Scusa Troll ma tu credi davvero che esista il nichilismo come struttura? Mi pare abbastanza scontato che contrastare il nichilismo di per sè non ha senso.
https://www.youtube.com/watch?v=vltC-O7PDYQ
No non ho detto che inficia la validità, ho detto che sono cose diverse.
Proviamo a spiegarci chiaramente, indicando le tappe.
Primo tempo
A me per esempio mi andrebbe anche benissimo affermare la verità di ieri, pur nel carattere puramente testimoniale di tale affermazione, però già c'è una voce che mi dice che il perché tale verità sia "di ieri" e non più di oggi sia legato alla questione della fondazione della verità. Affermando la verità, si pone invevitabilmente la questione della sua possibilità storica, quindi della modernità e di ciò che questa comporta di specifico e anti-veritativo.
Detto in altro modo, il venir meno di un fondamento verititativo, o meglio delle condizioni della verità, si confonde con il movimento della modernità. Quindi rispondere alla questione: "perché ci è cosi difficile non solo affermare la verità (di ieri, di sempre), ma fondare su di questa un mondo oltre la modernità" si confonde con la questione "cos'è la modernità".
Secondo tempo
Siamo giunti alla questione di specificare la modernità in quel che comporta di anti-veritativo. Ripeto: non possiamo far intervenir "la verità di ieri" visto che il problema è precisamente la possibilità di fondare la verità.
Ne risulta che lo specifico della modernità va necessariamente cercato seguendo un indagine "scientifica", precisando anche un luogo dello specifico, l'economia, dove questi risultati possono dialogare con l'intero sapere umano e universale.
Terzo tempo
Una volta definito che lo specifico della modernità è l'unificazione della specie sotto la potenza alienante del capitale, possiamo legittimamente concludere che con la fine del capitale, sia ha anche la fine, sul piano della metafisica, della impossibilità veritativa. Lo possiamo pensare perché infatti l'anomalia di questi tempi è proprio che che il mondo sia testa in giù, nel senso che oggi è il materiale che fonda il spirituale. Essendo ora il materiale, in virtu dell'alienazione, scambiabile, non ci puo essere verità - dato che una cosa vera non puo scambiarsi con una cosa falsa.
Ma dato che lo spirituale è all'immagine della merce, il suo luogo di fondazione rimane vuoto.
Finché rimane vuoto, è vero che non si dovrebbe parlare mai di "mondo vero", e anche il solo evocare una questione della verità e di contro del nichilismo, è per lo meno problematico (su cosa pone, infatti, la questione di una verità che non sia soltanto locale?).
Ma ovviamente parlavo del concetto di alienazione marxiano.
Ma io credo che un tale a priori metafisico sia in realtà, storicamente, una prassi cosciente di quella frazione della specie prodotta come comunista dalla crisi finale del capitalismo, dunque ogni volta che questa frazione esce dalla sequenza nichilista. Il momento della volontà, se mai ce ne sarà uno, la comunità degli dei. Il significato di quel gesto fondativo, che riporta il spirituale al centro (e l'economico alla periferia), poco a poco viene oscurato, e ricomincia allora il processo storico.
Tutti gli impiegati del mondo hanno immaginato queste cose e le hanno sconfessate e adesso sono gli impiegati.
Pavese
Probabilmente perché non esistono le condizioni oggettive per questo, e per "condizioni oggettive" non intendo una situazione che si realizza necessariamente nel tempo per via di una determinata serie di processi, ma parlo della realtà per quello che obiettivamente è (o almeno mi pare che sia).
Per "punta" intendi "limite"?
Si manifesta, ho scritto, per via della crisi finale del capitalismo. Quindi sto trascendentale che ne parliamo a fa?
Nessuno dice che si stava na meraviglia, si dice invece che ogni alienazione è figlia dei suoi tempi, e che la nostra è votata alla fine come tutte quelle che l'hanno preceduta.
E invece io credo che le condizioni, dal punto di vista DR, ci sono eccome, e allora la questione diventa "perché, nonostante si siano create le condizioni, la DR resta come nu baba?" Perché entro la crisi economica più dura dagli anni 30 e l'invasione in atto, senza dimenticare la formidabile possibilità informativa di internet, ci troviamo infatti in un contesto che le vecchie DR si potevano solo sognare.
La punta, cioè quello più prossimo alla realizzazione di ciò per cui è stato chiamato: finalmente si scambia una vita contro l'affermazione del proprio rifiuto idealistico (volontaristico) del mondo unificato dalla merce.
Poi non dico che tu sei proprio quello la, ma insomma in sostanza, quando ti leggo, mi dico sempre che per come la vedi e la scrivi stai nel pieno della tipologia qui in discussione.
Tutti gli impiegati del mondo hanno immaginato queste cose e le hanno sconfessate e adesso sono gli impiegati.
Pavese
Non proprio: ci parla della scarsa competenza dei censori riguardo all'ironia ed ai suoi effetti dirompenti.
Ottima immagine, ma l'incontro tra l'infatuato e la Cariddi, con previa parziale edulcorazione anti- follia, può svolgersi anche su un piano puramente emotivo, senza il ricorso ad una Scilla più o meno trasfigurata (almeno per quanto mi riguarda).
Che cosa dire in merito all'arbitrarietà della scelta, possibilmente senza l' "ouroboros" della teoria giustificante se stessa?
Il capitalismo, finanche nella sua incarnazione più recente e spregiudicata, è alimentato da una fitta rete di narrati, la cui forza, sebbene non direttamente quantificabile come quella di narrazioni più classicamente monolitiche, è lungi dal non far sentire il proprio peso.
Come già scritto in altre occasioni, ritengo che la polverizzazione e la stratificazione del narrato non vadano confuse con l'assenza dello stesso.
Pertanto, a meno di non voler restare pervicacemente incollati alla separazione marxiana tra "sovrastruttura" e "struttura" (quest'ultima, a mio parere sempre difficile da determinare, data la natura polisemica del- presunto-reale), sarebbe superficiale indicare il capitalismo come contenitore vuoto auto- consumantesi nella sola logica del profitto.
"Una salus victis, nullam sperare salutem"