiesa, a cui oggi si muove una guerra non meno empia e furibonda, ed ispira a noi quei sentimenti di fede e di carità che ardevano nel tuo cuore. Così sia.»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...de-300x300.png






    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

    http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

    “Sodalitium - IMBC.”
    https://www.youtube.com/user/sodalitium

    “Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
    https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

    http://www.oratoriosantambrogiombc.it/




    «Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
    http://www.domusmarcellefebvre.it/
    Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
    http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
    La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»




    http://www.cmri.org/ital-index.html

    http://www.centrostudifederici.org/

    http://www.centrosangiorgio.com/

    http://www.crisinellachiesa.it/

    https://www.agerecontra.it/
    https://www.agerecontra.it/category/arai-daniele/
    https://www.facebook.com/Traditio.Verona.it/

    https://www.facebook.com/pietroferrari1973/

    “Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”
    https://www.facebook.com/romancatholicsnonunacum/

    https://www.facebook.com/fidecatholica/

    http://www.traditionalmass.org/

    https://novusordowatch.org/

    http://www.fathercekada.com/

    https://www.truerestoration.org/

    http://www.catholique-sedevacantiste.fr/





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    “Carlo Di Pietro - Sursum Corda
    Preghiera al Santo del giorno.
    In nómine Patris
    et Fílii
    et Spíritus Sancti.
    Amen.

    Eterno Padre, intendo onorare santa Prasséde Vergine, la quale, essendo stata istruita nel culto della purità verginale e nella legge divina, assiduamente occupata in veglie, orazioni e digiuni, si riposò in Cristo; e fu sepolta sulla via Salària, accanto a sua sorella Pudenziàna. Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi le avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima per i meriti di questa santa Vergine, ed a lei affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, santa Prasséde possa essere mia avvocata e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”

    "Anticipazione da SVRSVM CORDA® n° 122 del 22 luglio 2018.
    + O gloriosissima Vergine Santa Prassede, Tu che sei stata discepola del Principe degli Apostoli, ospitato nella tua casa, e che fin dai più teneri anni hai visto cadere intrepidi, sotto la spada del carnefice, i seguaci più illustri della fede di Gesù Cristo e ne hai raccolto le preziose reliquie ed il sangue scaturito dalle loro vene, per arricchire la stessa tua casa, convertita in sacro tempio, vieni, ti prego, in aiuto della Santa Chiesa, a cui oggi si muove una guerra non meno empia e furibonda, ed ispira a noi quei sentimenti di fede e di carità che ardevano nel tuo cuore. Così sia. + [21 luglio, Santa Prassede, Vergine. A Roma Santa Prassede Vergine, la quale, essendo stata istruita nel culto della purità verginale e nella legge divina, assidua­mente occupata in veglie, orazioni e digiuni, si riposò in Cristo; e fu sepolta sulla via Salaria, accanto a sua sorella Pudenziana].
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    Contenuti pubblicati:
    - Comunicato numero 122. Altri Miracoli e primi ostacoli;
    - La buona stampa e la stampa vanagloriosa;
    - Preghiera a Santa Prassede, Vergine;
    - Preghiera a San Girolamo Emiliani, Confessore;
    - Preghiera a San Vincenzo de’ Paoli, Confessore;
    - Gli anatemi del Concilio Laterano II, numeri 1 e 2;
    - Preghiera a San Camillo de Lellis, Confessore;
    - Come evitare l’inferno.
    Già leggibili sul sito:
    - Teologia Politica 110. Sfrenate speculazioni ed arricchimenti illeciti;
    - Racconti miracolosi n° 70. L’agnello di San Francesco: maestro di devozione;
    - Racconti miracolosi n° 71. San Francesco e la pecora che prega in chiesa.
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    "Conta moltissimo che si vada largamente diffondendo la buona stampa. Coloro che avversano con mortale odio la Chiesa, hanno preso l’abitudine di combattere con pubblici scritti, che adoperano come armi adattissime a danneggiare. Quindi una pestifera colluvie di libri, quindi giornali sediziosi e funesti, i cui furiosi assalti né le leggi raffrenano, né il pudore trattiene. Sostengono come ben fatto tutto ciò che in questi ultimi anni è stato compiuto per mezzo di sedizioni e di tumulti; coprono o falsano la verità; scagliano quotidianamente brutali contumelie e calunnie contro la Chiesa e il Sommo Pontefice, e non vi è alcuna sorta di dottrine assurde e pestilenziali che non si risparmino di diffondere ovunque. È necessario dunque fare argine alla violenza di questo grande male che va ogni giorno più largamente serpeggiando; e per prima cosa conviene con tutta severità e rigore indurre il popolo a guardarsene il più possibile, e ad usare scrupolosamente il più prudente discernimento sulle cose da leggere. Inoltre occorre contrapporre scritto a scritto, affinché lo stesso mezzo che tanto può nel rovinare, sia rivolto alla salute e al beneficio dei mortali, e i rimedi vengano appunto da dove vengono preparati i micidiali veleni. (da SS Leone XIII, Etsi nos)."

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    "Liberté egalité fraternité - Luglio 1794: a Compiègne la democrazia condanna alla ghigliottina 16 monache carmelitane."
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    «"Gesù ama le anime! Anche quando queste definitivamente demeritano ogni misericordia, Egli piange sulla loro sorte, e non si risolve a pronunciare contro di loro la sentenza di condanna, senza fare prima le ultime prove per espugnare i loro cuori induriti" Card. A. I. Schuster, "Liber Sacramentorum", vol. V, Domenica IX dopo la Pentecoste (Vangelo di Gesù che piange su Gerusalemme).

    Le persone accecate dalle passioni e dagli affetti disordinati, rincorsi dalla misericordia divina, hanno amici e nemici: i primi sono quelli che, a imitazione di Cristo, li spingono ad abbandonare la via dell'errore e a ritrovare la via del confessionale; i secondi sono coloro che per interesse o per superficialità incoraggiano i disgraziati nella via della passione disordinata. L'accecamento fa apparire come nemici coloro che sono gli autentici amici e invece amici coloro che sono oggettivamente i nemici delle loro anime. Christe eleison!
    dalla bacheca di don Ugo Carandino.»
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    Ligue Saint Amédée
    http://www.SaintAmedee.ch
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf

    «Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum]. Pas de "motu proprio" chez nous : nous célebrons la Sainte Messe selon le missel de Saint Pie V.»

    "21 juillet 1792 : le vœu de Louis XVI est remis au père Hébert, supérieur général des Eudistes et confesseur du Roi.
    C'est le vœu par lequel Louis XVI a dévoué sa personne, sa famille et tout son Royaume, au Sacré-Cœur de Jésus."
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    21 juillet : Sainte Praxède, Vierge :: Ligue Saint Amédée
    “21 Juillet : Ste Praxède, Vierge.”
    http://liguesaintamedee.ch/applicati...te_praxede.JPG








    https://forum.termometropolitico.it/...e-martire.html




    http://www.santiebeati.it/dettaglio/63850

    “Santa Prassede di Roma Vergine e martire 21 luglio II sec.
    Fu vittima con la sorella Pudenziana (festeggiata il 19 maggio) delle persecuzioni. Riposa nella basilica romana che porta il suo nome insieme ad altri martiri. (Avvenire)
    Etimologia: Prassede = colei che agisce, dal greco
    Emblema: Giglio, Palma
    Martirologio Romano: A Roma, commemorazione di santa Prassede, sotto il cui nome fu dedicata a Dio una chiesa sul colle Esquilino.”





    21 luglio
    http://www.preghiereperlafamiglia.it.../21-luglio.htm
    “I SERAFINI E GLI EROI DEL SANGUE.
    21° GIORNO
    MEDITAZIONE

    Il Sangue di Cristo ha trascinato nella sua scia una schiera luminosa di anime eroiche, quelle dei santi, i quali nella loro vita hanno avuto il solo scopo di ricopiare in se stessi Cristo crocifisso e sanguinante. Tutti i santi, senza eccezione, sia quelli che noi veneriamo sugli altari, sia quelli rimasti sconosciuti, sono i veri serafini ed eroi del Sangue Prezioso. Chi nelle spelonche, chi nei deserti, chi sulle vette dei monti, chi nelle celle dei chiostri, chi negli ospedali, chi in terra di Missione, chi nelle grandi città, chi nella propria casa, tutti non hanno amato che Cristo, si sono crocifissi con Cristo, hanno sanguinato con Cristo. La vita di ogni santo è impregnata di sangue. Non sono stati solo i martiri a dare il sangue per Cristo! C'è il sangue della mortificazione volontaria, il sangue della carità, il sangue dell'apostolato, il sangue del lavoro, - il sangue che ogni virtù fa scaturire da quelle anime che le praticano in grado eroico. La massima di tutti i santi è stata: soffrire, morire, essere sepolti in Cristo! Essi hanno raggiunto il grado più alto della perfezione, ma a costo di inaudite sofferenze. Quale grande ammaestramento per noi! Non dobbiamo credere che i santi siano stati dei fortunati o privilegiati. Dio ci vuol tutti santi e a tutti dà la grazia sufficiente per divenirlo. Guardiamo anche noi, come loro, al Santo dei Santi, a Gesù! Il suo Sangue è la linfa vitale della santità. Amiamolo ardentemente e diventeremo santi anche noi.
    ESEMPIO
    Il Sangue di Gesù infiammò sempre l'anima di S. Gaspare del Bufalo. La sua mirabile predicazione, la comprensione per le umane sofferenze e il disprezzo di se stesso furono il frutto di questa fiamma. Aveva sempre il Sangue di Gesù sulle labbra, come lo aveva nel cuore, e nel parlare sembrava un serafino, tanto si accendeva in volto. Una volta i suoi Missionari, desiderosi di sentirlo parlare sul Sangue di Gesù come solo lui sapeva fare, gli dissero a bella posta che quello era un tema arido e difficile. Egli allora ne parlò per diverse ore, senza mai stancarsi e ripetersi, e i suoi uditori ne restarono rapiti con lui. Per propagare la devozione al Prez.mo Sangue soffrì incredibili persecuzioni e, a volte, anche da persone che avrebbero dovuto comprenderlo e difenderlo. Ma nulla valse a farlo desistere. Ovunque andava erigeva la Pia Unione del Prez.mo Sangue, inculcava la pratica del Mese del Preziosissimo Sangue e introduceva la recita quotidiana della Coroncina in onore del Prez.mo Sangue. Faceva stampare a sue spese opuscoli e foglietti con preghiere, che poi distribuiva gratuitamente ai fedeli, e cercava di avvicinare i sacerdoti, che si recavano in terra di Missione per esortarli a diffondere il culto al Preziosissimo Sangue. Nelle S. Missioni, quando le anime si ostinavano a rimanere nella colpa, egli si faceva portare con grande solennità il Cristo Morto dinanzi al palco e parlava sul Sangue di Gesù disciplinandosi. Molte furono le conversioni ottenute in quel modo. In punto di morte, San Vincenzo Pallotti, che lo assisteva, vide la sua anima volare al cielo sotto forma di lucentissima stella e Gesù che andava a incontrarla. L'esempio di S. Gaspare ci accenda di amore verso il Sangue di Gesù e ci dia la speranza di potere un giorno con lui cantarne le lodi in Paradiso.
    Fioretto. - Voglio farmi santo! Ripetiamolo non solo con la bocca, ma imitando i santi e invocando anche il loro aiuto.
    Giaculatoria. - Sangue Prezioso di Gesù, intenerisci il mio cuore ed accendi in esso un vivo desiderio di perfezione.”

    “21° giorno: I Serafini e gli Eroi del Sangue”
    21° giorno: I Serafini e gli Eroi del Sangue
    http://www.stellamatutina.eu/21-gior...ri-del-sangue/





    Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale
    http://www.radiospada.org
    Edizioni Radio Spada - Home
    http://www.edizioniradiospada.com
    https://www.facebook.com/radiospadasocial/?fref=nf
    “21 luglio 2018: Prassede, vergine, santa, martire di Roma, ricordata con Potenziana dagli Itinerari del VII secolo nel cimitero di Priscilla sulla via Salaria.

    Il 20 gennaio dell’817 Pasquale I fece portare i corpi di 2300 martiri dagli ipogei all’interno della città, distribuendoli in varie chiese. A S. Prassede depose nella cripta, posta sotto l’altare maggiore, moltissime reliquie provenienti dalle Catacombe di S. Alessandro sulla via Nomentana. L’altare e il restauro dellacripta si debbono al cardinale Ludovico Pico della Mirandola che vi collocò nel 1730 quattro sarcofagi romani, l’ultimo a destra in basso conserva il corpo della martire. Nello stesso sarcofago, secondo una duplice iscrizione, vi dovrebbero essere anche i resti di sua sorella Potenziana (Pudenziana). Il capo di S. Prassede, menzionato nel pontificato di S. Leone IV ai Ss. Quattro Coronati, è nell’altare papale del Sancta Sanctorum. La cassetta reliquiario fu esposta al Museo Sacro e Cristiano della Biblioteca Vaticana dal 19 giugno 1905 al 13 settembre 1907.
    M.R.: 21 luglio - A Roma santa Prassede Vergine, la quale, essendo stata istruita nel culto della purità verginale e nella legge divina, assiduamente occupata in veglie, orazioni e digiuni, si riposò in Cristo: e fu sepolta sulla via Salaria, accanto alla sorella Pudenziana.
    [ Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ].”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...b7&oe=5BD9C5DC





    “Il 21 luglio 1568 le truppe spagnole guidate dal Duca d'Alba sconfiggono i ribelli olandesi nella battaglia di Jemmingen (oggi Jemgum).”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...9f&oe=5BE740D1





    "[ALTRI TEMPI, ALTRI UOMINI]
    Il 21 luglio 1574 moriva, a 28 anni, il Cardinale Giulio Acquaviva d'Aragona.

    Nato in Napoli nel 1546, era figlio secondogenito di Giangirolamo Acquaviva, duca d'Atri. Fu nipote del cardinale Giovanni Vincenzo Acquaviva d'Aragona e di Claudio Acquaviva, S.J., superiore generale della Società di Gesù. Fu fratello del cardinale Ottavio Acquaviva d'Aragona e del beato Rodolfo Acquaviva, S.J., martirizzato in oriente nel 1583. Fu anche prozio del cardinale Ottavio Acquaviva d'Aragona.
    Inviato in Spagna da papa Pio V per indurre re Filippo II a conservare la giurisdizione e l'immunità ecclesiastica attaccate dai ministri di Milano, che stavano generando gravi disturbi al cardinale Carlo Borromeo. Portò a termine la sua missione guadagnando il compiacimento papale.
    Papa Pio V lo elevò al rango di cardinale nel concistoro del 17 maggio 1570 con il titolo di San Teodoro. Durante il suo breve cardinalato a Roma ebbe al suo servizio, forse per pochi mesi, Miguel de Cervantes.
    Morì il 21 luglio 1574 all'età di ventotto anni. La sua tomba si trova nella Basilica Lateranense ed è stata realizzata da suo zio Matteo Acquaviva, arcivescovo di Cosenza.
    (per comodità testo tratto da Wikipedia)."
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...96&oe=5BCDB73C





    "Il 21 luglio 1515 nasceva a Firenze, Filippo Romolo Neri: San Filippo Neri."
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...5e&oe=5BD2EEEB









    AVE MARIA!!!
    PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNOR GESÙ CRISTO, MISERERE NOBIS!!!
    Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

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    Lightbulb Re: Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo

    22 LUGLIO 2018: SANTA MARIA MADDALENA, DOMENICA NONA DOPO LA PENTECOSTE; ventiduesimo giorno del MESE dedicato alla devozione al PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



    «DOMENICA NONA DOPO LA PENTECOSTE.»
    Guéranger, L'anno liturgico - Domenica Nona dopo la Pentecoste
    http://www.unavoce-ve.it/pg-dopopent-dom9.htm




    SANTA MESSA domenicale celebrata da Don Floriano Abrahamowicz a Paese (TV) stamattina DOMENICA 22 LUGLIO 2018, DOMENICA NONA DOPO LA PENTECOSTE:


    «Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
    IX domenica d. Pentecoste (Santa Messa)
    https://www.youtube.com/watch?v=2pU0mGRVtZs
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
    http://www.domusmarcellefebvre.it/
    Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
    SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815
    http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
    La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»




    SANTE MESSE domenicali celebrate dai Sacerdoti dell'Istituto Mater Boni Consilii - IMBC:


    Sante Messe - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

    S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

    “Sodalitium - IMBC.”
    https://www.youtube.com/user/sodalitium

    “Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
    https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

    Oratorio Sant'Ambrogio ? Milano ? Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11)
    http://www.oratoriosantambrogiombc.it/


    Santa Maria Maddalena - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/santa-maria-maddalena/
    "22 luglio, Santa Maria Maddalena, Penitente.

    O modello dei penitenti, gloriosa Maddalena, che, tocca appena della grazia, rinunciaste subitamente a tutti i piaceri del mondo per consacrarvi all’amore di Gesù Cristo, otteneteci, vi preghiamo, la grazia di corrispondere anche noi fedelmente a tutte le divine ispirazioni. Gloria.
    O modello dei penitenti, gloriosa Maddalena, che, calpestando generosamente tutti i riguardi del mondo, compariste nell’abito il più dimesso in quelle stesse contrade nelle quali avevate condotto in trionfo il vostro lusso, la vostra vanità, otteneteci, vi preghiamo, la grazia di superare tutti gli ostacoli che si incontrano nella via della salute, e specialmente gli umani rispetti, con cui tante volte abbiamo tradito i nostri più sacri doveri e i nostri più sacri interessi. Gloria.
    O modello dei penitenti, gloriosa Maddalena, che, piangendo con lacrime le più amare, con la contrizione più viva dei vostri errori, meritaste di essere da Gesù Cristo medesimo assicurata di un assoluto perdono, otteneteci, vi preghiamo, la grazia di detestare e piangere incessantemente tutti i nostri falli, onde assicurarcene la remissione al tribunale di Dio. Gloria."
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    Ligue Saint Amédée
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    «Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum]. Pas de "motu proprio" chez nous : nous célebrons la Sainte Messe selon le missel de Saint Pie V.»
    “Neuvième Dimanche après la Pentecôte.”
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    22 juillet : Sainte Marie-Madeleine, Pénitente (Ier siècle) :: Ligue Saint Amédée
    “22 juillet : Sainte Marie-Madeleine, Pénitente (Ier siècle).”
    http://liguesaintamedee.ch/applicati..._madeleine.jpg




    https://le-petit-sacristain.blogspot...madeleine.html



    “Apostolat de la prière - bulletin n°128
    Le combat pour la Vérité : point de pacte avec l'erreur.”
    https://www.sodalitium.eu/wp-content...08/A.P.128.pdf
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    “Carlo Di Pietro - Sursum Corda
    Ecco, o Signore Gesù, che al vostro cospetto abbiamo confessato le nostre iniquità. Pietà o Signore, pietà e perdono Vi domandiamo d’ogni nostra colpa, ci duole sopra ogni male di avere offeso Voi, Sommo Bene. Deh! La carità del Vostro dolcissimo Cuore si degni di coprire la moltitudine dei nostri peccati. Caro Gesù perdonateci.”
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    “Carlo Di Pietro - Sursum Corda
    ... Papa Leone XIII scrive la Etsi Nos
    - il 15 febbraio 1882 - contro «la dannosissima setta [della massoneria, ndR], i cui autori e corifei non celano né dissimulano affatto le loro mire, già da gran tempo ha preso posto in Italia e, intimata la guerra a Gesù Cristo, si propone di spogliare in tutto i popoli di ogni cristiana istituzione». Purtroppo da quel lontano 1882 la situazione globale, non solo italiana, è davvero peggiorata. Dapprima l’alacre e indomito lavoro dei suoi successori - da San Pio X a Pio XII - fu di grande giovamento per la difesa della fede e della santità pubblica dalla mortifera peste dottrinale e morale del Modernismo; e per ristabilire quei diritti che erano stati usurpati alla Santa Sede. Successivamente, dopo la morte di Papa Pio XII, dobbiamo riconoscere con grande dolore che la cospirazione della «dannosissima setta» ha proliferato anche all’interno della Chiesa di Roma. Così la «setta diabolica» è stata in grado di espandere la propria «guerra a Gesù Cristo» non più solo in Nazioni ben circoscritte ma, usando la struttura della Chiesa, di «eruttare veleno sul mondo intero». Serviva tuttavia una parvenza di universalità per sdoganare globalmente il funesto progetto, pertanto essi credettero necessario convocare addirittura un “Concilio”. Dal “Vaticano Secondo” in avanti, poi, si sono quasi perse le tracce del cattolicesimo. Tutto sembra poggiare, oramai, sulle personalità degli individui: che più o meno si distinguono nelle cosiddette “parrocchie” o nelle - altrettanto cosiddette - “realtà ecclesiali”. Siamo in presenza di un vero teatro, anzi di un lugubre circo. La società si manifesta, quindi, mossa dal pensiero eretico, dagli istinti più passionali (che in alcuni casi vengono definiti addirittura “carismi” - sic!) e dallo spirito di scisma; basta percorrere pochi chilometri per imbattersi in tante fedi differenti; ma, addirittura all’interno delle medesime chiese (edifici), possiamo incontrare sedicenti cattolici - talvolta infervorati o grandi maratoneti di pellegrinaggi (a cosa servono queste azioni se non si possiede la vera fede? - Ubi est ergo gloriatio? Exclusa est. Per quam legem? Operum? Non, sed per legem fidei) - tutti con idee differenti e con dottrine tanto fantasiose quanto eretiche, cosicché sembra essersi avverata la sentenza di Papa San Pio X: «Il Modernismo distrugge ogni religione». Possiamo dire, senza timore di sbagliare, che la società d’oggi - anche quella che pretende rivendicare la sua cattolicità - appare piuttosto il trionfo del demonio protestante e finalmente dell’ateismo pratico. È nostra intenzione, perciò, insistere nella pubblicazione della sola buona stampa di cui parla Papa Leone XIII, ed anzi vogliamo - se Dio ce ne darà tempo, salute e mezzi - incrementare questo lavoro con indefessa volontà. Parimenti dobbiamo biasimare quei tanti autori contemporanei, anche i proclamatisi «cattolicissimi», che scrivono sciocchezze per vanità e non «a vantaggio del vero scopo». Facciano attenzione, poiché su di loro pende già la sentenza di Nostro Signore: «Omne verbum otiosum, quod locuti fuerint homines, reddent rationem de eo in die iudicii». Chi vi scrive [Carlo Di Pietro] in passato ha molto sbagliato in tal senso; ed oggi, ringraziando Iddio di avermi temporaneamente risparmiato dalla spada del Suo giudizio, sto provando a rimediare. Mi auguro e prego affinché altri rigettino i loro tanti flati, scaccino vanità e vanagloria come nemico infernale, corrano al confessionale e si lascino guidare da quei pochi veri Preti rimasti sulla faccia della Terra: affinché, deposta ogni impurità ed ogni resto di malizia, accolgano con docilità la parola che è stata seminata da Dio e che sola può salvare tutte le anime (cf. Gc., I, 21).
    Santa Maria Maddalena - modello dei penitenti - pregate per noi (qui la preghiera:
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    “Disponibili il libro sull'Inferno ed il numero 122 di Sursum Corda:

    - Comunicato numero 122. Altri Miracoli e primi ostacoli;
    - La buona stampa e la stampa vanagloriosa;
    - Preghiera a Santa Prassede, Vergine;
    - Preghiera a San Girolamo Emiliani, Confessore;
    - Preghiera a San Vincenzo de’ Paoli, Confessore;
    - Gli anatemi del Concilio Laterano II, numeri 1 e 2;
    - Preghiera a San Camillo de Lellis, Confessore;
    - Come evitare l’inferno;
    - Teologia Politica 110. Sfrenate speculazioni ed arricchimenti illeciti;
    - Racconti miracolosi n° 70. L’agnello di San Francesco: maestro di devozione;
    - Racconti miracolosi n° 71. San Francesco e la pecora che prega in chiesa.”
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    Tradidi quod et accepi
    http://tradidiaccepi.blogspot.it

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    «Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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    “NONA DOMENICA DOPO PENTECOSTE.
    Semidoppio.
    Paramenti verdi.
    Guéranger, L'anno liturgico - Domenica Nona dopo la Pentecoste
    SANTA MESSA
    Introduzione alla Santa Messa della Nona Domenica dopo Pentecoste (foto 2-4)
    * Sermone di sant'Agostino Vescovo.
    Sermone 201 sul Tempo.

    Nelle letture che facciamo in questi giorni, fratelli carissimi, vi ho spesso avvertiti di non seguire la lettera che uccide lasciando lo spirito che vivifica. L'Apostolo infatti dice: «La lettera uccide, lo spirito vivifica» (2Cor. 3,6). Se pertanto non cerchiamo di comprendere che il senso letterale, noi ritrarremo poca o nessuna edificazione dalle divine scritture. Perché tutte le cose che sono narrate erano un segno e un'immagine del futuro. Quindi, figurate nei Giudei, esse si sono compiute in noi per grazia di Dio.
    Così il beato Elia rappresentava il Signore Salvatore. Difatti come Elia fu perseguitato dai Giudei; così il vero Elia, nostro Signore, fu rigettato e disprezzato dai medesimi Giudei. Elia abbandonò il suo popolo; e Cristo abbandonò la sinagoga. Elia se n'andò nel deserto; e Cristo venne nel mondo. Elia, nel deserto, mangiava ciò che i corvi gli portavano; Cristo nel deserto di questo mondo si nutrisce della fede dei Gentili.
    Quei corvi infatti, che, per ordine del Signore, portavano da mangiar al beato Elia, figuravano il popolo dei Gentili. Ed è perciò che della Chiesa, venuta dalla Gentilità, sta scritto: «Sono nera, ma bella, o figlia di Gerusalemme» (Cant. 1,4). Come la Chiesa è insieme nera e bella? È nera per la natura, è bella per la grazia. Come nera? «Ecco nell'iniquità io sono stata generata, e nei peccati mi concepì la madre mia» (Ps. 50,7). Come bella? «Mi aspergerai coll'issopo, e io sarò mondata: mi laverai, e sarò più candida della neve» (Ibi).
    - All'Epistola.
    L'idolatria commessa dagli Ebrei nel deserto verso il vitello d'oro, le loro mormorazioni di non aver altro nutrimento che la manna e tutte le infedeltà del popolo di Dio, costituiscono veramente ciò che san Paolo chiama «tentare il Signore», perché era in qualche modo rinnegar i benefici che Jahvè loro accordava in previsione dei meriti del suo Figliolo.
    - Al Vangelo.
    ** Omelia di san Gregorio Papa.
    Omelia 39 sul Vangelo.

    Che il Signore, piangendo, abbia predetto la distruzione di Gerusalemme, che fu compiuta da Vespasiano e Tito imperatori Romani, nessuno, che abbia letto la storia di questa stessa distruzione, l'ignora. Difatti gl'imperatori Romani sono indicati con queste parole: «Perché verranno per te dei giorni che i tuoi nemici ti circonderanno di trincee» (Luc. 19,43). Anche ciò che segue: «Non lasceranno in te pietra su pietra» (Luc. 19,44). S'è verificato per lo spostamento della medesima città; perché mentre l'attuale venne costruita fuori della porta, nel luogo dove il Signore fu crocefisso, la primiera Gerusalemme fu, dicono, distrutta dalle fondamenta.
    E si soggiunge ancora la colpa per cui le fu inflitta la pena della sua distruzione: «Perché non hai conosciuto il tempo della tua visita» (Ibi). Infatti il Creatore degli uomini si degnò di visitare questa città col mistero della sua incarnazione; ma essa non si ricordò di rendergli rispetto e amore. Onde anche il profeta nel rimproverare il cuore umano, chiama in testimonianza gli uccelli dell'aria, dicendo: «Il nibbio nell'aria conosce il suo tempo, la tortorella e la rondine e la cicogna osservano costantemente il tempo del loro passaggio; ma il mio popolo non ha conosciuto il giudizio del Signore» (Jer. 8,7).
    Mentre infatti il Redentore piangeva sulla rovina di questa perfida città, ella non conosceva ch'essa le doveva sopraggiungere. Onde il Signore, piangendo, le dice giustamente: «Perché, se avessi conosciuto anche» (Luc. 19,42), sottintendi: piangeresti; tu che esulti ora, perché non conosci ciò che ti sovrasta. Perciò aggiunge ancora: «E almeno in questo giorno conoscessi quel che giova alla tua pace» (Ibi). Infatti, mentr'essa s'abbandonava alle voluttà e non prevedeva i mali futuri, in questo giorno, ch'era ancora suo, essa aveva ciò che poteva per assicurarle la pace.”
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    “SANTA MARIA MADDALENA
    Penitente.
    Doppio.
    Paramenti bianchi.
    Nascita: Magdala, I secolo.
    Morte: Efeso/Saint-Maximin-la-Sainte-Baume, I secolo.
    Santuario principale: Basilica di Saint-Maximin-la-Sainte-Baume, Francia.
    Attributi: Ampolla d'unguento, teschio, crocifisso, flagello.
    Patrona di: giardinieri, profumieri, guantai, prostitute pentite, penitenti, cartai (Fabriano), parrucchieri.
    SANTA MESSA

    La liturgia romana ricorda oggi in una sola festa:
    1) Maria, detta Maddalena, perché nativa di Magdala (Galilea), la quale, per riconoscenza verso Gesù, che avevala liberata da sette demoni, si unì al gruppo di pie donne che ordinariamente seguivano Gesù, l'assistevano coi loro beni e lo servivano (Lc 8, 1-3; Mt 27, 55 sg.). Fedele nel seguire Gesù fino ai piedi della Croce, e nel cercarne il Corpo, ch'ella credeva fosse stato rapito, ebbe la somma ventura di godere della prima apparizione del divino Risorto (Mt 27, 61; 28, 1; Gv 20, 11-18).
    2) Maria, sorella di Marta e Lazzaro, domiciliata a Betania (in Giudea, a qualche chilometro da Gerusalemme), di carattere assai timido e assai sottomessa alla sorella (Lc 10, 38-42). L'unzione, ch'ella compie l'ultimo sabato della vita di Gesù (Gv 12, 1-11), ha nulla a che vedere coll'unzione compiuta dall'innominata peccatrice (Lc 7, 36-50).
    3) L'innominata peccatrice, di cui Luca si fa uno studio di non fornirci alcuna indicazione atta a identificarla (7, 36-50), compare sull'orizzonte evangelico per attestare con atti eloquenti la sua gratitudine ed il suo amore pel gran male da Gesù perdonatole, e scompare immediatamente e totalmente dallo stesso orizzonte.
    La liturgia s'ispira ad una tradizione che non risale oltre a Gregorio Magno e che non è condivisa dalla liturgia greca.
    * Maria Maddalena, le cui reliquie si sono reputate per molti secoli a san Pietro in Vaticano. Onorio II (1124-1130) consacrò a lei un altare nel coro dei canonici. Si credette allora che il pontefice vi avesse deposto in tale occasione il corpo, privo del capo, della santa titolare. L’altare fu ricostruito da Bonifacio VIII (1295-1303) e distrutto per la pavimentazione della chiesa sotto Martino V (1417-1431). La reliquia del piede sinistro, posta in una teca d’argento sbalzato a forma dell’arto, è venerata nella chiesa dei santi Celso e Giuliano in Banchi. Due sue dita sono nell’edificio annesso alla chiesa di santa Maria Maddalena. Maria Maddalena e Maria di Betania, sorella di Marta e di Lazzaro, sono dai tempi di papa Gregorio Magno identificate in una sola persona. (Dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari)
    * Sermone di san Gregorio Papa.
    Omelia 25 sul Vangelo.

    Maria Maddalena, «che era stata peccatrice nella città» (Luc. 7, 37), amando la verità lavò con le lacrime le macchie del suo peccato: e così si compì la parola della Verità: «Le son rimessi molti peccati, perché ha amato molto» (Luc. 7, 47). Infatti lei che prima era rimasta fredda peccando, poi bruciava d'ardore amando. Mentre i discepoli si ritiravano dal sepolcro del Signore, ella non si ritirava. Cercava ansiosa colui che non aveva trovato; piangeva nel cercarlo, ed accesa del fuoco del suo amore, bruciava del desiderio di ritrovare colui che credeva rapito. Onde avvenne, che allora lo vedesse essa sola, ch'era rimasta a cercarlo: dacché il merito dell'opera buona è nella perseveranza.
    Ella dunque prima cercò, e non lo trovò: perseverò nel cercare, e così riuscì a trovarlo: poiché avvenne che il ritardo aumentò i desideri, che, divenuti più vivi, incontrarono quel che cercavano. Ond'è che la sposa, la Chiesa, dice di lui nel Cantico dei cantici: «Nel mio lettuccio, nelle notti, cercai l'amore dell'anima mia» (Cant. 3, 1). Difatti noi allora cerchiamo il diletto nel lettuccio, quando, nel piccolo riposo che lascia la vita presente, sospiriamo col desiderio di vedere il nostro Redentore. Lo cerchiamo la notte, perché, sebbene il nostro spirito vegli pensando a lui, pure l'oscurità pesa ancora sulla nostra vista.
    Ma chi non ha ancora ritrovato il suo diletto, si levi subito, giri per la città, cioè investighi colla mente la santa Chiesa degli eletti, lo cerchi per le vie e per le piazze, cioè osservi chi cammina per le vie strette e chi per le larghe, per vedere di trovare qualche traccia di colui che ama: perché ci sono parecchi, anche nella vita del secolo, che offrono qualche cosa a imitare per la pratica della virtù. Ma mentre andiamo cercando, ci trovano le guardie, che custodiscono la città: vale a dire, che i santi Padri, i quali vegliano alla sicurezza della Chiesa, vengono incontro ai nostri buoni desideri per istruirci colla loro parola e coi loro scritti. E solo dopo averli alquanto oltrepassati, noi troviamo l'oggetto del nostro amore: perché se il nostro umile Redentore s'è fatto uomo fra gli uomini per l'umanità, per la divinità fu sempre sopra gli uomini.
    ** Omelia di sant'Agostino Vescovo.
    Libro 50 Omelia 23 tomo 10.

    Avete ascoltato molto attentamente la lettura del Vangelo: ed il fatto che riporta è stato rappresentato esattamente agli occhi del vostro cuore. Voi avete visto non cogli occhi del corpo, ma della mente, il Signore Gesù Cristo sedere a mensa in casa d'un fariseo, il cui invito non aveva disdegnato. Avete visto anche una donna famosa, e certo di mala fama, ch'era stata peccatrice nella città, irrompere, non invitata, nel convito dove sedeva il suo medico, e domandare con santo ardire la sua guarigione; irrompe importuna per il convito, ma opportuna per il beneficio. Sapeva bene da qual morbo essa era travagliata; e conosceva che colui dal quale era andata, era capace di guarirlo.
    S'appressò adunque non al capo del Signore, ma ai piedi. Ella dopo aver camminato molto tempo nel vizio, cercava così le traccie della virtù. Prima versò lacrime dal cuore, lavò i piedi del Signore con umile confessione, li asciugò coi suoi capelli, li baciò, li profumò; parlava tacitamente, non emetteva fuori parole, ma dimostrava la sua devozione. Avendo ella così toccato il Signore con bagnare, asciugare, baciare e profumare i suoi piedi, il fariseo che aveva invitato Gesù Cristo, essendo di quella genia di superbi dei quali il profeta Isaia diceva: «Che dicono: Scòstati da me, non mi toccare perch'io sono puro» (Is. 65, 5) credeva che il Signore non conoscesse quella donna.
    O fariseo che inviti il Signore e ne sorridi, tu nutrisci il Signore, e non comprendi ch'è lui che deve nutrirti? Donde sai che il Signore non conoscesse chi fosse quella donna, se non perché le permise di appressarsi, soffri che gli baciasse i piedi, li asciugasse e profumasse? Non si doveva forse permettere a una donna impura di toccare piedi sì puri? Ma se tal donna si fosse recata ai piedi di cotesto fariseo, egli le avrebbe detto ciò che di tali afferma Isaia: «Scostati da me, non mi toccare, perch'io son puro» (Is. 65, 5). Così, si accostò al Signore impura, per ritornar pura; s'accostò malata, per ritornar guarita; s'accostò confessando le sue colpe, per ritornare professando la sua fede.
    Nella Santa Messa della Nona Domenica dopo Pentecoste si fa commemorazione di santa Maria Maddalena, Penitente, con Oratio, Secreta e Postcommunio presi dalla Santa Messa della festa propria:
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    “PREGHIERA A SANTA MARIA MADDALENA.

    I. O modello dei penitenti, gloriosa Maddalena, che, tocca appena della grazia, rinunciaste subitamente a tutti i piaceri del mondo per consacrarvi all’amore di Gesù Cristo, otteneteci, vi preghiamo, la grazia di corrispondere anche noi fedelmente a tutte le divine ispirazioni. Gloria.
    II. O modello dei penitenti, gloriosa Maddalena, che, calpestando generosamente tutti i riguardi del mondo, compariste nell’abito il più dimesso in quelle stesse contrade nelle quali avevate condotto in trionfo il vostro lusso, la vostra vanità, otteneteci, vi preghiamo, la grazia di superare tutti gli ostacoli che si incontrano nella via della salute, e specialmente gli umani rispetti, con cui tante volte abbiamo tradito i nostri più sacri doveri e i nostri più sacri interessi. Gloria.
    III. O modello dei penitenti, gloriosa Maddalena, che, piangendo con lacrime le più amare, con la contrizione più viva dei vostri errori, meritaste di essere da Gesù Cristo medesimo assicurata di un assoluto perdono, otteneteci, vi preghiamo, la grazia di detestare e piangere incessantemente tutti i nostri falli, onde assicurarcene la remissione al tribunale di Dio. Gloria.
    Sancta Maria Magdalena, ora pro nobis.”
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    22 luglio
    http://www.preghiereperlafamiglia.it.../22-luglio.htm
    “IL SANGUE DI CRISTO E LA SOCIETA'
    22° GIORNO
    MEDITAZIONE.

    La società umana, se vuole veramente il benessere dei suoi componenti, non può fare a meno del Sangue di Cristo, perché il Sangue di Cristo è la prima e vera fonte della società umana. «Ma adesso - dice l'Apostolo - in Cristo Gesù voi, che eravate lontani, siete diventati vicini, mediante il Sangue di Cristo. Lui è infatti la nostra pace che ha fatto di noi un solo popolo, abbattendo la barriera che ci rendeva nemici... per creare in se stesso una nuova umanità». Il Sangue di Cristo, dunque, unendoci rimuove le differenze tra uomo e uomo abbatte ogni barriera e compone un organismo sociale armonico, umano, divino. Se non si crede che nelle vene di ognuno di noi scorre il Sangue di Cristo, come possiamo considerarci fratelli e uguali? Su che cosa si baserebbe questa uguaglianza? Solo se ci sentiamo tutti ugualmente redenti dal Sangue di Gesù, cesserà tra noi l'odio e sorgerà l'amore fraterno che potrà trionfare sull'egoismo umano. Quando lampeggiavano i primi sinistri bagliori della seconda guerra mondiale, Pio XII ricordò che il Salvatore aveva sparso il suo Sangue per riconciliare tutti gli uomini con Dio e affratellarli tra di loro, anche se di nazioni e razze diverse. Ma gli uomini non l'ascoltarono e vano fu il suo sforzo per scongiurare quella catastrofe che insanguinò il mondo. Orbene, anche tu sei membro della grande società umana. Se desideri il tuo benessere devi rispettare i diritti dei tuoi simili, come vuoi che siano rispettati i tuoi; devi amare la tua patria e portare il contributo della tua intelligenza e del tuo lavoro per il benessere comune. Ma soprattutto, ricorda che questo benessere non si ottiene mai combattendo contro Cristo e la sua Chiesa. Gesù porta tra gli uomini l'alito del suo amore e nel suo Sangue tutti ci affratella.
    ESEMPIO
    Siamo alla fine del '700 ed in Francia il popolo, ubriacato dalla Rivoluzione, devasta le chiese e uccide i sacerdoti. In una chiesa di Parigi, uno dei più scalmanati, toglie il Crocifisso dall'altare e seguìto dalla folla, va a gettarlo nella Senna. Un urlo parte dalla bocca di quei forsennati: «Cristo finalmente è stato affogato e non tornerà mai più». Ma cosa avvenne in Francia? Fu invasa dal terrore e dalla ferocia; in ogni città fu issata la ghigliottina che funzionava ininterrottamente notte e giorno e, in soli tre mesi, oltre centomila teste caddero mozzate nella sola capitale. La storia è maestra! Ogni qualvolta Cristo è stato scacciato dalla società è sorto l'odio tra le diverse classi sociali e la guerra civile. Allora, non più il Sangue di Cristo ha rosseggiato sugli altari, ma quello degli uomini per le vie e nelle piazze.
    Fioretto. - Preghiamo per una società nuova fondata sull'amore di Cristo e dei fratelli.
    Giaculatoria. - Eterno Padre, ti offro il Sangue Prez.mo di Gesù Cristo, per la gloria del tuo santo nome e per la pace di tutti i popoli.”

    22° giorno: Il Sangue e la società
    http://www.stellamatutina.eu/22-gior...-e-la-societa/







    Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale
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    “22 luglio 2018: DOMENICA NONA DOPO LA PENTECOSTE.”
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    “22 luglio 2018: Santa Maria Maddalena, Penitente.

    Maria Maddalena, le reliquie si sono reputate per molti secoli a S. Pietro in Vaticano. Onorio II (1124-1130) consacrò a lei un altare nel coro dei canonici. Si credette allora che il pontefice vi avesse deposto in tale occasione il corpo, privo del capo, della santa titolare. L’altare fu ricostruito da Bonifacio VIII (1295-1303) e distrutto per la pavimentazione della chiesa sotto Martino V (1417-1431). La reliquia del piede sinistro, posta in una teca d’argento sbalzato a forma dell’arto, è venerata nella chiesa dei Ss. Celso e Giuliano in Banchi. Due sue dita sono nell’edificio annesso alla chiesa di S. Maria Maddalena. Maria Maddalena e Maria di Betania, sorella di Marta e di Lazzaro, sono dai tempi di papa Gregorio Magno identificate in una sola persona.
    M.R.: 22 luglio - Presso Marsiglia, in Francia, il natale di santa Maria Maddalena, dalla quale il Signore scacciò sette demoni, e che per prima meritò di vedere lo stesso Signore risorto da morte.
    [ Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ]”
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    “22 luglio 2018: devoto omaggio di Radio Spada a San Lorenzo da Brindisi, confessore, nell'anniversario della morte.
    (Festa liturgica 6 luglio)

    San Lorenzo da Brindisi si chiamava in realtà Giulio Cesare Russo e nacque nella città pugliese il 22 luglio 1559 da Guglielmo Russo ed Elisabetta Masella. Ancora fanciullo divenne orfano di padre. Studiò nelle scuole esterne dei Francescani Conventuali di San Paolo Eremita in Brindisi. Tra il 1565 e il 1567 prese l'abito dei conventuali, passando così alla scuola per oblati e candidati alla vita religiosa. L'usanza dei Conventuali di far predicare i fanciulli in alcune solennità fa iniziare la sua predicazione pubblica. La morte della madre oltre che a lasciarlo solo crea a Giulio notevoli difficoltà economiche, senza per questo ricevere l'aiuto dei parenti, neppure di quel Giorgio Mezosa, che è suo insegnante presso i Conventuali. Il ragazzo quattordicenne si trasferisce allora a Venezia presso uno zio sacerdote, direttore di una scuola privata e curatore dei chierici di San Marco, potendo così proseguire gli studi e maturare la vocazione nell'ordine dei Cappuccini Minori. Il 18 febbraio 1575 veste l'abito francescano e gli è imposto dal vicario provinciale, padre Lorenzo da Bergamo, il suo stesso nome: da quel momento sarà padre Lorenzo da Brindisi. A Padova a seguì gli studi di logica e filosofia e nuovamente a Venezia quelli di teologia. Il 18 dicembre 1582 è ordinato sacerdote. Nel 1589 diviene Vicario Generale dell'Ordine in Toscana, nel 1594 Provinciale di Venezia, nel 1596 secondo Definitore Generale, nel 1598 Vicario Provinciale in Svizzera, nel 1599 nuovamente Definitore Generale. Sempre nel 1599 è posto a guida dei missionari che i cappuccini, su invito del Pontefice, inviano in Germania. Nell'ottobre del 1601 il sacerdoteo chiese di essere uno dei quattro cappellani dediti all'assistenza spirituale delle truppe cattoliche nella guerra contro i turchi. Fu quindi destinato all'accampamento imperiale di Albareale in Ungheria, dove giunse il 9 ottobre e dove si distinse per l'aiuto e per la fermezza durante l'attacco turco. Il 24 maggio 1602, padre Lorenzo, viene eletto Vicario Generale dell'Ordine, con l'impegno di visitare tutte le province dell'ordine. Nel triennio del suo generalato, può tornare anche a Brindisi (1604) dove decide la costruzione di una chiesa con annesso monastero di clausura trovando i finanziatori nel duca di Baviera, nella principessa di Caserta ed in altre personalità conosciute durante i suoi viaggi in Europa, mentre il terreno è quello della sua casa natale. Nel 1618 è a Napoli dove viene convinto dai patrizi napoletani a recarsi in Spagna per esporre al re Filippo III le malversazioni del vicerè don Pietro Giron, duca di Ossuna. Il 26 maggio 1619, evitato l'agguato di sicari ed ostacoli di varia natura, padre Lorenzo viene ricevuto alla corte di Filippo III. Al termine del colloquio col sovrano per conferma le sue parole profetizza al re la propria morte imminente e che se il sovrano non avesse provveduto ai propri sudditi, sarebbe deceduto entro due anni. Il 22 luglio del 1619, probabilmente avvelenato, il frate brindisino moriva. Il 31 marzo 1621, come profetizzato, si spegneva anche Filippo III, che aveva ignorato le richieste napoletane e aveva favorito il vicerè Ossuna. Nel 1783 Padre Lorenzo viene beatificato da papa Pio VI e nel 1881 canonizzato infallibilmente da papa Leone XIII.”
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    “Cinquant'anni fa rendeva l'anima a Dio Giovannino Guareschi.”
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    “Il 22 luglio 1542 Papa Paolo III Farnese istituiva la Suprema Sacra Inquisizione Romana e Universale "a riguardo degli affari della fede in tutte e singole le città, i paesi, le terre e i luoghi della res publica Cristiana, al di qua e al di là dei monti, pur risiedendo in Italia e nella Curia Romana [...] contro coloro che errano dalla via di Dio e dalla Fede Cattolica, che malamente la credono, contro ogni sospetto di eresia e i loro seguaci, fautori, difensori ... " (bolla "Licet ab initio").”
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    “Il 22 luglio 1456 l'esercito crociato guidato dall'ungherese Giovanni Hunyadi e da san Giovanni da Capistrano trionfa dei Turchi a Belgrado: "Dio in questo giorno vi farà vincitori e nell’eternità vi premierà come Martiri. So io quel che vi dico e non più tante parole: Gesù, Gesù! Gesù Cristo vince, fuggitevene, nemici!". In ringraziamento della vittoria Callisto III, gran fautore della Crociata, istituì la festa della Trasfigurazione del Signore.”
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    “Cor Jesu sacratissimum, miserere nobis.”
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    Guéranger, L'anno liturgico - Domenica Nona dopo la Pentecoste
    http://www.unavoce-ve.it/pg-dopopent-dom9.htm
    «DOMENICA NONA DOPO LA PENTECOSTE

    I guai di Gerusalemme.
    La deplorazione dei guai di Gerusalemme forma in Occidente l'argomento del Vangelo del giorno e ha dato da lungo tempo il suo nome, presso i Latini, alla nona Domenica dopo la Pentecoste.
    È facile trovare ancor oggi, nella Liturgia, le tracce della preoccupazione della Chiesa nascente riguardo alla prossima realizzazione delle profezie contro la città ingrata che fu oggetto delle prime predilezioni del Signore. Il termine stabilito dalla misericordia alla giustizia divina giunge alfine. Gesù Cristo, parlando della distruzione di Sion e del tempio, aveva predetto che la generazione che ascoltava le sue parole non sarebbe passata prima che si fosse compiuto quanto egli annunciava (Lc 21,32). Circa quarant'anni lasciati a Giuda per allontanare l'ira del cielo non hanno fatto che consolidare nel suo ostinato rinnegamento la razza deicida. Come un torrente a lungo trattenuto che infrange le sue dighe, la vendetta si precipita sull'antico Israele; l'anno 70 vede eseguire la sentenza che egli stesso ha pronunziata, quando esclamava mostrando ai Gentili (Mt 20,19) il suo re e il suo Dio: Il suo sangue cada su di noi e sui nostri figli! (ivi 27,25).
    MESSA
    Israele era diventato il nemico della Chiesa; Dio, come aveva annunciato (Dt 28,15-68) lo castiga e ne disperde i resti. La Chiesa coglie l'occasione dall'esecuzione dei giudizi del Signore, per professare l'umile fiducia che pone nell'aiuto del suo Sposo.
    EPISTOLA (1Cor 10,6-13). - Fratelli: Non desideriamo cose cattive come essi fecero; né diveniate idolatri, come alcuni di loro, conforme sta scritto: Si adagiò il popolo per mangiare e bere, poi si alzò per divertirsi; né fornichiamo come alcuni di essi fecero e ne caddero morti in un sol giorno ventitremila; né tentiamo Cristo, come lo tentarono alcuni di loro, che furono uccisi dai serpenti; né mormoriate, come alcuni di essi mormorarono, e furono distrutti dallo sterminatore. Or tutte queste cose accaddero loro in figura, e sono state scritte a nostro avvertimento, per noi che siamo venuti alla fine dei secoli. Quindi chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere. Non vi hanno assaliti che tentazioni umane: or Dio è fedele e non permetterà che voi siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione darà anche il modo di trame profitto, donandovi la forza di poterla sopportare.
    Una lezione profetica.
    "Tutti gli Ebrei - dice san Paolo - sono stati gratificati delle attenzioni di Dio. Nulla è mancato loro. Tuttavia, la benevolenza del Signore si è definitivamente allontanata da essi. Questo, perché l'amore di Dio ci crea una responsabilità davanti a lui e i suoi benefici non recano profitto se non a coloro che, ricevutili nell'umiltà, li fanno fruttificare con la completa fedeltà della vita. Sicché, nessuno dica che tutto ciò è solo storia antica e non riguarda che gli Ebrei. No, nella persona del popolo ebraico noi riceviamo una lezione profetica: ci si avverte di distoglierci dalle terrene cupidigie che l'hanno condotto alla perdizione, come potrebbero condurvi anche noi... Il popolo ebraico ha fatto, e spesso a sue spese, esperienze che dovevano servire al mondo intero. Tutti gli eventi della sua storia sono accaduti, sono stati scritti e sono giunti fino a noi come una lezione di cose destinata nella mente di Dio a illuminare noi che siamo gli ultimi venuti nel corso dei secoli, noi che apparteniamo alla alleanza nuova, ultima, eterna.
    Vediamo in questo modo come si possa venir meno, anche dopo aver raccolto i benefici di Dio. Sicché, lungi da noi la presunzione e ogni ingannevole sicurezza. Possono sopraggiungere prove più dure di quelle sopportate finora e che Dio ha proporzionato alla nostra debolezza. Non già che il Signore, il quale è fedele, permetta mai che la prova superi assolutamente le nostre forze: con la tentazione che aumenta, Dio da la forza soprannaturale richiesta per resistere; ma non dobbiamo mai far assegnamento su di noi, e questa maggiore forza ci verrà soltanto da lui" [1].
    VANGELO (Lc 19,41-47). - In quel tempo; Gesù, come fu vicino alla città, al vederla, pianse su di lei, e disse: O se conoscessi anche tu, e proprio in questo giorno, quel che giova alla tua pace! Ora invece è celato agli occhi tuoi. Che verranno per te i giorni nei quali i nemici ti stringeranno con trincee, ti chiuderanno e ti stringeranno da ogni parte, e distruggeranno te e i tuoi figli che sono in te, e non lasceranno in te pietra sovra pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata. Poi, entrato nel tempio, cominciò a scacciare coloro che vi vendevano e vi compravano, dicendo loro: Sta scritto: La mia casa è casa di preghiera; ma voi ne avete atta una spelonca di ladri. Ed ogni giorno insegnava nel tempio.
    Le lacrime di Gesù.
    Il passo che abbiamo ora letto nel santo Vangelo si riferisce al giorno dell'entrata trionfale del Salvatore a Gerusalemme. Questo trionfo, che Dio Padre faceva provare al suo Cristo prima dei giorni della sua passione, non era, purtroppo - lo si vede presto il riconoscimento dell'Uomo-Dio da parte della sinagoga. Né la dolcezza di quel re che veniva alla figlia di Sion a cavallo di un'asina (Zc 9,9) né la sua severità misericordiosa contro i profanatori del Tempio, né i suoi ultimi insegnamenti nella casa del Padre suo dovevano aprire quegli occhi ostinatamente chiusi alla luce della salvezza e della pace. I pianti stessi del Figlio dell'Uomo non potevano dunque arrestare la vendetta divina: è pur necessario che alfine la giustizia abbia il suo corso.
    È opportuno che contempliamo per un istante le lacrime di Gesù. "Il Signore fermò lo sguardo sulla grande città, sulla mole del Tempio, e una tristezza infinita gli invase l'anima... Pianse sulla sua patria: furono veri singhiozzi; e le parole che pronunciò hanno, infatti, un accento quasi rotto, in cui si tradisce la violenza dell'emozione. Non dimentichiamo mai quanto il Signore appartenesse alla nostra umanità. Amava Gerusalemme come ebreo, come Figlio dell'Uomo, come Figlio di Dio. Gerusalemme era il cuore d'Israele e di tutto il mondo religioso, la città che Dio s'era scelta. Sarebbe potuta divenire la capitale del regno messianico destinato ad abbracciare tutte le genti. Nel passato non le erano mancati gli avvertimenti e i castighi salutari, e da tre anni il Signore stesso le aveva prodigato così abbondantemente la sua luce! Fin sul Calvario e oltre, mediante il ministero degli Apostoli, egli doveva tendere le braccia al suo popolo. Ma tutto sarebbe stato vano. Sarebbe stato pur necessario che intervenisse alfine la giustizia. E possiamo leggere presso lo Storico Giuseppe (V e VI libro della Guerra Giudaica), con quale rigorosa esattezza si è realizzata la profezia del Salvatore riguardo al castigo di Gerusalemme che rimane la più impressionante lezione della storia" [2].
    PREGHIAMO
    O Signore, nella tua grande misericordia, ascolta le nostre preghiere e, affinché tu possa esaudire le nostre domande, fa' che chiediamo ciò che ti è gradito.

    [1] Dom Delatte, Epitres de saint Paul, I, p. 337.
    [2] Dom Delatte, Evangile de N. S. J. C., II, p.74
    da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 460-463.»





    AVE MARIA!!!
    PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNOR GESÙ CRISTO, MISERERE NOBIS!!!
    Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

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    Lightbulb Re: Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo

    23 LUGLIO 2018: SANT'APOLLINARE, Vescovo e Martire, SAN LIBORIO, Vescovo e Confessore; ventitreesimo giorno del MESE dedicato alla devozione al PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



    http://www.sodalitium.biz/

    Sant'Apollinare - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/santapollinare/
    «23 luglio, Sant’Apollinare, Vescovo e Martire.

    “A Ravenna il natale di sant’Apollinare Vescovo, il quale, ordinato in Roma dall’Apostolo Pietro e mandato a Ravenna, sopportò per la fede di Cristo varie e molteplici pene; quindi, predicando il Vangelo nell’Emilia, ritrasse moltissimi dal culto degli idoli; finalmente, tornato a Ravenna, vi compì un glorioso martirio sotto Vespasiano Cesare”.
    O glorioso Apostolo dell’Emilia S. Apollinare primo nostro Padre e Pastore, che a noi mandato dallo stesso S. Pietro, ci portaste colla predicazione e coi miracoli il lume della vera fede togliendoci dalle tenebre del gentilesimo: Voi, che per le vostre fatiche apostoliche meritaste la gloriosa corona di martire di Gesù Cristo, e che ora nel cielo godete la visione beatifica del Sommo Iddio, volgete lo sguardo a questa vostra Chiesa, in cui vivete col vostro spirito e riposa il vostro santo corpo. Intercedete al vostro gregge che nell’ora presente meriti la speciale Vostra protezione e si confermi sempre più nella vera fede, e fate che i figli traviati presto ritornino ad essa. Difendeteci dai pericoli ed otteneteci le grazie, a noi tanto necessarie, di ben vivere e di ben morire, affinché così dall’esilio di questa terra, fatti imitatori delle Vostre virtù, passiamo con Voi a godere i guadi eterni della patria celeste. E così sia.»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...re-190x300.jpg






    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

    http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

    “Sodalitium - IMBC.”
    https://www.youtube.com/user/sodalitium

    “Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
    https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

    "Oratorio Sant'Ambrogio – Milano.
    Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11)"
    http://www.oratoriosantambrogiombc.it/




    «Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
    IX domenica d. Pentecoste (Santa Messa)
    https://www.youtube.com/watch?v=2pU0mGRVtZs
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
    http://www.domusmarcellefebvre.it/
    Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
    http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
    La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»




    http://www.cmri.org/ital-index.html

    http://www.centrostudifederici.org/

    http://www.centrosangiorgio.com/

    http://www.crisinellachiesa.it/

    https://www.agerecontra.it/
    https://www.agerecontra.it/category/arai-daniele/
    https://www.facebook.com/Traditio.Verona.it/

    https://www.facebook.com/pietroferrari1973/

    “Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”
    https://www.facebook.com/romancatholicsnonunacum/

    https://www.facebook.com/fidecatholica/

    http://www.traditionalmass.org/

    https://novusordowatch.org/

    http://www.fathercekada.com/

    https://www.truerestoration.org/

    http://www.catholique-sedevacantiste.fr/





    www.sursumcorda.cloud
    https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf

    «Carlo Di Pietro - Sursum Corda.
    "23 luglio 1707. Papa Clemente XI, dalla Lettera pubblicata nella Raccolta dei suoi Brevi e Lettere, divulgata a Roma nel 1724, a p. 391, dove scrive: "La Chiesa aborrisce da questi matrimoni (fra cattolici ed eretici) che portano con sé molte imperfezioni e non poco di spirituale pericolo". Sentenza citata dal Papa Benedetto XIV in Magnae nobis: Né è necessario affrontare la questione quando si può abbondantemente dimostrare l’antichità di quella regola per cui la Sede Apostolica sempre disapprovò i matrimoni dei cattolici con gli eretici. Ma quanto a questo saranno sufficienti alcune considerazioni, con le quali possiamo dimostrare che la stessa disciplina e regola furono costantemente osservate fino ai nostri tempi, e vigoreggiano non meno integre presso di Noi e la Sede Apostolica, e sono religiosamente custodite. È quello che di se stesso e dei suoi tempi ha attestato il nostro Predecessore di felice memoria Urbano VIII nella sua Lettera apostolica del 30 dicembre 1624 che si legge presso il cardinale Albizio nel libro intitolato De inconstantia in Fide, c. 37, n. 127, dove così scrive: "Giustamente crediamo che i matrimoni di cattolici con eretici si debbano sempre evitare e, per quanto sta in Noi, intendiamo tenerli lontani dalla Chiesa Cattolica". Né meno chiaramente espose il suo parere il Nostro Predecessore di pia memoria Papa Clemente XI nella Lettera scritta il 25 giugno 1706 e stampata nella Raccolta dei suoi Brevi e Lettere, divulgata a Roma nel 1724 dove, a p. 321, così si legge: "Stimiamo essere di somma importanza per la Chiesa di Dio, per la Sede Apostolica, per i Nostri Predecessori e per i Sacramenti che non si trasgrediscano le regole secondo le quali i cattolici devono evitare il matrimonio con gli eretici, a meno che non richieda questo il bene di tutta la Comunità Cristiana". In altra Lettera del 23 luglio 1707, pubblicata nella stessa Raccolta a p. 391, scrive: "La Chiesa aborrisce da questi matrimoni che portano con sé molte imperfezioni e non poco di spirituale pericolo". Crediamo anche che sia abbastanza chiaro il Nostro giudizio su questo argomento nel rescritto decretale emesso per Nostra autorità il 4 novembre 1741 e stampato nel tomo I del Nostro Bollario (n. 34, par. 3), le cui parole sono le seguenti: "Sua Santità si addolora moltissimo che vi siano tra i cattolici coloro che impazziscono per un insano amore, non detestano questi riprovevoli matrimoni che Santa Madre Chiesa sempre condannò e proibì e non pensano di astenersi. Loda assai lo zelo di quei Vescovi che, proponendo più severe pene spirituali, cercano di costringere i cattolici a non congiungersi con gli eretici con questo sacrilego vincolo; esorta ed ammonisce seriamente tutti i Vescovi e i Vicari apostolici, i Parroci, i Missionari e tutti gli altri fedeli Ministri di Dio e della Chiesa che stanno in quelle parti, soprattutto dell’Olanda e del Belgio, affinché i cattolici di ambo i sessi, per quanto possono, si astengano da siffatte nozze che tornano a danno delle loro anime, e si diano da fare per mutare le nozze stesse nel migliore dei modi e impedirle efficacemente". In subordine, qualora sia già stato contratto il matrimonio di un cattolico con un eretico, si stabilisce: "Ciò deve indurre nell’animo dello sposo cattolico, sia maschio sia femmina, di fare Penitenza per il gravissimo peccato che ha compiuto e chieda perdono a Dio e cerchi secondo le sue forze di trarre al grembo della Chiesa cattolica l’altro coniuge lontano dalla vera Fede e così guadagnare la sua anima; ciò sarebbe quanto mai opportuno per impetrare il perdono per il crimine commesso, sapendo del resto, come si è detto sopra, che si è legati in perpetuo dal vincolo di questo matrimonio".»
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    «Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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    “SAN LIBORIO
    Vescovo e Confessore.
    Paramenti bianchi.
    Nascita: Gallia, 320 circa.
    Morte: Le Mans, 397.
    Attributi: Bastone pastorale.
    Patrono di: Paderborn.
    SANTA MESSA

    San Liborio nacque nel IV secolo da una famiglia della Gallia, e lasciò tutto per consacrarsi al servizio degli altari. Divenne vescovo di Le Mans, e, dopo una vita tutta presa dalla predicazione, dalle preghiere e dalle penitenze, morì nel 397 (?).
    * Secondo alcune fonti antiche Liborio sarebbe stato il quarto vescovo di Le Mans in Francia, ma non è possibile tracciarne una cronologia precisa. Il suo pontificato durò 49 anni, intorno al 380. Secondo alcuni documenti un suo successore, il vescovo Aldrico, consacrando la cattedrale nell'835 volle che uno degli altari fosse dedicato ai santi di Le Mans, cioè san Turibio e san Pavazio, vescovi di Le Mans [IV sec.] custodi e trasmissori del deposito della fede insieme a san Liborio. Nell'836 il vescovo di Paderborn inviò una delegazione a Le Mans per avere delle reliquie del santo. In occasione della traslazione avvennero dei miracoli. San Liborio divenne così patrono anche di Paderborn. L'iconografia lo rappresenta come un vescovo anziano, caratterizzato dalla presenza di piccole pietre: è, infatti, protettore dei malati di calcolosi renale. Viene raffigurato anche assieme a un pavone o a qualche penna di pavone in ricordo del leggendario uccello che accompagnò la traslazione delle reliquie. Il culto è particolarmente diffuso in Francia, Germania, Spagna e Italia.
    (Da santiebeati.it)
    La commemorazione di san Liborio Vescovo e Confessore, con Oratio, Secreta e Postcommunio, è già presente nella Santa Messa di sant'Apollinare Vescovo e Martire."
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...1d&oe=5BCA9C9F





    “SANT'APOLLINARE
    Vescovo e Martire.
    Doppio.
    Paramenti rossi.
    Nascita: Antiochia, I secolo.
    Morte: Classe (Ravenna), II secolo.
    Santuario principale: Sant'Apollinare in Classe.
    Attributi: Bastone pastorale, Palma, Pallio.
    Patrono di: Epilessia; Gotta; Ravenna; Emilia-Romagna; Romagna; Lucrezia; Remagen, Düsseldorf; Aquisgrana; Burtscheid; Asolo.
    SANTA MESSA

    Secondo san Pier Crisologo, sant'Apollinare fu il primo Vescovo e, fino al suo tempo, l'unico martire indigeno di Ravenna. Infatti, il Martirologio Romano rocorda a Ravenna il natale di sant’Apollinare Vescovo, il quale, ordinato in Roma dall’Apostolo Pietro e mandato a Ravenna, sopportò per la fede di Cristo varie e molteplici pene; quindi, predicando il Vangelo nell’Emilia, ritrasse moltissimi dal culto degli idoli; finalmente, tornato a Ravenna, vi compì un glorioso martirio sotto Vespasiano Cesare.
    * Apollinare venne da Antiochia a Roma col Principe degli Apostoli, il quale l'ordinò vescovo e l'inviò a Ravenna a predicare il Vangelo di Cristo Signore, e dove, siccome convertiva moltissimi alla fede di Cristo, fu preso dai sacerdoti degli idoli, e crudelmente battuto. Alle sue preghiere avendo il nobil uomo Bonifacio, ch'era rimasto muto da lungo tempo, ricuperata la favella, ed una sua figlia essendo stata liberata dallo spirito immondo, si suscitò una nuova sedizione contro di lui. Quindi battutolo con verghe, lo fecero camminare a piedi nudi su carboni ardenti; ma questo fuoco non avendolo leso affatto, venne cacciato dalla città.
    Egli allora si nascose qualche tempo con alcuni Cristiani, poi partì per la Emilia, dove risuscitò la figlia del patrizio Rufino; ciò che determinò l'intera famiglia di Rufino a credere in Gesù Cristo. Ma il prefetto irritatone fortemente, si fece venire Apollinare, e gli ingiunse severamente di finirla di propagare la fede di Cristo nella città. Apollinare non avendo tenuto conto dei suoi ordini, è torturato sul cavalletto: si versa dell'acqua bollente sulle sue piaghe e gli pestano la faccia con una pietra; quindi carico di catene, lo si getta in prigione. Dopo quattro giorni viene imbarcato per essere mandato in esilio, ma avendo fatto naufragio giunse nella Misia, di là sulle rive del Danubio, e poi in Tracia.
    Rifiutandosi il demonio di dare responsi nel tempio di Serapide finché vi dimorasse un discepolo dell'Apostolo Pietro, Apollinare dopo lunghe ricerche fu ritrovato e gli si ordinò di riprendere il mare. Così tornato a Ravenna, e di nuovo accusato dagli stessi sacerdoti degli idoli, è dato da custodire a un centurione, il quale siccome onorava secretamente Cristo, di notte fece fuggire Apollinare. Risaputasi la cosa, i satelliti lo inseguono, lo coprono di ferite e, credendolo morto, lo abbandonano sulla strada. Donde raccolto dai Cristiani, dopo averli esortati a rimaner costanti nella fede, dopo sette giorni abbandonò questa vita coronato della gloria del martirio. Il suo corpo venne sepolto presso le mura della città.
    * Apollinare, martire, santo, nella chiesa a lui intitolata, costruita nel 780 da papa Adriano I, fino a pochi anni or sono, si esponeva un suo braccio. La reliquia venne donata, il 3 maggio 1586, al rettore del Collegio germanico p. Michele di Loreto S. J. dal legato dell’imperatore Rodolfo II, Giacomo Curtius. Riportata dal Diario Ordinario n.3915 del 1 settembre 1742, è oggi conservata nella sagrestia insieme a molte altre. Reliquie di S. Apollinare, con quelle del martire Prospero, furono rimesse nell’altare maggiore il 21 aprile 1748, in occasione della nuova consacrazione operata da Benedetto XIV. Altre "presunte" cinque ossa del santo furono donate alla chiesa dal Capitolo della B. Maria di Dusseldorf, dal Decano di S. Maria d'Aquisgrana e dalla Badessa di S. Giovanni Battista di Burtscheid. La chiesa, allora sede del Collegio Germanico Ungarico, ebbe in dono moltissime altre reliquie. La Visita Apostolica del 1627 riporta tutte le donazioni, custodite in artistici reliquiari. Le insigni erano: la testa di un martire della Legione Tebana ed ossa appartenenti ai suoi compagni, femore e ossa d'Ulderico, vescovo d'Augusta e di Wolfgang vescovo di Ratisbona, provenienti da Treviri; provenienti da Colonia la testa e tibia di una delle undicimila vergini. Il palazzo attiguo alla chiesa, dimora del Collegio, fu nel secolo scorso sede della Lipsanoteca del Vicariato.
    (Dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari)
    - Al Vangelo.
    ** Omelia di sant'Ambrogio Vescovo.
    Libro 10 al c. 22 di Luca, dopo il principio.

    Il regno di Dio non è di questo mondo. Quindi l'uomo non può pretendere d'eguagliare Dio, ma solo avere emulazione di rassomigliargli. Infatti Cristo solo è l'immagine perfetta di Dio, essendo uno col Padre di cui esprime in sé tutto lo splendore. L'uomo giusto poi allora è immagine di Dio, quando, illuminato dalla cognizione di Dio e desideroso d'imitarne la condotta, disprezza questo mondo, quando le voluttà della terra lo disgustano, perché saziato dal Verbo, nostro vitale alimento: onde noi mangiamo il corpo di Cristo, per potere aver parte alla vita eterna.
    Infatti la ricompensa, l'onore che ci si promette, non è già di mangiare e di bere, sibbene la comunicazione della grazia celeste e della vita senza fine. I dodici troni non sono già come de' seggi per ricevere a sedere dei corpi. Ma, come Cristo, per la sua uguaglianza con Dio, giudica le anime per l'intima cognizione che n'ha, e non già per un interrogatorio che le obblighi a dichiarare le loro azioni, rimunerando la virtù e punendo l'empietà, così anche gli Apostoli sono destinati a un giudizio spirituale per l'esaltazione della fede e l'esecrazione dell'incredulità, onde la fede è ricompensata, la incredulità detestata, respingendo l'errore con forza, e perseguitando i sacrileghi con odio santo.
    Convertiamoci dunque, e badiamo che non sorga fra noi, per nostra rovina, contesa alcuna di primeggiare. Che sia sorta contesa fra gli Apostoli, ciò non è ricordato per fornirci una scusa, ma per metterci in guardia. Se Pietro non si è convertito interamente che alla fine, lui che aveva seguito il Signore alla prima chiamata: chi può dire di essersi davvero convertito subito? Guardati dunque dalla iattanza, fuggi il mondo. L'ordine di confermare i suoi fratelli lo riceve colui che ha detto: «Noi abbiamo abbandonato tutto, e ti abbiamo seguito».”
    https://sardiniatridentina.blogspot....rtire.html?m=1
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...79&oe=5BDA54A5









    https://forum.termometropolitico.it/...e-martire.html
    “Martirologio Romano: Sant’Apollinare, vescovo, che, facendo conoscere tra le genti le insondabili ricchezze di Cristo, precedette come un buon pastore il suo gregge, onorando la Chiesa di Classe presso Ravenna in Romagna con il suo glorioso martirio. Il 23 luglio migrò al banchetto eterno.”





    23 luglio
    http://www.preghiereperlafamiglia.it.../23-luglio.htm
    "IL SANGUE DELLA PACE
    23° GIORNO
    MEDITAZIONE

    La pace è l'aspirazione più ardente dei popoli, perciò Gesù, venendo al mondo, la recò in dono agli uomini di buona volontà ed Egli stesso si fece chiamare: Principe della pace, Re pacifico e mansueto, che pacificò col Sangue della sua croce sia le cose che sono sulla terra, sia quelle che sono nei cieli. Dopo la Resurrezione apparve ai suoi discepoli e li salutò: «La pace sia con voi». Ma per dimostrare a che prezzo ci aveva ottenuto la pace, mostrò le sue ferite ancora sanguinanti. Gesù ci ha ottenuto la pace col suo Sangue: La pace di Cristo nel Sangue di Cristo! Non vi può essere vera pace, dunque, lontano da Cristo. Sulla terra, o scorre pacificamente il suo Sangue o quello degli uomini in lotte fratricide. La storia umana è un susseguirsi di guerre sanguinose. Invano Dio, nei periodi più tormentati, mosso a pietà, ha mandato i grandi apostoli della pace e della carità per ricordare agli uomini che, essendo stato ucciso Cristo, bastava il suo Sangue e non era necessario spargere quello umano. Essi non sono stati ascoltati, ma perseguitati e spesso uccisi. È terribile la condanna di Dio contro chi versa il sangue del proprio simile: «Chiunque versa il sangue umano, sarà versato il sangue di lui, perché l'uomo è fatto ad immagine di Dio» (Deut.) Cessino, perciò, gli odi e le guerre, stringiamoci intorno alla Croce, vessillo di pace, invochiamo l'avvento del Regno di Cristo in tutti i cuori e sorgerà un'era intramontabile di tranquillità e di benessere.
    ESEMPIO
    Nel 1921 a Pisa per motivi politici, avvenne un grave fatto di sangue. Un giovane fu trucidato e la folla, commossa, ne accompagnò il feretro al cimitero. Dietro la bara piangevano i genitori costernati. L'oratore ufficiale concluse così il suo discorso: «Davanti al Crocifisso giuriamo di vendicarlo! ». A queste parole si levò a parlare il padre della vittima e, con voce rotta dai singhiozzi, esclamò: «No! mio figlio sia l'ultima vittima dell'odio. Pace! Davanti al Crocifisso giuriamo di far la pace tra noi e di amarci».
    Sì, pace! Quanti delitti passionali o, così detti, d'onore! Quanti delitti per rapine, vili interessi, e vendette! Quanti delitti nel nome di un'idea politica! La vita umana è sacra e solo Dio, che ce ne ha fatto dono, ha il diritto, quando crede, di chiamarci a Sé. Nessuno s'illuda d'essere in pace con la propria coscienza quando, anche se colpevole, riesce a strappare un'assoluzione dai tribunali umani. La vera giustizia, quella che né si sbaglia, né si compra, è quella di Dio.
    PROPOSITO: Mi sforzerò di concorrere alla pacificazione degli animi, evitando di fomentare discordie e rancori.
    GIACULATORIA: Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, donaci la pace."

    23° giorno: Il Sangue della pace
    http://www.stellamatutina.eu/23-gior...ue-della-pace/






    Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale
    http://www.radiospada.org
    Edizioni Radio Spada - Home
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    https://www.facebook.com/radiospadasocial/?fref=nf

    “23 luglio 2018: San Liborio, vescovo di Lemans e confessore.

    Ricordato con s. Turibio e s. Pavazio, vescovi di Le Mans [IV sec.] Custodirono e trasmisero il deposito della fede. Le reliquie di S. Liborio vennero trasportate a Paderborn nel 836.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...7c&oe=5C12515E






    “23 luglio 2018: Apollinare, martire, santo
    , nella chiesa a lui intitolata, costruita nel 780 da papa Adriano I, fino a pochi anni or sono, si esponeva un suo braccio. La reliquia venne donata, il 3 maggio 1586, al rettore del Collegio germanico p. Michele di Loreto S. J. dal legato dell’imperatore Rodolfo II, Giacomo Curtius. Riportata dal Diario Ordinario n. 3915 del 1 settembre 1742, è oggi conservata nella sagrestia insieme a molte altre. Reliquie di S. Apollinare, con quelle del martire Prospero, furono rimesse nell’altare maggiore il 21 aprile 1748, in occasione della nuova consacrazione operata da Benedetto XIV. Altre "presunte" cinque ossa del santo furono donate alla chiesa dal Capitolo della B. Maria di Dusseldorf, dal Decano di S. Maria d'Aquisgrana e dalla Badessa di S. Giovanni Battista di Burtscheid. La chiesa, allora sede del Collegio Germanico Ungarico, ebbe in dono moltissime altre reliquie. La Visita Apostolica del 1627 riporta tutte le donazioni, custodite in artistici reliquiari. Le insigni erano: la testa di un martire della Legione Tebana ed ossa appartenenti ai suoi compagni, femore e ossa d'Ulderico, vescovo d'Augusta e di Wolfgang vescovo di Ratisbona, provenienti da Treviri; provenienti da Colonia la testa e tibia di una delle undicimila vergini. Il palazzo attiguo alla chiesa, dimora del Collegio, fu nel secolo scorso sede della Lipsanoteca del Vicariato.
    M.R.: 23 luglio - A Ravenna il natale di sant’Apollinare Vescovo, il quale, ordinato in Roma dall’Apostolo Pietro e mandato a Ravenna, sopportò per la fede di Cristo varie e molteplici pene; quindi, predicando il Vangelo nell’Emilia, ritrasse moltissimi dal culto degli idoli; finalmente, tornato a Ravenna, vi compì un glorioso martirio sotto Vespasiano Cesare.
    [ Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ]”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...77&oe=5BDE5491


    “23 luglio 1847: Papa Pio IX ricostituisce il Patriarcato latino di Gerusalemme e vi insedia Patriarca Monsignor Giuseppe Valerga, ligure e fervente infallibilista al Concilio Vaticano.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...5d&oe=5C11D188










    Ligue Saint Amédée
    http://www.SaintAmedee.ch
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf

    «Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum]. Pas de "motu proprio" chez nous : nous célebrons la Sainte Messe selon le missel de Saint Pie V.»
    https://liguesaintamedee.ch/saint-du...nt-apollinaire
    “23 juillet : Saint Apollinaire, Évêque et Martyr († 87).”
    http://liguesaintamedee.ch/applicati...pollinaire.jpg








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    Lightbulb Re: Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo

    24 LUGLIO 2018: SANTA CRISTINA, Vergine e Martire, VIGILIA di SAN GIACOMO IL MAGGIORE, APOSTOLO; ventiquattresimo giorno del MESE dedicato alla devozione al PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



    «Santa Cristina, vergine e martire, 24 luglio.»
    Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico
    http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm

    Guéranger, L'anno liturgico - San Giacomo il Maggiore, Apostolo
    http://www.unavoce-ve.it/pg-25lug.htm
    «25 LUGLIO: SAN GIACOMO IL MAGGIORE, APOSTOLO.»




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    «SANTA CRISTINA
    Vergine e Martire.
    Paramenti rossi.
    Nascita: III secolo, Tiro (Libano).
    Morte: III secolo, Bolsena.
    Attributi: mola, serpenti, frecce, palma.
    Patrona di: Toffia, Palermo, Ciudad de Osma, Huerta de Abajo (Burgos), Bolsena.
    SANTA MESSA

    Due sono le Sante che portano questo nome: l'una venerata a Bolsena, l'altra di Tiro, veneratissima in Oriente ed in Occidente, come ne fan prova i mosaici a sant'Apollinare Nuovo a Ravenna. Come dice il Card. Schuster, nel suo Liber Sacramentorum, è questa seconda che la Chiesa oggi commemorava (Vol. VIII, p. 98).
    Il Martirologio Romano riporta: "A Tiro, presso il lago di Bolsena, in Toscana, santa Cristina, Vergine e Martire. Poiché questa Vergine, credendo in Cristo, aveva spezzato gli idoli d’oro e d’argento del padre, e ne aveva distribuito i frammenti ai poveri, per ordine del padre stesso fu lacerata con flagelli, crudelissimamente tormentata con altri supplizi, e gettata nel lago con un sasso di gran peso, ma ne fu da un Angelo liberata; quindi, sotto un altro Giudice, successore di suo padre, sostenne costantemente i più acerbi tormenti; da ultimo, sotto il Preside Giuliano, dopo essere stata illesa per cinque giorni in un’ardente fornace, dopo aver superato per virtù di Cristo i serpenti, col taglio della lingua e colla trafittura delle frecce compì il corso del suo martirio".
    * Cristina era una fanciulla di famiglia nobile e ricca. Viveva a "Tiro", in Italia, identificabile nell'odierna Bolsena. Molti la chiesero in sposa, ma i suoi genitori desideravano che essa restasse vergine e si dedicasse al culto degli dei. Per questo la rinchiusero in una torre servita da cameriere e con diversi idoli in oro ed in argento. La ragazza, che aveva conosciuto la fede cristiana, desiderava però alleviare le sofferenze dei poveri, perciò fece a pezzi gli idoli preziosi e li donò ad essi. Per il suo comportamento di rifiuto degli dei pagani, subì molti tormenti, a cui sopravvisse, fra cui quello di essere gettata nel lago di Bolsena legata ad una macina da mulino. La pietra, per intervento divino, restò a galla e la fanciulla vi salì sopra. Fu quindi uccisa, come una cerbiatta, trafitta da una freccia del prefetto Giuliano.»
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    «VIGILIA DI SAN GIACOMO
    Apostolo.
    Semplice.
    Paramenti viola.
    SANTA MESSA
    Sardinia Tridentina: Vigilia di san Giacomo Apostolo

    Come la maggior parte delle feste degli Apostoli, che un tempo erano di precetto, quella di san Giacomo è preceduta da una vigilia. Questo santo fu uno dei membri del collegio dei Dodici, e come i dodici di Giacobbe ricevette la sua porzione di eredità, e dovette evangelizzare una parte della Chiesa, un tempo raffigurata dalla terra promessa (Epistola). Egli ebbe, con suo fratello san Giovanni e con san Pietro, il privilegio d'esser testimonio della Trasfigurazione di Gesù e della sua agonia nell'Orto degli ulivi. Egli, primo fra gli Apostoli, ebbe l'onore di rendere testimonianza al Cristo con l'effusione del suo sangue nella città di Gerusalemme.
    - Al Vangelo.
    ** Omelia di san Gregorio Papa.
    Omelia 27 sui vangeli.

    Nonostante tutte le sacre parole siano piene di comandamenti del Signore, com'è che riguardo all'amore, come di un comandamento singolare, il Signore dice, "il comandamento mio è questo, che vi amiate l'un l'altro", se non perché ogni comandamento riguarda solamente l'amore e tutti sono un comandamento unico? Perché qualsiasi cosa viene comandata, viene consolidata nella sola carità. Come infatti molti rami di un albero procedono da una sola radice, così molte virtù sono generate dalla sola carità. Ed il ramo della buona azione non ha alcun color verde, se non rimane nella radice della carità.
    Quindi i comandamenti del Signore sono sia molti, sia uno solo: molti per la diversità dell'operazione, uno solo nella radice dell'amore. Ma in qual modo questo amore si debba mantenere, lo suggerisce Egli stesso, che in numerosi luoghi della sua Scrittura, comanda sia che gli amici vengano amati in Sé, che i nemici per Sé. Infatti ha veramente la carità, colui che sia ama l'amico in Dio, ed il nemico per Dio. Ora ci sono alcuni che amano i lori vicini ma per l'affetto della parentela e della carne: tuttavia le sacre parole non si oppongono a questi. Ma una cosa è quel che è applicato spontaneamente alla natura, una cosa quel che per i comandamenti del Signore è dovuto all'obbedienza dall'amore.
    Questi certamente sia amano il prossimo, sia tuttavia non raggiungono quei sublimi premi dell'amore: poiché esercitano il loro amore non spiritualmente, ma carnalmente. Quindi quando il Signore diceva: "il comandamento mio è questo, che vi amiate l'un l'altro", subito aggiunse: "come io ho amato voi". Come se volesse dire: amate conforme al modo in cui vi amai. In tale cosa, carissimi fratelli, bisogna fare cauta attenzione, che l'antico nemico, mentre trae la nostra mente all'amore delle cose temporali, suscita contro di noi il prossimo più debole, perché tenti di portar via le stesse cose che amiamo.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...32&oe=5C0CBD7B









    Santa Cristina - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/santa-cristina/
    «24 luglio, Santa Cristina, Vergine e Martire.

    “A Tiro, presso il lago di Bolsena, in Toscana, santa Cristina, Vergine e Martire. Poichè questa Vergine, credendo in Cristo, aveva spezzato gli idoli d’oro e d’argento del padre, e ne aveva distribuito i frammenti ai poveri, per ordine dei padre stesso fu lacerata con flagelli, crudelissimamente tormentata con altri supplizi, e gettata nel lago con un sasso di gran peso, ma ne fu da un Angelo liberata; quindi, sotto un altro Giudice, successore di suo padre, sostenne costantemente i più acerbi tormenti; da ultimo, sotto il Preside Giuliano, dopo essere stata illesa per cinque giorni in un’ardente fornace, dopo aver superato per virtù di Cristo i serpenti, col taglio della lingua e colla trafittura delle frecce compì il corso del suo martirio”.
    Deh, Signore, ci ottenga misericordia la beata vergine e martire Cristina, la quale ti fu sempre accetta e per il merito della castità e per il coraggio col quale ti ha confessato.»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...na-292x300.jpg






    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

    http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

    “Sodalitium - IMBC.”
    https://www.youtube.com/user/sodalitium

    “Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
    https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

    http://www.oratoriosantambrogiombc.it/




    «Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
    IX domenica d. Pentecoste (Santa Messa)
    https://www.youtube.com/watch?v=2pU0mGRVtZs
    IX domenica dopo Pentecoste (Omelia)
    https://www.youtube.com/watch?v=1Z1fnDzl4eQ
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
    http://www.domusmarcellefebvre.it/
    Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
    http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
    La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»




    http://www.cmri.org/ital-index.html

    http://www.centrostudifederici.org/

    http://www.centrosangiorgio.com/

    http://www.crisinellachiesa.it/

    https://www.agerecontra.it/
    https://www.agerecontra.it/category/arai-daniele/
    https://www.facebook.com/Traditio.Verona.it/

    https://www.facebook.com/pietroferrari1973/

    “Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”
    https://www.facebook.com/romancatholicsnonunacum/

    https://www.facebook.com/fidecatholica/

    http://www.traditionalmass.org/

    https://novusordowatch.org/

    http://www.fathercekada.com/

    https://www.truerestoration.org/

    http://www.catholique-sedevacantiste.fr/




    Ligue Saint Amédée
    http://www.SaintAmedee.ch
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf

    «Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum]. Pas de "motu proprio" chez nous : nous célebrons la Sainte Messe selon le missel de Saint Pie V.»
    24 juillet : Sainte Christine, Vierge et Martyre (? 300) :: Ligue Saint Amédée
    “24 juillet : Sainte Christine, Vierge et Martyre († 300).”
    http://liguesaintamedee.ch/applicati...hristine_2.jpg







    www.sursumcorda.cloud
    https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf

    “Carlo Di Pietro - Sursum Corda
    Ed ora grazie, Vi rendiamo, o Padre e Signor nostro diletto, per tutte le inestimabili misericordie che ci avete in questo giorno concesso. Ah! che Vi renderemo noi per tutte le innumerevoli grazie? Lodi e ringraziamenti, o Gesù diletto, perché ci avete dato un altro giorno di vita. Perché ci avete pasciute/o con la grazia dei Santi Sacramenti. Perché ci avete assistito per l’osservanza della Vostra legge. Perché ci avete preservato da molti mali. Perché ci avete dato molti beni spirituali e temporali: Grazie Vi rendiamo per il pane quotidiano, grazie soprattutto per la pazienza infinita con la quale avete sopportato i nostri mancamenti e per la perseveranza che ci avete dato nel Vostro Santo servizio.”
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    https://www.sursumcorda.cloud/settim...glio-2018.html





    24 luglio
    http://www.preghiereperlafamiglia.it.../24-luglio.htm
    “IL SANGUE DI CRISTO E LA SOFFERENZA
    24° GIORNO
    MEDITAZIONE

    Gesù non ha dato il suo Sangue solo per redimerci. Se invece di poche gocce, che sarebbero bastate per la redenzione, ha voluto versarlo tutto, sopportando un mare di dolori, lo ha fatto per aiutarci, ammaestrarci e confortarci nei nostri dolori. Il dolore è un triste retaggio del peccato e nessuno ne va immune. Gesù, proprio perché coperto dei nostri peccati, ha sofferto. Sulla via di Emmaus disse ai due discepoli che era necessario che il Figlio dell'Uomo patisse per poter entrare nella gloria. Egli perciò volle conoscere tutti i dolori e le miserie della vita. Povertà, lavoro, fame, freddo, distacco dagli affetti più santi, infermità, ingratitudine, tradimento, persecuzioni, martirio, morte! Cos'è dunque la nostra sofferenza nei confronti dei dolori di Cristo? Nei nostri dolori guardiamo Gesù insanguinato e riflettiamo quale senso davanti a Dio hanno le calamità e le sofferenze. Ogni sofferenza è permessa da Dio per la salvezza dell'anima nostra; è un tratto della divina misericordia. Quanti sono stati richiamati alla via della salvezza, attraverso la via del dolore! Quanti già lontani da Dio, colpiti dalla sventura, hanno sentito il bisogno di pregare, di tornare in chiesa, di inginocchiarsi ai piedi del Crocifisso per ritrovare in lui la forza e la speranza! Ma anche se soffrissimo ingiustamente, ringraziamo il Signore, perché le croci che Dio ci manda, dice S. Pietro, sono la corona di gloria che non appassisce mai.
    ESEMPIO
    In un ospedale di Parigi un uomo colpito da una malattia ripugnante, soffre indicibilmente. Tutti lo hanno abbandonato, perfino i parenti e gli amici più cari. Solo la suora di carità è al suo capezzale. In un momento di più atroce sofferenza e sconforto, il malato grida: «Una rivoltella! Sarà l'unico rimedio efficace contro il mio male!». La suora gli porge invece il crocifisso e gli mormora dolcemente: «No, fratello, questo è l'unico rimedio per la vostra sofferenza e per quelle di tutti i malati!» Il malato lo baciò e gli occhi gli si inumidirono di lacrime. Quale significato avrebbe il dolore senza la fede? Perché soffrire? Chi ha la fede trova nel dolore forza e rassegnazione: chi ha la fede trova nel dolore una fonte di meriti; chi ha la fede vede in ogni sofferente Cristo che soffre.
    Fioretto. - Accetterò dalle mani del Signore, ogni tribolazione; conforterò chi soffre e visiterò qualche malato.
    Giaculatoria. - Eterno Padre ti offro il Sangue Preziosissimo di Gesù Cristo per la consacrazione del lavoro e del dolore, per i poveri, gli infermi e i tribolati.”

    24° giorno: Il Sangue di Cristo e la sofferenza
    http://www.stellamatutina.eu/24-giug...la-sofferenza/

    Luglio Archives - Stellamatutina.eu - Sito di cultura cattolica in piena e totale obbedienza al Magistero Petrino.







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    «24 luglio 2018: Santa Cristina di Bolsena, vergine e martire.

    A Toffia in Sabina (Rieti) riposa il corpo di una Santa Cristina. A seguito riportiamo quanto scritto nella guida "Toffia in tasca" scritta da Maria Petrucci (1997). "Nel primo altare di destra si venera il corpo di S. Cristina martire o forse quello di una sua compagna di martirio. In uno scritto, si ritiene che le spoglie della martire siano state traslate prima a Farfa, nell'813, tolte da un cimitero cristiano sulla via Cassia, e può darsi che durante le frequenti invasioni saracene il sacro corpo sia stato portato a Toffia, luogo sicuro e fortificato. Ma è scritto anche che le sante spoglie furono deposte a Toffia nel 1258, con l'occupazione del Castello di Marta sul lago di Bolsena, dal conte Pietro Vico, dopo averle tolte ai signori di Bisanzio, oltre al pagamento di lire 700 di Perugia. Fino al 1924 il corpo della santa era sotto l'altare maggiore, e attraverso una finestrella con cancello di ferro si poteva leggere la scritta: "HIC IACET CORPUS S. CRISTINAE VIRGINIS ET MARTIRIS"; poi era stato trasportato nella Chiesa di S. Maria Nuova dal parroco di allora Raffaele Panetta, e nel 1934, quando fu rimesso a porto il quadro di S. Lorenzo martire, venne nuovamente deposto in questo luogo. Ogni anno a Toffia il 24 luglio, in onore della santa, a turno alcune donne del paese (festarole) organizzano una festa con distribuzione di dolci e bevande; in tempi remoti sembra che in questo giorno rinverdisse il fiore che la santa aveva tra le mani". Bene, fin qui quanto scritto dall'artista Petrucci (capitolo sulla chiesa di S.Lorenzo martire). La guida "Toffia in tasca" riporta dunque che la Santa riposa nella chiesa di San Lorenzo a Toffia. Ai nostri giorni invece il corpo della Santa si trova nella parrocchiale di S. Maria Nuova; è stato portato in questa chiesa perché nell'edificio di culto intitolato a San Lorenzo ci pioveva. Ma la Santa che riposa a Toffia è Santa Cristina di Bolsena? Sappiano che la Santa appena citata subì il martirio all'età di 11 anni, e il corpo di S. Cristina che si trova a Toffia è grande come quello di una bambina di 10 - 11 anni. Il corpo della santa è ben visibile sulla destra, dentro ad una "bara" trasparente. Sappiamo anche che a Toffia il culto di S. Cristina è molto radicato. La Santa patrona di Bolsena è indicata nel Martirologio al 24 luglio; nella cittadina viterbese è festeggiata lo stesso giorno in cui si festeggia a Toffia. Comunque non si tratta certamente della stessa Santa, perchè a Bolsena (dove è veneratissima) il corpo di S. Cristina c'è.
    [ Testo di Andrea Del Vescovo ]
    Cristina era una fanciulla di famiglia nobile e ricca. Viveva a "Tiro", in Italia, identificabile nell'odierna Bolsena. Molti la chiesero in sposa, ma i suoi genitori desideravano che essa restasse vergine e si dedicasse al culto degli dei. Per questo la rinchiusero in una torre servita da cameriere e con diversi idoli in oro ed in argento. La ragazza, che aveva conosciuto la fede cristiana, desiderava però alleviare le sofferenze dei poveri, perciò fece a pezzi gli idoli preziosi e li donò ad essi. Per il suo comportamento di rifiuto degli dei pagani, subì molti tormenti, a cui sopravvisse, fra cui quello di essere gettata nel lago di Bolsena legata ad una macina da mulino. La pietra, per intervento divino, resto a galla e la fanciulla vi salì sopra. Fu quindi uccisa, come una cerbiatta, trafitta da una freccia del prefetto Giuliano.»
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    "In memoria di Matilde di Canossa, eroina del Papato Romano e difenditrice della libertà della Chiesa, passata all'eternità il 24 luglio 1115."
    https://www.radiospada.org/2018/04/v...egina-ditalia/



    “24 luglio 2018: VIGILIA di San Giacomo apostolo.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...7f&oe=5BE1B44C








    AVE MARIA!!!
    PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNOR GESÙ CRISTO, MISERERE NOBIS!!!
    Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

  6. #56
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    Lightbulb Re: Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo

    25 LUGLIO 2018: SAN GIACOMO, APOSTOLO, SAN CRISTOFORO, Martire; venticinquesimo giorno del MESE dedicato alla devozione al PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



    «25 LUGLIO: SAN GIACOMO IL MAGGIORE, APOSTOLO.»
    Guéranger, L'anno liturgico - San Giacomo il Maggiore, Apostolo
    http://www.unavoce-ve.it/pg-25lug.htm

    "Commemorazione di San Cristoforo, martire, lo stesso giorno."




    Tradidi quod et accepi
    http://tradidiaccepi.blogspot.it

    https://www.facebook.com/catholictradition2016/
    «Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...29&oe=5BCF3CE5





    “SAN GIACOMO
    Apostolo.
    Doppio di II classe.
    Paramenti rossi.
    http://www.unavoce-ve.it/pg-25lug.htm
    Nascita: Betsaida, ?
    Morte: Gerusalemme, 43 o 44.
    Santuario principale: Cattedrale di Santiago di Compostela, Santiago di Compostela (Galizia, Spagna).
    Attributi: Bastone, Bisaccia, Bordone da pellegrino, Cappello da pellegrino, Conchiglia, Stendardo.
    Patrono di: Diocesi di Caltagirone, Diocesi di Pistoia.
    Cile, Croazia, Guatemala, Nicaragua, Spagna. Cavalleria dell'Esercito Spagnolo. Calzettai, Cappellai, Cavalieri, Drogheri, Farmacisti, Pellegrini, Profumieri, Soldati, Veterinari, Viaggiatori.
    Viene invocato: contro i reumatismi, per la benedizione e la protezione dei raccolti, per il bel tempo atmosferico.
    SANTA MESSA
    San Giacomo era fratello di san Giovanni, e figlio di Zebedeo. Egli è soprannominato il Maggiore. Un giorno sua madre, accostatasi al Salvatore, gli chiese per i suoi due figli, il favore «che sedessero l'uno alla sua destra e l'altro alla sua sinistra nel suo regno» (Vangelo).
    Il Cristo ne profetizzò allora il martirio. San Giacomo «siederà in trono a giudicare le dodici tribù di Israele» (Communio), ma prima dovrà bere lo stesso calice di Gesù (Vangelo) e avere, come tutti gli Apostoli, una vita di sofferenze e di persecuzioni, come quella che descrive l'Epistola. Dopo l'Ascensione di Gesù Cristo al Cielo, dice l'Ufficio di questo giorno, Giacomo predicò l'Evangelo nella Giudea e nella Samaria. Erode Agrippa, desideroso di piacere ai Giudei, lo condannò alla pena capitale. Ebbe la testa tagliata verso l'anno 43-44, poco tempo prima della festa di Pasqua. Per timore, sembra, degli Arabi, padroni di Gerusalemme, dicesi che il corpo di questo santo sia stato più tardi trasportato a Campostella, in Spagna, dove il suo culto è in grande onore. Il 25 luglio ci ricorda la data di questa traslazione. Il suo nome è iscritto nel Canone della Messa insieme a quello di San Giovanni suo fratello (1° elenco).
    * Giacomo, Galileo, figlio di Zebedeo e fratello germano dell'Apostolo Giovanni, chiamato col fratello tra i primi Apostoli, abbandonò il padre e le reti per seguire il Signore, e tutti due furono chiamati dallo stesso Gesù Boanerges, cioè figli del tuono. Egli fu uno dei tre Apostoli, che il Salvatore amò di più, e che volle avere come testimoni della sua trasfigurazione, del miracolo che fece allorché risuscitò la figlia del capo della sinagoga, e quando si ritirò sul monte degli Olivi per pregare il Padre, prima d'essere preso dai Giudei.
    Dopo l'ascensione di Gesù al cielo, egli predicò la sua divinità nella Giudea e nella Samaria, convertendo moltissimi alla fede cristiana. Partito poi per la Spagna, vi convertì alcuni a Cristo; di questi in seguito san Pietro ne ordinò sette vescovi e li inviò per primi in Spagna. Quindi ritornato a Gerusalemme, avendo guadagnato, fra gli altri, alla verità della fede il mago Ermogene, e proclamando liberamente la divinità di Gesù Cristo, Erode Agrippa, divenuto re sotto l'imperatore Claudio, per conciliarsi i Giudei, condannò Giacomo alla pena capitale. Colui che l'aveva condotto al tribunale, vedendo il coraggio col quale andava al martirio, si dichiarò cristiano anche lui.
    Mentre venivano portati al supplizio, egli chiese perdono a Giacomo; e Giacomo, baciandolo: «La pace sia con te» gli disse. Pertanto vennero tutti due decapitati; poco prima Giacomo aveva guarito un paralitico. Il suo corpo fu poi trasportato a Compostella, dove è in sommo onore, accorrendovi pellegrini da tutte le parti del mondo per motivo di pietà e di voti. Per celebrare la memoria del suo natale, la Chiesa ha scelto quest'oggi, ch'è il giorno della sua traslazione, perché fu verso la festa di Pasqua ch'egli, primo degli Apostoli, rese testimonianza a Gesù Cristo con l'effusione del suo sangue a Gerusalemme.
    - All'Epistola.
    San Paolo si rivolge ironicamente ai Corinti, che vogliono piacere a Dio, lasciandosi guidare dalla saggezza come l'intende il mondo. I Corinti pretendevano infatti di unire due cose inconciliabili: la saggezza umana e il cristianesimo, e chiamavano insensati quelli che rinunciavano a ciò che il mondo ricerca. Il Santo Apostolo li contrappone ai veri cristiani che soffrono generosamente per il Cristo e che non cercano di piacere agli uomini, ma piuttosto di essere uno spettacolo che Dio e gli Angeli ammirano. Così fece l'Apostolo san Giacomo.
    - Al Vangelo.
    ** Omelia di san Giovanni Crisostomo.
    Omelia 66 su Matteo.
    Nessuno si conturbi, se diciamo che gli Apostoli erano ancora tanto imperfetti, poiché il mistero della croce non era stato ancora consumato, né era stata ancora infusa nei loro cuori la grazia dello Spirito. Che se desideri conoscere la loro virtù, considera quali furono dopo ricevuta la grazia dello Spirito, e vedrai ch'essi superarono ogni malvagia inclinazione. Ed è per questo che si rivela ora la loro imperfezione, perché tu possa apprezzare meglio come furono d'un colpo trasformati dalla grazia. Ch'essi non abbiano chiesto nulla di spirituale, né abbiano avuto alcun pensiero del regno celeste, è evidente. Tuttavia esaminiamo come s'accostano, e che cosa gli dicano: «Vogliamo, dicono, che tu ci conceda quanto ti domanderemo» (Marc. 10, 35). Al che Cristo risponde: «Che volete?» non ignorandolo, certo, ma per obbligarli a spiegarsi, affine di scoprire la piaga e applicarvi così il rimedio.
    Ma essi, arrossendo per la vergogna e confusi d'essere scesi a sentimenti umani, preso Cristo in disparte, gli fanno la domanda di nascosto dagli altri discepoli. Difatti essi camminarono avanti agli altri, dice l'Evangelista, per non essere intesi; e così espressero finalmente ciò che volevano. E volevano ottenere, com'io presumo, che, avendo udito come i discepoli si sarebbero assisi su dodici troni, occupassero essi i primi di questi troni: giacché sapevano certo di essere amati più degli altri; ma temendo che Pietro fosse loro preferito, osarono dire: «Ordina che seggano uno alla tua destra e l'altro alla sinistra» (Matth. 20, 22). E insistono dicendo: «Ordina». Ed egli che risponde? Per far intendere loro che non domandavano nulla di spirituale, e che non sapevano neppure cosa si domandassero, poiché non avrebbero osato domandarlo se l'avessero saputo: «Non sapete, dice, quel che domandate» (Matth. 20, 22): non sapete quanto ciò sia grande, quanto meraviglioso, eccedente persino le più alte virtù del cielo.
    E aggiunse: «Potete voi bere il calice che berrò io, e battezzarvi col battesimo onde son battezzato io?» (Matth. 20, 22). Nota come li rimuove subito da questa speranza, ragionando loro di cose affatto opposte. Voi, dice, mi parlate di onori e di corone; e io vi parlo di lotte e di sudori. Non è questo il tempo delle ricompense, né cotesta mia gloria si manifesterà ora; adesso è tempo di persecuzione e di pericoli. Osserva poi come colla stessa interrogazione li esorta e alletta. Poiché non disse: Potete sostenere i cattivi trattamenti, potete versare il vostro sangue? ma solamente: «Potete voi bere il calice?». E per attirarli soggiunge: «Che berrò io?» affin di disporli meglio a soffrire colla stessa prospettiva di partecipare alle sue sofferenze.
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    “SAN CRISTOFORO
    Martire.
    Paramenti rossi.
    Morte: 250 circa.
    Attributi: Gigante che porta sulle spalle Gesù bambino, cinocefalo.
    Patrono di: pellegrini, autieri, viaggiatori, piloti, camionisti, ferrovieri, facchini; invocato contro la peste e la morte improvvisa
    SANTA MESSA
    Il Martirologio romano ricorda oggi il natale di san Cristoforo, il quale sarebbe appartenuto ad una città di nome Samon (?) in Licia. Egli, sotto Décio, battuto con verghe di ferro, e per la superna virtù di Cristo liberato dalle fiamme ardenti, da ultimo, trafitto da colpi di frecce, colla decapitazione compì il martirio. È uno dei quattordici Santi Ausiliatori.
    Nelle Sante Messe lette di San Giacomo Apostolo si fa commemorazione di San Cristoforo martire
    con Oratio, Secreta e Postcommunio seguenti:
    Oratio
    Orémus.
    Præsta, quǽsumus, omnípotens Deus: ut, qui beáti Christóphori Mártyris tui natalícia cólimus, intercessióne ejus in tui nóminis amóre roborémur.
    Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum.
    R. Amen.
    Preghiamo.
    Signore Dio onnipotente, per l'intercessione del beato Cristoforo martire tuo, di cui celebriamo l'anniversario, concedici la grazia di essere fortificati nel tuo amore.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
    R. Amen.
    Secreta
    Munéribus nostris, quǽsumus, Dómine, precibúsque suscéptis: et coeléstibus nos munda mystériis, et cleménter exáudi.
    Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum.
    R. Amen.
    Signore, te ne preghiamo, accetta i nostri doni e le nostre preci, purificaci per la virtù di questi santi misteri ed esaudiscici.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
    R. Amen.
    Postcommunio
    Da, quǽsumus, Dómine, Deus noster: ut, sicut tuórum commemoratióne Sanctórum temporáli gratulámur offício; ita perpétuo læténtur aspéctu.
    Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum.
    R. Amen.
    Signore Dio nostro, concedici, te ne preghiamo; che come ci rallegriamo di un rito temporale in ricordo dei tuoi santi, così possiamo godere della loro eterna compagnia.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
    R. Amen.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...ce&oe=5BD60887










    San Giacomo Apostolo - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/san-giacomo-apostolo/
    «25 luglio, San Giacomo Apostolo.

    “San Giacomo Apostolo, fratello del beato Giovanni Evangelista: circa la festa di Pasqua decapitato da Erode Agrippa, primo fra gli Apostoli ricevette la corona del martirio. Le sue sacre ossa, da Gerusalemme trasferite in questo giorno nella Spagna, e riposte negli estremi suoi confini in Galizia, sono piamente onorate dalla notissima venerazione di quelle genti e dal numeroso concorso di Cristiani, che si recano colà per devozione e per voto”.
    O parente di Gesù Cristo secondo la carne, e molto più secondo lo spirito, Apostolo favorito e famigliare del Signore, dal quale fosti chiamato tra i primi e Tu seguisti lasciando i tuoi parenti, tutti i beni e le speranze della terra. Per Lui, primo tra gli Apostoli tu desti la vita, e col tuo sangue confermasti la dottrina del Vangelo che avevi predicato. Quante volte, o Apostolo glorioso, apparisti sui campi di battaglia ai cristiani, lottando con essi contro i nemici di Cristo e della Sua Croce! Quante volte li hai sbaragliati e vinti, dando miracolosamente la vittoria a coloro che si ritenevano già sconfitti! O forza dei cristiani! O rifugio di coloro che t’invocano e sperano in Te: salvaci dai nostri pericoli! Il Signore ci dia, per Sua intercessione, il Suo santo amore e timore, giustizia, pace e vittoria su tutti i nostri nemici visibili ed invisibili, e soprattutto ci conceda di poterlo eternamente vedere e possedere insieme agli Angeli del Paradiso. Così sia.»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...o--120x300.jpg






    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

    http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

    “Sodalitium - IMBC.”
    https://www.youtube.com/user/sodalitium

    “Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
    https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

    http://www.oratoriosantambrogiombc.it/




    «Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
    IX domenica d. Pentecoste (Santa Messa)
    https://www.youtube.com/watch?v=2pU0mGRVtZs
    IX domenica dopo Pentecoste (Omelia)
    https://www.youtube.com/watch?v=1Z1fnDzl4eQ
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
    http://www.domusmarcellefebvre.it/
    Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
    http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
    La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»




    http://www.cmri.org/ital-index.html

    http://www.centrostudifederici.org/

    http://www.centrosangiorgio.com/

    http://www.crisinellachiesa.it/

    https://www.agerecontra.it/
    https://www.agerecontra.it/category/arai-daniele/
    https://www.facebook.com/Traditio.Verona.it/

    https://www.facebook.com/pietroferrari1973/

    “Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”
    https://www.facebook.com/romancatholicsnonunacum/

    https://www.facebook.com/fidecatholica/

    http://www.traditionalmass.org/

    https://novusordowatch.org/

    http://www.fathercekada.com/

    https://www.truerestoration.org/

    http://www.catholique-sedevacantiste.fr/




    www.sursumcorda.cloud
    https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf

    “Carlo Di Pietro - Sursum Corda
    Vergine Santissima Immacolata Vi ringraziamo per tutte le grazie e misericordie che ci avete ottenuto in questo giorno con la Vostra potente intercessione.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...e7&oe=5BDA5E44

    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...1e&oe=5BD3BB5E

    «25 luglio 1898.
    L’essenza stessa e la natura della religione implicano in realtà la necessità del sacrificio. In questo infatti risiede la parte essenziale del culto divino, nel riconoscere e riverire Dio come il supremo dominatore di tutte le cose, sotto il cui potere ci troviamo noi e tutte le nostre cose. Non vi è infatti altra ragione e causa del sacrificio, che proprio per questo è detto "cosa divina": eliminati i sacrifici, nessuna religione può sussistere e nemmeno essere pensata. La legge dell’evangelo non è inferiore alla legge antica: è anzi di molto superiore, perché essa ha pienamente portato a compimento ciò che quella aveva iniziato. Molto tempo prima che Cristo nascesse, i sacrifici praticati nell’Antico Testamento prefiguravano infatti il sacrificio compiuto sulla croce; dopo la sua ascensione al cielo, quel medesimo sacrifìcio viene continuato con il sacrificio eucaristico. Errano pertanto grandemente coloro che lo respingono come se fosse una diminuzione della verità e della forza del sacrificio che Cristo ha compiuto inchiodato alla croce: "essendosi offerto una sola volta per espiare i peccati di molti" (Eb 9,28). Quella è stata una purificazione degli uomini del tutto perfetta e assoluta: e non è affatto un’altra, ma è la stessa, quella contenuta nel sacrifìcio eucaristico. Poiché infatti era necessario che un rito sacrificale accompagnasse in ogni tempo la religione, il divino disegno del Redentore fu che il sacrificio consumato una volta per tutte sulla croce, diventasse perpetuo e perenne. La ragione di questa perpetuità è contenuta nella santissima eucaristia, che non presenta soltanto una vana figura o memoria della cosa, ma la stessa verità, quantunque in un modo diverso: per questo l’efficacia di questo sacrificio, sia per ottenere sia per espiare, deriva totalmente dalla morte di Cristo: "Poiché da dove sorge il sole fin dove tramonta, il mio nome è grande fra le genti; e in ogni luogo si sacrifica e si offre al mio nome un’oblazione pura; perché grande è il mio nome fra le genti" (Mal 1,11).
    Da SS Leone XIII
    Caritatis studium
    Lettera Enciclica
    25 luglio 1898.»

    "Carlo Di Pietro - Sursum Corda
    II magistero della Chiesa in Scozia.
    Nel medesimo documento il Pontefice enuncia la dottrina cattolica contro l'ecumenismo e loda l'eroe scozzese Wallace."

    https://www.sursumcorda.cloud/settim...glio-2018.html




    Ligue Saint Amédée
    http://www.SaintAmedee.ch
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf

    «Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum]. Pas de "motu proprio" chez nous : nous célebrons la Sainte Messe selon le missel de Saint Pie V.»
    25 juillet : Saint Jacques le Majeur, Apôtre (? 44) :: Ligue Saint Amédée
    “25 juillet : Saint Jacques le Majeur, Apôtre († 44).”
    http://liguesaintamedee.ch/applicati...nt_jacques.jpg










    Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale
    http://www.radiospada.org
    Edizioni Radio Spada - Home
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    «25 LUGLIO 2018: SAN GIACOMO IL MAGGIORE, APOSTOLO.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...15&oe=5C10A587






    “25 luglio 2018: San Cristoforo, martire di origine cananea, Reprobo, che assume col battesimo il nome di Cristoforo, diventa predicatore a Samon in Licia, dove opera numerose conversioni. Proprio in Licia, fu arrestato, torturato e quindi martirizzato intorno all'anno 250 durante la persecuzione voluta dall'imperatore Decio.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...ff&oe=5BDE7441






    “Il 25 luglio del 306 Costantino viene acclamato Augusto d'Occidente dalle sue truppe. Sarà il primo Imperatore Cristiano e, dopo il trionfo su Massenzio del 312, concederà alla Chiesa la libertà e l'appoggio.”
    https://www.radiospada.org/2018/04/v...ino-il-grande/


    “Gli ammiragli Diaz, Cao e Abreu issano il Padrão.

    Durante i loro numerosi viaggi, i portoghesi, come tutti, ponevano dei segni e delle croci dovunque andassero a segno che quelle terre ora entravano nella giurisdizione di Lisbona. Invece di semplici croci o bandiere, tuttavia, i portoghesi erano usi innalzare il Padrão.
    Diversi esemplari se ne trovano in Asia, Africa e nelle Americhe.
    Ma cos'era il Padrão?
    Costituito da una colonna, un cubo ed una croce, il Padrão era prima di tutto un simbolo religioso. Esso sì segnava il possesso delle terre ma ricordava la missione dei portoghesi.
    La struttura era semplice: una colonna veniva scolpita e al posto del capitello veniva collocato un cubo sulle cui 4 facce erano incisi gli stemmi del Reino do Portugal. Sulla sommità del cubo, infine, veniva piazzata una croce spoglia, marmorea, senza fronzoli.
    Il messaggio era chiaro: i portoghesi non erano qui come avventurieri singoli ma per conto dei loro stessi monarchi (il cubo).
    E questi monarchi erano obbligati a compiere la missione di evangelizzazione di tutti i popoli (la croce che sormonta il cubo), insegnando il Vangelo in tutta la sua reale crudezza, senza ammorbidirlo (la croce spoglia).”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...ea&oe=5BD770F4
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...b0&oe=5BD4E022
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    San Giacomo il Maggiore
    http://www.santiebeati.it/immagini/T...50/21250AA.JPG








    25 Luglio - San Giacomo Apostolo
    “25 LUGLIO SAN GIACOMO APOSTOLO.

    Martire a Gerusalemme nel 42 d.C.
    Detto il Maggiore (per distinguerlo dall'omonimo apostolo detto il Minore), Giacomo figlio di Zebedeo e Maria Sàlome e fratello dall'apostolo Giovanni Evangelista, nacque a Betsàida. Fu presente ai principali miracoli del Signore (Mc 5,37), alla Trasfigurazione di Gesù sul Tabor (Mt 17,1.) e al Getsemani alla vigilia della Passione. Pronto e impetuoso di carattere, come il fratello, con lui viene soprannominato da Gesù «Boànerghes» (figli del tuono) (Mc 3,17; Lc 9,52-56). Primo tra gli apostoli, fu martirizzato con la decapitazione in Gerusalemme verso l'anno 43/44 per ordine di Erode Agrippa. Il sepolcro contenente le sue spoglie, traslate da Gerusalemme dopo il martirio, sarebbe stato scoperto al tempo di Carlomagno, nel 814. La tomba divenne meta di grandi pellegrinaggi medioevali, tanto che il luogo prese il nome di Santiago (da Sancti Jacobi, in spagnolo Sant-Yago) e nel 1075 fu iniziata la costruzione della grandiosa basilica a lui dedicata. (Avvenire)”



    25 luglio
    http://www.preghiereperlafamiglia.it.../25-luglio.htm
    “DIAMO IL NOSTRO SANGUE A CRISTO.
    25° GIORNO
    MEDITAZIONE

    «Nella misura che avrete partecipato alle sofferenze di Cristo, rallegratevi, perché quando la sua gloria sarà manifestata, voi sarete nell'allegrezza» (S. Pietro). S. Paolo poi dice che le nostre sofferenze sono il completamento di ciò che manca alla Passione di Gesù. È proprio nel dolore che si riconosce il vero cristiano. L'uomo tiepido o incredulo, si dispera, maledice, impreca; il cristiano invece è addirittura lieto di poter soffrire qualcosa per Colui, che tanto ha sofferto per noi e gode di poter offrire a Dio i propri dolori a beneficio del Corpo Mistico, al quale ogni cristiano appartie¬ne. Perciò i discepoli del Signore, quando erano perseguitati, andavano pieni di gaudio, perché erano stati fatti degni di contumelie per il nome di Cristo. Diamo anche noi il nostro sangue a Cristo! Dobbiamo forse andare in cerca di carnefici? No, non è necessario. Ma quan¬do a Dio piacerà visitarci con la sofferenza e sapremo ringraziarlo allora gli offriremo il nostro sangue. La Chiesa ha sempre circondato di particolare amore i sofferenti, perché sa che essi hanno una grande ricchezza da offrire a Cristo: le loro pene. Sono milioni le anime che soffrono, un esercito di veri martiri volontari, sui quali la Chiesa conta come sul pilastro più saldo della sua forza. Gli ospedali, i lebbrosari, gli orfanotrofi, tutti i tuguri e i giacigli, dove si soffre, formano il tesoro più grande della Chiesa; lì si posa lo sguardo di Dio e si placa il suo sdegno per i crimini dell'umanità.
    ESEMPIO
    Nei primi decenni del nostro secolo il Messico fu oppresso da un regime di terrore e dispotismo e la Chiesa accanitamente perseguitata. Centinaia furono gli episodi di eroismo dei cattolici, senza distinzione di età, sesso o condizione sociale: fanciulle, donne, uomini semplici, laici, sacerdoti affollarono le carceri e diedero coraggiosamente il sangue per la fede cristiana. Nella cittadina di Falisco fu arrestato Fiorentino Alvarez, giovane di 18 anni, e gli fu imposto di gridare pubblicamente: «Abbasso Gesù Cristo!». Rispose con fermezza: «Sono cattolico, non posso e non voglio». «Sei dunque un rivoluzionario, nemico dello Stato e sarai fucilato». «No, rispose il giovane, sono soltanto cattolico ed amo la mia patria». Lo legarono dietro un camion e lo trascinarono velocemente per le vie fermandosi dinanzi alla sua casa. La madre, straziata alla vista del figlio insanguinato, lo strinse al petto e gli disse: «Figlio mio sai quanto ti amo e quanto soffro nel vederti in questo stato, però ti dico: Sii forte, non rinnegare Cristo, la fede è più preziosa della vita». I soldati, inviperiti, si diedero a percuotere madre e figlio, ma essi ad ogni percossa gridavano più forte: «Viva Cristo Re!», finché il giovane spirò fra le braccia della madre. Sulla terra il nome di Fiorentino Alvarez è stato scritto a caratteri d'oro nel Martirologio della Chiesa messicana; in cielo Dio lo ha accolto nella fulgida schiera dei suoi martiri. Quale esempio per tanti giovani di oggi che non solo si vergognano di essere cristiani ma addirittura lottano contro la Chiesa, sposa del Sangue di Cristo!
    Fioretto. - Nei tuoi dolori ringrazia e benedici il Signore, che ti rende degno di soffrire qualcosa per Lui.
    Giaculatoria. - O Gesù, accetta tutte le mie pene; te le offro in unione col tuo Prezioso Sangue!”


    25° giorno: Diamo il nostro sangue a Cristo
    http://www.stellamatutina.eu/25-gior...sangue-cristo/





    Guéranger, L'anno liturgico - San Giacomo il Maggiore, Apostolo
    http://www.unavoce-ve.it/pg-25lug.htm
    «25 LUGLIO
    SAN GIACOMO IL MAGGIORE, APOSTOLO.

    Un intimo amico del Signore.
    San Giacomo è uno dei dodici Apostoli. È detto il "Maggiore" per distinguerlo da Giacomo il cugino di Gesù. Figlio di Zebedeo, era fratello di Giovanni l'evangelista. È noto che il Signore soprannominò i due fratelli "i figli del tuono", a motivo del loro temperamento ardente e senza dubbio anche perché un giorno essi gli avevano chiesto di far cadere il fuoco dal cielo su una città inospitale.
    San Giacomo apparteneva a una famiglia di pescatori del lago di Tiberiade, che possedeva barche e servi. I vangeli raccontano in particolare la sua vocazione. Zebedeo, i figli e i servi stavano riparando le reti sulla riva, quando il Signore che passava in quei pressi chiamò a sé i due fratelli. All'istante essi abbandonarono tutto per seguirlo lasciando le reti, la barca e lo stesso padre. Questa grande generosità non si smentirà mai, e Gesù avrà per Giacomo e Giovanni lo stesso affetto privilegiato che aveva per Pietro. Saranno così i tre intimi confidenti dei suoi pensieri, gli unici che assisteranno alla risurrezione della figlia di Giairo, alla Trasfigurazione e all'agonia nell'orto degli Olivi.
    Dopo la Pentecoste, san Giacomo il Maggiore predicò il vangelo nella Giudea e nella Samaria. Ma il suo apostolato fu di breve durata, e mentre il fratello Giovanni doveva essere l'ultimo degli Apostoli a lasciare questo mondo, egli fu il primo a versare il proprio sangue per il Signore. Erode Agrippa I lo fece decapitare. Clemente Alessandrino riferisce che la sua costanza e la sua carità convertirono lo stesso carnefice, il quale implorò il suo perdono mentre veniva trascinato al supplizio. Commosso, san Giacomo lo abbracciò dicendogli: "La pace sia con te"! E il carnefice morì decapitato anch'egli, e martire di Cristo.
    La morte preziosa.
    Non abbiamo a credere che questa morte, sopraggiunta prima dell'anno 44, abbia potuto sconcertare il piano dell'Altissimo sull'apostolato al quale era destinato san Giacomo. La vita dei santi non è mai incompleta; la loro morte, sempre preziosa (Sal 115,15), lo è ancor più quando per Dio sembra giungere prima del tempo. Allora appunto si può dire veramente che le loro opere li seguono (Ap 14,13), essendo Dio stesso tenuto sulla parola a far sì che nulla manchi alla loro pienezza: "Essi giudicheranno le genti, soggiogheranno i popoli, e il Signore regnerà per essi eternamente", diceva già il Libro della Sapienza (Sap 3,8). L'oracolo doveva realizzarsi per l'Apostolo che fu scelto per essere capo della crociata e protettore d'una grande nazione.
    Patrono della Spugna.
    Diventato infatti, per disposizione divina, il Patrono e il Protettore della Spagna [1], la sua intercessione invocata con perseveranza otterrà la liberazione dal giogo degli infedeli. È al grido di "San Giacomo! san Giacomo! Spagna, avanti!" che per parecchi secoli i cristiani faranno senza sosta la guerra santa ai musulmani, difenderanno con il loro coraggio e il loro sangue l'intera Europa e finiranno per ricacciare i Mori in Africa. E quando il lavoro della Crociata sarà terminato, è ancora sotto il suo patrocinio che gli Spagnoli, al seguito di Cristoforo Colombo, di Vasco de Gama, di Albuquerque e di altri conquistatori, partiranno verso le terre lontane allora scoperte, per portarvi il nome del Signore, e all'Apostolo faranno omaggio delle innumerevoli conversioni ottenute mediante i loro sforzi e che erano state un tempo raffigurate nelle pesche miracolose del lago di Tiberiade. E Giacomo potrebbe dire come san Paolo: " Non mi ritengo inferiore ai maggiori fra gli Apostoli, poiché, per la grazia di Dio, ho lavorato più di tutti loro" (2Cor 11,5; 12,11; 1Cor 15,10).
    Preghiera per la Spagna.
    Patrono della Spagna, non dimenticare il grande popolo che ti fu debitore insieme della sua nobiltà in cielo e della sua prosperità in questo mondo. Conserva in essa l'anima ardente di crociato; che abbia sempre a rallegrarsi di essere governata da uomini di Stato veramente cattolici, e rimanga uno dei più saldi bastioni della vera fede, uno dei più intrepidi difensori della Santa Sede e della Chiesa.
    Attrattiva di san Giacomo.
    Ma nello stesso tempo ricordati, o Apostolo, del culto speciale di cui ti onora tutta la Chiesa. Che cosa sono diventati i secoli in cui, per quanto grande si manifestasse la tua forza di espansione al di fuori, essa era sorpassata dal meraviglioso potere di attrarre tutto a te, che ti aveva comunicato il Signore (Gv 12,32)? Chi dunque, se non Colui che enumera gli astri del firmamento (Sal 146,4), potrebbe mai enumerare i santi, i penitenti, i re, i guerrieri, gli sconosciuti di ogni ceto, moltitudine infinita e rinnovantesi senza posa, che gravitò intorno al tuo santuario come sotto l'impero di quelle immutabili leggi che regolano al di sopra di noi i movimenti dei cieli; esercito senza posa in marcia verso quel campo della stella donde si irradiava il tuo potere sul mondo? E non era forse questo il senso della misteriosa visione concessa, nelle nostre antiche leggende, al grande imperatore dal quale veniva fondata l'Europa Cristiana, quando al termine d'una giornata di fatiche, dalle rive del mare di Frigia, contemplava la lunga fascia stellata che, dividendo il cielo, sembrava passare fra la Gallia, la Germania e l'Italia, per raggiungere di lì, attraverso la Guascogna, il paese Basco e la Navarra, le terre della lontana Galizia? Si narra che tu stesso sia apparso allora a Carlo e gli abbia detto: "Quella via di stelle segna la strada che si offre a te per liberare la mia tomba, e che seguiranno dopo di te tutti i popoli" [2]. E Carlo Magno, oltrepassando i monti, diede per la cristianità il segnale di quell'avanzata sulle terre saracene che si chiamò Crociata.
    Le due tombe.
    Ma quando consideriamo che due tombe furono, ai due punti estremi, i poli voluti da Dio di quel moto assolutamente impareggiabile nella storia dei popoli: - una, quella in cui Dio stesso si addormentò nella morte, e l'altra, o figlio di Zebedeo, quella che conserva la tua memoria a Compostella; - come non esclamare, con lo stupore del Salmista: I tuoi amici sono onorati fino al sommo, o Dio! (Sal 138,17)? Possa l'impulso dell'alto, di cui il ritorno ai grandi pellegrinaggi cattolici è uno dei segni più felici dei nostri tempi, riportare anche verso Compostella i figli dei tuoi pellegrini di un giorno! Per parte nostra almeno, insieme con san Luigi che mormorava ancora con le labbra vicine a chiudersi per sempre di fronte a Tunisi la Colletta della tua festa, ripeteremo per finire: "Sii, o Signore, per il tuo popolo, santificatore e custode; e che esso, fortificato dall'aiuto del tuo Apostolo Giacomo, possa piacerti nei suoi costumi e ti serva con cuore tranquillo".
    [1] Esiste in Spagna, a proposito dell'apostolo san Giacomo, una duplice tradizione: quella del suo viaggio in questo paese, e un'altra relativa alla sua tomba venerata a Compostella dal secolo IX. Mons. Duchesne ha mostrato (Annales du Midi, vol. XII, p. 145-180; Anal. Bol. XIX, p. 353) che questa tradizione non ha alcun valore storico.
    L'apostolato spagnolo di san Giacomo non appare, verso la fine del secolo VII, che in una versione latina del catalogo degli apostoli, opera di origine bizantina. La letteratura della Spagna non contiene alcuna allusione ad un fatto di così grande importanza per la storia di quel paese, e san Giuliano di Toledo che ha conosciuto il Breviarium Apostolorum rigetta risolutamente la sua affermazione per quanto riguarda il viaggio di san Giacomo in Spagna.
    È all'anno 830, data della scoperta d'una tomba antica sul territorio di Amaea, che risale la credenza del Galizi riguardo alla tomba di san Giacomo, si credette di essere davanti ai resti dell'Apostolo.
    Il culto popolare si impadronì di quel dato e la venerazione di cui la tomba era oggetto fin dall'860 non è mai cessata. Quanto alla traslazione nel 1139 del resti di san Giacomo in Galizia, tale tradizione non è sostenuta da documenti molto antichi. Non rimane comunque men vero che fin dal secolo X, gli stranieri cominciano a frequentare il santuario; nel secolo XII, non si possono più contare sulle strade che conducono a Compostella e la tomba di san Giacomo diventa uno dei luoghi di pellegrinaggio più celebri della cristianità. L'apostolo, un tempo rappresentato con il Vangelo in mano, sarà d'ora in poi raffigurato come un pellegrino, con la bisaccia decorata di un galletto e con un bastone in mano.
    [2] Pesudo-Turpin, De Vita Car. Magni et Rolandi.
    da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 892-895.»





    AVE MARIA!!!
    PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNOR GESÙ CRISTO, MISERERE NOBIS!!!
    Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

  7. #57
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    Lightbulb Re: Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo

    26 LUGLIO 2018: SANT'ANNA MADRE DELLA BEATA VERGINE MARIA SANTISSIMA; ventiseiesimo giorno del MESE dedicato alla devozione al PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…




    Tradidi quod et accepi
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    «Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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    “SANT'ANNA
    MADRE DELLA BEATA VERGINE MARIA SANTISSIMA.
    Doppio di II classe.
    Paramenti bianchi.
    Nascita: Sefforis (o Zippori - sottodistretto di Nazareth), I secolo a.C.
    Morte: I secolo d.C.
    Santuario principale: Chiesa di Sant'Anna a Gerusalemme.
    Patrona di: commercianti di biancheria, ebanisti, calze, falegnami, fabbricanti di guanti, lavandai, lavandaie, madri di famiglia, febbre, maternità, fabbricanti di merletti, minatori, moribondi, buona morte, orefici, ossessi, parti difficili, professori, partorienti, puerpere, ricamatrici, sarte, contro la sterilità coniugale, tornitori, vedove; Caserta.
    SANTA MESSA
    La Chiesa celebra con gli Angeli, in santa gioia (Introito), la madre della Beata Vergine Maria. Come l'indica il suo nome Anna, la grazia fu diffusa in lei, per questo Dio la benedisse per sempre (Communio). «Per sua grazia le concesse d'essere madre della Madre di Dio» (Orazione). Ripiena delle virtù che lo Spirito Santo attribuisce alla donna forte, la sposa di san Gioacchino sorpassò tutte le altre donne con le sue ricchezze (Epistola) che sono Maria di cui è la Madre, e Gesù di cui è la nonna. Ella, con la sua santità, ha tutto lasciato per Dio, e ha comperato a questo prezzo questa perla e questo tesoro (Vangelo). La devozione verso sant'Anna ha per fondamento il legame che la unisce a Maria e al Verbo Incarnato. Il suo culto risale al VI secolo per l'Oriente e all'VIII secolo per l'Occidente. Fu autorizzato da Urbano IV nel 1378. Gregorio XIII fissò nel 1584 la festa al 26 luglio e Leone XIII l'estese a tutta la Chiesa nel 1879.

    * Sermone di san Giovanni Damasceno.
    Discorso 2 sulla Natività della B. V. Maria, verso la fine.
    Ci si propone il talamo di Anna siccome doppio tipo ad un tempo di vita coniugale nella madre e di verginità nella figlia: delle quali l'una fu liberata da poco dalla sterilità, l'altra darà tosto alla luce in modo soprannaturale il Cristo formato per operazione divina simile a noi. A ragione dunque Anna, ripiena di Spirito Santo, con animo lieto e giulivo canta: Rallegratevi con me, che, sebbene sterile, ho dato alla luce il germe promessomi, e nutro col mio latte, come avevo desiderato, il frutto della benedizione. Ho smesso il duolo della sterilità, ed ho indossato l'abito della festa della fecondità. Si rallegri con me oggi Anna, la rivale di Fenenna, e celebri col suo esempio questo nuovo e sì inatteso prodigio operatosi in me.
    Esultò Sara nel tripudio della sua fecondità senile, figura della mia tardiva fecondità. Le sterili e le infeconde celebrino con me l'ammirabile visita che il cielo s'è degnato di farmi. Tutte le madri che hanno avuto la gioia della maternità dicano anch'esse: Benedetto colui che ha concesso ai suoi servi ciò che domandavano, rendendo feconda una sterile, e dandole questo incomparabile frutto d'una Vergine divenuta Madre di Dio secondo la carne, il seno della quale è un cielo in cui dimorò colui che nessun luogo può contenere. Uniamo anche noi la nostra voce alla loro per offrire lodi a colei che era detta sterile, ed ora è madre d'una vergine madre. Diciamole colla Scrittura: «Beata la casa di David donde sei uscita, ed il seno in cui Dio fabbricò la sua arca di santificazione, ossia colei da cui egli venne concepito senza concorso di uomo».
    Veramente beata e tre volte beata sei tu, che hai messo al mondo quella bambina che Dio ricolmò di beatitudine, Maria, che il suo nome stesso rende singolarmente veneranda; la quale ha prodotto Cristo, il fiore di vita: la Vergine, la cui nascita fu gloriosa, e il cui parto sarà ancor più sublime nel mondo. Noi pure, o beatissima donna, ci felicitiamo con te, d'aver avuto il privilegio di darci la speranza di tutti i cuori, la prole cioè della promessa. Sì, sei beata, e beato è il frutto del tuo seno. Le anime pie glorificano il tuo germe, ed ogni lingua celebra con gioia la tua maternità. E certo è degno, sommamente degno, lodare colei che la divina benignità favorì di un oracolo, e diede a noi il meraviglioso frutto, donde è uscito il dolce Gesù.
    - All'Epistola.
    Tutti i doveri e le virtù necessarie ad una moglie sono descritte in questa Epistola: la donna virtuosa ama suo marito e merita la sua confidenza. Essa è buona massaia, è vigile e attiva, amministra abilmente, maneggia il fuso, l'ago e le forbici; è caritatevole in fatti e in parole, teme Iddio: in tal modo raccoglie la lode dei figli e del marito.
    - Al Vangelo.
    ** Omelia di san Gregorio papa.
    Omelia 11 sui Vangeli.
    Il regno dei cieli, fratelli carissimi, si dice simile a cose terrene, affinché l'anima si elevi da ciò che conosce a ciò che non conosce affatto, così che dall'esempio delle cose visibili si sollevi alle invisibili, e come incitata da ciò che ha appreso, s'infiammi a tal punto da imparare ad amare, per mezzo dell'affetto per un bene conosciuto, anche beni sconosciuti. Ecco dunque che il regno dei cieli si paragona ad un tesoro nascosto in un campo. L'uomo che l'ha trovato, lo tiene nascosto e, per la gioia di possederlo, va a vendere tutto ciò che possiede e compra quel campo.
    Ed in ciò si deve anche notare che il tesoro trovato viene nascosto perché sia conservato: poiché non riuscirà a difendere dagli spiriti maligni l'ardore del desiderio che sente per il cielo, colui che non lo sottrae alle umane lodi. Infatti nella vita presente ci troviamo come in una via, lungo la quale ci dirigiamo alla patria. Gli spiriti maligni ci tendono insidie lungo la strada, come ladruncoli. Portare dunque pubblicamente un tesoro per via è come desiderare di essere derubati. Ora io dico questo, non perché il prossimo non veda le nostre opere buone, poiché sta scritto: "Vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli"; ma perché non cerchiamo lodi dall'esterno per quello che facciamo. L'opera quindi sia pure pubblica, ma rimanga occulta l'intenzione; affinché noi possiamo dare al prossimo l'esempio di un'opera buona, e tuttavia con l'intenzione, per la quale cerchiamo di piacere soltanto a Dio, desideriamo sempre il segreto.
    Il tesoro è il desiderio del cielo, e il campo nel quale è nascosto, è una vita degna del cielo. Vende subito ogni cosa per comperare questo campo chi, rinunziando ai piaceri della carne, con pratica esatta di questa vita di cielo, calpesta tutti i suoi desideri terreni, così che nulla più gli piaccia di ciò che solletica la carne, e il suo spirito non tema nulla di ciò che distrugge la vita carnale.
    https://sardiniatridentina.blogspot....maria.html?m=0
    Dai «Discorsi» di san Giovanni Damasceno, vescovo.
    (Disc. 6, per la Natività della B. V. Maria 2. 4. 5. 6; PG 96, 663. 667. 670)

    Li conoscerete dai loro frutti.
    Poiché doveva avvenire che la Vergine Madre di Dio nascesse da Anna, la natura non osò precedere il germe della grazia; ma rimase senza il proprio frutto perché la grazia producesse il suo. Doveva nascere infatti quella primogenita dalla quale sarebbe nato il primogenito di ogni creatura «nel quale tutte le cose sussistono» (Col 1, 17). O felice coppia, Gioacchino ed Anna! A voi è debitrice ogni creatura, perché per voi la creatura ha offerto al Creatore il dono più gradito, ossia quella casta madre, che sola era degna del creatore.
    Rallègrati Anna, «sterile che non hai partorito, prorompi in grida di giubilo e di gioia, tu che non hai provato i dolori» (Is 54, 1). Esulta, o Gioacchino, poiché dalla tua figlia è nato per noi un bimbo, ci è stato dato un figlio, e il suo nome sarà Angelo di grande consiglio, di salvezza per tutto il mondo, Dio forte (cfr. Is 9, 6). Questo bambino è Dio.
    O Gioacchino ed Anna, coppia beata, veramente senza macchia! Dal frutto del vostro seno voi siete conosciuti, come una volta disse il Signore: «Li conoscerete dai loro frutti» (Mt 7, 16). Voi informaste la condotta della vostra vita in modo gradito a Dio e degno di colei che da voi nacque. Infatti nella vostra casta e santa convivenza avete dato la vita a quella perla di verginità che fu vergine prima del parto, nel parto e dopo il parto. Quella, dico, che sola doveva conservare sempre la verginità e della mente e dell'anima e del corpo.
    O Gioacchino ed Anna, coppia castissima! Voi, conservando la castità prescritta dalla legge naturale, avete conseguito, per divina virtù, ciò che supera la natura: avete donato al mondo la madre di Dio che non conobbe uomo. Voi, conducendo una vita pia e santa nella condizione umana, avete dato alla luce una figlia più grande degli angeli ed ora regina degli angeli stessi.
    O vergine bellissima e dolcissima! O figlia di Adamo e Madre di Dio. Beato il seno, che ti ha dato la vita! Beate le braccia che ti strinsero e le labbra che ti impressero casti baci, quelle dei tuoi soli genitori, cosicché tu conservassi in tutto la verginità! «Acclami al Signore tutta la terra, gridate, esultate con canti di gioia» (Sal 97, 4). Alzate la vostra voce, gridate, non temete.”
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    Sant'Anna - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/santanna/
    «26 luglio, Sant’Anna, Madre della Beata Vergine Maria.
    “Transito di sant’Anna, che fu Madre della Immacolata Vergine”.

    O benedetta fra le madri, gloriosa sant’Anna che aveste per figliola a voi soggetta ed obbediente la Madre di Dio, ammiro l’altezza di vostra elezione e le grazie di cui vi adornò l’Altissimo! Mi unisco a Maria Santissima sempre Vergine nell’onorarvi, nell’amarvi, nell’affidarmi alla vostra tutela. A Gesù, a Maria ed a voi consacro tutta la mia vita come un umile tributo della mia devozione; voi ottenetemi che passi per me santa e degna del Paradiso. Così sia.»
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    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

    http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

    “Sodalitium - IMBC.”
    https://www.youtube.com/user/sodalitium

    “Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
    https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

    http://www.oratoriosantambrogiombc.it/




    «Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
    IX domenica d. Pentecoste (Santa Messa)
    https://www.youtube.com/watch?v=2pU0mGRVtZs
    IX domenica dopo Pentecoste (Omelia)
    https://www.youtube.com/watch?v=1Z1fnDzl4eQ
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
    http://www.domusmarcellefebvre.it/
    Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
    http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
    La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»




    http://www.cmri.org/ital-index.html

    http://www.centrostudifederici.org/

    http://www.centrosangiorgio.com/

    http://www.crisinellachiesa.it/

    https://www.agerecontra.it/
    https://www.agerecontra.it/category/arai-daniele/
    https://www.facebook.com/Traditio.Verona.it/

    https://www.facebook.com/pietroferrari1973/

    “Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”
    https://www.facebook.com/romancatholicsnonunacum/

    https://www.facebook.com/fidecatholica/

    http://www.traditionalmass.org/

    https://novusordowatch.org/

    http://www.fathercekada.com/

    https://www.truerestoration.org/

    http://www.catholique-sedevacantiste.fr/




    Ligue Saint Amédée
    http://www.SaintAmedee.ch
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf

    «Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum]. Pas de "motu proprio" chez nous : nous célebrons la Sainte Messe selon le missel de Saint Pie V.»
    26 juillet : Sainte Anne, Mère de la Très Sainte Vierge :: Ligue Saint Amédée
    “26 juillet : Sainte Anne, Mère de la Très Sainte Vierge.”
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    www.sursumcorda.cloud
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    “Carlo Di Pietro - Sursum Corda
    Vergine Santissima Immacolata Vi ringraziamo per tutte le grazie e misericordie che ci avete ottenuto in questo giorno con la Vostra potente intercessione.”
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    “O nostro Glorioso Protettore, Patriarca San Giuseppe, dalla Vostra potente intercessione noi riconosciamo i Divini Benefici spirituali e temporali che in questo giorno la Divina Bontà ci ha concesso e a Voi ne rendiamo grazie, lodi e benedizioni.”
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    https://www.sursumcorda.cloud/comuni...-ostacoli.html
    https://www.sursumcorda.cloud/settim...glio-2018.html
    https://www.sursumcorda.cloud/sostienici/libri.html







    26 luglio
    http://www.preghiereperlafamiglia.it.../26-luglio.htm
    “AMIAMOCI NEL SANGUE DI GESU'
    26° GIORNO
    MEDITAZIONE

    «Amatevi l'un l'altro, come io vi ho amato». È questa la divisa del vero cristiano: l'amore scambievole con il prossimo. «In questo conosceranno che siete miei discepoli, se vi amerete l'un l'altro». Quando si pensa che ogni uomo ha un'anima immortale e che per ogni anima Gesù ha versato il suo Sangue; quando si pensa che, per effetto della Redenzione, ognuno di noi fa parte della grande famiglia di Cristo, nel quale tutti siamo fratelli, è inconcepibile come ci si possa odiare l'un l'altro. Chi odia è omicida, perché uccide il prossimo nel suo cuore. «Guardate come si amano», dicevano i pagani, ammirando i primi cristiani. Oggi direbbero: «Guardate come si odiano», se vedessero noi. Riflettiamo che quando si rompe la comunione col proprio simile, si rompe anche la nostra comunione con Cristo e perciò si arreca un grave danno alla nostra anima. Lasciamo scorrere nelle nostre vene, infettate dall'odio, il Sangue pacificatore dell'Agnello e rinascerà quell'amore che confisse Cristo alla croce, perché ebbe pietà di noi, suoi fratelli. Fortificati da quel Sangue, anche se avremo peccato contro il nostro fratello, sapremo chiedergli perdono e sapremo a nostra volta perdonare, se siamo stati offesi. Solo così potremo anche noi sperare nel perdono e nell'amore di Cristo.
    ESEMPIO
    A S. Giovanni Gualberto, nobile fiorentino e valentissimo nelle armi, fu ucciso il fratello Ugo, a causa delle lotte, che allora straziavano tra di loro le famiglie più potenti. Giovanni giurò vendetta e ricercava attivamente l'uccisore per sopprimerlo. Era il mattino del Venerdì Santo del 1003, quando lo incontrò, faccia a faccia, in un vicolo della città. Immediatamente gli si gettò addosso per ucciderlo. Quel disgraziato, impossibilitato a difendersi, non poté fare altro che chiedergli perdono e pietà in nome di Gesù crocifisso. Giovanni, con sforzo sovrumano rinfoderò la spada, abbracciò il suo nemico e gli disse: «Sì, solo per Lui, per Gesù Crocifisso ti perdono!» Con l'animo in tumulto entrò in chiesa e si inginocchiò ai piedi del Crocifisso ed ebbe la gioia di vedere quel capo coronato di spine muoversi e chinarsi verso di lui. Allora il fiero cavaliere gettò via la spada, si ritirò a Vallombrosa e fondò l'Ordine dei Monaci Vallombrosani. Perdonare ad un nostro nemico è l'atto più eroico che si possa compiere e la vittoria più grande che si possa ottenere sul proprio orgoglio. Se si perdona per amore di Gesù, egli chinerà su di noi il suo sguardo per dirci che anche i nostri peccati sono stati perdonati.
    Fioretto. - Per amore di Gesù perdona i tuoi nemici e chiedi perdono a chi hai recato offesa.
    Giaculatoria. - O Sangue Preziosissimo di Gesù, ti offro all'Eterno Padre, non solo per i miei amici ma specialmente per i miei nemici.”


    26° giorno: Amiamoci nel Sangue di Gesù
    http://www.stellamatutina.eu/26-gior...angue-di-gesu/







    Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale
    http://www.radiospada.org
    Edizioni Radio Spada - Home
    http://www.edizioniradiospada.com
    https://www.facebook.com/radiospadasocial/?fref=nf

    “26 luglio 2018: Sant'Anna, madre della Beata Vergine Maria.

    Sant’Anna che per le tue eccelse virtù meritasti di essere madre della vergine Immacolata fai da mamma anche a noi che, come tale, ti veneriamo e amiamo. Come educasti Maria santissima educa anche noi nella pietà verso Dio nell’obbedienza e nel rispetto ai superiori, nella carità e nell’edificazione degli altri. Arricchisci le nostre anime di grazie, abbellisci il cuore di purezza, adorna le nostre menti di sapere, rivesti tutta la nostra persona di serietà e di modestia. Ispiraci nei dubbi, consolaci nelle pene, visitaci nelle infermità, illuminaci nello studio, addestraci nel lavoro, assistici in ogni momento della giornata. Con la tua intercessione, possiamo vivere una vita cristianamente fruttuosa e dopo una morte serena, con te chiediamo di godere il Paradiso. Così sia.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...bc&oe=5BE00631






    “Il 26 luglio 1471 muore Papa Paolo II Barbo, Sommo Pontefice.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...ac&oe=5BDC8764






    “Ritratto di Don Miguel de Castro, nobile cattolico del Regno del Kongo sotto Garcia II.
    Il XVII secolo fu l'ultimo periodo felice per il Kongo cattolico; in seguito le guerre intestine, l'avarizia degli schiavisti e il disinteresse di Lisbona fecero collassare una maestosa opera di civiltà.
    Dell'antico regno feudale, dopo questo processo di disgregazione, non rimasero che pochi villaggi e le chiese vennero abbandonate.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...f8&oe=5BD0510A


    “Ne permittas a te me separari.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...62&oe=5BD87C97








    SANT'ANNA MADRE DELLA BEATA VERGINE MARIA SANTISSIMA, PREGATE PER NOI!!! AVE MARIA!!!
    PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNOR GESÙ CRISTO, MISERERE NOBIS!!!
    Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

  8. #58
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    Lightbulb Re: Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo

    27 LUGLIO 2018: SAN PANTALEONE, Medico e Martire, Sant'Ermolao, Prete; ventisettesimo giorno del MESE dedicato alla devozione al PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…




    http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm
    "San Pantaleone, martire, 27 luglio."



    Tradidi quod et accepi
    http://tradidiaccepi.blogspot.it


    https://www.facebook.com/catholictradition2016/
    «Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...1d&oe=5BDA98B1





    “SAN PANTALEONE
    Martire.
    Semidoppio (nel Regno di Napoli).
    Semplice (altrove).
    Paramenti rossi.
    Nascita: Nicomedia, ?
    Morte: Nicomedia, 27 luglio 305.
    Attributi: Palma.
    Patrono di: Crema (CR), Miglianico (CH), Ravello (SA), Pianella (PE); ostetriche e medici.
    SANTA MESSA
    A Nicomedia, dice il Martirologio Romano, la passione di san Pantaleone medico, il quale, per la fede di Cristo, dall’imperatore Massimiano fu preso e straziato colla pena dell’eculeo e con fiaccole accese, ma in mezzo a queste pene fu confortato da un’apparizione del Signore, e finalmente, percosso colla spada, compì il martirio. Ebbe questo Martire un culto popolarissimo in tutta la Cristianità, ed a Roma, nel medioevo, si contavano parecchie chiese a lui dedicate. I medici l'onorano, con san Luca, come loro principale patrono. È uno dei quattordici Santi Ausiliatori.
    Il suo sangue, che annualmente si liquefa e ribolle, è conservato nel Duomo di Ravello (Salerno). Da questa ampolla derivano le ampolle di sangue di san Pantaleone conservate in molte chiese da Costantinopoli a Madrid.
    * Pantaleone, nobile medico di Nicomedia, fu istruito nella fede di Gesù Cristo e battezzato dal prete Ermolao. Quindi persuase subito Eustorgio, suo padre, di farsi cristiano. Predicando poi liberamente in Nicomedia la fede in Cristo Signore, ed esortando tutti ad abbracciare questa dottrina, l'imperatore Diocleziano lo sottopose alla tortura; e, disteso sul cavalletto, furono applicate sul suo corpo delle lamine roventi. Dopo aver sopportato la violenza di questi tormenti con straordinario coraggio, venne infine ucciso di spada, e ottenne la corona del martirio.

    - Al Vangelo.
    ** Omelia di sant'Ilario vescovo.
    Commento al S. Vangelo di S. Matteo can. 10.
    Il Signore mostra il giorno del giudizio, che mostra la conoscenza nascosta della nostra volontà: e ciò che ora è considerato occulto, si manifesta alla luce della conoscenza pubblica. Allora non predice che si debbono temere minacce, consigli, poteri di nemici, poiché il giorno del giudizio rivelerà sia che queste cose non sono state nulla sia le cose vane. "E quel che vi dico nelle tenebre, voi ditelo in piena luce, quello che v'è sussurrato nell'orecchio predicatelo sui tetti". Noi non leggiamo che il Signore sia stato solito predicare durante le notti, e abbia trasmesso la dottrina nelle tenebre: ma perché le tenebre sono ogni suo sermone per i carnali, e la notte è la sua parola per gli infedeli.
    Così ciò che è stato detto da Lui, vuole che sia proclamato con libertà di fede e di confessione. Pertanto le cose che sono state dette nelle tenebre, comanda che siano predicate in piena luce: affinché quelle cose che sono state affidate al segreto dell'orecchio, siano ascoltate da sopra i tetti, cioè per l'annuncio eccelso dei predicatori. Costantemente bisogna rammentare, infatti, la conoscenza di Dio, e rivelare il segreto profondo della dottrina evangelica in piena luce: di non essere preoccupati di quelli, i quali hanno arbitrio sui corpi, ma non hanno nessun potere sull'anima; ma di temere piuttosto Dio, che ha il potere di gettare nella geenna sia l'anima sia il corpo.
    "Non temete coloro che uccidono il corpo". Nessuna sorte dei nostri corpi si deve temere, né qualsiasi dolore si deve ammettere di uccidere la carne: quando, slegata per la condizione della sua natura e origine, si rifonda nella sostanza dell'anima spirituale. E aggiunse che è necessario che i confermati da tali dottrine abbiano la libera costanza e condizione nella quale siamo conservati, di confessare Dio: che lui avrebbe disconosciuto davanti al Padre nei cieli colui che lo avrebbe rinnegato davanti agli uomini in terra; colui invece che lo avrebbe confessato davanti agli uomini, sarebbe stato riconosciuto da lui nei cieli. Come saremmo stati testimoni del suo nome davanti agli uomini, così noi presso Dio Padre saremmo adoperati per suo testimonio.”
    https://sardiniatridentina.blogspot....rtire.html?m=0
    https://2.bp.blogspot.com/-mkEbhTPMU...e-17-29-07.png





    “Sangue di San Pantaleone venerato nel Duomo di Ravello (SA), il quale si liquefa nel giorno della festa del Santo, il 27 di Luglio.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...9e&oe=5C10A459






    “I VENERDÌ DEL MESE DI LUGLIO.
    DIVOZIONE AL PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO.
    2. Sulle Reliquie del Preziosissimo Sangue.

    Fu già sentimento di molti critici, che il Sangue preziosissimo di Gesù Cristo che molte chiese si gloriano di possedere non fosse altro che sangue miracoloso sgorgato da qualche Crocefisso maltrattato dagli Ebrei, fra i quali è famoso quel di Berito, oppure da qualche Sacra Ostia egualmente maltrattata. Ma il rispetto che si deve alle venerabili pie tradizioni riconosciute legittime dai Papi stessi che ne fecero l'esame il più accurato e le autenticarono coll'appoggio dei loro più solenni Decreti, non lascia più luogo a dubitare che questo Sangue di cui si parla, anziché sangue miracoloso dei Crocefissi e delle Ostie, sia proprio Sangue naturale di Gesù Cristo, cioè parte di quel Sangue che sgorgò dalle sue vene nei giorni tormentosi di sua passione.
    Né vale l'opporre in proposito che Gesù Cristo nella sua Risurrezione, riprendendo tutto quello che aveva perduto, doveva ancor prendere tutto il Sangue che in qualsivoglia modo aveva versato; perocché i più dotti teologi fanno notare che, a restituire nel pristino stato la sua divina Umanità, non era necessario che Gesù Cristo, riprendesse fino all'ultima goccia tutto quel Sangue che era uscito dal divino suo corpo, ma bastava che Egli riprendesse tutto quello che era necessario a costituire perfetta la propria umanità, non ostando per niente la sua integrità il lasciare in terra qualche piccola parte a fomento speciale di divozione ne' suoi fedeli adoratori, onde alla vista di queste moltiplicate testimonianze della sua carità verso di noi, venissero essi a sempre più accendersi di amore verso di lui. Tale infatti è la dottrina insegnataci dal Sommo Pontefice Pio II nel famoso suo Breve del 1 agosto 1461, ordinato ad approvare quel culto che dalla più remota antichità, fu costantemente prestato al Preziosissimo Sangue venerato in Mantova, e sempre ritenuto per sangue vero e naturale del nostro Signor Gesù Cristo.
    A provare la ragionevolezza di questa credenza, non occorre che di esaminare la storia di questo sacro deposito sempre veneratissimo fra i Mantovani. Noi la riferiremo coll'ordine, e quasi ancora colle parole del celebre Fra Ippolito Donesmondi accreditatissimo scrittore delle Memorie Ecclesiastiche di tale illustre città. (...) (da Mons. Giuseppe Riva, Manuale di Filotea, Bertarelli, Milano 1901)
    Foto: Reliquia del Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo venerata nella Basilica di Sant'Andrea (Mantova).”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...66&oe=5BD15479










    San Pantaleone - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/san-pantaleone/
    «27 luglio, San Pantaleone, Martire.

    ” A Nicomedia la passione di san Pantaleone medico, il quale, per la fede di Cristo, dall’imperatore Massimiano fu preso e straziato colla pena dell’eculeo e con fiaccole accese, ma in mezzo a queste pene fu confortato da un’apparizione del Signore, e final¬mente, percosso colla spada, compì il martirio”.
    Oh San Pantaleone, protettore e avvocato, pregate il nostro Dio che ci liberi dai peccati, da fame, peste, guerre e gran castighi in questo mondo; liberateci per pietà! Sia benedetta la nostra sorte di aver voi per protettore: impetrateci una buona morte, nostro sempre difensore. Così sia.»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...ne-196x300.png






    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

    http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

    “Sodalitium - IMBC.”
    https://www.youtube.com/user/sodalitium

    “Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
    https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

    http://www.oratoriosantambrogiombc.it/




    «Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
    IX domenica d. Pentecoste (Santa Messa)
    https://www.youtube.com/watch?v=2pU0mGRVtZs
    IX domenica dopo Pentecoste (Omelia)
    https://www.youtube.com/watch?v=1Z1fnDzl4eQ
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
    http://www.domusmarcellefebvre.it/
    Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
    http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
    La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»




    Ligue Saint Amédée
    http://www.SaintAmedee.ch
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf

    «Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum]. Pas de "motu proprio" chez nous : nous célebrons la Sainte Messe selon le missel de Saint Pie V.»
    https://liguesaintamedee.ch/saint-du...aint-pantaleon
    “27 juillet : Saint Pantaléon, Médecin, Martyr († 303).”
    http://liguesaintamedee.ch/applicati..._pantaleon.jpg








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    “Carlo Di Pietro - Sursum Corda”


    https://www.facebook.com/SantAlfonsoDeLiguori/

    “V'amo, bontà infinita, v'amo sopra ogni cosa; e vi prometto di voler prima morire, che darvi deliberatamente qualunque minimo dispiacere. Ah Gesù mio, la morte vostra, il sangue vostro è la speranza mia! per li meriti vostri vi domando e spero la grazia d'esservi fedele, d'amarvi con tutto il mio cuore, e di non amare altro che voi. Accompagnatemi voi, o Maria santissima, colla vostra assistenza, ora che io vado ad offerire a Dio questo gran sagrificio. - Sant'Alfonso Maria de Liguori”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...d4&oe=5BD57D12





    “Dice in somma S. Paolo, che in Gesù Cristo noi otteniamo ogni ricchezza, ogni grazia, se per li meriti suoi la domandiamo al Padre: In omnibus divites facti estis in illo… ita ut nihil vobis desit in ulla gratia. Ma specialmente ciò vale quando il sacerdote sta onorando Iddio, e compiacendolo con sacrificargli il suo medesimo Figlio. E se il Padre, questo stesso Figlio a lui sacrificato, egli poi lo dona a noi nel ss. sacramento, appunto per mezzo della messa; come mai, donandoci il Figlio, potrà negarci alcun'altra grazia? Quomodo non etiam cum illo omnia nobis donavit? - Sant'Alfonso Maria de Liguori”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...dd&oe=5BCAB4B3





    “Deh! Signore, per li meriti di Gesù Cristo illuminatemi questa mattina, infiammatemi del vostro amore e staccatemi dalla terra; non permettete ch'io più resista a tante finezze del vostro affetto. Io v'amo, o sommo bene, con tutto il cuore. Io voglio lasciar tutto per dar gusto a voi, o Dio degno d'infinito amore. Deh! scopritemi sempre più le grandezze della vostra bontà, acciocch'io sempre più m'innamori di voi, e mi affatichi a contentarvi in tutto, senza riserva. - Sant'Alfonso Maria de Liguori”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...6c&oe=5BD7DCCA





    “Secondo parla il concilio di Trento, il tempo in cui si celebra la messa, è appunto quel tempo in cui sta il Signore in trono di grazia, a cui ci esorta l'apostolo di andar con confidenza per ottenere la divina misericordia e ritrovare le grazie: Adeamus ergo cum fiducia ad thronum gratiae, ut misericordiam consequamur, et gratiam inveniamus in auxilio opportuno. Dice il Grisostomo, che anche gli angeli aspettano il tempo della messa per intercedere con più efficacia a nostro favore; e soggiunge che quel che non si ottiene nella messa, difficilmente si ottiene in altro tempo. - Sant'Alfonso Maria de Liguori”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...10&oe=5BD2F25F










    27 luglio
    http://www.preghiereperlafamiglia.it.../27-luglio.htm
    "L'OFFERTA RIPARATRICE DEL SANGUE
    27° GIORNO
    MEDITAZIONE

    Gesù vuole anime riparatrici. Anche ai nostri giorni, e forse più che nel passato, il Sangue di Gesù è profanato e bestemmiato. Par di sentire il lamento del Maestro Divino che dice: «Ho dunque versato invano il mio Sangue?» Ma come nel Getsemani non c'era alcuno che vegliasse con Gesù agonizzante, così oggi sono abbandonati i Tabernacoli. Ad un'anima pia' Gesù così ha parlato: «Cerco dei consolatori e non li trovo; non sono amato. I flutti dei crimini umani salgono fino al Padre, il mio Vicario è calunniato, trionfa il piacere e l'orgoglio, la legge della carità è oltraggiosamente violata. Alcuni sono generosi in parole, ma quando si presenta la croce fuggono. Io voglio anime riparatrici, pronte a soffrire coraggiosamente, piene di carità per i peccatori, anime che offrano senza stancarsi mai il mio Sangue al Padre, in espiazione dei peccati. II mondo non può essere salvato che dal mio Sangue. Trovami una legione di anime riparatrici; dì ai miei sacerdoti che, celebrando il S. Sacrificio, mi offrano Vittima di riparazione al mio Padre celeste e che, quando la liturgia lo permette, celebrino la messa votiva del Sangue Prezioso». Anche a noi è rivolto questo appello di Gesù. Come possiamo rimanere indifferenti? Uniamoci a quello stuolo di anime, che offrono se stesse, i propri dolori, le proprie azioni in unione del Sangue Prezioso di Gesù, perché trionfi il suo Regno nel mondo. Sia anche la nostra una vera anima riparatrice!
    ESEMPIO
    S. Teresina di Lisieux, dopo aver ascoltato la S. Messa, chiudendo il libro di preghiere, vide sporgere fuori in un'immagine, il braccio di Gesù Crocifisso. Fu presa in quell'istante così vivamente dal pensiero della Passione, che quella mano, il chiodo e il Sangue, le sembravano cose vive e reali. S'infiammò ancor di più per le sofferenze del Signore e si propose di far conoscere a tutti l'amore e il dolore provati da Gesù sulla croce. Seppe che un tal Pranzini, condannato a morte, stava per essere giustiziato senza dar segni di conversione; era già col capo sotto la mannaia e aveva respinto più volte il sacerdote. Pregò intensamente per lui. All'improvviso il condannato chiese di confessarsi e quando il sacerdote si allontanò, lacrime di pentimento sgorgavano dai suoi occhi. S. Teresina aveva ottenuto dal Sangue di Gesù il cielo per quel povero peccatore. Quando sentiamo l'aridità nel nostro cuore e ci accorgiamo che tarda a venire il pentimento delle nostre colpe, pensiamo al Sangue di Gesù: esso ha la potenza di intenerire anche i cuori più duri.
    Fioretto. - Farò spesso l'offerta del Sangue di Gesù all'Eterno Padre in riparazione dei miei peccati e di quelli che si commettono in tutto il mondo.
    Giaculatoria. - Cuore di Gesù, confortato nella tua agonia da un Angelo, confortami nella mia agonia."


    27° giorno: L'offerta riparatrice del Sangue
    http://www.stellamatutina.eu/27-gior...ce-del-sangue/







    Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale
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    “27 luglio 2018: san Pantaleone da Nicomedia, martire.

    Pantoleon di Nicomedia era di famiglia agiata, ricevette un'educazione classica e imparò l'arte medica. Fu chiamato ad esercitare la professione medica alla corte dell'imperatore Massimiano, dove incontrò Ermolao che lo fece convertire. Costretto ad una professione di fede pubblica, fu per questo torturato. Prima di morire decapitato, chiese perdono a Dio per i suoi peccati e quelli dei suoi persecutori e mentre lo faceva si sentì una voce dal cielo che decretò che il suo nome non sarebbe stato più Pantoleon bensì Pantalaeemon, cioè "colui che ha pietà di tutti".
    Pantaleone, medico di Nicomedia, santo, martire. Roma vanta in Ss. Andrea e Gregorio al Montecelio parte dei suoi resti. Sarebbe stato posto sotto l’altare maggiore, unitamente ad altri tre corpi di martiri, da S. Gregorio Magno. Nell’inventario (1870) risultano in questa chiesa la reliquia di una tibia con quella di una gamba. In quella a lui dedicata a Corso Vittorio il Diario Romano (1926) vuole conservata un’ampolla contente il suo sangue liquido.
    M.R.: 27 luglio - A Nicomedia la passione di san Pantaleone medico, il quale, per la fede di Cristo, dall’Imperatore Massimiano fu preso e straziato colla pena dell’eculeo e con fiaccole accese, ma in mezzo a queste pene fu confortato da un’apparizione del Signore, e finalmente, percosso colla spada, compì il martirio.
    [ Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ]”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...2e&oe=5C0BC2F2






    “Nel mese del Preziosissimo #Sangue.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...ad&oe=5BDADD29
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    [SIZE=4]AVE MARIA!!!
    PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNOR GESÙ CRISTO, MISERERE NOBIS!!!
    Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

  9. #59
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    Lightbulb Re: Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo

    28 LUGLIO 2018: SANTI NAZARIO E CELSO, Martiri, SANT'INNOCENZO, Papa e Confessore, SAN VITTORE I, Papa e Martire; ventottesimo giorno del MESE dedicato alla devozione al PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…




    http://www.unavoce-ve.it/gueranger.htm
    “Santi Nazario e Celso, martiri. Vittore, papa e martire. Innocenzo I, papa e confessore, 28 luglio.”





    http://www.sodalitium.biz

    Santi Nazario e Celso - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/santi-nazario-celso/
    «28 luglio, Santi Nazario e Celso, Martiri (+ Milano, 304).

    “A Milano il natale dei santi Martiri Nazario, e Celso fanciullo, i quali da Andino, nella rabbiosa persecuzione mossa da Nerone, lungamente straziati ed afflitti in carcere, furono fatti uccidere colla spada”.
    Glorioso San Nazario, che, unitamente a s. Celso, operaste infiniti miracoli a favore dei vostri veneratori, specialmente dopo che s. Ambrogio, trasferendo trionfalmente nella insigne basilica dei santi Apostoli i sacri vostri corpi, ne dispensò ai devoti fedeli le gloriose reliquie; ottenete a noi tutti la grazia che, a misura del nostro fervore nell’onorar la vostra memoria, proviamo ancor l’efficacia della vostra potentissima protezione.
    Così sia.»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...so-201x300.jpg






    «SODALITIUM N. 69
    È disponibile SODALITIUM n. 69 - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/stampato-sodalitium-n-69/
    OPPORTUNE IMPORTUNE N. 34
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...pportune34.pdf
    Dalla bacheca di don Ugo Carandino.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...ce&oe=5BC9569B






    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

    http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

    “Sodalitium - IMBC.”
    https://www.youtube.com/user/sodalitium

    “Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
    https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

    http://www.oratoriosantambrogiombc.it/




    «Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
    http://www.domusmarcellefebvre.it/
    Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
    http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
    La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»




    http://www.cmri.org/ital-index.html

    http://www.centrostudifederici.org/

    http://www.centrosangiorgio.com/

    http://www.crisinellachiesa.it/

    https://www.agerecontra.it/
    https://www.agerecontra.it/category/arai-daniele/
    https://www.facebook.com/Traditio.Verona.it/

    https://www.facebook.com/pietroferrari1973/

    “Pascendi Dominici Gregis”
    https://www.youtube.com/channel/UCo9...SfgXjCViAIOOqg

    “Non Una Cum - Roman catholics sedevacantists.”
    https://www.facebook.com/romancatholicsnonunacum/

    https://www.facebook.com/fidecatholica/

    http://www.traditionalmass.org/

    https://novusordowatch.org/

    http://www.fathercekada.com/

    https://www.truerestoration.org/

    http://www.catholique-sedevacantiste.fr/






    Tradidi quod et accepi
    http://tradidiaccepi.blogspot.it


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    «Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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    “SANTI NAZARIO E CELSO, Martiri.
    SAN VITTTORE I, Papa e Martire.
    SANT'INNOCENZO I, Papa e Confessore.
    Semidoppio.
    Paramenti rossi.
    SANTA MESSA
    La Chiesa onora oggi Santi che vissero in epoche e paesi diversi.
    1)Il martirio di Nazario e Celso avvenne a Milano probabilmente nel I secolo.
    Sant'Ambrogio ne rinvenne i corpi nell'anno 395.
    Si trovò dapprima quello di Nazario, perfettamente conservato, colla testa staccata dal busto e col sangue ancora fresco, come se fosse stato versato il giorno stesso.
    Poco distante venne poi ritrovato quello di Celso: questa vicinanza di sepoltura fu la causa per cui i due martiri vennero messi in relazione fra loro dagli Atti posteriori al ritrovamento delle loro salme (vedi Schuster, L. S., Vol. VIII, p. 107).
    * Nazario, battezzato da Papa san Lino, passato nelle Gallie, vi battezzò il giovanetto Celso, che aveva prima istruito nei precetti cristiani. Andati poi insieme a Treveri, durante la persecuzione di Nerone furono gettati tutti e due nel mare, ma ne uscirono miracolosamente. Giunti poscia a Milano, siccome vi diffondevano la fede cristiana e confessavano colla più grande costanza la divinità di Cristo, il prefetto Anolino li fece decapitare: i loro corpi furono sepolti fuori porta Romana. Rimastivi nascosti per lungo tempo, furono scoperti da sant'Ambrogio, dietro celeste indicazione, recanti ancora le tracce di sangue così vermiglio, come se avessero sofferto il martirio proprio allora; donde, trasferiti in città, furono rinchiusi in un sepolcro onorevole.
    " ... San Nazaro, cittadino romano, discepolo di San Pietro, fu battezzato da S. Lino non ancora Papa, incontrò per questo, la disgrazia del di lui padre, di religione Ebreo, e dell’imperatore Nerone persecutore dei Cristiani, per esimersi dalla malignità dell’uno e dell’altro, uscì Nazaro da Roma, e, predicando Gesù Cristo, traversate alcune città lombarde, entrò in Piacenza, portossi indi a Milano: ivi trovò, per fede carcerati i santi fratelli Gervasio e Protasio, ed amorosamente confortatali, li animò a soffrire coraggiosamente il martirio. Di questo fatto informato, il Prefetto Romano condannò Nazaro alla frusta e all’esilio. Volse allora Nazaro alla Francia seguitando a predicare in ogni luogo la fede in Gesù Cristo".
    Arrivato in Francia, da una cospicua Matrona gli fu presentato un assai grazioso fanciullo di nove anni. E fu pregato a volerlo avviare nella legge e religione da lui predicata. Con lieta cortesia accettò Nazaro il presentato infante, e dopo la conveniente istruzione, lo battezzò imponendogli il nome di Celso. E trovata angelica la indole del suo allievo, lo dichiarò compagno del suo apostolato, sebbene ancora non fosse uscito da puerizia. Non furono li Santi senza incontri in quella città. Infieriva in quel tempo in Roma e nelle province dell’impero, la dichiarata persecuzione di Nerone ed i Ss. Nazaro e Celso, stretti di catene il collo, furono imprigionati. Atterrita da tristo sogno, la moglie di Prefetto romano, ne ottenne la liberazione. Simile avventura provarono in Treviri dove molto fruttuosa riusciva la loro predicazione. Gran numero di quelli cittadini ricevevano il Battesimo, per tale motivo irritato quel prefetto fece arrestare li due Santi. Imprigionò Nazaro e consegnò Celso ad una donna pagana, acciò lo conducesse all’idolatria; ma non riuscì essa all’intento. Non si mosse Celso per carezze, né per schiaffi, né per sferzate dal santo proposito. Invocando Gesù Cristo, mai cessò da piangere fin che fu riunito a Nazaro suo maestro. Nazaro intanto fu indarno tentato a rinunciare alla religione cristiana dal quel prefetto; ma perché cittadino Romano non fu tormentato nella persona, stretto in catene, fu con il suo allievo spedito a Nerone a Roma.
    Ivi, come era successo in Treviri, Celso fu separato dal suo maestro e tentato di rinunziare a Gesù Cristo restò sempre fermo nella fede, e con animo virile sopportò ogni tormento e minacciò al prefetto: "Dio a cui servo ti giudicherà" né mai potè acquietarsi privo del suo maestro. Per comando di Nerone fu Nazaro strascinato nel tempio di Giove con la intenzione di sacrificare a quel falso nume sotto pena di morte. Non si sgomentò per questo, entrato egli nel tempio caddero tosto a terra infranti quegli idoli tutti. Si vide Nazaro tutto splendente di luce celeste e comparve vero apostolo di Gesù Cristo. Conosciuta Nerone la ferma risoluzione delli Santi ordinò che fossero ambidue gittati in mare. Scortati perciò a Civitavecchia, rinchiusi furono in una appostata barca ed avviata questa in alto, li nostri Santi furono sommersi in mare. Non erano ancora in allora compiuti i disegni di Dio, a questi la Divina Provvidenza, (a noi genovesi mai sempre propizia, e benefica) li riservava, fu quindi risparmiata la corona del martirio tanto desiderata. Una subita tempesta di mare minacciava di assorbire la barca colla quale erano stati precipitati i Santi, mentre essi andavano a piedi asciutti passeggiando sulle onde del mare in placida calma. Spaventati del temuto naufragio li marinari esecutori del tirrenico decreto di Nerone, ed illuminati dalla prodigiosa situazione dei Santi conobbero il loro fallo risolvettero di riceverli di nuovo in barca e dopo breve preghiera delli medesimi videro il mare in subita bonaccia. Da tali prodigi persuasi quei marinari della santità delle persone da loro oltraggiate, e della religione da essi predicata, chiesero ed ottennero dai Santi istruzione e Battesimo.
    Dopo tali avvenimenti quei novelli cristiani non si azzardavano ritornare a Nerone, e pieni della speranza in Dio, confortati della compagnia dei Santi abbandonarono le vele alla direzione della Provvidenza. Prosperamente navigando entrato nel nostro mare il fortunato naviglio volse la prora verso Genova città allora libera e alleata col Romano Impero. Distanti ancora da quelle mura 600 incirca passi videro sopra una delle colline di Albaro un tempio e una torre con intorno un’area circondata da macerie. Qui per ispirazione divina approdarono i Santi ed atterrati gli idoli che ritrovarono in quel tempio, consacrato alla falsa deità delli loro morti, cominciarono a predicare la fede in Gesù Cristo con felice riuscimento e senza veruno incontro, battezzarono quanti si convertirono; vi celebrarono il Divino Sacrificio e diedero così ad Albaro il vanto di essere la prima terra, non solo del Genovesato, ma di tutta la Italia, dove si è palesemente predicata e ricevuta la fede di Cristo, e dove è stata celebrata la prima Messa quietamente. Da Albaro passarono a predicare in Genova, dove in pochi giorni videro ricevuta e radicata la santa nostra religione, che per grazia particolare dell’Altissimo da poco meno di secoli diciotto conserviamo purissima, mai turbata dalla eresia, né mai amareggiata per sangue sparso da’ martiri della nostra terra. Compiuto con tanta felicità e frutto il loro apostolato in Genova, passarono i nostri Santi a Milano, premuroso Nazaro delli sovra lodati Gervasio e Protasio ivi tutt’ora in catene, di vieppiù fortificarli a soffrire per la fede di Gesù Cristo. Reggeva in allora quella Provincia a nome del crudele Nerone, il crudelissimo Antolino nella qualità di Prefetto. Inteso questo dell’operare dei Santi (che mai cessarono di predicare Gesù Cristo) li fece imprigionare, e trovati inutili quanti seppe trovare, li tentativi, e tormenti, li condannò l’uno e l’altro ad essere decapitati. Fregente e glorioso retaggio dell’Apostolato; e fuori della porta Romana fu eseguita l’empia condanna nel luogo allora detto "le tre muraglie" nell’anno di nostra salute 76. … Informati del glorioso martirio delli suddetti loro Santi Apostoli seguito in Milano, sul terminare del primo secolo, memori de’ benefici da loro ricevuti eressero a loro nome un tempio in distanza dalla prememorata torre di passi circa 60, luogo dove approdato avevano li Santi".
    (Fonte: Sito Convento e Parrocchia San Francesco d'Albaro - Genova)
    2) Vittore I, nato in Africa, successe a sant'Eleuterio sul trono pontificio. Egli stabilì il modo di fissare uniformemente la festa di Pasqua, secondo le regole ancora oggi in uso. Morì nel 199.
    * Vittore, nato in Africa, governò la Chiesa sotto l'imperatore Severo. Egli confermò il decreto di Pio I circa la celebrazione della Pasqua in Domenica: e perché questa legge fosse messa in pratica, si tennero dei concilii in molti luoghi; e il primo sinodo di Nicea stabilì infine, che la festa di Pasqua si celebrasse dopo la quattordicesima luna, affinché i Cristiani non sembrassero imitare i Giudei. Egli decise che in caso di necessità uno potesse essere battezzato con qualsiasi acqua, purché naturale. Cacciò dalla Chiesa il Curiato Bizantino Teodoreto, che pretendeva che Cristo non era stato che un uomo. Egli scrisse sulla questione della Pasqua, e alcuni altri opuscoli. In due ordinazioni nel mese di Dicembre creò quattro preti, sette diaconi e dodici vescovi per luoghi diversi. Coronato del martirio, fu sepolto al Vaticano il 28 Luglio. Governò nove anni, un mese e ventotto giorni.
    3) Innocenzo I nacque ad Albano e visse al tempo di sant'Agostino e di san Gerolamo. Quest'ultimo scriveva di lui: «Conservate la fede di Innocenzo che siede sulla cattedra apostolica ed è il successore e il figlio spirituale di Anastasio, di felice memoria; non accogliete un'altra dottrina, per saggia e seducente che paia». Morì nell'anno 417.
    * Innocenzo di Albano, fiorì al tempo di san Girolamo e di sant'Agostino. Di lui il primo dice alla Vergine Demetria: "Custodisci la fede di sant'Innocenzo che siede sulla cattedra apostolica ed è successore e figlio spirituale di Anastasio, di felice memoria, né ricevere altra dottrina per quanto saggia e seducente ti possa parere". Orosio scrive essere egli stato preservato dalla divina provvidenza come il giusto Lot e condotto al sicuro a Ravenna, perché non vedesse l'eccidio del popolo Romano. Egli, dopo aver condannato Pelagio e Celestio, decretò espressamente contro la loro eresia, che i bambini, anche nati da una cristiana, dovessero essere rigenerati per mezzo del battesimo; affinché fossero per questa rigenerazione spirituale purificati dalle macchie contratte nella generazione naturale. Approvò ancora il digiuno del Sabato in memoria della sepoltura del Signore. Governò quindici anni, un mese e dieci giorni. In quattro ordinazioni, nel mese di Dicembre, creò trenta preti, quindici diaconi e cinquantaquattro vescovi per luoghi diversi. Fu sepolto nel cimitero chiamato di Ursum pileatum.
    - Al Vangelo.
    ** Omelia di san Gregorio papa.
    Omelia 35 sui Vangeli.
    Il Signore e Redentore nostro annunzia i mali che precederanno la fine del mondo affinché, quando essi verranno, tanto meno perturbino quanto più saranno stati conosciuti prima. Infatti le frecce che sì prevedono feriscono meno; e i mali del mondo ci sembrano più tollerabili quando la previsione ci premunisce contro di essi, come uno scudo. Ecco dunque quello che dice: "Quando sentirete parlare di guerre e sommosse, non vi spaventate; bisogna che prima avvengano queste cose, ma la fine non verrà subito dopo". È necessario ponderare le parole del nostro Redentore, con le quali egli ci annunzia che dobbiamo patire sia all'esterno che all'interno. Le guerre infatti vengono fatte dai nemici, le sommosse dai cittadini. Per indicarci dunque che saremo turbati all'esterno e all'interno, ci dice che altro avremo a soffrire dai nemici e altro dai fratelli.
    Ma poiché, avvenuti questi mali, non seguirà subito la fine, aggiunge: "Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno; e vi saranno in diversi luoghi grandi terremoti, e pestilenze e carestie; e vi saranno fenomeni spaventosi e grandi segni dal cielo". L'ultima calamità sarà così preceduta da molte calamità; e con i frequenti mali che precederanno, vengono indicati i mali eterni, che seguiranno. Perciò, dopo le guerre e le sommosse, non seguirà subito la fine; perché devono precedere molti mali che, possano preannunciare il male che non avrà fine.
    Però, dopo che si è parlato di tanti segni di perturbazione, è necessario prenderli brevemente in considerazione ad uno ad uno. Perché sta scritto che noi ne subiamo alcuni dal cielo, altri dalla terra, altri dagli elementi, altri dagli uomini. Dice infatti: "Si solleverà popolo contro popolo": ecco lo scompiglio degli uomini; "vi saranno in diversi luoghi grandi terremoti": ecco l'ira che verrà dall'alto; "vi saranno pestilenze e": ecco la perturbazione nei corpi; "vi saranno fame e carestia": ecco la sterilità della terra; "e fenomeni spaventosi dal cielo e tempeste": ecco l'instabilità dell'atmosfera. Poiché dunque tutto deve essere distrutto, prima della distruzione tutto sarà sconvolto; e noi, che in tutto abbiamo peccato, in ogni cosa saremo puniti, perché si avveri quanto è stato detto: "E con lui combatterà l'universo contro gli insensati".”
    https://sardiniatridentina.blogspot....i-san.html?m=0


    “SANTI NAZARIO E CELSO, Martiri.
    Morte: Milano 304.
    Santuario principale: Chiesa di Santa Maria presso San Celso.
    Attributi: Palma.
    Patroni di: Monte Cremasco, Pagazzano, Verderio Inferiore.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...36&oe=5C13D73D





    “SANT'INNOCENZO, Papa e Confessore.
    Nascita: Albano Laziale, ?
    Morte: Roma, 12 marzo 417.
    XL Papa della Chiesa cattolica
    Elezione: 21 dicembre 401.
    Fine pontificato: 12 marzo 417.
    Predecessore: papa sant'Anastasio I.
    Successore: papa san Zosimo I.
    Sepoltura: Catacomba di Ponziano.
    Santuario principale: Basilica dei Santi Silvestro e Martino ai Monti.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...1f&oe=5C0BE0D5





    “SAN VITTORE I, Papa e Martire.
    Nascita: Tunisia, ?
    Morte: Roma, 199.
    XIV Papa della Chiesa cattolica
    Elezione: 189.
    Fine pontificato: 199.
    Predecessore: papa sant'Eleuterio.
    Successore: papa san Zefirino.
    Sepoltura: Necropoli vaticana.
    Santuario principale: Basilica di San Pietro in Vaticano.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...2b&oe=5C0A25B9










    Ligue Saint Amédée
    http://www.SaintAmedee.ch
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf

    «Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum]. Pas de "motu proprio" chez nous : nous célebrons la Sainte Messe selon le missel de Saint Pie V.»
    28 juillet : Saint Nazaire et saint Celse, Martyrs (Ier siècle) :: Ligue Saint Amédée
    “28 juillet : Saint Nazaire et saint Celse, Martyrs (Ier siècle).”
    http://liguesaintamedee.ch/applicati...re_celse_2.jpg










    www.sursumcorda.cloud
    https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
    “Carlo Di Pietro - Sursum Corda
    Oratorio IMBC San Lorenzo Martire a Potenza:
    mercoledì 1 agosto Santa Messa ore 19.30.
    Giovedì 2 agosto ore 9.00."
    Sodalitium - Sito ufficiale dell'Istituto Mater Boni Consilii
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    “L'amicizia: https://youtu.be/mlPX9JneN2g
    https://www.youtube.com/watch?v=mlPX9JneN2g
    L'AMICIZIA [della carne, naturale e soprannaturale secondo la Sapienza della Chiesa]
    Uno studio di Carlo Di Pietro con citazioni e approfondimenti da autori cattolici, santi, sapienti.”
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    https://www.sursumcorda.cloud/sostienici/libri.html


    “Carlo Di Pietro - Sursum Corda
    Il numero 123 - del 29 luglio 2018 - di SVRSVM CORDA®
    ospiterà i seguenti contenuti:
    - Comunicato numero 123. I dodici Apostoli;
    - Preghiera ai Santi Nazario e Celso, Martiri;
    - San Tommaso: partendo dal fine, si dimostra che ogni potere viene da Dio;
    - Preghiera a San Pantaleone, Martire;
    - Gli anatemi del Concilio Laterano II, numeri 3 e 4;
    - Orazioni a Sant’Anna, Madre di Maria;
    - Vita e detti dei Padri del deserto: Giuseppe di Panefisi (parte 2);
    - Dizionario di teologia dommatica. Il Miracolo;
    - Preghiera a Santa Cristina, Vergine e Martire;
    - Dizionario di teologia dommatica. La Morte;
    - L’eternità delle pene è verità di fede;
    Disponibili già sul sito:
    - Teologia Politica 111. Non è lecito patteggiare o scendere a compromessi;
    - Racconti miracolosi n° 72. La Vergine Maria castiga un avvocato empio.
    https://www.sursumcorda.cloud/
    amDg!”
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    https://www.facebook.com/SantAlfonsoDeLiguori/





    28 luglio
    http://www.preghiereperlafamiglia.it.../28-luglio.htm
    “LUGLIO: IL MESE DEL PREZIOSISSIMO SANGUE
    MEDITAZIONI E PREGHIERE
    I PERSECUTORI DEL SANGUE
    28° GIORNO
    MEDITAZIONE.

    Purtroppo la Passione non ebbe termine sul Golgota e non ha avuto mai termine; ancora Gesù continua ad essere crocifisso e a versare Sangue. La lotta che si fa alla Chiesa e ai cristiani si fa a Cristo, perché i perseguitati sono membra del Corpo di Cristo. «Così Cristo continua a sanguinare, non solo per il sangue dei martiri, ma per tutti gli strazi inferti ai suoi fedeli, per le umiliazioni dei suoi ministri, per i vilipendi al suo Vicario, per le chiese arse e profanate, per le opere distrutte, per la carità infranta, per l'usura quotidiana della calunnia. Governi, scrittori, oratori, filosofi, tutta una varia coalizione di persecutori che uccide o inceppa l'opera d'amore, la dottrina e l'espansione della Chiesa, prolungando la Passione di Cristo, facendo piovere ancora Sangue dalle sue piaghe» (L Giordani. IL SANGUE DI CRISTO). Quante volte, anche ai nostri giorni, il S. Sacrificio deve essere celebrato nascostamente, perché i sacerdoti o sono in carcere o ricercati a morte! È vero che va in voga un certo ritornello «Cristo sì, preti no!» Ma in realtà la persecuzione è contro il Primo Sacerdote, Cristo. «Se tu sei contro la Chiesa, dice S. Caterina, come potrai partecipare al Sangue del Figliolo di Dio? Chi spregia questo dolce Vicario di Cristo, spregia il Sangue!». Forse in questo momento tu pensi: «Io non sono un persecutore del Sangue di Cristo!» Bada che, non solo chi imprigiona od uccide, perseguita; si perseguita anche con la calunnia, l'odio, lo scandalo; si perseguita anche con l'indifferenza. Vi sono «i parassiti del Sangue» cioè coloro che usufruiscono dei frutti della Redenzione, ma nulla fanno per Cristo. Quanti ritengono di far una larga concessione al prete, andando in chiesa la domenica! E perciò vogliono essere riveriti, lodati, aiutati! No! Dobbiamo essere cristiani generosi, dobbiamo professare la fede per la fede e non per secondi fini, dobbiamo mettere in opera tutte le nostre energie per cooperare alla saldezza della Chiesa, nostra madre.
    ESEMPIO
    Il P. Rey nel suo «Mese del Preziosissimo Sangue» riporta un episodio della persecuzione bolscevica, accaduto nella città di Pietroburgo. I rivoluzionari avevano deciso di servirsi, come luogo di ritrovo, di una chiesa. Alcuni fanciulli lo vennero a sapere e, di notte, vi si introdussero; sicché, quando i militi all'alba, sfasciando le porte vi penetrarono, li trovarono tutti inginocchiati presso l'Altare. Invitati ad uscire i fanciulli si opposero decisamente. I rivoluzionari puntarono i fucili contro di loro, ma i piccoli non si mossero. Irritati da tanta fermezza fecero fuoco, uccidendone due e ferendo gli altri. Un piccolo ferito, portato a casa, moribondo, disse alla mamma: «Abbiamo difeso Gesù e i rivoluzionari non hanno osato mettere le mani sul Tabernacolo». Non temiamo le persecuzioni. Vane sono le speranze dei carnefici; la Chiesa non crollerà giammai e il sangue dei martiri sarà seme fecondo di nuovi cristiani.
    Fioretto. - Professiamo apertamente la nostra fede e se non ci è dato il privilegio di spargere il sangue per Cristo, Offriamogli il martirio del nostro desiderio.
    Giaculatoria. - Gesù, corona dei martiri, per i meriti del tuo Prezioso Sangue, dona forza ai campioni della fede.”

    28° giorno: I persecutori del Sangue
    http://www.stellamatutina.eu/28-gior...ri-del-sangue/

    Luglio Archives - Stellamatutina.eu - Sito di cultura cattolica in piena e totale obbedienza al Magistero Petrino.
    http://www.stellamatutina.eu/categor...ditati/luglio/







    Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale
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    Edizioni Radio Spada - Home
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    “28 luglio 2018: Ss. Nazario e Celso, martiri.
    Paolino, biografo di sant’Ambrogio riferisce che il vescovo di Milano ebbe un’ispirazione che lo guidò sulla tomba sconosciuta di due martiri negli orti fuori città. Erano Nazario e Celso. Il corpo del primo era intatto e fu trasportato in una chiesa davanti a Porta Romana, dove sorse una basilica a suo nome. Sulle reliquie di Celso, le ossa, sorse una nuova basilica. Nazario aveva predicato in Italia, a Treviri e in Gallia. Qui battezzò Celso che aveva nove anni. Furono martirizzati a Milano nel 304, durante la persecuzione di Diocleziano.”
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    “Santa Messa nel Kongo cattolico, XV secolo.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...17&oe=5BD24AB4








    https://forum.termometropolitico.it/...a-tebaide.html
    “Santi Martiri della Tebaide d'Egitto - 28 luglio.”

    Santi Martiri della Tebaide d'Egitto
    http://www.santiebeati.it/dettaglio/64660

    https://forum.termometropolitico.it/...o-martiri.html
    “Santi Nazario e Celso, Martiri - 28 luglio.”

    Santi Nazario e Celso
    http://www.santiebeati.it/dettaglio/64650






    AVE MARIA!!!
    PREZIOSISSIMO SANGUE DI NOSTRO SIGNOR GESÙ CRISTO, MISERERE NOBIS!!!
    Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!
    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

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    Lightbulb Re: Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo

    21 OTTOBRE 2018: XXII DOMENICA DOPO PENTECOSTE, GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE; SANT' ILARIONE ABATE, SANT' ORSOLA E COMPAGNE MARTIRI, SAN GASPARE DEL BUFALO CONFESSORE E FONDATORE DEI MISSIONARI DEL PREZIOSISSIMO SANGUE …



    «21 OTTOBRE SANT' ILARIONE, ABATE.»
    Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico - 21 ottobre. Sant'Ilarione, Abate
    http://www.unavoce-ve.it/pg-21ott.htm


    «LO STESSO GIORNO 21 OTTOBRE SANT' ORSOLA E COMPAGNE, MARTIRI.»
    Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico - Lo stesso giorno (21 ottobre) Sant'Orsola e Compagne, Martiri
    http://www.unavoce-ve.it/pg-21ott-2.htm





    «Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
    XXII domenica d. Pentecoste (Santa Messa)
    https://www.youtube.com/watch?v=9th7lHbqaBg
    XXII domenica d. Pentecoste (Omelia)
    https://www.youtube.com/watch?v=MPT_Q1NBaxk
    https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
    http://www.domusmarcellefebvre.it/
    Ogni giovedì alle ore 20.30 ha luogo la lettura in diretta di una o due questioni del Catechismo di San Pio X.
    http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
    La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.»




    San Gaspare del Bufalo - Sodalitium
    http://www.sodalitium.biz/san-gaspare-del-bufalo/
    «21 ottobre, San Gaspare del Bufalo, Confessore (Roma, 6 gennaio 1786 – Roma, 28 dicembre 1837). Fondatore dei Missionari del Preziosissimo Sangue, fu beatificato da San Pio X nel 1904 e canonizzato da Pio XII nel 1954.

    O glorioso S. Gaspare, che con tanto zelo promovesti la devozione al Sangue Preziosissimo di Gesù Cristo, deh, fà che per i suoi meriti infiniti otteniamo la grazia che tanto desideriamo. Gloria.
    O Glorioso S. Gaspare, che dal Sangue Preziosissimo di Gesù Cristo traesti ispirazione e ardore nelle tante tue opere a vantaggio del prossimo, aiutaci ed ottienici la grazia che umilmente ti chiediamo. Gloria.
    O S. Gaspare, le grazie e i prodigi ottenuti dalla tua intercessione attestano ogni giorno la tua gloria presso il trono dell’Agnello Divino, volgi, te ne preghiamo, il tuo sguardo sulle grandi necessità che a te ci spingono ed esaudiscici. Gloria.»
    http://www.sodalitium.biz/wp-content...20220077_n.jpg





    "Sante Messe - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/sante-messe/


    "S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium"
    http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

    “Sodalitium - IMBC.”
    https://www.youtube.com/user/sodalitium

    “Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
    https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

    http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
    “Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11)”





    https://www.santodelgiorno.it/21/ottobre/





    https://tradidiaccepi.blogspot.com/


    https://www.facebook.com/catholictradition2016/
    «Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...78&oe=5C853A44





    «LA XCII GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE.
    Penultima Domenica di Ottobre.

    La Santa Chiesa è missionaria dalla prima ora, avendo come comando del Fondatore, Cristo Gesù, quello di predicare il Vangelo della salvezza a tutte le genti e di instaurare il suo Regno sutta la Terra. E pertanto prega sempre il Signore di assisterla in questa pacifica conquista del mondo: “Ut omnes errantes ad unitatem Ecclesiae revocare, et infideles universos ad Evangelii lumen perducere digneris, te rogamus, audi nos”. Di assistere soprattutto i missionari, coloro che lasciano tutto per predicare Cristo Crocifisso a chi non lo conosce, a chi lo rigetta, a chi non adora Dio ma idoli falsi che sono demòni. Così fecero gli Apostoli, così san Francesco Saverio, così infinite schiere di uomini e donne. Il fervore missionario, sebbene sempre vivo, fu oggetto delle attenzioni particolari di Pio XI il quale nel 1926, istituì la Giornata Missionaria Mondiale da celebrarsi la penultima domenica di Ottobre, prescrivendo che nelle messe se ne facesse commemorazione con le orazioni della Missa pro Fidei Propagatione. Questa Giornata, non tutti lo sanno, ebbe origine nell’Oratorio del Rosario in Sassari, nei primi anni Venti, come triduo di preghiere coram Sanctissimo organizzato dal Circolo Missionario del Seminario Arcivescovile. Nel 1926 vi assistette provvidenzialmente Mons. Luigi Drago, Segretario di Propaganda Fide, che la fece conoscere al Cardinale van Rossum, Prefetto di Propaganda Fide, e a Pio XI. Il Papa, ritenendola “un’ispirazione che viene dal Cielo”, la estese, come già detto, a tutta la Chiesa.»
    https://sardiniatridentina.blogspot....rnata.html?m=1
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    “Sancte Hilarion, ora pro nobis.”
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    “Sanctæ Ursula et sociæ, orate pro nobis.”
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    “SAN GASPARE DEL BUFALO
    Sacerdote e Fondatore della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue, predicatore antigiacobino e antilluminista, apostolo della Controrivoluzione cattolica.
    (Roma, 6 gennaio 1786 - 28 dicembre 1837)

    San Gaspare Del Bufalo, figlio di Antonio e Annunziata Quartieroni, nacque a Roma nei pressi di Santa Maria Maggiore il 6 gennaio 1786 e vi morì il 28 dicembre 1837 in un appartamento del Palazzo Savelli Orsini sul Teatro Marcello. Gli mancavano nove giorni al compimento di 52 anni. La vita di San Gaspare si può dividere in tre periodi. Il primo va dalla nascita al 1810. Dal 1787 con la famiglia Gaspare visse al centro di Roma, nel reparto della servitù del palazzo dei Principi Altieri, dove il padre Antonio era stato assunto come cuoco. Dalla mamma Annunziata ebbe un'accurata formazione religiosa, frequentando assiduamente l'attigua chiesa del Gesù, dove acquistò una tenera devozione a San Francesco Saverio. Sentendosi portato alla vita sacerdotale, da ragazzo frequentò le scuole del Collegio Romano e s'impegnò in varie attività apostoliche già prima dell'ordinazione sacerdotale, avvenuta il 31 luglio del 1808. Come canonico della basilica di San Marco a Piazza Venezia, l'8 dicembre 1808 collaborò con D. Francesco Albertini (1770-1819) per la fondazione della Confraternita del Preziosissimo Sangue nella vicina chiesa di San Nicola in Carcere e con D. Antonio Santelli (1786-1856), suo compagno di studi, fondò l'oratorio notturno nella chiesa di Santa Maria in Vincis, presso il Campidoglio, per la cura spirituale degli operai che lavoravano nel foro romano, chiamato allora Campo Vaccino. Questa intensa attività apostolica fu stroncata da Napoleone Bonaparte, quando, dopo aver occupato Roma (2 febbraio 1808) e decretato la soppressione dello Stato Pontificio (17 maggio 1809), mandato in esilio anche il Papa Pio VII (luglio 1809), sottopose tutti i sacerdoti beneficiati delle due ultime regioni dello Stato Pontificio annesse all'impero francese, cioè il Lazio e l'Umbria, al giuramento di fedeltà all'imperatore. Gaspare fu chiamato a prestare questo giuramento il 13 giugno 1810. Alla domanda del funzionario napoleonico rispose come a suo tempo aveva risposto Pio VII: «Non posso, non debbo, non voglio!». Fu condannato all'esilio, dove partì con altri compagni ai primi di luglio del 1810. Qui comincia il secondo periodo della vita di Gaspare, che va fino all'inizio del 1814. È il periodo della deportazione e del carcere: prima a Piacenza, poi a Bologna, quindi a Imola e a Lugo. Verso la fine del 1813 fu destinato alle carceri più dure di Bastia, in Corsica, ma nel gennaio del 1814, mentre attendeva il suo turno di imbarcarsi per la Corsica, dopo la sconfitta di Napoleone Bonaparte fu concesso a tutti i deportati di tornare nelle loro sedi. Nel febbraio del 1814 Gaspare rientrò a Roma. In quest'anno inizia il terzo ed ultimo periodo della sua vita, durante il quale in un primo tempo, cioè il 15 agosto 1815, fonderà la Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue e poi, dal 1815 al 1837, percorrerà con i suoi missionari varie regioni dello Stato Pontificio e del Regno di Napoli per annunciare a tutti il vangelo del Sangue di Gesù. Lo scopo, infatti, per cui Gaspare fondò la sua Congregazione, composta di sacerdoti e di fratelli coadiutori, fu quello di riunire in vita comune il clero secolare per impegnarlo a una vita santa e santificatrice attraverso la predicazione delle missioni popolari nei luoghi più spiritualmente bisognosi. Perché San Gaspare si dedicò a questo apostolato? Da una parte, perché fin da giovane sentiva in sé il carisma della predicazione; dall'altra, perché, nonostante il suo desiderio di entrare tra i Gesuiti per seguire le orme di San Francesco Saverio, obbedì alla volontà di Pio VII, il quale, nell'intento di debellare le nefaste conseguenze causate dalla dottrina dell'illuminismo, dal despotismo napoleonico e dal settarismo massonico, attraverso la predicazione voleva risvegliare nel popolo l'autentica fede cristiana.
    Anche San Gaspare era fermamente convinto - e lo ripete più volte nei suoi scritti - che come la fede si diffuse nella Chiesa per mezzo dell'annuncio della parola di Dio, così la si poteva ravvivare attraverso la predicazione. Perciò, nei luoghi di maggior bisogno spirituale apriva le sue Case di Missione, perché fossero missioni attive tutto l'anno; e in altri luoghi andava a predicarle, lasciando sul posto, però, al termine della missione, una fitta rete di associazioni secondo le varie categorie di persone (uomini, donne, giovani, bambini), perché queste associazioni, guidate dai sacerdoti e dai laici del luogo, portassero a piena maturazione il bene iniziato con la missione. Nel progetto apostolico di San Gaspare era contemplato anche il ministero delle missioni all'estero per quei missionari che ne avessero la vocazione. E difatti nel 1826 affidò a Propaganda Fide due dei suoi missionari per le missioni estere. La forza spirituale che animava questo ministero apostolico era la devozione al Sangue di Cristo. Così scrive nella prefazione al Metodo per le missioni al popolo: «Le vicende dei tempi ai quali piacque a Dio riservarci, oh quanto rendono vieppiù necessarie le Sante Missioni! La perversione delle massime, la corruttela del cuore, il sedicente filosofismo (cioè l'Illuminismo), ohimè qual tetra immagine ai nostri sguardi presentano! Ne piange inconsolabile la pia madre la Chiesa; ed alto sollevando le sue voci al Cielo, indefessa si occupa a richiamar le anime alla penitenza ed al sincero ravvedimento; e poiché veggonsi così dimenticati i Misteri di Redenzione e l'amor di Gesù, che a prezzo di Sangue ci ha redento, ecco procura ispirare in tutti l'affetto del Crocifisso Signore». E in una lettera a D. Gaetano Bonanni del 1° marzo 1815 spiega il perché del titolo della sua Congregazione: «Monsignor Cristaldi mi fa premura acciò sia la nostra Opera sotto il titolo del Preziosissimo Sangue di Gesù. Egli fa questa riflessione giustissima. Gli Operai Evangelici operano, affinché il Sangue di Gesù sia applicato alla salute delle anime, e questo devono offrir di continuo, chiedendo perdono per i peccatori; dunque, se gli altri Istituti si dan carico di propagar chi l'una chi l'altra devozione, questo delle Missioni deve essere inteso nella propagazione di quella devozione che tutte le altre racchiude, del prezzo cioè della nostra Redenzione. Per Sanguinem salvi facti sumus. Io non ho potuto che lodare le intenzioni di questo Prelato e, investendomi de' suoi principi, l'Opera nostra è ora affidata ai meriti del Sangue di Gesù». Perciò, dovunque San Gaspare e i suoi missionari andavano a predicare le missioni, diffondevano tra i fedeli la devozione al Sangue di Gesù e fondavano una specifica associazione, la Pia Unione del Preziosissimo Sangue, con lo scopo di tener vivo nel luogo il ricordo del prezzo dell'umana redenzione. Spesse volte fu il Papa stesso ad assegnare a Gaspare e ai suoi missionari i luoghi dove dovevano svolgere i loro ministeri. Così, quando infierì il brigantaggio nel basso Lazio, Pio VII nell'ottobre del 1821 incaricò San Gaspare di aprire in quelle zone sei case di missione (a Sermoneta, Terracina, Sonnino, Velletri, Frosinone e Vallecorsa), perché, attraverso un'assidua predicazione, promovessero la formazione umana e cristiana di quelle popolazioni e delle circostanti. Nel 1822, proprio mentre predicava una di queste missioni a Vallecorsa (Frosinone), cuore della zona infestata dai briganti, una giovane diciassettenne, Maria De Mattias (1805-1866), fu colpita dall'ideale missionario di San Gaspare. Guidata poi dal Ven. D. Giovanni Merlini (1795-1873), confratello di San Gaspare, nel 1834 fondò ad Acuto (Frosinone) l'Istituto delle Adoratrici del Sangue di Cristo per la formazione umana e cristiana della donna. Le sue figlie spirituali, sparse oggi in ventisette nazioni, proseguono con efficacia il suo apostolato.[ ...]
    San Gaspare per oltre vent'anni consumò la sua vita con i suoi missionari al servizio del vangelo. Morì a Roma il 28 dicembre 1837 proprio perché, «per non desistere dalle sue apostoliche occupazioni, aveva trasandato la cura della sua salute», come dichiarò il Dott. Mazzucchelli, che lo curò nella sua ultima malattia. Una vita totalmente spesa per amore di Gesù al servizio del prossimo ha avuto il pieno riconoscimento del carisma della santità dalla suprema autorità della Chiesa prima con la beatificazione, decretata da San Pio X il 18 dicembre 1904, e poi con la canonizzazione, che gli ha conferito Pio XII il 12 giugno 1954. [...]
    Fonte: Radio Spada
    ▪PREGHIERA A SAN GASPARE DEL BUFALO.
    O glorioso San Gaspare, che con tanto zelo promoveste la devozione al Sangue Preziosissimo di Gesù Cristo, deh, fate che per i suoi meriti infiniti otteniamo la grazia che tanto desideriamo.
    Gloria Patri.
    O Glorioso San Gaspare, che dal Sangue Preziosissimo di Gesù Cristo traeste ispirazione e ardore nelle tante vostre opere a vantaggio del prossimo, aiutateci ed otteneteci la grazia che umilmente vi chiediamo.
    Gloria Patri.
    O San Gaspare, le grazie e i prodigi ottenuti dalla vostra intercessione attestano ogni giorno la vostra gloria presso il trono dell’Agnello Divino, volgete, ve ne preghiamo, il vostro sguardo sulle grandi necessità che a voi ci spingono ed esauditeci.
    Gloria Patri.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...d4&oe=5C8372EE


    “Sul pagare il tributo (a Cesare).”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...ac&oe=5C42BB80


    “Réddite ergo, quæ sunt Caesaris, Caesari; et, quæ sunt Dei, Deo.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...67&oe=5C4D2EB6


    “NOVENA IN PREPARAZIONE DELLA FESTA DEL SANTO APOSTOLO GIUDA TADDEO. (19 - 27 Ottobre)

    Dio ha concesso a san Giuda Taddeo poteri straordinari ed è specialmente in casi difficili che il suo mirabile aiuto viene esperimentato. Migliaia di persone invocano quotidianamente il suo intervento e molte loro preghiere sono state esaudite in modo miracoloso, anche quando la domanda sembrava senza speranza. Qualunque sia la malattia, la povertà e la miseria, l'angustia del cuore e dell'anima, perfino la disperazione, si può ricorrere a questo grande Santo e chiedere la sua potente intercessione.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...4f&oe=5C4204D4


    «NOVENA IN PREPARAZIONE DELLA FESTA DEI SANTI APOSTOLI SIMONE E GIUDA TADDEO. (19 - 27 Ottobre)»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...e0&oe=5C43B759


    «NOVENA IN PREPARAZIONE DELLA FESTA DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO RE. (19 - 27 Ottobre)
    Indulgenze: 10 anni o. g. (in privato 7 anni); Plenaria 1 volta - n. 270.

    ℣. Deus, ☩ in adiutorium meum intende.
    ℞. Domine, ad adiuvandum me festina.
    Gloria Patri.
    [℣. Provvedi, ☩ o Dio, al mio soccorso.
    ℞. Signore, affrettati ad aiutarmi.
    Gloria al Padre.]
    I. O Gesù, per amore di Maria, Madre tua e Mediatrice di tutte le grazie, affretta la venuta del tuo regno nelle anime, trionfando completamente di tutti gli ostacoli che si frappongono al regno del tuo amore in noi e compensando così il tuo Cuore amorosissimo della freddezza e infedeltà con cui Ti abbiamo servito fino ad adesso.
    Pater noster, Ave Maria e Gloria Patri.
    Sacro Cuore di Gesù, venga il tuo Regno nel mondo intero.
    Per mezzo di Maria, tua Santa Madre.
    II. O Gesù, per amore di Maria, Madre tua e Mediatrice di tutte le grazie, affretta la venuta del tuo regno nelle famiglie, affinché riconsacrate nella tua ineffabile carità, godano sempre quella tranquillità e quel¬la pace che solo il tuo regno può apportare alle anime.
    Pater noster, Ave Maria e Gloria Patri.
    Sacro Cuore di Gesù, venga il tuo Regno nel mondo intero.
    Per mezzo di Maria, tua Santa Madre.
    III. O Gesù, per amore di Maria, Madre tua e Mediatrice di tutte le grazie, affretta la venuta del tuo regno su tutti i popoli e su tutte le nazioni, affinché ben presto si formi con tutte le genti quell'unico ovile, sotto un solo pastore, che Tu stesso ci hai insegnato a domandare, come adempimento di un desiderio supremo del tuo Cuore dolcissimo, per la salvezza dell'umanità.
    Pater noster, Ave Maria e Gloria Patri.
    Sacro Cuore di Gesù venga il tuo Regno nel mondo intero.
    Per mezzo di Maria, tua Santa Madre.
    Preghiamo.
    Dio onnipotente ed eterno che volesti rinnovare tutte le cose nel tuo diletto Figlio, Re del¬l'Universo; concedici propizio che tutte le Nazioni, disunite dalla ferita del peccato, si sottomettano al suo soavissimo impero. Per lo stesso Gesù Cristo, nostro Signore. Così sia.
    Sacro Cuore di Gesù, venga il tuo Regno. (300 g. o. v. - n. 228)
    Gesù, Re e centro di tutti i cuori, per l'avvento del tuo regno, dà a noi la pace. (300 g. o. v. - n. 268)
    Christus vincit! Christus regnat! Christus imperat! (500 g. o. v. - n. 269)
    San Michele, primo difensore della Regalità di Cristo, pregate per noi.
    Santa Giovanna d'Arco, apostola della Regalità di Cristo, pregate per noi.
    (300 g. o. v. per ogni invocazione - n. 443 e 573).»
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...b9&oe=5C4B8F91










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    “Radio Spada in devoto omaggio a San Gaspare del Bufalo, confessore, fondatore della Congregazione del Preziosissimo Sangue, predicatore antigiacobino e antilluminista, apostolo della Controrivoluzione cattolica. (festa 21 ottobre)

    S. Gaspare Del Bufalo, figlio di Antonio e Annunziata Quartieroni, nacque a Roma nei pressi di S. Maria Maggiore il 6 gennaio 1786 e vi morì il 28 dicembre 1837 in un appartamento del Palazzo Savelli Orsini sul Teatro Marcello. Gli mancavano nove giorni al compimento di 52 anni. La vita di S. Gaspare si può dividere in tre periodi. Il primo va dalla nascita al 1810. Dal 1787 con la famiglia Gaspare visse al centro di Roma, nel reparto della servitù del palazzo dei Principi Altieri, dove il padre Antonio era stato assunto come cuoco. Dalla mamma Annunziata ebbe un'accurata formazione religiosa, frequentando assiduamente l'attigua chiesa del Gesù, dove acquistò una tenera devozione a S. Francesco Saverio. Sentendosi portato alla vita sacerdotale, da ragazzo frequentò le scuole del Collegio Romano e s'impegnò in varie attività apostoliche già prima dell'ordinazione sacerdotale, avvenuta il 31 luglio del 1808. Come canonico della basilica di S. Marco a Piazza Venezia, l'8 dicembre 1808 collaborò con D. Francesco Albertini (1770-1819) per la fondazione della Confraternita del Preziosissimo Sangue nella vicina chiesa di S. Nicola in Carcere e con D. Antonio Santelli (1786-1856), suo compagno di studi, fondò l'oratorio notturno nella chiesa di S. Maria in Vincis, presso il Campidoglio, per la cura spirituale degli operai che lavoravano nel foro romano, chiamato allora Campo Vaccino. Questa intensa attività apostolica fu stroncata da Napoleone Bonaparte, quando, dopo aver occupato Roma (2 febbraio 1808) e decretato la soppressione dello Stato Pontificio (17 maggio 1809), mandato in esilio anche il Papa Pio VII (luglio 1809), sottopose tutti i sacerdoti beneficiati delle due ultime regioni dello Stato Pontificio annesse all'impero francese, cioè il Lazio e l'Umbria, al giuramento di fedeltà all'imperatore. Gaspare fu chiamato a prestare questo giuramento il 13 giugno 1810. Alla domanda del funzionario napoleonico rispose come a suo tempo aveva risposto Pio VII: «Non posso, non debbo, non voglio!». Fu condannato all'esilio, dove partì con altri compagni ai primi di luglio del 1810. Qui comincia il secondo periodo della vita di Gaspare, che va fino all'inizio del 1814. E' il periodo della deportazione e del carcere: prima a Piacenza, poi a Bologna, quindi a Imola e a Lugo. Verso la fine del 1813 fu destinato alle carceri più dure di Bastia, in Corsica, ma nel gennaio del 1814, mentre attendeva il suo turno di imbarcarsi per la Corsica, dopo la sconfitta di Napoleone Bonaparte fu concesso a tutti i deportati di tornare nelle loro sedi. Nel febbraio del 1814 Gaspare rientrò a Roma. In quest'anno inizia il terzo ed ultimo periodo della sua vita, durante il quale in un primo tempo, cioè il 15 agosto 1815, fonderà la Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue e poi, dal 1815 al 1837, percorrerà con i suoi missionari varie regioni dello Stato Pontificio e del Regno di Napoli per annunciare a tutti il vangelo del Sangue di Gesù. Lo scopo, infatti, per cui Gaspare fondò la sua Congregazione, composta di sacerdoti e di fratelli coadiutori, fu quello di riunire in vita comune il clero secolare per impegnarlo a una vita santa e santificatrice attraverso la predicazione delle missioni popolari nei luoghi più spiritualmente bisognosi. Perché S. Gaspare si dedicò a questo apostolato? Da una parte, perché fin da giovane sentiva in sé il carisma della predicazione; dall'altra, perché, nonostante il suo desiderio di entrare tra i Gesuiti per seguire le orme di S. Francesco Saverio, obbedì alla volontà di Pio VII, il quale, nell'intento di debellare le nefaste conseguenze causate dalla dottrina dell'illuminismo, dal despotismo napoleonico e dal settarismo massonico, attraverso la predicazione voleva risvegliare nel popolo l'autentica fede cristiana. Anche S. Gaspare era fermamente convinto - e lo ripete più volte nei suoi scritti - che come la fede si diffuse nella Chiesa per mezzo dell'annuncio della parola di Dio, così la si poteva ravvivare attraverso la predicazione. Perciò, nei luoghi di maggior bisogno spirituale apriva le sue Case di Missione, perché fossero missioni attive tutto l'anno; e in altri luoghi andava a predicarle, lasciando sul posto, però, al termine della missione, una fitta rete di associazioni secondo le varie categorie di persone (uomini, donne, giovani, bambini), perché queste associazioni, guidate dai sacerdoti e dai laici del luogo, portassero a piena maturazione il bene iniziato con la missione. Nel progetto apostolico di S. Gaspare era contemplato anche il ministero delle missioni all'estero per quei missionari che ne avessero la vocazione. E difatti nel 1826 affidò a Propaganda Fide due dei suoi missionari per le missioni estere. La forza spirituale che animava questo ministero apostolico era la devozione al Sangue di Cristo. Così scrive nella prefazione al Metodo per le missioni al popolo: «Le vicende dei tempi ai quali piacque a Dio riservarci, oh quanto rendono vieppiù necessarie le Sante Missioni! La perversione delle massime, la corruttela del cuore, il sedicente filosofismo (cioè l'Illuminismo), ohimè qual tetra immagine ai nostri sguardi presentano! Ne piange inconsolabile la pia madre la Chiesa; ed alto sollevando le sue voci al Cielo, indefessa si occupa a richiamar le anime alla penitenza ed al sincero ravvedimento; e poiché veggonsi così dimenticati i Misteri di Redenzione e l'amor di Gesù, che a prezzo di Sangue ci ha redento, ecco procura ispirare in tutti l'affetto del Crocifisso Signore». E in una lettera a D. Gaetano Bonanni del 1° marzo 1815 spiega il perché del titolo della sua Congregazione: «Monsignor Cristaldi mi fa premura acciò sia la nostra Opera sotto il titolo del Preziosissimo Sangue di Gesù. Egli fa questa riflessione giustissima. Gli Operai Evangelici operano, affinché il Sangue di Gesù sia applicato alla salute delle anime, e questo devono offrir di continuo, chiedendo perdono per i peccatori; dunque, se gli altri Istituti si dan carico di propagar chi l'una chi l'altra devozione, questo delle Missioni deve essere inteso nella propagazione di quella devozione che tutte le altre racchiude, del prezzo cioè della nostra Redenzione. Per Sanguinem salvi facti sumus. Io non ho potuto che lodare le intenzioni di questo Prelato e, investendomi de suoi principi, l'Opera nostra è ora affidata ai meriti del Sangue di Gesù». Perciò, dovunque S. Gaspare e i suoi missionari andavano a predicare le missioni, diffondevano tra i fedeli la devozione al Sangue di Gesù e fondavano una specifica associazione, la Pia Unione del Preziosissimo Sangue, con lo scopo di tener vivo nel luogo il ricordo del prezzo dell'umana redenzione. Spesse volte fu il Papa stesso ad assegnare a Gaspare e ai suoi missionari i luoghi dove dovevano svolgere i loro ministeri. Così, quando infierì il brigantaggio nel basso Lazio, Pio VII nell'ottobre del 1821 incaricò S. Gaspare di aprire in quelle zone sei case di missione (a Sermoneta, Terracina, Sonnino, Velletri, Frosinone e Vallecorsa), perché, attraverso un'assidua predicazione, promovessero la formazione umana e cristiana di quelle popolazioni e delle circostanti. Nel 1822, proprio mentre predicava una di queste missioni a Vallecorsa (Frosinone), cuore della zona infestata dai briganti, una giovane diciassettenne, Maria De Mattias (1805-1866), fu colpita dall'ideale missionario di S. Gaspare. Guidata poi dal Ven. D. Giovanni Merlini (1795-1873), confratello di S. Gaspare, nel 1834 fondò ad Acuto (Frosinone) l'Istituto delle Adoratrici del Sangue di Cristo per la formazione umana e cristiana della donna. Le sue figlie spirituali, sparse oggi in ventisette nazioni, proseguono con efficacia il suo apostolato.[ ...] Gaspare per oltre vent'anni consumò la sua vita con i suoi missionari al servizio del vangelo. Morì a Roma il 28 dicembre 1837 proprio perché, «per non desistere dalle sue apostoliche occupazioni, aveva trasandato la cura della sua salute», come dichiarò il Dott. Mazzucchelli, che lo curò nella sua ultima malattia. Una vita totalmente spesa per amore di Gesù al servizio del prossimo ha avuto il pieno riconoscimento del carisma della santità dalla suprema autorità della Chiesa prima con la beatificazione, decretata da S. Pio X il 18 dicembre 1904, e poi con la canonizzazione, che gli ha conferito infallibilmente Pio XII il 12 giugno 1954. [...]”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...04&oe=5C4C7E3F





    “21 OTTOBRE 2018: SANT'ILARIONE, ABATE e CONFESSORE.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...bd&oe=5C472658


    “21 OTTOBRE 2018: SANT'ORSOLA E COMPAGNE, MARTIRI.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...0b&oe=5C4DFCFA





    “Il 21 ottobre 1619 Paolo V proclamava Beato Francesco Saverio, primo compagno di sant'Ignazio, Apostolo delle Indie Orientali. Sarà canonizzato il 12 marzo 1622 da Papa Gregorio XV. In questo mese dedicato alle Missioni preghiamolo per la propagazione della Fede Cattolica.”


    “21 ottobre 2018: DOMENICA VENTIDUESIMA DOPO LA PENTECOSTE.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...60&oe=5C51ACC0










    http://www.sursumcorda.cloud/
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    https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/
    «Carlo Di Pietro - Sursum Corda.»

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    “Papa Benedetto XIV insegna l’infallibilità nelle canonizzazioni.”
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    “San Tommaso d’Aquino difende l’infallibilità nelle canonizzazioni.”
    https://www.sursumcorda.cloud/artico...izzazioni.html
    “Sant’Alfonso difende l’infallibilità nelle canonizzazioni.”
    https://www.sursumcorda.cloud/artico...izzazioni.html


    “Introibo ad Altare Dei ~ Oratorio IMBC San Lorenzo Martire a PZ ~ www.sodalitium.it”
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    “SVRSVM CORDA ~ www.sursumcorda.cloud”
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    “Carlo Di Pietro - Sursum Corda
    "XIII giornata per la regalità sociale di Cristo"

    Sono pronte le cartelline per i partecipanti alla giornata di sabato 20 ottobre a Modena (si ringrazia per il lavoro gli amici del "Centro Studi Federici" della Valmarecchia), con una cartolina del gen. Hermann Kanzler nel 130° anniversario della sua morte (1888-2018).
    https://www.facebook.com/events/1724524070917527/
    Dalla bacheca di Giuseppe Federici”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...ed&oe=5C88BB1F


    “Mi protesto perciò in faccia al Cielo e alla terra, che desidero e voglio l’adempimento del Divino Vostro volere in tutte le vicende prospere ed avverse che accompagnar debbono i giorni miei: Fiat Voluntas tua [ Mt 6,10] fra le aridità del mio povero cuore.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...e9&oe=5C594C3F










    https://moimunanblog.files.wordpress.com/




    https://militesvirginismariae.wordpress.com/


    Sede Vacante -
    http://www.catholique-sedevacantiste.fr/


    https://fidecatholica.wordpress.com/





    Ligue Saint Amédée
    http://liguesaintamedee.ch
    https://www.facebook.com/SaintAmedee/
    «Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»

    “Vingt-deuxième Dimanche après la Pentecôte.”
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...5c&oe=5C8AE242





    “Sermon du Père Joseph-Marie Mercier pour le Vingt-deuxième après la Pentecôte : Rendez à Dieu ce qui est à Dieu.
    http://prieure2bethleem.org/predica/2017_11_05.mp3
    https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net...29&oe=5C43365E





    21 octobre : Saint Hilarion, Confesseur :: Ligue Saint Amédée
    “21 octobre : Saint Hilarion, Confesseur.”
    http://liguesaintamedee.ch/applicati...ntIlarione.jpg





    21 octobre : Sainte Ursule et ses compagnes, Martyres (? 383) :: Ligue Saint Amédée
    “21 octobre : Sainte Ursule et ses compagnes, Martyres († 383).”
    http://liguesaintamedee.ch/applicati...nte_ursule.jpg










    Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico - 21 ottobre. Sant'Ilarione, Abate
    http://www.unavoce-ve.it/pg-21ott.htm
    «21 OTTOBRE SANT' ILARIONE, ABATE.

    Il padre dei Monaci di Siria.
    "Prima di S. Ilarione - dice san Gerolamo suo storico - non si conoscevano monaci in Siria. Egli fu là il fondatore della vita monastica e il maestro di quelli che l'abbracciarono. Il Signore Gesù aveva Antonio in Egitto e Ilarione in Palestina, il primo carico di anni e l'altro ancora giovane" (Vita di sant'Ilarione, c. 2). Il Signore elevò presto Ilarione a tanta gloria che Antonio diceva ai malati che la fama dei suoi miracoli gli attirava dalla Siria: "Perché vi affaticate a venire tanto da lontano se avete vicino mio figlio Ilarione?" (ivi c. 3).
    Ilarione aveva vissuti presso Antonio soltanto due mesi, dopo i quali, il Patriarca gli aveva detto: "Persevera fino alla fine, figlio mio, e la tua costanza ti guadagnerà le delizie del cielo". Dato poi un cilizio e un vestito di pelli a questo figlio di 15 anni, che non avrebbe veduto mai più, l'aveva mandato a santificare le solitudini della sua patria ed egli si era inoltrato nel deserto (ivi c. 1).
    La lotta con Satana.
    Il nemico del genere umano, presentendo nel nuovo arrivato nella solitudine un temibile avversario, iniziò contro di lui terribili combattimenti. Nonostante i digiuni, la carne del giovane asceta fu la prima complice dell'inferno. Ma, senza riguardi per un corpo così delicato e fragile che qualsiasi sforzo pareva avrebbe potuto annientare, Ilarione, secondo il suo biografo, gridava: "Saprò fare in modo, o asino, che tu non recalcitri più e ti domerò con la fame, ti schiaccerò con i pesi, ti farò camminare sempre e sentirai tanto la fame che non penserai più ai piaceri" (ivi c. 1).
    Vinto in questo sforzo, il nemico trovò altri alleati e tentò di riportare Ilarione in luoghi abitati. Ma ai ladri che avevano assalito la sua povera capanna, il santo diceva sorridendo: "Chi è nudo non ha paura dei ladri". Toccati da tanta virtù, i ladri non nascosero la loro ammirazione e promisero di emendarsi (ibid.).
    Ed ecco entrare in scena Satana stesso, come aveva fatto con Antonio, ma senza miglior successo. Nessun turbamento ormai raggiungeva le regioni serene in cui la semplicità aveva portato il santo. Un giorno il demonio entrò nel corpo di un cammello reso da lui furioso e si precipitò sul santo con orribili bramiti, ma ebbe questa risposta: "Volpe o Cammello, non mi fai paura, sei la stessa cosa". L'enorme bestia cadeva, domata, ai suoi piedi (ivi c. 2).
    Più abile l'astuzia e più dura fu la prova quando l'inferno, volendo il Santo sottrarsi all'immenso concorso di gente, che assediava continuamente la sua povera cella, si fece malizioso portavoce della fama ed esaltò le folle che opprimevano l'anima del santo. Il santo lasciò invano la Siria per percorrere in tutti i sensi l'Egitto; come inseguito di deserto in deserto, traversò il mare, sperando di nascondersi in Sicilia, in Dalmazia, a Cipro. Dalla nave, che lo porta fra le Cicladi, sente gli spiriti infernali chiamarsi dalle città e dai borghi e correre alle spiagge presso le quali egli passa. Sbarcato a Pafo, trova ancora lo stesso concorso di demoni, che portano al loro seguito moltitudini umane. Finalmente Dio, avendo pietà del suo servo, gli fa trovare un luogo inaccessibile dove egli si trova solo in compagnia di legioni di demoni, che giorno e notte lo circondano. Ma non trema, dice il suo biografo, anzi ha piacere di questa compagnia dei nemici delle lotte di un tempo e vive in pace i cinque anni che precedono la sua morte (ivi cc. 3, 4, 5).
    VITA. - Ecco il racconto della sua vita tratto da san Girolamo. Nato a Tabate, in Palestina, da genitori infedeli, Ilarione fu mandato per gli studi ad Alessandria e vi brillò per purezza di vita e per i suoi talenti, che ebbero poi maggiore risalto per i mirabili progressi nella fede e nella carità, quando abbracciò la religione di Gesù Cristo. Assiduo alla chiesa, perseverante nei digiuni, nella preghiera, disprezzava i falsi piaceri e calpestava tutti i desideri terreni. Era celebre allora in tutto l'Egitto il nome di Antonio e Ilarione intraprese un viaggio nel deserto per vederlo e due mesi passati con lui gli fecero conoscere perfettamente il metodo di vita del Santo. Tornato a casa, i genitori erano morti e Ilarione distribuì ai poveri l'eredità e, ancora quindicenne, riprese la via della solitudine. Vi costruì una capanna che appena lo conteneva e vi dormì sul nudo suolo. Non si lavò mai, né cambiò il sacco che lo vestiva dicendo che era cosa superflua mettere della ricercatezza in un cilizio.
    La lettura e lo studio delle sante Scritture assorbiva gran parte del suo tempo, mentre frutta e sughi d'erbe erano il suo cibo e non ne prendeva mai prima del cader del sole. Mortificazione e umiltà sorpassano ogni immaginazione e queste virtù e altre lo fecero trionfare di spaventose e molteplici tentazioni dell'inferno e gli diedero potere di cacciare, in vari luoghi, innumerevoli demoni dal corpo di persone, che ne erano possedute. Fondatore di numerosi monasteri, illustre per miracoli compiuti, a ottanta anni la malattia lo arrestò e sotto la violenza del male, vicino a rendere l'ultimo sospiro diceva: Esci, perché hai paura? Esci, anima mia, perché esiti? sono settanta anni che servi Cristo e temi la morte? Dicendo queste parole, il Santo spirò.
    Il timore di Dio.

    Essere Ilarione e aver paura di morire! Se avviene così del legno verde, che cosa avverrà del secco? (Lc. 23, 31). Fa', o santo illustre che viviamo nell'attesa del giudizio di Dio. Fa' capire anche a noi che il timore cristiano non esclude l'amore, ma è proprio vero il contrario e cioè che il timore scopre gli approdi e ci conduce, scortandoci sul cammino della vita, come una guardia attenta e fedele. Esso fu la tua sicurezza nell'ora suprema e, dopo aver reso sicuro il nostro cammino, possa introdurre anche noi direttamente in cielo.
    da: P. GUÉRANGER, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. ROBERTI, P. GRAZIANI e P. SUFFIA, Alba, Edizioni Paoline, 1959, pp. 1205-1207.»


    Dom Prosper Guéranger, L'Anno Liturgico - Lo stesso giorno (21 ottobre) Sant'Orsola e Compagne, Martiri
    http://www.unavoce-ve.it/pg-21ott-2.htm
    «LO STESSO GIORNO 21 OTTOBRE SANT' ORSOLA E COMPAGNE, MARTIRI.

    Sant'Ilarione fu uno dei primi confessori, se non il primo, che ricevette un culto pubblico, come lo ricevevano i martiri. Nell'Occidente, Orsola e le sue compagne uniscono le gloriose aureole a quella del santo monaco, al quale la Chiesa ha conservato il primo posto nella Liturgia di oggi.
    Le martiri di Colonia.
    La leggenda ci informa che verso la fine del IV secolo, undicimila vergini furono uccise a Colonia dai centomila germani ancora barbari, che invasero e saccheggiarono le ricche province romane delle sponde del Reno. La critica attuale è meno generosa e ci fa sapere che fra il 350 e il 450 Clemazio, persona di rango senatoriale, restaurò una basilica, che era stata costruita a Colonia sul sepolcro di alcune vergini, che avevano versato il sangue per Cristo. L'edificio era di dimensioni modeste e non poteva contenere un numero così grande di tombe. L'iscrizione che Clemazio fece incidere è riconosciuta autentica e permette di credere che veramente a Colonia vi era un culto verso delle vergini martiri. Mancando documenti sicuri è ancora impossibile fissare la data del martirio di queste vergini, il numero delle quali apparve solo nel nono secolo, mentre il nome di Orsola apparve più tardi ancora. Le vergini erano probabilmente undici e non undicimila (Anal. Bolland., 1929, pp. 89-110).
    Patrone delle Universtità.
    Comunque sia, la pietà del popolo cristiano verso le vergini fu eccezionale e, patrone prima di Colonia, nel secolo VIII furono patrone della Francia, poi sant'Alberto Magno le scelse all'Università di Colonia come patrone degli alti studi teologici e il suo esempio fu seguito alla Sorbona di Parigi da san Tommaso d'Aquino, a Coimbra da Suarez e in Austria dall'Arcivescovo di Vienna. I grandi Maestri della teologia erano convinti che, presentando ai loro discepoli le eroiche virtù delle giovani martiri avrebbero potuto comunicare il necessario disprezzo della carne e del sangue, nonché l'elevazione d'anima, che rendono facile allo spirito il lavoro intellettuale.
    Patrona delle Figlie di sant'Angela Merici.
    Nel 1536, sant'Angela Merici fondò una società di vergini votate all'apostolato e all'insegnamento e diede loro il nome di Orsoline, mettendole così sotto la protezione della santa, che tutta l'Europa cristiana venerava come martire della verginità eroica ed eroina della cultura contro la barbarie.
    Recitiamo le due strofe seguenti, scritte dal beato Ermanno in onore delle martiri di Colonia: "Vergini gloriose, ascoltate la mia preghiera e, quando verrà l'ora della morte, aiutatemi prontamente; siatemi vicine nel terribile momento e difendetemi dall'assalto dei demoni.
    Nessuna di voi mi abbandoni e alla vostra testa sia la Vergine Madre. Se il fango avrà lasciato in me la sua sozzura molesta, allontanatela con la vostra preghiera. Sappia il nemico che voi siete con me e resti confuso".
    da: P. GUÉRANGER, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. ROBERTI, P. GRAZIANI e P. SUFFIA, Alba, Edizioni Paoline, 1959, pp. 1207-1208.»




    Cor Jesu Sacratissimum, miserere nobis!!!
    Regina Sacratissimi Rosarii Ora Pro Nobis!!!
    Luca, Sursum Corda – Habemus Ad Dominum!!!

    ADDIO GIUSEPPE, amico mio, sono LUCA e nel mio CUORE sarai sempre PRESENTE!
    «Réquiem aetérnam dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.»

    SURSUM CORDA - HABEMUS AD DOMINUM!!! A.M.D.G.!!!

 

 
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