Dalle colonne dell’Unità il premier Matteo Renzi ha affermato che la crisi che sta minando la rappresentatività delle organizzazioni sindacali, dove circolano più tessere che idee, si può superare con una buona legge sulla rappresentanza.*L’idea del Presidente del Consiglio divide i sindacati tra chi, come il segretario della Cisl Annamaria Furlan, non ritiene utile un tale intervento legislativo e chi, come il segretario della Fiom Maurizio Landini, accoglierebbe di buon grado una legge che modifichi la disciplina attuale.
Favorevole Landini

Per Landini, infatti, il sindacato ha bisogno di tornare a muoversi sul terreno della democrazia e recuperare tutta quella fetta di lavoratori, soprattutto giovani e precari, che non è iscritta ad alcuna organizzazione sindacale. Ma la legge deve essere semplice e non invasiva, deve attribuire ai lavoratori un reale diritto di scegliere il proprio sindacato e permettere agli stessi di pronunciarsi sugli accordi.

Contraria la Furlan

Di avviso diverso il segretario della Cisl Annamaria Furlan secondo cui la politica è troppo spesso smaniosa di mettere le mani in un terreno non suo, quello della rappresentanza sindacale, e che andrebbe lasciato alla contrattazione tra le parti sociali.
Diritto allo*sciopero, sindacati contro intervento legislativo

Ma negli ultimi giorni in particolar modo gli scioperi dell’atac a Roma e l’assemblea dei lavoratori degli scavi di Pompei hanno sollevato anche la questione annosa del diritto di sciopero e hanno prodotto molto rumore politico. Il paventato intervento legislativo in materia di diritto allo sciopero, con la proposta di Ichino e Sacconi in primo piano (secondo cui ciascun sindacato per poter indire sciopero dovrebbe rappresentare il 50%+1 dei lavoratori) ha generato la tempestiva reazione dei sindacati.
Furlan: “Rispettare accordo con Confindustria”

Anche in questo caso singolare è la posizione del segretario Cisl che propone di escludere chi rappresenta meno del 5% dei dipendenti dalla possibilità di esercitare da solo il diritto di sciopero. La misura, a detta della Furlan, avrebbe il merito di rispettare le minoranze ma anche di non prestare il fianco alla proliferazione di mini-sindacati che danno vita al corporativismo più estremo, fenomeno che lo stesso segretario Cisl giudica dannoso quando chi rappresenta una parte risibile di lavoratori blocca l’erogazione di pubblici servizi.

“Basterebbe ribadire che per indire uno sciopero è necessario avere una rappresentanza del 5% in azienda, come stabilito dall’accordo che abbiamo siglato con Confindustria” ha spiegato il segretario della Cisl al Messaggero. In sostanza, la Furlan chiede l’estensione al diritto di sciopero del principio “di buon senso” valido per la disciplina sulla contrattazione, alla quale hanno accesso solo organizzazioni che rappresentano il 5% dei lavoratori.
Francesco Angelone

Scritto da: Redazione
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