Arancini perfetti in dieci secondi con una macchi

[MaIn]

Arancini perfetti in dieci secondi con una macchina brevettata in Sicilia - Corriere Innovazione

Sua maestà l’arancino. Il re dello street food siciliano è conosciuto e diffuso in tutto il mondo. E se i siciliani ne rivendicano giustamente i diritti d’autore e discutono tra Est e Ovest sul suo nome (arancine a occidente e arancini a oriente), nel resto d’Italia e del mondo in molti cercano di copiarlo. Ma nonostante piaccia praticamente a tutti non è facile prepararne uno d’«autore». Oggi, a «esportare» la «sicilianità», rendendo facile quantomeno la preparazione manuale della succulenta ricetta, ci pensa una startup. Che, in controtendenza al trend digital, sviluppa un attrezzo da cucina, Mimì l’Arancì, Sicilian food machine, che promette arancini perfetti in soli 10 secondi e con un solo gesto. L’idea è venuta al messinese Domenico Raffa, cuoco di professione e con una lunga esperienza anche nel settore dei casalinghi. A cui si è unita la sorella Annamaria e un’altra coppia di fratelli e amici Sonia Bucolo, Simone Bucolo per creare una società.

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La macchina per stampare gli arancini

• La macchina per stampare gli arancini
  
  
  
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Ma come funziona la «macchina per gli arancini»? «Mimì l’Arancì – spiegano i fondatori - lavora sia a strizzo che a pressione e produce arancini compatti al cento per cento rispetto a quelli prodotti manualmente, eliminando totalmente il rischio di creare un prodotto non perfetto che si sfalda durante la cottura». L’utensile è dotato anche di accessori che lo rendono funzionale alla preparazione di patatine, carote, zucchine e altri tipi di ortaggi, crocchette di patate o di riso, hamburger. Il prodotto, che è appena stato brevettato, verrà realizzato in materiale plastico atossico per uso alimentare, antiurto e facilmente lavabile. E verrà completamente fabbricato in Sicilia, dall’azienda catanese Parrinello che produce stampi. In ottica di open innovation (collaborazione tra aziende esistenti e impresa innovativa) e sviluppo del territorio. Territorio che i quattro fondatori amano al punto da non limitarsi a produrre un oggetto dedicato alle tradizioni siciliane ma ad accompagnarlo con un sito web che, partendo dalle ricette, veicola anche la cultura e le tradizioni dell’Isola. L’obiettivo dei quattro, infine, è esportare Mimì in tutto il mondo: «Abbiamo già dei contatti e delle dimostrazioni d’interesse – raccontano – ma prima cerchiamo investimenti per iniziare a produrre l’oggetto che faciliterà l’esportazione della gastronomia siciliana».

[Kroenen]

Bellina!

[Hatshepsut]

Ma il supplì romano é una ampia dell' arancino siciliano?

[Corrado]

Ma il supplì romano é una ampia dell' arancino siciliano?

In fondo, sì.

Solo che l'arancina siciliana è una creazione autoctona.
Infatti gli arabi portarono in Sicilia la coltivazione del riso, che divenne ingrediente per numerosi piatti tipici.

Nel Lazio il riso non c'era. E il supplì, dovendo fare riferimento ad un ingrediente non del suo territorio, é rimasto un cibo senza caratterizzazione: non è un primo, né un secondo.

In Sicilia l'arancina vera ha al suo interno un ragù di carne: è cioè un cibo completo. Sostituisce un pasto.

[Kroenen]

In Sicilia l'arancina vera ha al suo interno un ragù di carne: è cioè un cibo completo. Sostituisce un pasto.

A Napoli, all'interno del ragù, ci si mette anche un pezzettino di mozzarella.

[Kavalerists]

Allora , ben venga l'innovazione, ma fare gli arancini non è che sia tutta sta difficoltà, basta un pò di pratica. Si perde più tempo ad avere pronti tutti gli ingredienti che poi a prepararli manualmente. E quanto alla tenuta durante la frittura la cosa più importante è avvolgerli in un' impanatura fatta bene.

[Kavalerists]

A Napoli, all'interno del ragù, ci si mette anche un pezzettino di mozzarella.

Quelli tradizionali siciliani sono al ragù o bianchi al burro. Ma ormai ci si sbizzarrisce con gli ingredienti, anche perchè il riso si presta bene ai più svariati accoppiamenti. Amici miei mi hanno detto di un posto a Messina dove fanno ben 25 gusti di arancini, tipo con lo stocco, al nero di seppia ecc. ...
Comunque i veri arancini sono al ragù o al burro e formaggio. Gli altri sono creazioni della modernità, alcuni riusciti altri non so, dovrei assaggiarli tutti prima di poter giudicare.

[Corrado]

Quelli tradizionali siciliani sono al ragù o bianchi al burro. Ma ormai ci si sbizzarrisce con gli ingredienti, anche perchè il riso si presta bene ai più svariati accoppiamenti. Amici miei mi hanno detto di un posto a Messina dove fanno ben 25 gusti di arancini, tipo con lo stocco, al nero di seppia ecc. ...
Comunque i veri arancini sono al ragù o al burro e formaggio. Gli altri sono creazioni della modernità, alcuni riusciti altri non so, dovrei assaggiarli tutti prima di poter giudicare.

Ma questo è il successo dei piatti tradizionali: vengono coniugati in tantissimi modi.
Vedi la pizza.

Mia nonna metteva nelle arancine (la arancina, non l'arancino) anche qualche dadino di caciocavallo e una cucchiaiata di piselli. Di rigore lo zafferano.

Evidentemente la bontà delle arancine dipende molto dal ragù: che dovrebbe farsi con misto di bovino e suino, non tritato ma tagliato, dopo la cottura, al coltello, aromatizzato con buon vino rosso ed un ciuffo ("sponza") di finocchietto. E preparatro la sera prima.
Il riso dovrebbe essere arborio, cotto con lo zafferano, e lasciato al dente. La compattezza del tutto non può essere affidata alla panatura: sempre mia nonna spennellava (con le dita) l'arancina con un po' d'uovo sbattuto. Che, fra l'altro, dà un bel colore dorato.

Ricordo che le arancine, oltre che fritte, possono essere passate al forno. Si perde la croccantezza dell'esterno, ma il fegato sarà più contento.

[Kavalerists]

Ma questo è il successo dei piatti tradizionali: vengono coniugati in tantissimi modi.
Vedi la pizza.

Mia nonna metteva nelle arancine (la arancina, non l'arancino) anche qualche dadino di caciocavallo e una cucchiaiata di piselli. Di rigore lo zafferano.

Evidentemente la bontà delle arancine dipende molto dal ragù: che dovrebbe farsi con misto di bovino e suino, non tritato ma tagliato, dopo la cottura, al coltello, aromatizzato con buon vino rosso ed un ciuffo ("sponza") di finocchietto. E preparatro la sera prima.
Il riso dovrebbe essere arborio, cotto con lo zafferano, e lasciato al dente. La compattezza del tutto non può essere affidata alla panatura: sempre mia nonna spennellava (con le dita) l'arancina con un po' d'uovo sbattuto. Che, fra l'altro, dà un bel colore dorato.

Ricordo che le arancine, oltre che fritte, possono essere passate al forno. Si perde la croccantezza dell'esterno, ma il fegato sarà più contento.

Mi inchino a vossìa... l'arancina, giusto!
Sì, in effetti la cottura del riso con lo zafferano c'è in tutte le ricette, che sia Sicilia orientale o occidentale.
Piselli e pezzetto di formaggio per filare è facoltativo, ma rende il tutto più gustoso, ovvio.
Riso arborio tenuto ben al dente, così i chicchi restano integri e non diventa tutto un ammasso.
Sulla panatura invece ci sono tre diverse versioni, almeno che io sappia: farina-uovo-pangrattato, pastella leggera-pangrattato, farina-solo albume-pangrattato. Io le poche ( 2-3 ) volte che mi ci sono cimentato nell'impresa ho sempre usato il primo tipo ed è andato tutto ok, ma ricordo che mia madre usava solo l'albume battuto, senza tuorlo.
Bè, il fegato deve avere pure un pò di pazienza, eh... la frittura è la vera morte dell'arancina!