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    Arrow Intercettazioni Renzi-Adinolfi, Boschi: nulla di nuovo, grave pubblicarle


    Nulla di segreto, nulla di nascosto, nulla di nuovo”. Il question time di ieri pomeriggio alla Camera che ha visto Maria Elena Boschi sedere sul banco degli “imputati” a nome del governo si potrebbe riassumere in queste tre proposizioni. Brevi, meccaniche, quasi urlate.*
    L’interrogazione – presentata da ben 94 deputati del Movimento 5 Stelle (tra cui Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Carla Ruocco, Fabiana Dadone, Riccardo Nuti, Roberto Fico, Danilo Toninelli) – chiamava il governo a rispondere delle intercettazioni uscite sul Fatto Quotidiano venerdì scorso tra l’ex sindaco di Firenze e oggi Presidente del Consiglio Matteo Renzi e l’allora comandante interregionale della Guardia di Finanza di Emilia-Romagna e Toscana Michele Adinolfi. Le telefonate sono finite nelle carte dell’inchiesta della procura di Napoli sulla metanizzazione della Cpl Concordia in cui lo stesso Adinolfi era indagato per una presunta fuga di notizie, poi successivamente archiviato su richiesta dello stesso pm Henry John Woodcock.*
    Nardella-Adinolfi

    In una prima intercettazione ambientale viene registrato un pranzo risalente al 5 febbraio 2014 alla Taverna Flavia di Roma in cui il vicesindaco di Firenze Dario Nardella, Michele Adinolfi, il boiardo di Stato Vincenzo Fortunato e il Presidente dei medici sportivi Maurizio Casasco, intavolano una chiacchierata informale sulle vicende politiche di stretta attualità. Ad un certo punto Adinolfi (oggi numero due delle fiamme gialle) riferisce di una presunta ricattabilità del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano tramite scottanti informazioni riguardanti il figlio Giulio, così “l’ex capo della polizia Gianni De Gennaro e (Gianni, ndr) Letta ce l’hanno per le palle”. Sul pranzo il ministro per le Riforme e i rapporti con Parlamento Maria Elena Boschi ha riferito in aula che “il governo non ha nulla da dire” poiché nella vicenda non è coinvolto alcun membro dell’esecutivo.
    “Rimpastino sicuro”

    In una seconda intercettazione – risalente all’11 gennaio 2014, trentanovesimo compleanno di Renzi – i pm captano una conversazione tra l’allora sindaco di Firenze e Adinolfi in cui, dopo gli auguri di circostanza, il generale della guardia di Finanza chiede a Renzi se fossero vere le voci su un possibile “rimpastino” di governo come annunciato dai giornali dopo la vittoria del sindaco di Firenze alle primarie del Pd. “Si?, si? – risponde sicuro l’attuale premier – rimpastino sicuro. Rimpastone, no rimpastino! Il problema e? capire anche… se mettere qualcuno dei nostri…”.
    Renzi: “Lui (Letta) è proprio incapace…”

    Poi – tra le righe del dilemma sulle dimensioni del rimpasto – spunta fuori un giudizio di Renzi sull’allora Presidente del Consiglio Enrico Letta: “E sai, a questo punto, c’e? prima l’Italia, non c’e? niente da fare. Mettersi a discutere per buttare all’aria tutto, secondo me alla lunga sarebbe meglio per il Paese perche? lui (Letta, ndr) e? proprio incapace, il nostro amico. Pero?…”. La frase la conclude Adinolfi che porta acqua al mulino del segretario: “E? niente, Matteo, non c’e? niente, dai, siamo onesti”.
    Continuando con le confidenze, poi, Renzi si dice d’accordo con Adinolfi sul fatto che Letta fosse “perfetto come Presidente della Repubblica” tanto che – svela il sindaco di Firenze – “gliel’ho detto anche ieri”. Un incapace al Colle, insomma. Problema: Letta non ha l’età giusta (50 anni, come prevede la Costituzione) perciò “bisogna aspettare agosto del 2016” ma Napolitano al 2016 “non c’arriva” perché “nel 2015 vuole andar via”. Infine, nella telefonata si parla di un patto del Nazareno già esistente, una settimana prima dello storico incontro tra Renzi, Lotti, Berlusconi e Letta (Gianni) nella sede democratica: “il numero uno (Napolitano, ndr) ce l’ha a morte con Berlusconi per cui… e Berlusconi invece sarebbe piu? sensibile a fare un ragionamento diverso”.*


    Maria Elena Boschi e Giannino “illazione fantasy”

    Maria Elena Boschi in aula derubricato la cosa a banali “supposizioni”, “ipotesi”, “congetture” o “addirittura illazioni” che interessano solo “agli appassionati di fantasy” ma “non ha niente a che vedere con l’attività di governo”. Infatti, ha continuato il ministro, nelle intercettazioni “non si fa mai riferimento a possibili sostituzioni o promozioni di esponenti della Guardia di Finanza né a possibili ricatti nei confronti dell’allora Presidente della Repubblica”.

    Sul rimpastino o rimpastone – ha ancora detto Boschi – non è nulla di più o di quello che si poteva leggere in quei giorni su tutti i giornali” ma, soprattutto, nelle intercettazioni “non c’è nessuna ipotesi di un possibile cambio del Presidente del Consiglio”.
    Infine, il ministro ha definito “grave” il fatto che “intercettazioni che non hanno alcuna rilevanza penale siano finite ad un giornale anziché essere stralciate” e, soprattutto, “che siano state pubblicate”. “Non è la prima volta che succede, speriamo che sia l’ultima” ha concluso Boschi.

    La questione si trova ora sul tavolo del Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione Pasquale Ciccolo che ha aperto un fascicolo per capire come mai le carte dell’inchiesta siano arrivate a Modena (sede della Cpl Concordia) senza gli omissis. Martedì inoltre si è riunita nuovamente la Commissione Giustizia della Camera per limare gli ultimi dettagli del disegno di legge delega sulla riforma del processo penale che prevede anche una stretta sulle intercettazioni. La delega, secondo la Presidente della Commissione Donatella Ferranti (Pd), sarà approvata dal Parlamento entro la pausa estiva.
    Giacomo Salvini


    Scritto da: Giacomo Salvini
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    Predefinito Re: Intercettazioni Renzi-Adinolfi, Boschi: nulla di nuovo, grave pubblicarle

    Citazione Originariamente Scritto da POL Visualizza Messaggio

    Nulla di segreto, nulla di nascosto, nulla di nuovo”. Il question time di ieri pomeriggio alla Camera che ha visto Maria Elena Boschi sedere sul banco degli “imputati” a nome del governo si potrebbe riassumere in queste tre proposizioni. Brevi, meccaniche, quasi urlate.*
    L’interrogazione – presentata da ben 94 deputati del Movimento 5 Stelle (tra cui Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Carla Ruocco, Fabiana Dadone, Riccardo Nuti, Roberto Fico, Danilo Toninelli) – chiamava il governo a rispondere delle intercettazioni uscite sul Fatto Quotidiano venerdì scorso tra l’ex sindaco di Firenze e oggi Presidente del Consiglio Matteo Renzi e l’allora comandante interregionale della Guardia di Finanza di Emilia-Romagna e Toscana Michele Adinolfi. Le telefonate sono finite nelle carte dell’inchiesta della procura di Napoli sulla metanizzazione della Cpl Concordia in cui lo stesso Adinolfi era indagato per una presunta fuga di notizie, poi successivamente archiviato su richiesta dello stesso pm Henry John Woodcock.*
    Nardella-Adinolfi

    In una prima intercettazione ambientale viene registrato un pranzo risalente al 5 febbraio 2014 alla Taverna Flavia di Roma in cui il vicesindaco di Firenze Dario Nardella, Michele Adinolfi, il boiardo di Stato Vincenzo Fortunato e il Presidente dei medici sportivi Maurizio Casasco, intavolano una chiacchierata informale sulle vicende politiche di stretta attualità. Ad un certo punto Adinolfi (oggi numero due delle fiamme gialle) riferisce di una presunta ricattabilità del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano tramite scottanti informazioni riguardanti il figlio Giulio, così “l’ex capo della polizia Gianni De Gennaro e (Gianni, ndr) Letta ce l’hanno per le palle”. Sul pranzo il ministro per le Riforme e i rapporti con Parlamento Maria Elena Boschi ha riferito in aula che “il governo non ha nulla da dire” poiché nella vicenda non è coinvolto alcun membro dell’esecutivo.
    “Rimpastino sicuro”

    In una seconda intercettazione – risalente all’11 gennaio 2014, trentanovesimo compleanno di Renzi – i pm captano una conversazione tra l’allora sindaco di Firenze e Adinolfi in cui, dopo gli auguri di circostanza, il generale della guardia di Finanza chiede a Renzi se fossero vere le voci su un possibile “rimpastino” di governo come annunciato dai giornali dopo la vittoria del sindaco di Firenze alle primarie del Pd. “Si?, si? – risponde sicuro l’attuale premier – rimpastino sicuro. Rimpastone, no rimpastino! Il problema e? capire anche… se mettere qualcuno dei nostri…”.
    Renzi: “Lui (Letta) è proprio incapace…”

    Poi – tra le righe del dilemma sulle dimensioni del rimpasto – spunta fuori un giudizio di Renzi sull’allora Presidente del Consiglio Enrico Letta: “E sai, a questo punto, c’e? prima l’Italia, non c’e? niente da fare. Mettersi a discutere per buttare all’aria tutto, secondo me alla lunga sarebbe meglio per il Paese perche? lui (Letta, ndr) e? proprio incapace, il nostro amico. Pero?…”. La frase la conclude Adinolfi che porta acqua al mulino del segretario: “E? niente, Matteo, non c’e? niente, dai, siamo onesti”.
    Continuando con le confidenze, poi, Renzi si dice d’accordo con Adinolfi sul fatto che Letta fosse “perfetto come Presidente della Repubblica” tanto che – svela il sindaco di Firenze – “gliel’ho detto anche ieri”. Un incapace al Colle, insomma. Problema: Letta non ha l’età giusta (50 anni, come prevede la Costituzione) perciò “bisogna aspettare agosto del 2016” ma Napolitano al 2016 “non c’arriva” perché “nel 2015 vuole andar via”. Infine, nella telefonata si parla di un patto del Nazareno già esistente, una settimana prima dello storico incontro tra Renzi, Lotti, Berlusconi e Letta (Gianni) nella sede democratica: “il numero uno (Napolitano, ndr) ce l’ha a morte con Berlusconi per cui… e Berlusconi invece sarebbe piu? sensibile a fare un ragionamento diverso”.*


    Maria Elena Boschi e Giannino “illazione fantasy”

    Maria Elena Boschi in aula derubricato la cosa a banali “supposizioni”, “ipotesi”, “congetture” o “addirittura illazioni” che interessano solo “agli appassionati di fantasy” ma “non ha niente a che vedere con l’attività di governo”. Infatti, ha continuato il ministro, nelle intercettazioni “non si fa mai riferimento a possibili sostituzioni o promozioni di esponenti della Guardia di Finanza né a possibili ricatti nei confronti dell’allora Presidente della Repubblica”.

    Sul rimpastino o rimpastone – ha ancora detto Boschi – non è nulla di più o di quello che si poteva leggere in quei giorni su tutti i giornali” ma, soprattutto, nelle intercettazioni “non c’è nessuna ipotesi di un possibile cambio del Presidente del Consiglio”.
    Infine, il ministro ha definito “grave” il fatto che “intercettazioni che non hanno alcuna rilevanza penale siano finite ad un giornale anziché essere stralciate” e, soprattutto, “che siano state pubblicate”. “Non è la prima volta che succede, speriamo che sia l’ultima” ha concluso Boschi.

    La questione si trova ora sul tavolo del Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione Pasquale Ciccolo che ha aperto un fascicolo per capire come mai le carte dell’inchiesta siano arrivate a Modena (sede della Cpl Concordia) senza gli omissis. Martedì inoltre si è riunita nuovamente la Commissione Giustizia della Camera per limare gli ultimi dettagli del disegno di legge delega sulla riforma del processo penale che prevede anche una stretta sulle intercettazioni. La delega, secondo la Presidente della Commissione Donatella Ferranti (Pd), sarà approvata dal Parlamento entro la pausa estiva.
    Giacomo Salvini


    Scritto da: Giacomo Salvini
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    CUT,,,,
    renzi venderà alla germania alcune regioni spero la lombardia
    Renzi Shock : ?Daremo alcune regioni italiane alla Germania per pagare il nostro debito pubblico? MA NESSUNO NE PARLA | Il telegrafo
    Ultima modifica di C@scista; 19-07-15 alle 12:53
    boooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo

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    Predefinito Re: Intercettazioni Renzi-Adinolfi, Boschi: nulla di nuovo, grave pubblicarle

    Campo rom via Idro a Milano: case del privato sociale
    Milanesi un branco di idioti,avete votato pissapia,ora votate maiorino,che vi ruberà le case..idioti,milanesi i + stupidi lombardi....
    boooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo

  4. #4
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    Predefinito Re: Intercettazioni Renzi-Adinolfi, Boschi: nulla di nuovo, grave pubblicarle

    Non è successo niente. Ieri, rispondendo alla Camera a un’interrogazione dei 5Stelle sulla falsariga dellecinque domande del Fatto al Reticente del Consiglio, Maria Elena Boschi pareva un articolo di Repubblica, o dell’Unità, o del Foglio: non è successo niente. L’aveva già detto martedì a In Onda Estate Francesco Bei, uno dei cronisti di Repubblica più innamorati di Renzi: “Queste intercettazioni presentate come scoop, non me ne vogliano i colleghi del Fatto, sono proprio il nulla” (infatti il suo giornale, a quel nulla, ha dedicato due pagine). E la ministressa l’ha ribadito, infilando una balla per frase.
    1) Secondo la Boschi, nella telefonata intercettata il 10.1.2014 dalla Procura di Napoli fra l’allora comandante tosco-emiliano della Guardia di Finanza Michele Adinolfi e l’allora segretario del Pd e sindaco di Firenze Matteo Renzi, “non è nemmeno citata l’ipotesi di avvicendamento dell’allora presidente del Consiglio” Letta. Ora, che la Boschi non sapesse scrivere, era già dimostrato dalle riforme da lei vergate in tandem con Verdini. Adesso scopriamo che non sa neppure leggere. Nella trascrizione dei Carabinieri si legge infatti che Renzi è incerto fra due opzioni.: a) “Mettere qualcuno dei nostri… a sminestrare un po’ di roba” nel governo Letta per “governarlo da fuori” con un “rimpastone”; b) “Buttare all’aria tutto”, cioè rovesciare il governo Letta, il che “sarebbe meglio per il Paese perché lui è proprio incapace” e prendersi subito Palazzo Chigi. Renzi è per la seconda opzione e ha già sondato B., “più sensibile a fare un ragionamento diverso”, cioè ad avallare o a sostenere un governo Renzi (otto giorni prima di siglare il patto del Nazareno). Purtroppo però Napolitano “non molla” Letta. Quindi, contrariamente a quanto afferma la Boschi, l’avvicendamento di Letta è citato eccome. Dunque la ministra dei Rapporti col Parlamento ha mentito al Parlamento. Non una, ma quattro volte.
    2) “Quello che è grave è che intercettazioni che non hanno alcuna rilevanza penale anziché essere stralciate siano finite a un giornale e siano state pubblicate. Su questo sono in atto delle verifiche per accertare eventuali responsabilità. Il ministro della Giustizia ha disposto dei primi accertamenti chiedendo all’Ispettorato generale di procedere in questo senso… Purtroppo non è la prima volta che succede, speriamo che sia l’ultima”.
    No, gentile Boschi, non sarà l’ultima (almeno per noi del Fatto). Per un motivo molto semplice. Quelle intercettazioni non sono “finite a un giornale”: sono state depositate a norma di legge agli avvocati dell’inchiesta Cpl Concordia in un fascicolo in parte archiviato su Adinolfi per un’ipotesi di rivelazione di segreti. E, dopo il deposito, hanno perso il carattere di segretezza, dunque le abbiamo legittimamente, anzi doverosamente riferite. Ciò che è “grave” è che il governo, col ministero della Giustizia, abbia avviato indagini su un fatto assolutamente lecito, a caccia degli imprecisati “responsabili” che hanno pubblicato atti pubblici, autentici e di interesse generale. Non, come vaneggia la bella addormentata nei Boschi, per “chi apprezza il genere fantasy… supposizioni, ipotesi, forse addirittura illazioni” estranee all’attività di governo”, ma per tutti i cittadini interessati all’imparzialità delle istituzioni e della Guardia di Finanza.
    3) La terza balla è sul caso di Adinolfi, che aspirava al posto di comandante generale della Gdf, sponsorizzato da Gianni Letta e Alfano, ma pure da Renzi, Nardella e Lotti; invece dovette accontentarsi del ruolo di comandante in seconda dopo la conferma del generale Capolupo. Fallita la missione, il 5.2.2014 Adinolfi e Nardella cenarono in una trattoria romana e attribuirono la conferma di Capolupo al presunto strapotere di Giulio Napolitano e ai conseguenti pretesi ricatti sul padre Giorgio (“ce l’hanno per le palle De Gennaro e Letta, pur sapendo qualcosa di Giulio”, disse Adinolfi). Su tutto ciò –afferma la Boschi – “nulla da riferire ha il governo, perché non sono coinvolti esponenti del governo”. E le pressioni pro-Adinolfi di Renzi e dell’attuale sottosegretario Lotti?
    4) Come può la Boschi dire che nella cena “non si fa riferimento mai a possibili sostituzioni o promozioni nella Guardia di Finanza né tantomeno a possibili ricatti nei confronti dell’allora presidente Napolitano”, se nella cena si parla solo di questo? La Boschi è in ottima compagnia. C’è pure il sottosegretario Claudio De Vincenti, beccato dai Carabinieri a “suggerire la strada a Tirreno Power (la centrale di Vado Ligure, accusata di inquinamento con centinaia di morti, ndr) per aggirare la prescrizione che impone la copertura del carbone”. Come? Facendo colpire disciplinarmente dal Csm il pm di Savona che indaga su quello scempio. Ora anche De Vincenti inscena il pianto greco: “Trovo un po’ singolare che il mio nome compaia in alcuni titoli di giornali, quando a mio carico non c’è nulla”. Come se le notizie fossero tali solo se hanno rilievo penale. Come se non esistessero i profili morali, deontologici, di opportunità. E come se un politico, solo perché non è indagato, fosse immune dalle critiche, dalle domande e persino dalle cronache.
    Gentili Renzi Boys & Girls, se non volete che si parli di voi, riformare le intercettazioni non basta: dovete proprio abolire la stampa.

  5. #5
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    Predefinito Re: Intercettazioni Renzi-Adinolfi, Boschi: nulla di nuovo, grave pubblicarle

    Citazione Originariamente Scritto da MrBojangles Visualizza Messaggio
    Non è successo niente. Ieri, rispondendo alla Camera a un’interrogazione dei 5Stelle sulla falsariga dellecinque domande del Fatto al Reticente del Consiglio, Maria Elena Boschi pareva un articolo di Repubblica, o dell’Unità, o del Foglio: non è successo niente. L’aveva già detto martedì a In Onda Estate Francesco Bei, uno dei cronisti di Repubblica più innamorati di Renzi: “Queste intercettazioni presentate come scoop, non me ne vogliano i colleghi del Fatto, sono proprio il nulla” (infatti il suo giornale, a quel nulla, ha dedicato due pagine). E la ministressa l’ha ribadito, infilando una balla per frase.
    1) Secondo la Boschi, nella telefonata intercettata il 10.1.2014 dalla Procura di Napoli fra l’allora comandante tosco-emiliano della Guardia di Finanza Michele Adinolfi e l’allora segretario del Pd e sindaco di Firenze Matteo Renzi, “non è nemmeno citata l’ipotesi di avvicendamento dell’allora presidente del Consiglio” Letta. Ora, che la Boschi non sapesse scrivere, era già dimostrato dalle riforme da lei vergate in tandem con Verdini. Adesso scopriamo che non sa neppure leggere. Nella trascrizione dei Carabinieri si legge infatti che Renzi è incerto fra due opzioni.: a) “Mettere qualcuno dei nostri… a sminestrare un po’ di roba” nel governo Letta per “governarlo da fuori” con un “rimpastone”; b) “Buttare all’aria tutto”, cioè rovesciare il governo Letta, il che “sarebbe meglio per il Paese perché lui è proprio incapace” e prendersi subito Palazzo Chigi. Renzi è per la seconda opzione e ha già sondato B., “più sensibile a fare un ragionamento diverso”, cioè ad avallare o a sostenere un governo Renzi (otto giorni prima di siglare il patto del Nazareno). Purtroppo però Napolitano “non molla” Letta. Quindi, contrariamente a quanto afferma la Boschi, l’avvicendamento di Letta è citato eccome. Dunque la ministra dei Rapporti col Parlamento ha mentito al Parlamento. Non una, ma quattro volte.
    2) “Quello che è grave è che intercettazioni che non hanno alcuna rilevanza penale anziché essere stralciate siano finite a un giornale e siano state pubblicate. Su questo sono in atto delle verifiche per accertare eventuali responsabilità. Il ministro della Giustizia ha disposto dei primi accertamenti chiedendo all’Ispettorato generale di procedere in questo senso… Purtroppo non è la prima volta che succede, speriamo che sia l’ultima”.
    No, gentile Boschi, non sarà l’ultima (almeno per noi del Fatto). Per un motivo molto semplice. Quelle intercettazioni non sono “finite a un giornale”: sono state depositate a norma di legge agli avvocati dell’inchiesta Cpl Concordia in un fascicolo in parte archiviato su Adinolfi per un’ipotesi di rivelazione di segreti. E, dopo il deposito, hanno perso il carattere di segretezza, dunque le abbiamo legittimamente, anzi doverosamente riferite. Ciò che è “grave” è che il governo, col ministero della Giustizia, abbia avviato indagini su un fatto assolutamente lecito, a caccia degli imprecisati “responsabili” che hanno pubblicato atti pubblici, autentici e di interesse generale. Non, come vaneggia la bella addormentata nei Boschi, per “chi apprezza il genere fantasy… supposizioni, ipotesi, forse addirittura illazioni” estranee all’attività di governo”, ma per tutti i cittadini interessati all’imparzialità delle istituzioni e della Guardia di Finanza.
    3) La terza balla è sul caso di Adinolfi, che aspirava al posto di comandante generale della Gdf, sponsorizzato da Gianni Letta e Alfano, ma pure da Renzi, Nardella e Lotti; invece dovette accontentarsi del ruolo di comandante in seconda dopo la conferma del generale Capolupo. Fallita la missione, il 5.2.2014 Adinolfi e Nardella cenarono in una trattoria romana e attribuirono la conferma di Capolupo al presunto strapotere di Giulio Napolitano e ai conseguenti pretesi ricatti sul padre Giorgio (“ce l’hanno per le palle De Gennaro e Letta, pur sapendo qualcosa di Giulio”, disse Adinolfi). Su tutto ciò –afferma la Boschi – “nulla da riferire ha il governo, perché non sono coinvolti esponenti del governo”. E le pressioni pro-Adinolfi di Renzi e dell’attuale sottosegretario Lotti?
    4) Come può la Boschi dire che nella cena “non si fa riferimento mai a possibili sostituzioni o promozioni nella Guardia di Finanza né tantomeno a possibili ricatti nei confronti dell’allora presidente Napolitano”, se nella cena si parla solo di questo? La Boschi è in ottima compagnia. C’è pure il sottosegretario Claudio De Vincenti, beccato dai Carabinieri a “suggerire la strada a Tirreno Power (la centrale di Vado Ligure, accusata di inquinamento con centinaia di morti, ndr) per aggirare la prescrizione che impone la copertura del carbone”. Come? Facendo colpire disciplinarmente dal Csm il pm di Savona che indaga su quello scempio. Ora anche De Vincenti inscena il pianto greco: “Trovo un po’ singolare che il mio nome compaia in alcuni titoli di giornali, quando a mio carico non c’è nulla”. Come se le notizie fossero tali solo se hanno rilievo penale. Come se non esistessero i profili morali, deontologici, di opportunità. E come se un politico, solo perché non è indagato, fosse immune dalle critiche, dalle domande e persino dalle cronache.
    Gentili Renzi Boys & Girls, se non volete che si parli di voi, riformare le intercettazioni non basta: dovete proprio abolire la stampa.
    c.v.d. ... per la Banda del Nazareno non è successo niente ...

  6. #6
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    Predefinito Re: Intercettazioni Renzi-Adinolfi, Boschi: nulla di nuovo, grave pubblicarle

    "Doppiorenzismo" ...

    Non erano trascorse 24 ore dai delirii della ministra Boschi e del sottosegretario De Vincentis contro i giornali che pubblicano notizie “non penalmente rilevanti” sui politici, ed ecco che l’Espresso pubblica un’intercettazione non penalmente rilevante fra il chirurgo siciliano da poco arrestato Matteo Tutino e il suo cliente più illustre, il governatore Rosario Crocetta. L’Espresso racconta come il primo dica al secondo che l’assessore regionale Lucia Borsellino, figlia del giudice Paolo assassinato dalla mafia, “va fatta fuori come suo padre”. E il secondo non faccia una piega.
    Crocetta nega di aver mai sentito quella frase. La Procura di Palermo smentisce che l’intercettazione sia agli atti della sua inchiesta o in possesso del Nas dei Carabinieri.

    L’Espresso ribadisce che l’intercettazione esiste, probabilmente nel mare magno dei nastri già ascoltati e ancora da trascrivere, dunque coperti da segreto e in attesa di essere valutati dagli investigatori. E, intendiamoci, il settimanale ha fatto benissimo a darne conto (i giornali esistono per violare i segreti, quando hanno una tale rilevanza politico-morale).
    Noi però, al momento, non sappiamo come stiano le cose e ci auguriamo che quelle parole non siano mai state pronunciate, o che – in caso contrario – davvero Crocetta non le abbia colte. L’abbiamo criticato molte volte, per gli eccessi del suo istrionismo da operetta e per le tragicomiche vicende della sua giunta che ha cambiato 35 assessori in due anni, ma che sia un poco di buono o un portatore di cultura mafiosa come chi l’ha preceduto ci rifiutiamo di crederlo, almeno fino a prova del contrario.
    Attendiamo dunque che il giallo si risolva in un senso o nell’altro prima di esprimere giudizi.

    Ci occupiamo invece delle conseguenze che quella presunta frase, subito presa per buona e per vera, ha suscitato ai più alti livelli dello Stato e della politica. Mattarella e Renzi hanno telefonato la loro doverosa solidarietà a LuciaBorsellino (a tre giorni dal 23°anniversario dell’assassinio del padre). E il luogotenente del premier in Sicilia, il sottosegretario Davide Faraone, ha ufficialmente chiesto via Twitter la testa del governatore: “Inevitabili dimissioni Crocetta e nuove elezioni. Quelle parole su Lucia Borsellino una vergogna inaccettabile”.

    E qui casca l’asino: o meglio, cascano d’un botto la Boschi, De Vincenti e anche Renzi.

    Il premier ha sempre sostenuto che nessuno deve dimettersi “solo” perché inquisito (tipo i suoi sottosegretari Castiglione, Vicari, De Filippo, Barracciu e lo stesso Faraone): la presunzione d’innocenza copre tutti fino alla condanna in Cassazione.
    La Boschi, l’altroieri alla Camera, ha definito “grave che intercettazioni che non hanno alcuna rilevanza penale (quelle sull’affaire Renzi - Napolitano’s - Guardia diFinanza, ndr) siano state pubblicate”.
    E De Vincenti ha attaccato i giornali che hanno scritto di lui a proposito dell’inchiesta sulla centrale dei velenidi Vado Ligure “quando a mio carico non c’è nulla”, infatti non è indagato.
    Nemmeno Crocetta è indagato, dunque potrebbe cavarsela con la solita litania sulle notizie “non penalmente rilevanti” e la solita alzata di spalle.

    Invece, a parte la pantomima dell’autosospensione che non ha alcun valore, urla giustamente la sua estraneità, negando di aver sentito quelle parole agghiaccianti e giura che, se le avesse sentite, avrebbe “massacrato”verbalmente l’amico.
    E fa benissimo a difendersi così (sempre che dica laverità), perché della rilevanza penale di quella presunta frase e del suo eventuale silenzio non fregherebbe nulla a nessuno: se si scoprisse che le cose sono andate come le racconta l’Espresso, non potrebbe restare al suo posto un istante di più.
    Quando un imprenditore fu intercettato mentre ridacchiava pe ril terremoto dell’Aquila, pregustando gli affari della ricostruzione, non c’era nessun reato, eppure ancora se ne parla. E quando il ministro Lupi fu ascoltato mentre raccomandava il figlio al potente Incalza, pur non essendo (ancora) inquisito, fu accompagnato alla porta da Renzi.
    [...]
    Articolo intero suIl Fatto Quotidiano del 17/07/2015.


  7. #7
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    Predefinito Re: Intercettazioni Renzi-Adinolfi, Boschi: nulla di nuovo, grave pubblicarle

    Citazione Originariamente Scritto da MrBojangles Visualizza Messaggio
    "Doppiorenzismo" ...



    Articolo intero suIl Fatto Quotidiano del 17/07/2015.

    infatti ... se uno vuole leggersi gli articoli del fatto se li va a leggere sul sito ... i megafoni a che ci servono?
    Le plus grand soin d’un bon gouvernement devrait être d’habituer peu à peu les peuples à se passer de lui.

  8. #8
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    Predefinito Re: Intercettazioni Renzi-Adinolfi, Boschi: nulla di nuovo, grave pubblicarle

    Citazione Originariamente Scritto da MrBojangles Visualizza Messaggio
    c.v.d. ... per la Banda del Nazareno non è successo niente ...
    Nulla di nuovo: solo i soliti igno(ra)ti ...

  9. #9
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    Predefinito Re: Intercettazioni Renzi-Adinolfi, Boschi: nulla di nuovo, grave pubblicarle

    Citazione Originariamente Scritto da elnick Visualizza Messaggio
    infatti ... se uno vuole leggersi gli articoli del fatto se li va a leggere sul sito ... i megafoni a che ci servono?
    ma dimmi un po': a te sembra normale che un deficiente cialtrone dia DELL'INCAPACE al suo presidente del consiglio vicesegretario del suo partito e , per levarselo dalle palle, dica che LO ELEGGERANNO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA?

  10. #10
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    Predefinito Re: Intercettazioni Renzi-Adinolfi, Boschi: nulla di nuovo, grave pubblicarle

    Citazione Originariamente Scritto da svicolone Visualizza Messaggio
    ma dimmi un po': a te sembra normale che un deficiente cialtrone dia DELL'INCAPACE al suo presidente del consiglio vicesegretario del suo partito e , per levarselo dalle palle, dica che LO ELEGGERANNO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA?
    no ... infatti le fantasie del fatto non le leggo ...
    Le plus grand soin d’un bon gouvernement devrait être d’habituer peu à peu les peuples à se passer de lui.

 

 
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