Non conosco Iacoboni. Sarà sicuramente un'ottima persona: affettuoso coi figli, fedele alla compagna, gentile coi colleghi, premuroso coi parenti, e magari anche professionalmente preparato, quando parla di quello che sa. La domanda a questo punto è: di parlare di quello che non sa e non capisce, glielo ha chiesto il medico? Perché, come potrete vedere nel post che vi cito, le cose non stano come dice lui. Rispetto ai livelli pre-crisi (cioè, per capirci, dall'agosto del 2008) la produzione industriale è giù del 17%, non su del 3%. Una differenza di 20 punti percentuali, non esattamente un bruscolino.
Perché fanno così? Perché non stanno attenti?
Se lo fanno apposta, se pensano di fotterci con questi trucchetti, sono fuori strada: Goofynomics ha cambiato le regole, ora la verità sui dati bisogna dirla. Certo, come direbbe quell'altro gegno (se siete su Twitter sapete chi è), un giornale ha la sua "linea editoriale", e un giornale schierato con la grande impresa (che non è la piccola e media impresa) deve ovviamente far capire che l'Europa nemica del lavoro (cioè amica del grande capitale) qualcosa di buono lo ha fatto: ha portato, grazie alle riforme, una ripresa che, certo, è un po' debole, ma se lo è, questo è solo colpa nostra (andatevi a leggere i tweet di Iacoboni: il senso è questo). Quindi sì, è probabile, non lo si può escludere: Iacoboni potrebbe essere stato indotto a fornire un'informazione tendenziosamente errata per motivi di linea editoriale. Lo suggerisce il fatto che non abbia rettificato quando il mio lettore gli ha fatto presente che le cose non stavano come diceva lui.
Ma forse nemmeno questo.
Ormai loro vivono in un modo tutto loro, totalmente autoreferenziale: vedono la realtà attraverso la lente deformante dei loro pregiudizi e di quello che credono che i loro datori di lavoro ritengano che essi debbano dire. Insomma, non lo fanno nemmeno apposta: gli viene naturale. Non c'è intenzionalità, non so come dirvelo.
A mio avviso, però, questo rende la cosa molto più grave. Perché se la malizia di chi intenzionalmente fornisce un'informazione tendenziosa per influenzare il dibattito può essere contrastata e, soprattutto, può conoscere una tardiva resipiscenza, il delirio allucinatorio degli "europeisti" è senza remissione. Non si arrenderanno mai all'evidenza, e continueranno ad inquinare il dibattito, invocando la libertà di opinione per proteggere l'impunità di menzogna.
E la cosa più triste e più spiacevole è che nel far questo continueranno a infangare l'immagine di un popolo del quale si sentono migliori, e al quale rimproverano l'immaturità culturale, quando sono poi loro ad alimentarla, questa immaturità, con presentazioni, come dire, un po' "impressionistiche" di realtà fattuali che hanno un'unica interpretazione, nella dottrina scientifica (della quale loro nulla sanno, perché hanno studiato altro e fanno un altro lavoro), così come nel senso comune (del quale loro nulla sanno perché vivono in una nicchia privilegiata sotto tutti i profili).
Sarà difficile ricostruire democrazia e identità nazionale in queste condizioni. Difficile, ma non impossibile. Dipende da noi. Intanto, diffondiamo il dato giusto.
Ah, ovviamente adesso Iacoboni, se vuole, può dimostrarmi che non mi sbaglio, e che lui è effettivamente quella brava persona che penso sia, facendo una semplice cosa: twittando "mi sono sbagliato, siamo ancora giù del 17%".
Sono aperte le scommesse, so che non sarò deluso...
Goofynomics: La ripresa: Iacoboni vs. Eurostat (post muto)