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  1. #1
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    Predefinito SULLA PROVVIDENZA e perchè Dio permette il male

    Citazione Originariamente Scritto da Anthos Visualizza Messaggio
    Statistica batte Provvidenza quindi?


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    La Provvidenza agisce ordinariamente tramite le persone.

    Occorre farsi carico quindi del problema.
    Ultima modifica di emv; 12-08-15 alle 12:07
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  2. #2
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    Predefinito Re: Il suicidio dell'umanità

    Aver fiducia nella Provvidenza significava non disperare perche' con il straordinario aiuto divino le cose si sarebbero messe per il meglio . Provvidenziale implica straordinario, altrimenti cosa diversifica cio' che e' provvidenziale da cio' che non lo e'? L'atteggiamento psicologico del beneficiario?


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  3. #3
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    Predefinito Re: Il suicidio dell'umanità

    Citazione Originariamente Scritto da Anthos Visualizza Messaggio
    Aver fiducia nella Provvidenza significava non disperare perche' con il straordinario aiuto divino le cose si sarebbero messe per il meglio . Provvidenziale implica straordinario, altrimenti cosa diversifica cio' che e' provvidenziale da cio' che non lo e'? L'atteggiamento psicologico del beneficiario?


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    Anthos , la Provvidenza non sostituisce l'importanza dell'azione umana, ma la affianca, giacchè il libero arbitrio è appunto anche la possibilità di agire per il male, male che è possibile compiere.
    Preferisco di no.

  4. #4
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    Predefinito Il suicidio dell'umanità

    operativamente quando giudichi un evento Provvidenziale ?
    Cosa rende ' necessaria' la Provvidenza per spiegare un dato evento ?
    Come si distingue un evento Provvidenziale da uno che non lo e'?


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    Ultima modifica di Anthos; 04-06-15 alle 00:59

  5. #5
    de-elmettizzato.
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    Predefinito Re: Il suicidio dell'umanità

    Citazione Originariamente Scritto da Anthos Visualizza Messaggio
    operativamente quando giudichi un evento Provvidenziale ?
    Cosa rende ' necessaria' la Provvidenza per spiegare un dato evento ?
    Come si distingue un evento Provvidenziale da uno che non lo e'?


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    Scindo perchè la questione è estremamente interessane e merita un thread a parte.
    Forse c'è da fare prima di tutto un po di chiarezza su cosa sia la Provvidenza, che non è propriamente quello che volgarmente si chiama "culo".

    Per andare sul sicuro, visto che sono argomenti estremamente seri ed il "secondo me" è pericoloso preferisco ricorrere all'uso di un buon sito.

    Un sacerdote risponde

    Che cosa sia la divina Provvidenza, se esista il fato, che dire quando Dio non ci esaudisce...

    Buongiorno Padre, le scrivo per avere chiarimenti sulla Divina Provvidenza. Come deve interpretare l'azione di questo attributo divino una persona che ha successo nella vita? E una persona che invece vive disgrazie continue? Il primo si deve sentire abbracciato dalla Provvidenza e il secondo no? In altre parole: quando chiediamo grazie materiali al Signore e lui ci asseconda cosa dobbiamo pensare? E quando non ci asseconda ed anzi ogni cosa sembra andare male?
    Inoltre cosa vuol dire in termini pratici avere fiducia nella Divina Provvidenza?
    Un cristiano può credere nel concetto di Fato come destino predestinato ed incancellabile o nel concetto di fortuna e sfortuna?
    Ed infine: chiedere grazie materiali al Signore per sé e per la propria famiglia è un'attività poco nobile? Mi sembra di ricordare che Padre Pio non pregasse mai per sé stesso.
    Grazie
    Luigi


    Risposta del sacerdote
    Caro Luigi,
    1. per provvidenza divina s’intende il piano pieno d’amore col quale Dio governa tutte le cose.
    Va ricordato che Dio governa in ordine ad un obiettivo soprannaturale: la santità, la vita eterna.
    Il Signore sa come ognuno abbia bisogno di essere governato.
    Per questo non è corretto fare i confronti con gli altri, perché ci sfuggono le necessità di singoli soggetti in ordine al fine di cui ti ho detto.

    2. Devo anche aggiungere che il male non è voluto da Dio.
    Sono gli uomini che lo causano e talvolta ne fanno pagare le conseguenze anche ai posteri.
    Il male entra nelle disposizioni della divina Provvidenza solo in quanto è permesso da Dio.
    Ma il Signore è così buono che sa piegare anche il male introdotto direttamente o indirettamente dal comportamento umano a servizio delle persone.
    Benedetta Bianchi Porro, che è andata incontro a malattie che la rendevano sempre più invalida, paralizzata e insensibile, non ha cessato di esaltare il maniera mirabile “la fedeltà di Dio” in tutte le sue prove.
    Ci vuole un occhio diverso per vedere le cose sotto questa angolatura. E questo occhio si chiama fede.

    3. Quando chiediamo grazie e vediamo che Dio non ci esaudisce dobbiamo anzitutto esaminare noi stessi e chiederci se le abbiamo chieste bene, se sono utili per la santificazione oppure no.
    Ma anche se le domandiamo in ordine alla santificazione e con le disposizioni dovute dobbiamo rimetterci il giudizio del Signore che sa meglio di noi che cosa ci conviene per il nostro futuro temporale ed eterno.
    Non dobbiamo dimenticare che il Signore nel “Padre nostro” ci insegna a dire “sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra”.

    4. Dobbiamo dunque adorare sempre i disegni di Dio, anche se apparentemente sembrano non favorire il nostro bene.
    Il p. Reginaldo Garrigou-Lagrange, in un bel saggio intitolato “La provvidenza e la confidenza in Dio” scrive:
    “I principi che sostengono la bontà e la necessità dell’abbandono sono i seguenti:
    1. Nulla può avvenire che non sia stato previsto, voluto o almeno permesso da Dio da tutta l’eternità;
    2. Dio non può volere o permettere cosa che non sia conforme alle manifestazioni della sua bontà e delle sue infinite perfezioni e alla gloria del Verbo incarnato, Gesù Cristo, suo Figlio unigenito;
    3. sappiamo che “ogni cosa concorre al bene di coloro che amano Dio, di coloro che secondo il suo disegno sono chiamati” (Rm 8,28) e perseverano nel suo amore;
    4. l’abbandono alla volontà di Dio non esime nessuno dall’obbligo di osservare scrupolosamente la volontà di Dio significata nei comandamenti, nei consigli e negli avvertimenti, ma esige che si aggiunga a tutto questo un abbandono totale alla divina volontà di beneplacito, per quanto possa apparire misteriosa, evitando ogni inquietudine e ogni affanno” (R. GARRIGOU-LAGRANGE, La provvidenza e la confidenza in Dio, 4,1).

    5. Circa il fato o fortuna ti riporto una limpida pagina di San Tommaso d’Aquino:
    È evidente che nel mondo alcuni eventi dipendono dalla fortuna e dal caso.
    Capita però, qualche volta, che un evento, in rapporto alle cause inferiori è fortuito o casuale, in rapporto invece a una causa superiore, si scopre che è voluto direttamente. Si pensi, p. es., a due servi mandati dal padrone, in una stessa località, l'uno all'insaputa dell'altro; l'incontro dei due servi, per loro è casuale, perché avviene senza che essi lo vogliano; per il padrone invece che lo ha preordinato non è casuale, ma voluto direttamente.
    (…).?
    Bisogna perciò affermare che gli eventi casuali, sia quelli del mondo fisico, sia quelli del mondo umano, dipendono da una causa preordinante, che è la provvidenza divina. (…).
    Perciò niente impedisce che gli eventi che accadono quaggiù per accidens, quali sono le cose fortuite e casuali, dipendano da una causa intellettiva predeterminante; e specialmente dall'intelletto divino. (…)
    Concludendo, noi possiamo ammettere il fato, perché quanto accade quaggiù è soggetto alla provvidenza divina, e accade come un evento preordinato e quasi predetto da essa: sebbene i santi Dottori abbiano ricusato di servirsi di questo vocabolo, a cagione di coloro che attribuivano il fato all'influsso e alla posizione degli astri.
    Per cui S. Agostino ammoniva: "Chi attribuisce gli eventi umani al fato, perché con tale vocabolo intende significare la stessa volontà e potenza di Dio, pensi pure così, ma corregga il suo linguaggio". Ed è questa la ragione per cui nega il fato S. Gregorio” (Somma teologica, I, 116,1).

    6. Infine chiedere grazie materiali per se stessi o per la propria famiglia è doveroso.
    Il Signore stesso ci ha insegnato a domandarle nel Padre nostro con le parole “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”.
    In questo pane quotidiano è racchiuso tutto quello di cui abbiamo bisogno

    Amici Domenicani - Che cosa sia la divina Provvidenza, se esista il fato, che dire quando Dio non ci esaudisce...
    Preferisco di no.

  6. #6
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    Predefinito Re: Il suicidio dell'umanità

    Per "Ordinariamente" era inteso che il soggetto è Dio, cioè che ordinariamente Lui agisce tramite le persone che poi l'oggetto
    della sua azione sia più o meno straordinario per noi, dipende dal nostro bisogno oggettivo e dalla nostra percezione soggettiva.
    Tante volte non abbiamo consapevolezza dei miracoli che Egli compie, se non dopo un certo tempo.

    Normalmente Dio agisce tramite gli uomini che sono "mediazioni" della sua volontà, così si dice in teologia, cioè di ciò che Dio provvede per il nostro bene.

    E avere fiducia nella Provvidenza vuol dire accettare anche il male che Dio permette per il nostro bene.

    Provvidenza è tutto, non solo la vincita alla lotteria,
    il superare un esame, trovare un posto di lavoro ecc...
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  7. #7
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    Predefinito Re: sulla Provvidenza.

    Il male non e' voluto da Dio .. Ma talora nemmeno dagli uomini. Esiste un male che non e' direttamente riconducibile all'agire umano : se uno nasce senza cervello possiamo dire che sia un male no?


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  8. #8
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    Predefinito Re: sulla Provvidenza.

    Citazione Originariamente Scritto da Anthos Visualizza Messaggio
    Il male non e' voluto da Dio .. Ma talora nemmeno dagli uomini. Esiste un male che non e' direttamente riconducibile all'agire umano : se uno nasce senza cervello possiamo dire che sia un male no?


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    Nel panteismo Dio è tutto, male compreso,ergo il panteismo è blasfemo

  9. #9
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    Predefinito Re: sulla Provvidenza.

    Citazione Originariamente Scritto da Anthos Visualizza Messaggio
    Il male non e' voluto da Dio .. Ma talora nemmeno dagli uomini. Esiste un male che non e' direttamente riconducibile all'agire umano : se uno nasce senza cervello possiamo dire che sia un male no?


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    Il male è permesso per il nostro bene. Quale che sia la sua origine metafisica non ha importanza.
    E' permesso anche perchè noi lo combattiamo, come avviene con la professione medica
    che è occasione per praticare la carità per chi la esercita, non perchè sia accettato fatalisticamente (> Panteismo).
    Non c'è un male che sfugga alla volontà di Dio che sa come lavorare la pietra grezza che siamo noi.

    "Non si muove foglia che Dio non voglia" è un proverbio noto e cattolicissimo.

    Un grande santo, o santa, adesso non ricordo bene, mi pare san Giovanni della Croce ma non vorrei sbagliarmi. Uno cmq ai vertici del misticismo
    affermava che Dio prepara ogni croce (NB lo scandaloso "prepara") la stringe al petto e la benedice, e a ognuno è data con un peso calcolato apposta
    in modo che nessuno porti una croce che non si possa sostenere.

    Si tratti di vertici del misticismo, ma la storia sacra è chiara, il Padre da sempre genera il Figlio e da sempre ha preparato la sua incarnazione e passione, morte e resurrezione.

    E' il cattolicesimo.

    Chi cerca strade, spiegazioni, più comode e accettabili per la nostra ragione è pregato di accomodarsi altrove




    Capisci Anthos, è la realtà con cui dobbiamo misurarci, qui un po' di sana dottrina "masochista"
    Qui si sviluppano molto bene i concetti già espressi nel post di Miles dell'ottimo domencano, padre Angelo.


    "Dio vi vuol santi e perciò vi prova con pene ed angustie (II, 26). "

    La croce delle malattie.


    Dice il Savio che l'uomo fu creato per l'immortalità; ma per l'invidia del demonio entrò la morte nel mondo, e con la morte tutto il corredo di dolori e di mali che ne sono la preparazione e la condizione indispensabile.
    Cosi la vita presente non è che un susseguirsi di malattie e di sofferenze, o, come la chiama giustamente S. Gregorio, una specie di morte prolungata: quaedam prolixitas mortis.
    Ma il Signore che suol cavare il bene dal male, e ogni cosa ordina al nostro maggior vantaggio spirituale, provvidenzialmente ha disposto che Queste infermità, pur restando una pena dolorosa, fossero mezzi di perfezione e di santità.

    « Le malattie,' dice S. Francesco di Sales, sono un'ottima scuola di misericordia per quelli che assistono gli infermi, e d'amorosa rassegnazione per quelli che le sopportano; poiché mentre gli uni sono ai piedi della Croce; come la Vergine e S. Giovanni, cui sì propongono d'imitare; gli altri sono in croce come nostro Signore, la cui passione procurano, quanto più possono, di ricopiare (Lettere spirit. Lib. V, lett. 3).
    Quando dunque viene la malattia, dice il medesimo Santo, è la croce di Cristo che viene: abbracciala dunque ed abbila cara per amor di colui che te la manda.

    San Paolo della Croce
    :


    ****



    Quando io nacqui, mi disse una voce
    "Tu sei nato a portar la tua croce".
    Io piangendo la croce abbracciai
    Che dal cielo assegnata mi fu;


    (Don Pietro Paolo Parzanese)





    Riflessione

    SI DICE: Se ognuno di noi portasse la propria croce in piazza, dopo aver visto quella degli altri, riporterebbe a casa ancora la propria. Dio prima ti prepara le spalle e poi ci mette la croce.

    Se la tua croce pesa non è perchè essa è pesante ma perchè tu non hai le spalle abbastanza forti per sopportarla. Non hai dentro di te sufficiente fede.

    Pace e Luce - i valori della vita




    ... e visto che abbiamo anche un Papa, ascoltiamolo:


    Papa Francesco, questa mattina nell’omelia alla Messa a Casa Santa Marta, ha detto che un cristiano non può capire Cristo senza la croce, senza che sia disposto a portarla con lui, come fece il Cireneo. Commentando le parole del Vangelo, il Santo Padre ha fatto notare la “pedagogia” di Cristo nei confronti dei discepoli. Egli si svela man mano a loro, spiegando la sua “identità” di figlio di Dio: «Prepara i cuori dei discepoli, i cuori della gente, a capire questo Mistero di Dio». E, in questo cammino, Gesù ci «salva con questa identità nella Croce. Non si può capire Gesù Cristo Redentore senza la Croce: non si può capire! Possiamo arrivare fino a pensare che è un gran profeta, fa cose buone, è un santo. Ma il Cristo Redentore senza la Croce non lo si può capire. Ma i cuori dei discepoli, i cuori della gente non erano preparati per capirlo. Non avevano capito le profezie, non avevano capito che Lui era proprio l’agnello per il sacrificio».

    COME IL CIRENEO. È solo la Domenica delle Palme, ha detto papa Francesco, che Cristo permette alla folla di dire la sua identità, con quel «Benedetto Colui che viene nel nome del Signore». E questo perché, disse, «se questa gente non grida, grideranno le pietre!». È solo dopo la sua morte che la sua identità appare in pienezza e la «prima confessione» viene dal centurione romano. Gesù ci «prepara ad accompagnarlo con le nostre croci nella sua strada verso la redenzione. Ci prepara ad essere dei cirenei per aiutarlo a portare la Croce. E la nostra vita cristiana senza questo non è cristiana. Anche la nostra identità di cristiani deve essere custodita e non credere che essere cristiani è un merito, è un cammino spirituale di perfezione. Non è un merito, è pura grazia».


    Papa Francesco: portare la croce come il Cireneo | Tempi.it











    Ultima modifica di emv; 04-06-15 alle 17:45
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  10. #10
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    Predefinito sulla Provvidenza.

    Il male e' un Mistero . Come la materia oscura dell'universo.


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    Ultima modifica di Anthos; 05-06-15 alle 00:54

 

 
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