Originariamente Scritto da
Ottone-I
Dall'articolo postato da
Kavalerists
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La proposta greca è invece, con ogni evidenza, una mediazione: cioè una cosa che sta da qualche parte tra le vecchie richieste di Atene e le vecchie posizioni dei creditori. Intanto, le precedenti condizioni dei creditori erano legate all'erogazione dell'ultima tranche di aiuti del secondo memorandum, quindi poco più di 7 miliardi: mentre queste proposte sono la contropartita per un piano di tre anni (fino a metà del 2018) e valgono un prestito di 53,5 miliardi. È una differenza notevole e somiglia a ciò che ripeteva Tsipras: basta con questo stillicidio ogni tre mesi di scadenze e prestiti (quindi ricatti), dateci tempo. Per dopo il 2018 - quando sarà finito il prestito da 53,5 miliardi che in questi tre anni permetterebbe ad Atene di rispettare le scadenze senza affanni - la Grecia chiede di ridiscutere con le istituzioni la tempistica delle successive restituzioni, senza però parlare di riduzione dell'entità del debito.
Entrando nelle cose più tecniche: per le famose agevolazioni fiscali nelle isole, la Troika voleva l’eliminazione completa e immediata, mentre Tsakalotos dice che l'abolizione partirà a ottobre e verrà applicata gradualmente fino alla fine del 2016, oltre a escludere alcune delle isole. Poi: i creditori volevano l'Iva al 23 per cento per alberghi e ristoranti, Tsipras le voleva entrambe al 13, la proposta di oggi è 13 per gli alberghi e 23 per i ristoranti. Anche per l'intervento sulle pensioni il governo greco prevede un po' più di tempo (cambiamenti progressivi fino al 2022) rispetto alle ultime richieste dei creditori. Sulle spese militari (l'unico settore in cui personalmente preferisco la proposta della Troika) la Grecia propone un taglio minore e più graduale rispetto al piano Juncker. Tsipras si tiene poi le mani libere per quanto riguarda le norme sul lavoro (contrattazione collettive e licenziamenti di massa) posponendo ogni decisione in merito all'autunno, quando avrebbe già incassato i 53,5 miliardi che gli darebbero fiato per tre anni.
La parte finale del documento è sulle privatizzazioni (porti e aeroporti) e questa invece è un'accettazione quasi completa delle richieste della Troika - del resto a comprarsi gli aeroporti greci sono già stati e saranno ancora aziende tedesche.
3. Decenza e indecenza
A questo punto naturalmente ciascuno può farsi un'idea sulla qualità di questa mediazione, cioè se è troppo al ribasso o no. A me sembra evidente che è diversa rispetto al programma elettorale di Syriza (basti pensare alle privatizzazioni, ma anche al mancato haircut quantitativo del debito)
tuttavia credo anche che - se accettata - consentirà a Tsipras di realizzare buona parte di quelle politiche di welfare per le fasce sociali più basse che peraltro ha già iniziato a fare, anche se in Italia non lo scrive quasi nessuno. Politiche di welfare che i precedenti governi greci non hanno mai fatto e che la Troika voleva impedire, specie quando ha tentato di mandare a casa Tsipras con le violente pressioni per il sì al referendum. Buona o meno buona che sia questa mediazione, consiglio comunque di tacere a tutti quelli che si definiscono di sinistra e che in Europa si sono appiattiti sulla Merkel. Perché si tratta in ogni caso di una mediazione più decente della loro totale resa culturale e politica. (...)