C.Conti: la pressione fiscale dei Comuni è al limite, +22% in 3 anni - Corriere.it
Le entrate non si traducono in efficienza delle gestioni
Il quadro emerge dai dati presentati dalla Corte dei Conti nella relazione sulla finanza locale. Tra il 2010 e il 2014, i Comuni hanno subito tagli per circa «8 miliardi», compensati da «aumenti molto accentuati» delle tasse locali «per conservare l’equilibrio in risposta alle severe misure correttive del governo». Da qui, il peso delle imposte comunali, che viene giudicato «ai limiti della compatibilità con le capacità fiscali locali». I magistrati contabili osservano che nonostante l’incremento consistente delle entrate proprie delle città (+15,63% rispetto al 2013), questo non si traduce in efficienza delle gestioni, non sembra produrre benefici né sui servizi, né sui consumi e sull’occupazione locale, in assenza di una adeguata azione di stimolo derivante dagli investimenti pubblici, compresi quelli dell’ultimo periodo.