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    Predefinito Rif: Inchiesta G8, il cardinale Sepe e Lunardi indagati per corruzione

    Napoli, camera ammobiliata nella chiesa del '600 dell'ospedale della Pace - Il Mattino

    Napoli, camera ammobiliata nella chiesa del '600 dell'ospedale della Pace

    di Paolo Barbuto

    NAPOLI (20 giugno) - L’agente Massimo De Luca è entrato per primo nella chiesa dell’Ospedale della Pace, e non ha trattenuto un gesto di stizza. De Luca è uno dei primi aggregati al nucleo «beni culturali» varato all’inizio di giugno dal comandante dei vigili, Luigi Sementa, che ha deciso di contribuire al presidio dei tesori della città, anche sulla spinta delle inchieste e delle denunce del nostro giornale.

    Quando l’agente ha notato una parete di alluminio anodizzato piazzata dentro la sagrestia del ’600, ha immediatamente attirato l’attenzione del tenente Vicario, reggente del nucleo, che partecipava all’operazione di controllo.

    I due vigili, per un momento, sono rimasti attoniti. A nessuno dei due sembrava possibile quello scempio. Hanno provato ad aprire la porticina al centro della parete, ma era chiusa. Così si sono attivati, hanno contattato il responsabile e sono entrati nel nuovo «vano» ricavato all’interno dello storico edificio sacro della città.

    Dietro la porta, secondo il resoconto ufficiale della municipale, un vero e proprio miniappartamento con un divano che funge da letto, un angolo cottura con forno a microonde, la piastra elettrica per l’arrosto, una caraffa per scaldare l’acqua, una dispensa ben fornita con bottiglie e pacchi di generi alimentari.

    La chiesa, da sei anni, è stata affidata alla comunità cattolica ucraina di rito orientale. La governa padre Roman che è anche considerato il responsabile della chiesa. Il prete ha dato ai vigili la sua versione: quella parete di alluminio anodizzato era già nella sagrestia quando la chiesa gli è stata affidata.

    I vigili, dunque, si sono messi alla ricerca di documenti ufficiali che certifichino il momento ufficiale della realizzazione di quella struttura. La chiesa di Santa Maria della Pace appartiene al Comune di Napoli che, nel 1989, l’ha ceduta in uso gratuito alla Curia di Napoli. Nel dopoterremoto, venne utilizzata dal parroco di Santa Caterina a Formiello: la chiesa di porta Capuana era stata lesionata dal sisma e le attività vennero trasferite a via Tribunali. Quando i lavori di ristrutturazione terminarono, si decise di andare incontro alle richieste della comunità ucraina della città e il comodato d’uso gratuito fu passato a padre Roman, incaricato dal vescovo di Leopoli.

    L’unica certezza, oggi, è che dentro Santa Maria della Pace, è stato ricavato un vano in fondo alla sagrestia e che quel vano viene utilizzato con finalità che sembrano lontane da quelle legate strettamente al culto: «I fumi prodotti dalle attività di cucina - spiega il tenente Vicario - provocano danni agli affreschi che ancora resistono sul soffitto della chiesa. Anche il calore e gli elementi che si sprigionano dalla piastra per gli arrosti sono pericolosi. C’è, poi, la presenza di una bombola a gas che alimenta una stufa, che ci ha notevolmente preoccupato».

    In attesa di capire chi ha realizzato quella stanza e chi ha concesso i permessi, la polizia municipale ha inibito l’uso di quell’ambiente. Le indagini proseguiranno domani quando verranno contattati i responsabili della Curia e quelli del Comune che risulta tuttora proprietario della chiesa. I vigili spiegano che non c’è nessuna volontà di interferire con le attività della comunità ucraina di rito orientale «per questo motivo non abbiamo ancora posto sotto sequestro la struttura e non abbiamo deferito nessuno - puntualizza il tenente Vicario -. Riteniamo indispensabile approfondire e capire di chi è la responsabilità prima di procedere. Certo, se venissero evitate, almeno, le attività della cucina, sarebbe meglio...».

  2. #12
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    Predefinito Rif: Inchiesta G8, il cardinale Sepe e Lunardi indagati per corruzione

    Citazione Originariamente Scritto da normale Visualizza Messaggio
    ma è lo stesso Lunardi che mentre era ministro affermò "con la mafia bisogna convivere....." ?
    si, è sempre quel coso lì; solo in italia può circolare liberamente gente del genere

  3. #13
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    Predefinito Rif: Corruzione, indagati Sepe e Lunardi

    Citazione Originariamente Scritto da ConteMax Visualizza Messaggio
    Corruzione, indagati Sepe e Lunardi - LASTAMPA.it

    19/6/2010 (21:45) - L'INCHIESTA SUL G8
    Corruzione, indagati Sepe e Lunardi

    ROMA
    Il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, e l’ex ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi sono indagati dalla procura di Perugia nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti per i «Grandi eventi». Il reato contestato a entrambi è quello di corruzione. I due risultano indagati in due tronconi diversi dell’inchiesta. Il cardinale Sepe, in passato ai vertici di Propaganda Fide, è indagato per la vendita e la ristrutturazione di alcuni immobili della congregazione. E anche per l’ex ministro l’accusa si riferisce alla ristrutturazione di un immobile. Corruzione aggravata in concorso per atti contrari al proprio ufficio il reato contestato.

    Ieri l’arcivescovo di Napoli è stato impegnato in una mattinata di normale lavoro. Incontrando alcuni sacerdoti stranieri della diocesi partenopea. Il suo nome è entrato nell’inchiesta perugina dopo l’interrogatorio di Bertolaso, mercoledì scorso. Il capo della protezione civile ha infatti riferito agli inquirenti che la casa di via Giulia dove abitò per un periodo nel 2003, per lui di Propaganda Fide, gli venne messa a disposizione gratuitamente da Silvano, collaboratore dell’organizzazione religiosa della quale fu al vertice il cardinale Sepe. Sarebbe stato proprio il porporato a indirizzare il sottosegretario - ha spiegato nell’interrogatorio - al professor Silvano.

    Dall’indagine è però emerso che l’appartamento è di proprietà di Raffaele Curi e a pagare l’affitto nel periodo in cui abitava lì Bertolaso sarebbe stato l’architetto Angelo Zampolini, accusato nell’inchiesta perugina di avere riciclato denaro di provenienza illecita che gli investigatori sospettano provenire dal costruttore Diego Anemone. Circostanza però sempre negata dal capo della protezione civile, mentre Curi ha sostenuto di non avere «mai sentito parlare» nè del cardinale Sepe nè nel professor Silvano o di Anemone. Una vicenda sulla quale ora gli inquirenti si stanno concentrando per fare chiarezza.

    Sul fronte fiorentino dell’inchiesta sulla presunta cricca, i magistrati stanno valutando i documenti acquisiti in studi tecnici di Firenze e nella sede centrale della società Btp di Riccardo Fusi, a Calenzano. Si tratta di atti relativi al filone dell’inchiesta sull’appalto per la scuola marescialli dei carabinieri, per il quale, nel capoluogo toscano, sono a processo Angelo Balducci, Fabio De Santis e Guido Cerruti. Fra gli indagati - ma le loro posizioni sono state stralciate - ci sono anche Fusi e il coordinatore del Pdl Denis Verdini. Sul futuro del procedimento, però, pende l’incognita della competenza territoriale.

    La decisione della Cassazione del 10 giugno, infatti, sembrerebbe suggerire il trasferimento degli atti a Roma. Dovrebbe essere lo stesso tribunale di Firenze, nella prossima udienza del 6 luglio, a dire l’ultima parola e a decidere se il processo fiorentino dovrà continuare o chiudersi (praticamente prima di iniziare) e il procedimento passare a Roma, dove la procura ha già aperto un fascicolo ad hoc.
    E' una nuova cricca...

  4. #14
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    Predefinito Rif: Corruzione, indagati Sepe e Lunardi

    impossibile, un cardinale, non esiste che possa rubare!
    IMPOSSIBILE, mai sentito niente di simile!!

    Sarà una di quelle false accuse dei magistrati sinistrati che desiderano vendicarsi sulla povera chiesa!

  5. #15
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    Predefinito Rif: Inchiesta G8, il cardinale Sepe e Lunardi indagati per corruzione

    Il cardinale Sepe e il restauro fantasma - Corriere della Sera

    L'INCHIESTA
    Il cardinale Sepe e il restauro fantasma
    Le carte dell'inchiesta: 2,5 milioni ricevuti per lavori mai completati. L'architetto Zampolini diresse il cantiere

    ROMA - Nell’autunno del 2003 la facciata del palazzo di Propaganda Fide in piazza di Spagna viene completamente avvolta da un ponteggio esterno. «Manutenzione provvisoria e restauro» si legge sulla targa che segnala lo stato dell’opera. Il progettista è l’architetto Angelo Zampolini, che sette anni dopo diventerà noto per essere l’uomo di fiducia di Diego Anemone, il custode di molti dei suoi segreti. L’impresa a cui sono affidati i lavori è la ditta Carpineto, che in una recente informativa del Ros viene definita «vicina» ad Angelo Balducci, ex Provveditore alle Opere Pubbliche.

    «Incongruo»
    È solo l’inizio di quegli interventi che nel 2005 beneficeranno di un finanziamento statale da 2,5 milioni di euro, sul quale anche alcuni organi di controllo avevano sollevato molte perplessità. Il primo allarme, infatti, arrivò dalla Corte dei conti, sollecitata da una denuncia del sindacalista della Uil Gianfranco Cerasoli. L'iscrizione nel registro degli indagati del cardinale Crescenzio Sepe, presidente di Propaganda Fide del 2000 al 2006, e dell’allora ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi, è stata decisa dalla Procura di Perugia dopo l’acquisizione di una relazione della Corte dei conti nella quale si definisce «incongruo» e «non motivato» lo stanziamento della cifra, destinata a un palazzo extraterritoriale, essendo di proprietà del Vaticano. La stranezza di quella vicenda, e il fatto che i lavori non ebbero mai fine, hanno convinto i pubblici ministeri di essere in presenza di una contropartita concessa da Lunardi - firmatario del decreto insieme all’ex ministro della Cultura Rocco Buttiglione - in cambio dell’acquisto a prezzi decisamente vantaggiosi di una palazzina di Propaganda Fide in via dei Prefetti, a Roma. L’andamento di quel restauro ha sempre avuto una sorte accidentata. Il primo ponteggio venne smontato nel febbraio 2004. I lavori ripresero nell’estate del 2005, sempre con lo stesso progetto, dopo che all’interno degli «interventi in materia di spettacolo ed attività culturali» previsti per il varo di Arcus, la spa governativa che si occupa di edilizia culturale, venne deciso uno stanziamento di 2,5 milioni di euro per il restauro del palazzo. Cambiò la ditta appaltante, con l'ingresso della Italiana Costruzioni.

    La Corte dei conti
    Il totale delle spese previste per un secondo blocco di 26 lavori deliberato da Arcus era di 24,70 milioni di euro. La voce più alta nel capitolo riguardante gli ultimi 13 interventi previsti era proprio quella relativa alla palazzina del Vaticano. Al secondo posto, i lavori per la Metropolitana di Napoli, nelle stazioni Duomo e Municipio (1.5 milioni). In una relazione sul funzionamento generale di Arcus, la Corte dei conti critica pesantemente l’assenza di un regolamento attuativo, previsto in origine ma mai redatto. In questo modo, scrivono i giudici, le scelte non vengono mai fatte da Arcus, ma direttamente dai vertici dei ministeri, senza la necessità di alcuna spiegazione. «Il soggetto societario in mano pubblica è stato trasformato in un organismo che in concreto ha assolto prevalentemente una funzione di agenzia ministeriale per il sostegno finanziario di interventi, decisi in via autonoma dai ministri e non infrequentemente ed a volte anzi dichiaratamente, indicati come integrativi di quelli ordinari, non consentiti dalle ridotte disponibilità correnti del bilancio». La mancata esplicitazione della logica delle decisioni operate «dai ministeri e non da Arcus», scrive nel 2007 la Corte dei Conti, «avrebbe portato a decisioni apparentemente non ispirate a principi di imparzialità e trasparenza».

    Il sospetto
    L’episodio della palazzina di piazza di Spagna viene considerato importante perché fa emergere il contesto di presunte reciproche utilità tra il ministro e il religioso. Ma all’esame degli investigatori c’è la gestione complessiva del nutrito comparto immobiliare di Propaganda Fide ai tempi in cui la congregazione era presieduta dal cardinal Sepe. Tra il 2001 e il 2005 molti appartamenti e palazzi di Propaganda Fide vennero ristrutturati proprio da Diego Anemone. Nei giorni scorsi i carabinieri del Ros di Firenze hanno acquisito dal ministero delle Infrastrutture altri appalti e stanziamenti decisi da Lunardi, per verificare se tra quelle carte non vi sia qualche altra utilità fatta giungere tramite Balducci e il ministero a Propaganda Fide. Inoltre sarebbero in corso accertamenti sull’assunzione di un nipote del cardinal Sepe presso l’Anas, azienda pubblica dipendente dalle Infrastrutture. Candidamente, Lunardi ha raccontato che a gestire gli immobili della congregazione era Balducci insieme a Pasquale De Lise, ex presidente del Tar laziale, recentemente nominato presidente del Consiglio di Stato, e al genero di quest’ultimo, l’avvocato Patrizio Leozappa. Gli investigatori avevano già segnalato in una informativa gli «stretti contatti» tra Balducci e De Lise, senza ulteriori precisazioni. In una conversazione del 4 settembre 2009 l’alto magistrato chiama Balducci e gli accenna al fatto che, su input di Leozappa, si è anche «occupato» - le virgolette sono dei carabinieri del Ros - di un provvedimento di rigetto del Tar del Lazio che avrebbe favorito il Salaria Sport village, la struttura riconducibile a Diego Anemone dove Guido Bertolaso avrebbe usufruito di alcune prestazioni sessuali. È un provvedimento per il quale Leozappa incassa i complimenti telefonici di Anemone, per poi replicare: «Io il mio lo faccio». Neppure il nome di Leozappa è inedito. Appare nell’inchiesta fiorentina sulla presunta cricca, perché lavora spesso con l’avvocato d’affari Guido Cerruti, scelto da Balducci per aiutare l’imprenditore Riccardo Fusi in un suo contenzioso con lo Stato e arrestato lo scorso marzo.

    Il magistrato
    L’ultimo nome noto ricorrente in questa nuova fase dell’inchiesta perugina è quello di Mario Sancetta. Il regolamento di Arcus del quale la Corte dei conti lamenta la mancanza era stato affidato in origine proprio a lui, magistrato di quell’organismo, attuale presidente di sezione, indagato a Perugia per corruzione. Gli investigatori si stanno rileggendo alcune intercettazioni riportate in una informativa del Ros dello scorso settembre. Il 25 giugno 2009, Sancetta è al telefono con Rocco Lamino, socio del Consorzio Stabile Novus, di cui faceva parte anche Francesco Piscicelli, l’imprenditore che rideva la notte del terremoto dell’Aquila. Sancetta si lamenta dell’atteggiamento inconcludente che hanno nei suoi confronti Lunardi e «il cardinale», identificato poi come monsignor Sepe, perché «non sufficientemente solleciti al soddisfacimento di richieste di commesse» che il magistrato gli avrebbe fatto pervenire. «Non è che sia molto conclusivo, sto’ cardinale - dice -. Io spero allora di incontrarlo, così gli do sto’ depliant… perché l’altra volta gli diedi tutto quel fascicolo che non serve a niente, insomma… come pure ora devo vedere la prossima settimana a coso… Lunardi… anche lui, perché lui mi ha obbligato… ma la gente si piglia le cose degli altri e non gli fa niente… quella è una cosa indegna». Il canovaccio si ripete in altre telefonate, nelle quali Sancetta accenna alla possibilità di sfruttare il suo rapporto con Lunardi per far avere a Lamino qualche commessa da parte di Impregilo («Ma non so se dargli fiducia…») oppure nell’ambito dei lavori post terremoto, magari facendo leva sul fatto che l’ex ministro ha ancora un procedimento pendente presso la Corte dei conti. «Con Lunardi - dice - c’abbiamo una questione ancora in sospeso».



    Marco Imarisio
    Fiorenza Sarzanini
    21 giugno 2010
    Ultima modifica di ConteMax; 21-06-10 alle 17:48

  6. #16
    pervicaci plebicola
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    Predefinito Rif: Inchiesta G8, il cardinale Sepe e Lunardi indagati per corruzione

    Citazione Originariamente Scritto da albiy Visualizza Messaggio
    Benedetto XVI stringe a lungo la mano di Guido Bertolaso. E nel discorso pronunciato ieri davanti a migliaia di volontari aggiunge a braccio una frase non presente nel testo scritto, ringraziando lo stesso Bertolaso «per tutto quello che fa». È un incontro cordiale quello che ha visto il Pontefice faccia a faccia con il capo della Protezione civile per la prima volta dopo l’inchiesta e lo scandalo che ha coinvolto, tra gli altri, Angelo Balducci, presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici e già numero due della stessa Protezione civile.
    Estratto da Papa Ratzinger benedice Bertolaso - Interni - ilGiornale.it del 07-03-2010

    Il cardinale Sepe è stato chiamato in causa giorni fa dal capo della Protezione Civile Guido Bertolaso. Questi ha detto ai magistrati di Perugia che era stato lui a indirizzarlo nel 2003 al professor Francesco Silvano, collaboratore di Propaganda Fide, che poi gli mise a disposizione l'appartamento di via Giulia a Roma. Tre anni dopo, nel 2006, il cardinale, allora prefetto di Propaganda Fide, fu allontanato da Benedetto XVI alla scadenza del primo quinquennio
    Estratto da Inchiesta G8, il cardinale Sepe e Lunardi indagati per corruzione - Corriere della Sera
    :gratgrat:
    Multa paucis
    Molte cose in poche parole
    :gratgrat:
    Amico inimicoque bonum semper praebe consilium, quia amicus accepit, inimicus spernit
    All'amico e al nemico dà sempre buoni consigli, perchè l'amico li accetta il nemico li rifiuta

  7. #17
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    Predefinito Rif: Inchiesta G8, il cardinale Sepe e Lunardi indagati per corruzione

    Ricorderei che comunque è stato già giocato il jolly-arma-segreta

    Il Vaticano: «Collaborazione ma nel rispetto del Concordato» - Corriere della Sera

    Per il buddismo zen, quando ci si trova davanti ad un’alternativa binaria, a possibilità di risposte solo dualistiche, bisogna passare oltre...

  8. #18
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    Predefinito Rif: Inchiesta G8, il cardinale Sepe e Lunardi indagati per corruzione

    Citazione Originariamente Scritto da Shambola Visualizza Messaggio
    Ricorderei che comunque è stato già giocato il jolly-arma-segreta

    Il Vaticano: «Collaborazione ma nel rispetto del Concordato» - Corriere della Sera
    :sofico:

    Sepe: “Voglio essere interrogato nel monastero e l’inchiesta va spostata”

    Sepe: “Voglio essere interrogato nel monastero e l’inchiesta va spostata”

 

 
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