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    Predefinito Piccola, coraggiosa nazione.

    Riporto un articolo, scritto bene, che ricalca il mio pensiero. Il pensiero di uno che la Grecia ed i Greci li conosce.

    Piccola, coraggiosa nazione ( Non siamo noi).


    Maurizio Blondet6 luglio 201510 Comments
    Ero in Grecia in questi giorni e benché lontano dalla capitale (stavo alle pendici dell’Athos, il Monte Santo) ho potuto vedere il progressivo indurimento delle persone. Spero che i nostri media abbiano dato notizia delle enormi, continue ed infami minacce, umiliazioni, delle grossolane ingerenze e notizie false, degli sporchi trucchi che l’Eurogruppo, Merkel, e il Rettile della BCE hanno messo in atto per far sentire impotente, spaventare, far paura ai cittadini della piccola nazione e indurli a cedere. Prima, per forzarli ad accettare l’ennesimo indebitamento con programma di austerità senza prospettive, poi per indurli col terrore a votare Sì. Non hanno risparmiato nessun abuso: dalla decisione di tenere una riunione dell’Eurogruppo escludendo la Grecia – che è pur sempre un membro dell’eurozona – fino alla decisione di Draghi di bloccare la liquidità alle banche elleniche, qui si sono visti autentici reati, comportamento criminali (1) che spero un giorno si possano portare alla Corte di Giustizia. Poi le notizie false: dall’emissione di sondaggi che facevano stravincere il Sì a nome di un’agenzia greca che si è affrettata a smentire di averli mai fatti (e denuncerà i reponsabili, se sarà possibile identificarli) fino all’ultima autentica informazione del Financial Times: in caso di No, saranno intaccati i depositi sopra gli 8 mila euro. Tremate, pensionati.
    Non si può non citare Wolfgang Schäuble: dopo il referendum, “Il Bundestag va’ in ferie, sicché il governo tedesco non ha mandato per negoziare”, ci si rivede ad autunno, forse: “I greci possono far domanda di apertura di trattative, ma sia chiaro: questo avverrà su basi nuove e in un contesto degradato”. Detto a gente che non risuciva più a ritirare dal Bancomat i 60 euro quotidiani, era la promessa di affamarli tutti, se non obbedivano ai Rettiliani. E come tacere la storia del rapporto del Fondo Monetario che ha affermato: la Grecia è insolvente, il debito è impagabile tanto vale tagliarlo ed anzi dare allo stato ellenico altri 50 miliardi, per evitare una catastrofe umanitaria? In pratica, con ciò, gli esperti del FMI hanno dato ragione a Varoufakis che ha sempre detto: smettete di trattarci come se avessimo problemi di liquidità, quando abbiamo il problema dell’insolvenza… ebbene: l’Eurogruppo ha cercato di nascondere questo rapporto. Quando poi è stato scoperto, Dijsselmbloem non ha trovato di meglio che dire: è un rapporto superato.
    No, nessuna bassezza, nessuna abiezione si sono risparmiati i potenti della cosiddetta Unione; non c’è quasi regola che si siano scritti loro stessi, che non abbiano violato perché tanto, quello che offendevano è un paese povero e indebitato; non esitando nemmeno a gettare nel fango (chiamiamolo fango…) il loro stesso preteso “prestigio”, la loro rimanente “autorevolezza e credibilità” in questo sporco esercizio di menzogne e forzature. Non si deve dimenticare Schultz (il Kapò), giunto ad auspicare ad alta voce un “cambio di regime”, la sostituzione del governo di Atene con una giunta di “tecnocrati” (alla Mario Monti, pensava). Ebbene: più questi esseri meschini e falsi insistevano a far paura al greco, più la piccola gente si convinceva che votare No era la sola risposta degna possibile. E poi, accada quel che accada.
    Credo che il punto di svolta sia stato quando Varoufakis ha parlato di “terrorismo UE” ed ha detto: “Questa è una guerra”. I greci sanno cosa vuol dire guerra. Secoli di dominio turco combattuto senza sosta sulle montagne, le guerre greco-turche, l’ occupazione tedesca dell’ultimo conflitto… Per il greco, guerra significa abnegazione davanti a forze schiaccianti, coraggio davanti a un nemico cento volte più grosso, sacrificio nella più avversa condizione, indurire la volontà. Piccola e povera, quella greca è ciò che noi italiani non siamo: una nazione.
    Mai sottovalutarla, una nazione montanara. “Spezzeremo le reni alla Grecia!”, disse quel tale. Finì come sappiamo.
    Adesso, gli sporchi e indegni trucchi che dovevano indurre i greci a voltare le spalle ad un governo Syriza di estrema sinistra, hanno avuto l’effetto contrario: far votare per Syriza anche quelli che non l’avevano votato l’altra volta. Tsipras aveva una maggioranza risicata, tanto che ha dovuto fare un governo di coalizione; adesso il suo popolo gli ha dato una maggioranza del 61% ed una legittimità assoluta, che nessun politicante o tecnocrate si sogna in Occidente.
    E non dite che non cambia nulla (vedo i commenti sui blog), perchè i debiti vanno pagati e perché i creditori sono sempre ed ancora i più forti. I greci lo sanno benissimo, che avendo dato a Tsipras un mandato così forte, con un atto sovrano così coraggioso, non hanno ancora risolto niente. Che è solo la preparazione alle battaglie future. Che ci saranno altri mesi ed anni da sacrificarsi, tirar la cinghia e fare con i soldi pochi pochi… ma finalmente, per uno scopo. E con una prospettiva futura. Quella che i creditori non hanno offerto, nella loro avarizia da bottegai. In questa “guerra”, hanno una fortuna che noi ci siamo sempre sognati invano, in Italia: hanno fiducia in Tsipras e Varoufakis. Nella lotta chiamata “negoziato” con i bottegai e criminali, non sono stati esenti da errori; ma hanno mostrato una dote che nessun politico italiano ha mai ritenuto utile alla “politica”, e nemmeno minimamente ha provato a darsi.
    Questa dote si chiama – udite udite – “coraggio”. Ci sono momenti in cui la politica, la democrazia, richiedono atti di coraggio. L’accettazione del rischio, lo sprezzo del pericolo. E quelli, piaccia o no, ce l’hanno. Perciò hanno riscosso il rispetto del proprio popolo. Varoufakis si è dimesso? Una mossa deliberata, palesemente predeterminata, che fa’ intravvedere un disegno politico energico e complesso. Nella trattativa, non piaceva ai poteri arroganti e idioti. Non piaceva perché è competente, sa di cosa parla, e – fatto imperdonabile nella fattoria degli animali che è diventata la UE – diceva la verita: una verità che quelli non vogliono sentire, perché altrimenti tutto il loro sistrema – il sistema dei debiti impagabili, alimentato da sempre nuovi prestiti ad alti tassi – va’ a farsi fottere. Va bene, Varoufakis sa di essere un ostacolo per i malmostosi, e si toglie di mezzo. Naturalmente Tsipras e l’altro ministro che lo sostituirà non mancheranno di ascoltarlo, di tanto in tanto.
    Dite che la Grecia non può sperare di vincere contro questi stra-potenti? Ma una cosa ha già ottenuto col suo coraggio e la sua accettazione del sacrificio. Che per schiacciare questo piccolo verme, la Tecnocrazia eurocratica s’è tolta ogni maschera – la maschera dell’oggettività, della “scientificità”, del “qui nella UE tutti sono uguali”, del “noi tecnocrati siamo apolitici”. Adesso sappiamo che cosa c’è dietro questa maschera: la menzogna, l’incompetenza, l’incapacità di pensare, e la pretesa “scienza” al servizio dei poteri più forti contro i deboli. Dite che non è molto? Attenzione. Vedo già un titolo sul Pais, il cosiddetto molto autorevole giornale spagnolo: “¿Y si Varoufakis tuviera razón?”, e se Varoufakis avesse ragione?. Grecia: ¿Y si Varoufakis tuviera razón? | Internacional | EL PAÍS
    Varoufakis “ha” ragione. Ma è il suo coraggio che induce a fare la domanda, in Spagna. Nella Spagna di Podemos ho una certa speranza; c’è da qualche parte nel cuore iberico corrotto dal consumo dozzinale ed ora umiliato dagli usurai europoidi, l’antico coraggio. Ci sono gli inglesi che dovranno presto andare a referendfum: restare in questa Europa? Ho una certa fiducia: gli inglesi sanno riconoscere una dittatura, quando ne vedono una. Ho visto come ha reagito Marine Le Pen: “Il No del popolo greco deve preparare la via per un nuovo, sano corso. I paesi europei devono trar vantaggio da questo evento per unirsi attorno al tavolo di negoziato, prendere atto del fallimento dell’euro e dell’austerità, e organizzare la dissoluzione della moneta unica, necessaria per tornare alla vera crescita, al pieno impiego e alla riduzione del debito”.


    Ho una certa fiducia che in tanti paesi il coraggio di questo piccolo popolo abbia messo in moto idee di coraggio, evolontà di mettere fine ad un sistema radicalemnte s bagliato, ormai tramutato in una dittatura molle ma inumana. Naturalmente non mi aspetto nulla dall’Italia. Il flaccido gigante che siamo sta al guinzaglio della Merkel. Per il privilegio di non essere mai consultati, e di poter mandare il vero servo di nome Padoan a riunioni dove Angela ed Hollande hanno già deciso, abbiamo versato “per la Grecia” 40 miliardi; non per la Grecia ma per le banche tedesche e francesi. Con 4 0 miliardi, da soli, la Grecia l’avremmo risanata, visto che il suo debito iniziale era di 33. Adesso perdiamo quei 40: li rimborseremo noi contribuenti. Ma che dico? Quante cose abbiamo accettato da quei padroni, quanti rospi ed umiliazioni. Quante ingerenze ed illegalità. Tutti i greci un po’ informati mi hanno rievocato di come Draghi fece cadere il govero Berlusconi con un golpe, aumentando lo spread, e poi con la complicità di Napolitano e della Merkel ci hanno appioppato tre “non eletti” scelti da loro, per far pagare a noi i mali investimenti di lorsignori…tanti greci mi hanno chiesto come avevamo reagito, noi, a quella chiara violazione delle norme democratiche. Come? Noi – ho dovuto rispondere – abbiamo applaudito la caduta di Berlusconi, Noi abbiamo adulato il vero, solenne cretino che ci hanno messo al suo posto, Mario Monti, e i due che lo hanno seguito…Anzi, lo stesso personaggio che s’è fatto togliere il posto da Draghi, non ha reclamato per essere stato cacciato in quel modo odioso, lui che la maggioranza del popolo italiano aveva votato. Nemmeno Berlusconi è mai stato sicuro del so buon diritto, ha avuto salda l’idea della propria legittimità: e purtroppo, va’ detto, con buoni motivi.
    Quante cose abbiamo tollerato da questi cialtroni. Perché noi, abbiamo paura. Perché non siamo una nazione. Perché il coraggio, uno, non se lo può dare.
    Sicché adesso siamo assenti a questo frangente della storia. Un momento che – nella speranza e nell’auspicio – mi ricorda quella scena che dicono avvenuta a Versailles:
    “C osa sono queste grida? E’ una rivolta?”
    “No Sire. E’ una Rivoluzione”.
    Speriamo che lo sia. Speriamo negli altri: in Podemos, negli Inglesi, nel Front National… che ci liberino dalle catene che ci siamo noi stessi stretti alle caviglie. Forse non ce la faranno, ma noi – questo flaccido paese grosso debitore, che Berlino ha voluto nell’euro perché fuori avrebbe costituito una concorrenza temibile – noi, non ci saremo.


    Note

    • “Non esiste attualmente alcuna procedura che consenta di escludere un paese dall’Unione Economica e Monetaria (…) Ogni decisione di viuolare le regole contro un paese particolare costituisce una minaccia per l’insieme dei membri dell’Unione. Bisogna dunque esesre chiari: la decisione presa dall’Eurogruppo potrebbe significare, a termine, la morte dell’Unione Europea. Il governo greco sarebbe dunque ben motivato a denunciare la Commissione e il Consiglio sia davanti alla Corte Europea di Giustizia, ma anche alla Corte internazionale dell’Aiia” (Jacques Sapir, Tyrannie Europeenne? Tyrannie européenne ? | RussEurope) ma anche Stiglitz, « Europe’s attack on Greek democracy », le 29 juin 2015,http://www.project-syndicate.org/commentary/greece-referendum-troika-eurozone-by-joseph-e–stiglitz-2015-06.



    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

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    Predefinito Re: Piccola, coraggiosa nazione.

    Tsipras oggi ha riunito TUTTI i partiti politici e va a Bruxelles, forte del 61,5%, con proposte approvate da TUTTI i partiti greci.
    Sono curioso di vedere come potranno non ascoltarlo.
    Questo è possibile in Grecia (popolo), da noi impensabile (pulcinella).
    Qui dalla prima questione sino all'ultima ci sarebbero stati mille rifiuti e diecimila distinguo.
    Non c'è niente da fare.
    Se non un bel taglio!
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

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    Predefinito Re: Piccola, coraggiosa nazione.

    Il sistema insindacabile di oppressione in Europa

    Maurizio Blondet8 luglio 20152 Comments
    Una voce da Bruxelles, riportata da Dedefensa: “Fino a qualche anno fa, la consegna fra i funzionari dirigenziali era di essere più discreti possibile, specie nel caso delle auto di servizio ( …). Da qualche mese è un diluvio nell’altro senso: enormi 4×4, SUV, eccetera – si direbbe che i nostri famosi fabbricanti tedeschi non cessino di fabbricarne di sempre più grossi, più massicci, più blindati, specialmente concepiti per i funzionari – Juncker è un campione in questo campo – che sembrano sempre più delle fortezze semoventi, blindati di inaudita potenza e lusso, intoccabili, coi vetri oscurati, che si muovono in lunghi convogli come dei cingolati russi che invadessero l’Ucraina…”.
    Insomma han buttato la maschera e adottato lo stile di ostentazione che è parte dello stile di vita degli oligarchi criminali dell’Est europeo. Istruttivo il particolare dei vetri oscurati, un tempo tipico della Nomenklatura sovietica. Il privilegio di un potere che non deve rispondere di sè.
    A Bruxelles dunque ostentano e sfoggiano, sgavazzano e sbevazzano, sicuri che il sistema in cui hanno trasformato la “speranza europea”, la celebrata “utopia di Altiero Spinelli” (capirai…) oggi prigione dei popoli, durerà. L’euro non si spaccherà, l’oligarchia non sarà mai minacciata dalla democrazia nè dalla rivolta dal basso. I tecnocrati e i politici sono sicuri che non dovranno mai abbassare l’arroganza. Si sentono, si sanno garantiti da uno che sta al disopra di loro. L’Insindacabile, lo chiameremo. E che è il vero vincitore nella tragedia dei greci.
    Il sistema posto in atto dall’Insindacabile ha regalato molto ai suoi complici.
    Cosa ci ha guadagnato Berlino

    Per esempio ai politici irresponsabili, in Grecia come in Italia, che hanno potuto indebitare il paese (e i cittadini) ai tassi artificialmente bassi che regalava loro la unione monetaria, spandendolo in lussi, clientelismi, corruzioni e spreco per gli “amici”. La Germania ha avuto la sua epoca di grande successo economico all’estero (l’export costituisce ormai quasi il 50% dei suo Pil) perché l’euro è stato creato – per definizione – per essere più deboledel marco tedesco; così Berlino ha portato via a manbassa quote di mercato all’Italia, per la quale al contrario l’euro è sopravvalutato. Certo, sono proprio i cumuli di valuta di cui gli esportatori tedeschi hanno riempito le loro banche all’origine del disastro finanziario. Il perché spero sia chiaro: per le banche, i depositi dei clienti sono un “passivo”, che le obbliga a perseguire in modo esponenziale l’incameramento di “attivi”. Per la banca, “attivi” sono gli interessi che lucra dalla moneta che crea dal nulla, indebitando persone, aziende, stati; più la banca ha in pancia depositi, più deve moltiplicare il credito, di nove, dieci, venti volte non so. Nel caso, le banche tedesche indebitarono fino al collo la Grecia. Comprarono senza limiti i loro titoli pubblici: perché davano rendimenti più alti, perché erano emissioni di un Tesoro europeo, e dunque valevano “come contanti” da offrire come garanzia (collaterale) per le speculazioni più osèes, i derivati più fantastici (da cui estrarre altre rendite).
    Prestavano troppo, e lo sapevano benissimo, ad un debitore che non poteva pagare. La Grecia è stato un creditore sub-prime; come nel caso dei sub-prime americani, le cui banche hanno prestato a messicani e ragazze madri disoccupate perché si comprassero a rate auto che non si potevano permettere; quei pessimi debiti le banche mica se li tenevano in pancia, li hanno mescolati e riaffetttati in “titoli di debito” che hanno sbolognato ad altri enti, specie ai Fondi pensione, promettendo: danno interessi alti, approfittatene. Appena le ragazze madri non hanno potuto pagare la seconda rata, le banche d’affari si erano già liberate dei loro impegni. Con la Grecia, le banche tedesche e francesi hanno fatto esattamente la stessa cosa, ma più grave: si sono liberate del rischio trasferendolo sugli stati, ossia sui contribuenti europei. I danni privati, che le banche avrebbero dovuto subire come meritata punizione del loro cattivo, irresponsabile “investimento”, sono diventati debiti pubblici. La tabella qui sotto illustra il successo della operazione.

    Naturalmente questo trucco è stato esaltato e spiegato dai media come “salvataggio delle Grecia” (bail-out). Con l’accusa moraleggiante alla Grecia di “vivere al disopra delle sue possibilità”. Come oggi dice persino D’Alema (doveva dirlo nel 2012), quei soldi dei salvataggi non andavano in Grecia: la BCE li ha creati dal nulla per acquistare a man bassa i titoli di debito greci in pancia alle banche tedesche e francesi. Hanno riempito di quattrini le banche. Applausi del media.
    Alla Grecia, restavano da pagare solo gli interessi su questi “nuovi prestiti” che riceveva sulla carta ma venivano immediatamente dati alle banche. Interessi sempre più salati, perché il debito pubblico greco saliva e saliva, sicché il debitore diventava inaffidabile – se voleva nuovi salvataggi, doveva pagarli sempre più caro.
    Per questo Varoufakis ha detto: “Mi taglio il braccio piuttosto che firmare la richiesta di un nuovo prestito”.
    E’ così che il debito greco è diventato quello che è:

    Il tutto aggravato dalla austerità che i tedeschi, con la Merkel ma tutti quanti, hanno imposto alla Grecia: austerità! Austerità! Tagliare! Effetto: il Pil è sceso, sicché il debito in rapporto al Pil, meccanicamente, è salito.
    Lo stesso è stato imposto ai paesi periferici, fra cui il nostro: fate le riforme, austerità, compiti a casa. L’effetto è la crescita del debito in rapporto al Pil. Noi eravamo già indebitati fino al collo; ma la Spagna aveva un rapporto debito Pil del 60%, prima dei salvataggi greci…

    Perché i nostri politici, gli eurocrati col SUV, i banchieri centrali hanno preferito salvare le banche anziché i cittadini e gli stati? C’è qui pronta, grazie a Zero Hedge, una teoria del complotto.

    La mappa è un po’ vecchia e mancano alcune foto: Prodi, Padoan ad esempio. Anche loro ex (?) dipendenti Goldman Sachs. E’ ovvio che la loro logica sia quella di accollare le perdite della finanza ai cittadini. Hanno imparato lì.
    Mario Draghi è stato vice-presidente e direttore esecutivo (non una carica cerimoniale, dunque) di Goldman Sachs International dal 2002 al 2005. Goldman Sachs è stata la banca d’affari che – dietro compenso milionario – ha aiutato Atene a truccare i conti per entrare nell’euro senza averne le condizioni: un intorcinato procedimento che comprendeva un prestito di 2,8 miliardi di euro fatto da Goldman al governo ellenico, fatto passare però non per debito ma per “ un derivato swap tra un debito denominato in dollari e yen emesso dalla nazione contro euro usando un tasso di cambio storico”, come ha cercato di spiegare Bloomberg (non chiedetelo a me). Era il 2001.
    Nel 2012 – Mario Draghi era da poco assurto alla massima poltrona BCE – un noto giornalista di Bloomberg, Mark Pittman, intentò azione giudiziaria contro la Banca centrale europea, per ottenere l’ingiunzione, sotto il Freedom of Information Act, a vedere due documenti interni dello Executive Board (sei membri) della BCE, che dimostravano che la BCE era al corrente del trucco, e tuttavia – cvon Eurostat – non l’aveva smascherato…
    La risposta della BCE fu negativa: “La Banca Centrale Europea non può rilasciare documenti che mostrino come la Grecia ha usato i derivati per celare il suo indebitamento, perché la divulgazione infiammerebbe la crisi minacciando il futuro della moneta unica”. Zero Hedge sospetta, chissà come mai, che sia stato Mario Draghi in persona a respingere la richiesta di Bloomberg perché (cito) “la persona che supervisionò e personalmente avallò la perpetuazione della menzogna greca non è altro che l’allora vice presidente e direttore esecutivo di Goldman Sachs International – l’uomo che oggi è a capo della BCE”.
    E’ un sospetto da cui energicamente ci dissociamo. Anche perché i media non ricordano mai la strana e dubbia circostanza, diciamo il forte puzzo di conflitto d’interesse, che emana dalla figura del venerato governatore. I media rispettano i vetri oscurati.
    Piuttosto, riferisco che Goldman Sachs è venuta alla luce con una propria teoria del complotto: secondo lei, Mario Draghi ha interesse a far fallire la Grecia e a sbatterla fuori dell’euro, perché così avrebbe l’opportunità di stampare a manetta (quantitative easing) con la scusa di “prevenire il contagio”, in realtà perché il quantitative easing che sta operando a tutto vapore da due mesi – sembra anche per occulte operazioni contrarie della Bundesbank [ http://www.rischiocalcolato.it/2015/...-e-cina.html]- non ha effetti sull’economia reale: i finanziamenti ad imprese e famiglie non crescono, nè si svaluta l’euro sul dollaro, nè cresce l’inflazione (ferma sullo 0,3%), essenziale per “diluire” i debiti. La deflazione-recessione e depressione continua.
    Zero Hedge traduce il progetto così: “La Grecia deve essere distrutta, perché l’euro e l’eurozona sia salvata (con ulteriore quantitative easing)”.
    Siamo in mano a una setta

    Non sapremmo dire se è vero. Ma quando Goldman esce con teorie del complotto, si deve tendere a crederle, perché è onnisciente e perché dovrebbe avere ancora da qualche parte il numero del cellulare del primo Rettiliano.
    Non c’è che da ripetere le parole di Marine Le Pen, la politica più cosciente di quel che è in gioco nella crisi greca: “Gli europei devono decidere se vogliono vivere in democrazia, o se accettano di vivere sotto quella che appare ogni giorno di più come una setta”. Proprio così ha detto: “L’Unione Europea è divenuta una vera setta dove si passa dal lavaggio del cervello, alle minacce, al ricatto permanente”.

    La piccola, coraggiosa nazione siamo tutti noi popoli europei.
    O noi o loro!
    E loro non sono i Greci!

    Ultima modifica di ventunsettembre; 08-07-15 alle 23:15
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

 

 

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