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standing bull
“Anni fa andai in Sicilia in vacanza (mai più); e ci andai in auto, ossia sottoponendomi al ricatto malavitoso, orrendo ed offensivo dell’intelligenza e della civiltà, chiamato “Salerno-Reggio Calabria” (mai, mai più). All’imbarcadero, una enorme fila di auto in attesa del traghetto per Messina, e dei giovanotti che pretendevano di lavarci i vetri a noi in attesa – naturalmente prendendo di mira in modo specialmente molesto le targhe del Nord. “
E quanti anni fa ci è andato Blondet in Sicilia? È da 21 anni che le targhe non portano più l’indicazione della provincia.
“Il turismo nel Meridione è vissuto così. Come una opportunità interstiziale di fornitura di servizi-ricattuccio, una via di mezzo tra l’accattonaggio e il furtarello. Sto esagerando? Poche settimane fa m’imbarco ad Orio al Serio (Bergamo, il Nord) per Tessalonica, dove mi attende un resort 5 stelle che mi costerà la metà di qualunque destinazione turistica italiana, sul mare, davanti a una foresta…”
A parte che in italiano si dice Salonicco, “qualunque destinazione turistica italiana” comprende, credo, anche il Nord. Quindi anche nel Settentrione il turismo è vissuto come una via di mezzo tra l’accattonaggio e il furtarello. O no?
“In passato ho già notato che attorno a Pompei non è sorto un Hilton, un Holiday Inn, un resort di quelli che esistono dovunque nelle località turistiche del mondo – anche del terzo mondo – 500 camere, servizio tutto compreso, che farebbero affluire centinaia di migliaia di turisti a spendere milioni di euro al mese. Sapete perché?”
Nemmeno intorno a Portofino. Chissà come mai. A proposito: ha idea, Blondet, di quanto è grande un albergo con 500 camere?
“Il risultato: i turisti stranieri arrivano con le navi da crociera. Dormono lì e non spendono nulla negli alberghi napoletani.”
Pare che succeda anche alle Cinqueterre.
“Fondi europei sono stati stanziati, per sviluppare Pompei ed aprirla ad un turismo diverso, moderno, fantasioso, colto e di massa; magari affiancare l’area archeologica con una Pompei ricostruita di cartongesso (un parco tematico, si dice all’estero) dove i turisti possano mangiare i cibi di allora nelle caupone, visitare la taverne, assaggiare il garum, e il vino al miele mesciuto da giovinette osco- fescennine in costume, farsi spiegare le scritte sui muri uguali a quelle del primo secolo (ma non sbiadite), assistere alle danze delle danzatrici, allo spettacolo serale di “suoni e luci” che riproduce i i bagliori del Vesuvio di quella notte fatale…Nulla.”
Insomma, più o meno come i finti centurioni davanti al Colosseo. Strana idea di un turismo colto, quello che va a vedere una Disneyland travestita da Pompei.
“Vediamo: gli stranieri vanno e spendono più nel Trentino Alto Adige (mezzo milioni di abitanti) che in Sicilia (5 milioni di abitanti). Sono più attratti dalla Lombardia e dalla Toscana che dalla Campania. Non vi viene il dubbio, meridionali, che i visitatori e i turisti cerchino un livello di civiltà che voi non siete in grado di dare? Che, forse, non volete dare?”
Notoriamente l’Alto Adige è pieno di Hotel Hilton da 500 stanze, e la Sicilia ha una stagione sciistica che dura da Sant’Ambrogio a Pasqua. E mi fermo qui.