9. L’anima umana è stata creata incorruttibile, immortale perché cosìDio ha voluto. Proprio sulla base di una creazione intesa come libero e consapevoleatto divino Tommaso può affermare che Dio può aver voluto le creatureesistenti ab aeterno o con inizio. Ora però, dice l’Angelico,50 dato che lacreazione dipende dalla libera volontà divina e che a noi non è concesso ‘leggere’nella sua volontà, non possiamo dimostrare razionalmente se il cosmosia stato fatto «nel tempo», cioè «in principio», o se è stato creato dall’eternità.Possiamo credere che il mondo abbia avuto inizio nel tempo, ma questaè una verità di fede che non può essere tramutata in una verità di ragione.«E è utile – dice Tommaso – sapere questo, affinché, presumendo di poter dimostrareciò che è della fede, non vengano addotte ragioni inconcludenti, che offrirebbero motivodi disprezzo a coloro che non credono, in quanto essi penserebbero che sono quelle leragioni per cui accettiamo la nostra fede».Da lì a poco tempo, intorno al 1271,51 questa posizione, insieme adaltre, porterà Tommaso allo scontro con i teologi francescani, i quali, comeabbiamo già detto, fondavano la dottrina della creazione proprio sulla dimo-48 Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae, I, q. 119, a. 2; De Potentia, q. III, a. 9. Per Tommasomediante le Virtus semis i genitori trasmettono il peccato originale alla prole (cfr. De Malo, q. III, aa.6, 7; Summa Theologiae, II, q. 81-83). 49 Tommaso d’Aquino, Contra Gentiles, II, cap. 87. 50 Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae, I, q. 46, a. 2. 51 Sono gli anni in cui Sigieri di Brabante diede vita ad una nuova corrente di pensiero, l’averroismo,che aderiva ad alcune fondamentali tesi proposte da Averroè nella sua interpretazione di Aristotele. Il concetto di creazione in Tommaso d’Aquino 253strazione filosofica della creazione del mondo nel tempo. Per Tommasoinvece, essendo la temporalità delle creature un articolo di fede, è possibileporre la questione se il mondo possa essere eterno. Infatti, l’ipotesi dellaeternità del mondo, dal punto di vista di Tommaso, non contraddice i dogmidella fede, né va contro alla ragione: ciò significa che eternità e creaturalitànon si oppongono, non sono concetti contraddittori. Questa posizione èposta a fondamento dell’opuscolo De aeternitate mundi contra murmurantes(1271),52 in cui i murmurantes sono i teologi agostiniani, ma già nelDe Potentia (1265-1268), cioè prima dello sontro con i teologi agostiniani(1271), egli si mostra di questo parere. Nel quattordicesimo articolo dellaterza questione del De Potentia, si afferma che l’universo, non essendonato per un processo di movimento ma per un atto creativo, non necessitache Dio sia esistito prima di esso. È possibile che l’effetto (l’universo)esista simultaneamente alla sua causa, cosicché non vi è contraddizionenell’affermare che l’effetto di un atto creativo esista fin dall’eternità, e quindil’universo sarebbe potuto esistere da sempre se Dio così avesse voluto. Mal’eternità del mondo non la possiamo dimostrare, in quanto la sua esistenzadipende dalla libera volontà divina.A questo punto possiamo passare alle argomentazioni del De aeternitatemundi. Con il primo argomento l’Angelico si oppone a coloro che, control’eternità del mondo, vogliono dimostrare che l’agente deve necessariamenteprecedere nel tempo il proprio effetto. In questa opposizione egli riproduceun’argomentazione simile a quella che abbiamo appena considerato a propositodel De Potentia: «Dio è una causa che produce istantaneamente ilproprio effetto, e non per mezzo di un movimento, dunque non è necessarioche preceda il proprio effetto nel tempo». Ad esempio, dice Tommaso, ilfuoco nel momento in cui esiste scalda. Inoltre (secondo argomento) crearesignifica produrre l’essere dal nulla, quindi prima della creazione non c’è ilnulla ma Dio che crea le cose dal niente, cioè da nessuna materia preesistente.Questo «nulla» non deve essere entificato.A Tommaso preme far intendere come deve essere intesa l’espressioneex nihilo, a questo fine si appoggia a quanto Anselmo d’Aosta dice nelMonologion: «Il terzo modo di interpretare l’affermazione che una cosa èfatta dal nulla, si ha quando si intende che è stata fatta, ma manca ciò dacui è stata fatta». Così, dice l’Angelico, non si ponga alcuna relazione fraciò che è stato fatto e il nulla «nel senso che ciò che è stato fatto sarebbenecessario che prima fosse nulla e subito dopo fosse qualcosa»,53 quindi,I teologi francescani, nel timore di veder compromesse certe dottrine di Agostino e con esse le verità difede, si opposero alla adesione dei sigeriani alla concezione naturalistica di Aristotele. Essi sentironopoi l’esigenza di combattere l’aristotelismo dei domenicani diffuso da Alberto Magno e da Tommasod’Aquino. 52 A questo riguardo: E. Bertola, Tommaso d’Aquino e il problema dell’eternità del mondo, in«Rivista di filosofia neoscolastica», 66 (1974), pp. 312-355; Tommaso d’Aquino, Opuscoli filosofici,Roma 1953, pp. 137-155. 53 Tommaso d’Aquino, De aeternitate mundi contra murmurantes, in Opuscoli filosofici, Milano1982, p. 188.254 Vereno Brugiatellianche ritenere che una creatura sia sempre esistita non significa che essain qualche tempo sia stata nulla, non avendo in sé la ragione della propriaesistenza e ciò anche se fosse stata creata dall’eternità. Questo significache tra Dio e mondo non c’è un rapporto di equivalenza, altrimenti Diosarebbe il mondo; ma non c’è pericolo di panteismo o immanentismo, datoche Dio ha in sé la ratio essendi mentre il mondo no. Ma se si dice cheDio è eterno e anche il mondo è eterno non si corre ugualmente il rischiodi cadere nell’immanentismo? Tommaso dice no, in quanto l’eternità di Dionon è l’eternità del mondo: anche ammessa l’eternità del mondo, l’eternitàdi Dio esclude il divenire (siamo nel terzo argomento del De aeternitate),è l’eternità senza passato né futuro: Dio è fuori dal tempo, Egli possiedetotalmente e simultaneamente, in un unico atto infinito ed eterno, il proprioessere. L’eternità del mondo (ammesso che sia eterno), invece, ammetteil divenire: il mondo esiste nel tempo e col tempo, il tempo è il modo diessere di tutte le cose naturali. In questo modo il Dottor Angelico distinguel’Assoluto dal divenire, dal mondo. Da questo punto di vista, la trascendenzadi Dio è garantita anche nel caso in cui si dica che il mondo potrebbe esserestato creato dall’eternità.Ma l’eternità del mondo comporta il numero delle anime (quarto argomento):se il mondo è sempre esistito necessariamente, il numero delle animedeve essere infinito. Tommaso risponde che Dio avrebbe potuto creare ilmondo senza uomini e animali; oppure creare gli uomini in un determinatomomento e non dall’eternità, per cui il numero delle anime non sarebbeinfinito. Inoltre, egli aggiunge, non è stato dimostrato se Dio possa fare inmodo che esistano infinite cose in atto. La creazione è un libero atto dellavolontà divina e non un processo necessario, quindi il Creatore può volere lecreature a proprio piacimento: come esistenti ab aeterno oppure con inizio,«nel tempo». A quanti sostenevano che dall’eternità della volontà divinadeve necessariamente seguire un effetto eterno, Tommaso, in diverse opere,54risponde che Dio, nella sua infinita libertà, può anche volere eternamenteche qualcosa sorga in un determinato momento. La creazione dipende dallalibera volontà di Dio, ma la nostra ragione non è in grado di penetrare il suovolere, quindi, che il mondo abbia avuto inizio nel tempo rimane un articolodi fede. Ma, con la ragione, abbiamo visto che per Tommaso è possibiledimostrare che Dio è libero e consapevole creatore di tutto l’universo. Eccoallora che egli dimostra che la creazione consiste in quell’atto d’amore conil quale Dio ha donato l’essere a tutte le cose, dimostra che l’essere donatoalle cose è un essere nuovo, distinto da quello del Creatore, ciò in quantoè stato creato ex nihilo da colui che è l’essere. In questo senso il Creatoretrascende il creato. Ora però se il mondo una volta creato fosse stato lasciatoa se stesso, se il Creatore avesse dimenticato la sua creatura, l’universo nonavrebbe senso, né valore, né scopo, ma Tommaso dimostra che Dio ama54 Tommaso d’Aquino, Contra Gentiles, II, cap. 35; De Potentia, III, q. 17; Summa Theologiae,I, q. 46, a. 1.Il concetto di creazione in Tommaso d’Aquino 255il mondo e per questo ordina e regge tutte le creature in vista di quel fine cheè Egli stesso. D’altra parte però, se il mondo non avesse una propria autonomia,una propria perfezione, un proprio spessore ontologico, non sarebbe,o meglio, sarebbe solo una pallida ombra. Ma Tommaso dimostra, sullabase della libera creatio ex nihilo, non solo che le creature veramente sono,veramente agiscono, effettivamente possiedono valore e capacità causativa,ma anche che le creature umane sono dotate di libero arbitrio.