Originariamente Scritto da
POL
“La nostra Regione può diventare un laboratorio per le politiche di contrasto alla povertà”. Lo dice il governatore del Friuli,
Debora Serracchiani, intervistata da
Repubblica e da
La Stampa, sul provvedimento che introduce misure di sostegno al reddito, fino a 550 euro al mese, approvato con il voto favorevole di Pd, Sel e M5S. Non chiamatelo reddito di cittadinanza, precisa.
Differenze tra Reddito di cittadinanza e sostegno al reddito
Quest’ultimo, come proposto dal M5s, afferma Serracchiani, è “destinato ad una platea indistinta, ha una natura fortemente assistenziale, e costa tantissimo: a livello nazionale circa 20 miliardi di euro l’anno”, mentre con la ‘misura attiva’ c’è un “patto” tra Regione e cittadino: “Il sostegno al reddito viene dato in cambio dell’impegno della persona a fare tutto ciò che è necessario per riqualificarsi per poter entrar nel mercato del lavoro ma anche dell’impegno, per esempio, a mandare i figli a scuola. Si punta all’inclusione di persone che si trovano in difficoltà”.*Le risorse sono state trovate, spiega, “nel bilancio della Regione. Ho fatto la spending review”.
Una misura di questo tipo potrebbe essere estesa a livello nazionale e Serracchiani intende parlarne con Renzi. Un punto su cui aprire un dialogo con Sel e M5S anche in parlamento: “In Friuli abbiamo fatto un gran lavoro di ascolto. Il M5S ha votato la legge pur non avendola firmata e mi dispiace che il centro destra abbia votato contro”.
Illy: “Sostegno al reddito si può fare anche in Italia”
Il sostegno al reddito «si può fare anche in Italia». Lo afferma Riccardo Illy, commentando – in un’intervista a La Stampa – il provvedimento della Regione Friuli Venezia Giulia che ha introdotto un sussidio per l’inclusione sociale. Da governatore, nel 2008 adottò una reddito di cittadinanza per i disoccupati, poi abrogato dalla giunta successiva. «È – dice – una misura che a regime fa crescere l’economia attraverso l’impiego produttivo di lavoratori che altrimenti tra cassa integrazione e mobilità alimentano per sei anni il lavoro nero e pesano sulle casse pubbliche. Così la spesa assistenziale diminuisce perchè crescono i consumi e con l’emersione del lavoro nero aumentano i tributi incassati». Al premier Renzi dice che il suo modello «può essere una misura sostenibile a livello nazionale. La Regione ha competenze limitate, invece lo Stato può riformare l’intero Welfare mettendo a disposizione quanto oggi spende per cassa integrazione (ordinaria, straordinaria) e mobilità. Anche i lavoratori comunque dovrebbero fare la loro parte, attraverso il tfr. Allora la somma dovrebbe essere sufficiente».
Scritto da: Giuseppe Spadaro
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