Devo dire che, tutto sommato, forse Renzi l’ho sottovalutato.
A parte avere raso al suolo la scuola pubblica.
A parte non contare una mazza in Europa.
A parte le bugie.
A parte essersi inimicato in un colpo solo pensionati, insegnanti, lavoratori, associazioni partigiane eccetera, ovvero quello smisurato bacino elettorale che prima di lui avrebbe votato Pd a prescindere.
A parte avere clamorosamente sottovalutato la questione migranti.
A parte avere imposto una legge elettorale che doveva uccidere il M5S e che in realtà rischia di agevolare il M5S.
A parte essersi ridotto a salvare i gigli di campo alfaniani, altrimenti il governo cade.
A parte non essere andato al voto un anno fa, quando avrebbe preso percentuali bulgare.
A parte il credersi dentro House of Cards.
A parte l’essere dentro Mister Bean.
A parte avere regalato al paese una classe dirigente persino più ridicola e impreparata di quella berlusconiana.
A parte essere lo zerbino pingue della Merkel.
A parte quel suo inglese fluente come il catrame.
A parte quel suo lessico da fan ripetente dei Righeira.
A parte quel suo sguardo sempre vispo e intelligente, a metà tra una trota e il Trota.
A parte non avere minimamente inciso sulla ripartenza economica del Paese.
A parte quella propensione appena accennata alla deriva dittatoriale.
A parte avere permesso a Salvini di crescere indisturbato nei consensi.
A parte scappare da ogni duello televisivo.
A parte avere puntato su Paita, Moretti, Bracciali e altri droidi accattivanti elettoralmente quanto un fagiolo lesso sopra una meringa.
A parte aver sottovalutato la grana Marino.
A parte aver sottovalutato il bubbone De Luca.
A parte riuscire a crollare nel gradimento nonostante una stampa quasi sempre azzerbinata.
Ecco: a parte tutto questo, e in realtà molto altro, Matteo Renzi non è che sia poi così male.
Ha sempre il suo bel seguito ...