LA CRISI DI ATENE
Grecia, il Fondo monetario:
«possibili impatti anche sull’Italia»
Il rapporto sull’Italia completato però prima del referendum greco: «Preoccupazione per le implicazioni di lungo termine ma le esposizioni dirette dell’Italia sono limitate»
di Redazione Economia
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«Sviluppi avversi in Grecia potrebbero avere un impatto sostanziale sull’Italia con effetti sulla fiducia, ma le esposizioni dirette sono limitate». È quanto si legge nel rapporto sull’Italia completato dallo staff del Fondo monetario internazionale il 16 giugno scorso in seguito alle consultazioni condotte dal 5 al 18 maggio con le autorità italiane. Ben prima quindi, del referendum di Atene in cui ha vinto il «No» ma nel pieno della trattativa che è poi saltata sull’annuncio del premier greco delle consultazioni.
Il rapporto
Il rapporto dell’Fmi è stato presentato al board esecutivo dell’istituto di Washington per un’analisi il primo luglio scorso. E bisogna sottolineare che gli esperti del Fondo citano la crisi della nazione ellenica tra i rischi al ribasso per l’Italia. In generale i rischi all’outlook italiano sono «ampiamente bilanciati». E nel breve termine, ha aggiunto lo staff dell’Fmi guidato da Christine Lagarde, «i rischi di contagio derivanti da sviluppi avversi in Grecia sono visti come limitati. C’e’ tuttavia «più preoccupazione per le implicazioni di lungo termine, se la percezione dell’irreversibilità dell’Area euro dovesse cambiare in modo permanente». Ma questo, a quel punto, è un problema che potrebbe riguardare tutta l’Eurozona. Nel frattempo proprio Lagarde, lunedì sera, ha sentito per telefono Alexis Tsipras. Se da una parte il Fondo monetario si è detto «disponibile ad aiutare il Paese se lo chiedesse», dall’altra parte Lagarde ha tenuto a specificare che l’istituto di Washington potrebbe fornire nuova liquidità alla Grecia solo ed esclusivamente dopo che Atene avrà pagato gli arretrati. Il 30 giugno scorso infatti è scaduta la rata dell’Fmi che la Grecia non è riuscita a pagare.
L’Italia
L’economia italiana, invece, secondo il rapporto dell’Fmi, «sta emergendo gradualmente da una prolungata recessione» ma «la ripresa è ancora fragile». Pur lodando le autorità italiane per «le azioni politiche coraggiose che, insieme con le azioni a livello europeo hanno contribuito al rilancio dell’economia italiana e hanno migliorato la fiducia», «le prospettive di medio termine sono tenute a freno da colli di bottiglia strutturali, alta disoccupazione, bilanci deboli e un debito pubblico elevato». Il Fondo monetario internazionale ha apprezzato le riforme italiane, a partire dal Jobs Act, ma chiede di attuarle e completarle accanto alla ripartenza delle privatizzioni. Il messaggio che giunge da Washington ricalca sostanzialmente quanto detto lo scorso maggio al termine della missione in Italia del team del Fondo. L’Italia deve avere un bilancio pubblico più leggero, ribadiscono gli economisti Fmi, alleggerendo il carico fiscale su capitale e lavoro da un lato, riducendo la spesa pubblica, a partire da quella corrente, dall’altro. Il quadro macroeconomico tratteggiato dal Fondo conferma, in linea con i dati di maggio, una crescita dello 0,7% quest’anno e dell’1,2% il prossimo, penalizzata dalle strozzature del sistema Italia. Rispetto alle stime di finanza pubblica del World economic Outlook di aprile, aumentano lievemente i numeri del deficit, diminuiscono quelli del debito. Nel dettaglio la stima deficit/pil 2015 sale a 2,7% da 2,6% di aprile, quella 2016 a 2,1% da 1,7%. Il rapporto debito/pil 2015 scende a 133,3% da 133,8%, quello 2016 a 132,1% da 132,9.
7 luglio 2015 | 10:18
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Grecia, il Fondo monetario: «possibili impatti anche sull’Italia» - Corriere.it