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ConteMax
Corruzione, indagati Sepe e Lunardi - LASTAMPA.it
19/6/2010 (21:45) - L'INCHIESTA SUL G8
Corruzione, indagati Sepe e Lunardi
ROMA
Il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, e l’ex ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi sono indagati dalla procura di Perugia nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti per i «Grandi eventi». Il reato contestato a entrambi è quello di corruzione. I due risultano indagati in due tronconi diversi dell’inchiesta. Il cardinale Sepe, in passato ai vertici di Propaganda Fide, è indagato per la vendita e la ristrutturazione di alcuni immobili della congregazione. E anche per l’ex ministro l’accusa si riferisce alla ristrutturazione di un immobile. Corruzione aggravata in concorso per atti contrari al proprio ufficio il reato contestato.
Ieri l’arcivescovo di Napoli è stato impegnato in una mattinata di normale lavoro. Incontrando alcuni sacerdoti stranieri della diocesi partenopea. Il suo nome è entrato nell’inchiesta perugina dopo l’interrogatorio di Bertolaso, mercoledì scorso. Il capo della protezione civile ha infatti riferito agli inquirenti che la casa di via Giulia dove abitò per un periodo nel 2003, per lui di Propaganda Fide, gli venne messa a disposizione gratuitamente da Silvano, collaboratore dell’organizzazione religiosa della quale fu al vertice il cardinale Sepe. Sarebbe stato proprio il porporato a indirizzare il sottosegretario - ha spiegato nell’interrogatorio - al professor Silvano.
Dall’indagine è però emerso che l’appartamento è di proprietà di Raffaele Curi e a pagare l’affitto nel periodo in cui abitava lì Bertolaso sarebbe stato l’architetto Angelo Zampolini, accusato nell’inchiesta perugina di avere riciclato denaro di provenienza illecita che gli investigatori sospettano provenire dal costruttore Diego Anemone. Circostanza però sempre negata dal capo della protezione civile, mentre Curi ha sostenuto di non avere «mai sentito parlare» nè del cardinale Sepe nè nel professor Silvano o di Anemone. Una vicenda sulla quale ora gli inquirenti si stanno concentrando per fare chiarezza.
Sul fronte fiorentino dell’inchiesta sulla presunta cricca, i magistrati stanno valutando i documenti acquisiti in studi tecnici di Firenze e nella sede centrale della società Btp di Riccardo Fusi, a Calenzano. Si tratta di atti relativi al filone dell’inchiesta sull’appalto per la scuola marescialli dei carabinieri, per il quale, nel capoluogo toscano, sono a processo Angelo Balducci, Fabio De Santis e Guido Cerruti. Fra gli indagati - ma le loro posizioni sono state stralciate - ci sono anche Fusi e il coordinatore del Pdl Denis Verdini. Sul futuro del procedimento, però, pende l’incognita della competenza territoriale.
La decisione della Cassazione del 10 giugno, infatti, sembrerebbe suggerire il trasferimento degli atti a Roma. Dovrebbe essere lo stesso tribunale di Firenze, nella prossima udienza del 6 luglio, a dire l’ultima parola e a decidere se il processo fiorentino dovrà continuare o chiudersi (praticamente prima di iniziare) e il procedimento passare a Roma, dove la procura ha già aperto un fascicolo ad hoc.