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    Predefinito Due sinistre: a loro, Corbyn. A noi, D’Alema

    Due sinistre: a loro, Corbyn. A noi, D’Alema

    Maurizio Blondet 29 agosto 2015
    Addio locomotiva dell’economia globale. La Cina cade in recessione. Ineluttabilmente. La sua leadership “potrà dirsi fortunata se riuscirà a ridurre la sua crisi ad una mera stagnazione con crescita zero o quasi nei prossimi dieci anni. Sarà un successo politico”: così il professor Zhiwu Chen della Yale University in una riunione del Council on Foreign Relations, ha proposto come modello quasi ideale – in confronto al peggio che può accadere a Pechino – il tristissimo “Decennio Perduto” del Giappone, con le banche zombificate tenute in vita col cannello dalla banca centrale.
    Ciò farà rallentare la crescita globale a un 2%, che è di fatto, recessione.
    La sola cosa che può fermare la Cina sulla via della recessione è è un grosso stimolo di bilancio inteso ad aumentare i consumi, finanziato dal governo centrale, preferibilmente monetizzato dalla Banca centrale cinese”. Questo, l’ha detto Willem Buiter, economista-capo di Citigroup, nella stessa riunione del CFR.
    Citigroup braces for world recession, calls for Corbynomics QE in China - Telegraph
    Ambrose Evans-Pritchard del Telegraph, che riporta le suddette dichiarazioni, nota: ciò equivale ad invocare che la Cina applichi la “Corbynomics”.
    Corbynomics?

    Jeremy Corbyn è il vecchio nuovo astro nascente della Sinistra britannica. Antico nemico di Tony Blair, sta scalando i sondaggi dando nuove speranze al Labour Party, con proposte economiche tipo:
    – rinazionalizzare gli asset svenduti dai precedenti governi , comprese le grosse banche, “senza indennizzo” agli attuali proprietari.
    – Fare “Il quantitative easing per il popolo”: la Banca centrale britannica stampi denaro per metterlo in tasca alla gente, invece che per darlo alle banche onde queste lo prestino (con interesse) alla gente, come ha fatto finora.

    • Pagare tutto ciò con aumenti delle tasse sulle grandi fortune. Se si pensa che il governo Cameron sta proprio adesso cercando di diminuire (ancora) le tasse di successione (ossia sui benestanti morti, dice la BBC), si può capire lo sconcerto.

    Quanto l’Establishment abbia paura di Corbyn, lo mostra la forsennata campagna di diffamazione e calunnie che i suoi media, come a segnale ricevuto, gli stanno scatenando contro: è matto, un caso psichiatrico, è un rottame del passato socialista che i mercati hanno seppellito per sempre, le sue idee economiche porteranno tutti alla rovina..ma soprattutto – specialissimo assassinio mediatico dell’uomo, il che significa quanto vogliamo eliminarlo – Corby è antisemita.
    La prova del suo antisemitismo? Ha finanziato la fondazione “Deir Yassin Remembered”, (che ricorda il primo grande massacro ebraico di palestinesi del 1948 nel villaggio di Deir Yassin, che spinse centinaia di miglia di arabi a cercare scampo nella fuga: l’inizio della presa delle loro terre), e questa fondazione è stata fondata da “Paul Eisen, negazionista dell’Olocausto”. Ciò significa, per la virtù transitiva, che anche Corbyn è negazionista dell’olocausto. Sorvolando sul fatto che Paul Eisen è un ebreo…quel che conta è assassinare politicamente Corbyn. Come ebbe a dire Pat Buchanan, chissà perché ogni volta che si propone una vera riforma della speculazione finanziaria, si viene accusati di antisemitismo.
    Il fatto è che quaranta economisti di livello, nient’affatto comunisti, hanno preso posizione per Corbyn: ciò che propone – hanno scritto – è farla finita con l’austerità che porta deflazione, imposta al solo scopo di arricchire ancor più il capitale – che ha già preso troppo al lavoro. E’ una posizione sostenuta persino dagli studiosi del Fondo Monetario Internazionale, che non è un partito stalinista. Il suo obiettivo è incoraggiare la crescita.
    Adesso anche uno come il capo-economista di Citigroup (un gruppo bancario fra i più speculativi) comincia a suggerire che la Cina applichi – per uscire dal buco in cui s’è cacciata – la Corbynomics, e lo faccia al Council on Foreign Relations, è il segno che anche negli ambienti che hanno imposto il “mercato globale” c’è la vaga sensazione che l’applicazione ulteriore della sua dogmatica ortodossa monetarista e privatista non possa più essere sostenuta. Lorsignori hanno memoria storica. Ricordano che la crisi del 1929 ebbe una ricaduta tragica nel 1937, rigettando il mondo in una nuova Grande Depressione; le riforme di Roosevelt, che non mettevano abbastanza in discussione il potere finanziario privato, si rivelarono pannicelli caldi. Ciò perché l’Establishment aveva impedito con successo idee veramente alternative, da quella di Fischer sull’abolizione della moneta-debito bancaria e la restituzione allo stato della sua esclusiva creazione, fino alla moneta deperibile di Gesell, o quelle di Keynes.
    Anche oggi la crisi del 2015 che viene dopo la crisi del 2008 mai risanata, somiglia troppo a una replica della ricaduta-1937, per non inquietare i capitalisti più avvertiti. Dall’applicazione spietata del capitalismo terminale in forma pura hanno ricavato tutti i vantaggi che potevano; adesso è una sorta di capolinea, mancano le idee, l’ulteriore imposizione delle loro ricette dogmatiche rischia di non porta più a nulla – se non al rischio, per loro, di perdere potere.
    Lo strano paradosso del capitalismo terminale

    Capolinea” ha un senso preciso: in certo senso, un ritorno a caselle di partenza da cui il capitalismo senza freni è partito per la conquista (e la devastazione) delle società umane.
    Considerate la stranezza della situazione presente. Lorsignori imposero a tutto l’Occidente la fine del “matrimonio fra banche centrali e Tesoro”, l’istituzione con cui la Banca centrale comprava le quote di debito pubblico che restassero invendute sul mercato finanziario; ciò metteva un calmiere al costo dell’indebitamento pubblico; il Capitale privato protestò che bisognava invece esporre i debiti pubblici ai “mercati finanziari globali”, perché questi sono organi infallibili per “scoprire il prezzo” di un debito di Stato, valutandone il rischio d’insolvenza. E così è stato. I “mercati” speculativi hanno guadagnato a più non posso. Gli interessi sono saliti, i debiti pubblici come quello italiano sono andati alle stelle…e adesso, che cosa accade? Che le banche centrali – ormai di proprietà del Capitale (Goldman Sachs) – calmierano, anzi sopprimono il costo.
    Gli interessi sono così bassi, da creare bolle. Ma se si accenna ad aumentarli, Wall Street è la prima a lanciare alte grida: volete mandarci di recessione?! La speculazione non protesta più che così si sottrae al mercato la capacità di “dare un prezzo al rischio”; anzi, è contenta che le “sue” banche centrali sopprimano gli interessi. L’ultima emissione di debito italiano – dopo la crisi cinese, che avrebbe dovuto far rialzare i tassi sul nostro “rischio paese stra-indebitato” – è stata comprata, se non sbaglio, allo 0,70% di interesse: è un prezzo del tutto artificiale, prodotto dalla BCE. Molto più di quelli che si praticavano durante “Il matrimonio” fra Banche centrali e Tesori. Non è il “mercato” a decidere, ma il burocrate. Ancorché di Gldman Sachs….

    Le banche centrali oggi rese indipendenti dalla politica creano triliardi di dollari ed euro a tassi minimi, comprano debito a man bassa. Ossia: fanno quel che il Capitale, ai bei tempi, accusava i politici di fare, “stampare” irresponsabilmente per le loro clientele. Sottrarre ai politici (ai governi, agli stati) il potere di stampare denaro dal nulla è la scusa morale con cui l’Establishment lo ha arraffato per sé, per le sue banche private (che creano il 95% del denaro circolante indebitando); adesso lo ha affidato alle “sue” banche centrali, proprietà loro. Ci ha guadagnato abbastanza, adesso non riesce più a guadagnarci. Nonostante l’inondazione di fiat money in corso, ancor più irresponsabile di quella degli stati, il Sistema resta incagliato alla deflazione. Perché? Perché le banche centrali hanno dato quei soldi creati dal nulla a tasso zero alle banche private, sperando che queste possano ancora indebitare un po’ la gente: non funziona più.
    La BBC, per il Regno Unito, spiega: dal 2009 la Bank of England ha creato 375 miliardi di sterline (520 miliardi di euro) con cui ha comprato il debito pubblico, e tutto ciò che ha ottenuto è “un pochino di incremento marginale dei consumi” attraverso il noto “contorto meccanismo”, il triffaldino inghippo escogitato per far guadagnare ancora le banche e solo indirettamente “la gente”.
    Allora perché non cominciare a saggiare la Corbynomics? Anche perché in Usa sorge un Donald Trumps, in Francia il FN, in Europa “populismi” che potrebbero, proporre alternative veramente altre: il ritorno all’autarchia, il 100% Money di Fischer, la nazionalizzazione delle banche, la sottrazione alla finanza di creare il denaro se non (Deus avertat) quelle riforme che fecero del Terzo Reich l’unica economia di successo nel grande gelo degli anni Trenta.
    E allora perché non delibare le idee del “rosso” Corbyn? Tanto più che come “quantitative easing per il popolo” questi non intende, come Beppe Grillo, mettere soldi direttamente nelle tasche della gente come reddito di cittadinanza. No. Come ha detto, lui intende “per esempio, dare alla Bank of England un nuovo mandato per alzare il livello della nostra economia investendo su abitazioni su larga scala, energia, trasporti, e progetti digitali”. E come ha precisato Richard Murphy, il primo consigliere economico di Corbyn (è un teorico della giustizia fiscale) , ciò si otterrebbe così: con la banca centrale che compra il debito emesso “da una nuova banca di investimento pubblica, il cui ruolo sarebbe di finanziare” tutte le infrastrutture di cui sopra, creando posti di lavoro e ammodernando la struttura economica.
    Questo non è il vecchio solito socialismo, è un pensiero radicalmente nuovo”, riconosce Robert Peston, direttore economico BBC; anche se magari qualcuno potrebbe trovarvi l’eco di una cosa italiana si chiamava Istituto della Ricostruzione Industriale con le sue tre banche nazionalizzate, e che la sinistra (da Prodi ad Amato ed oltre) ha smantellato regalandola ai privati, che le era stato ordinato dal Capitale. Naturalmente Preston si affretta ad aggiungere le formule prescritte dal dogma: il rischio è l’inflazione, il calo del valore della sterlina, il superindebitamento pubblico. Ma in un clima di deflazione il primo guaio sarebbe in parte un beneficio, il secondo un auspicio (più competitività per l’economia inglese),e quanto al terzo, un altro consigliere di Corbyn, Adair Turner (ex capo dell’Auhority dei Servizi Finanziari) propone che la banca centrale “faccia un passo in più rispetto al quantitative easing per le banche, e crei denaro per effettivamente annullare il debito”.
    Se vi pare un’idea troppo ardita per il dogma liberista-monetarista, si sappia: Ron Paul ha proposto che gli Usa cancellino i loro 1700 miliardi di debito. Ciò potrebbe avvenire in modo che vi parrà inaudito, liberisti dell’ultima ora: “La Fed è legalmente autorizzata a retituire il debito al Tesoro, perché venga distrutto”: O, come ha specificato Ellen Brown, “Il governo può ridurre il debito prima riacquistandolo e poi cancellandolo. Il debito può essere riacquistato anche con ‘banconote senza-debito’, del genere di quelle emesse durante la guerra civile [i greenbacks]” da Abraham Lincoln. La moneta di Stato! Udite e scandalizzatevi.
    http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=15483
    Insomma: in Usa se ne parla, in Inghilterra la Corbynomics non sembra più tanto una bestemmia: l’Establishment sta calcolando quanto gli costerebbe, e se non gli costerebbe di più rischiare una rivolta sociale continuando ad imporre le ricette liberiste austeritarie…ricette che peraltro sono più di Berlino che di Londra, molto più pragmatica ed elastica, meglio dotata di memoria storica, e agghiacciata dal mostro che si sta rivelando la UE.
    E in Italia?

    Reduce dalla consueta regata estiva sul panfilo in competizione con gli amici miliardari di pari yacht, è tornato Massimo D’Alema. Il leader della sinistra intelligente, sceso dal panfilo, ha fatto un discorso pieno di rabiette e invidiuzze, come il suo solito. Ed ha dato una pugnalatina alla schiena a Matteo Renzi. E’ la sua specialità, pugnalare gli “amici”, chiedete a Prodi. E’ il suo storico apporto da statista.
    Per la verità ha anche fatto una proposta alternativa. Meglio, una domanda: “Andremo alle elezioni con Alfano, Cicchitto e Verdini o cercheremo di ricostruire il centrosinistra? Quello con i conservatori è un abbraccio mortale, come si è visto con i socialisti greci. Io voglio capire, da studioso, cosa farà il Pd”. Insomma lui punta a una novità radicale: rifare l’Ulivo. Con SEL aggiunto, capeggiato da Vendola.
    Criticatemi pure, ma mi succede questo: ogni volta che mi metto di buona volontà a scrivere contro Matteo Renzi, il Cacciapalle, appare D’Alema. O Bersani. Quelli che hanno dato la forza che non aveva a Mario Monti, quella sinistra che ha accettato ed eseguito gli ordini del capitalismo di rapina, dell’eurocrazia oligarchica, di Draghi, di Goldman Sachs, di Merkel…non è che ami Renzi. E’ che a criticarlo sia D’Alema, o Bersani il suo tirapiedi, che me lo fa’ preferire.

    Due sinistre: a loro, Corbyn. A noi, D'Alema - Blondet & Friends


  2. #2
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    Predefinito Re: Due sinistre: a loro, Corbyn. A noi, D’Alema

    Citazione Originariamente Scritto da dedelind Visualizza Messaggio
    Due sinistre: a loro, Corbyn. A noi, D’Alema

    Maurizio Blondet 29 agosto 2015
    Addio locomotiva dell’economia globale. La Cina cade in recessione. Ineluttabilmente. La sua leadership “potrà dirsi fortunata se riuscirà a ridurre la sua crisi ad una mera stagnazione con crescita zero o quasi nei prossimi dieci anni. Sarà un successo politico”: così il professor Zhiwu Chen della Yale University in una riunione del Council on Foreign Relations, ha proposto come modello quasi ideale – in confronto al peggio che può accadere a Pechino – il tristissimo “Decennio Perduto” del Giappone, con le banche zombificate tenute in vita col cannello dalla banca centrale.
    Ciò farà rallentare la crescita globale a un 2%, che è di fatto, recessione.
    La sola cosa che può fermare la Cina sulla via della recessione è è un grosso stimolo di bilancio inteso ad aumentare i consumi, finanziato dal governo centrale, preferibilmente monetizzato dalla Banca centrale cinese”. Questo, l’ha detto Willem Buiter, economista-capo di Citigroup, nella stessa riunione del CFR.
    Citigroup braces for world recession, calls for Corbynomics QE in China - Telegraph
    Ambrose Evans-Pritchard del Telegraph, che riporta le suddette dichiarazioni, nota: ciò equivale ad invocare che la Cina applichi la “Corbynomics”.
    Corbynomics?

    Jeremy Corbyn è il vecchio nuovo astro nascente della Sinistra britannica. Antico nemico di Tony Blair, sta scalando i sondaggi dando nuove speranze al Labour Party, con proposte economiche tipo:
    – rinazionalizzare gli asset svenduti dai precedenti governi , comprese le grosse banche, “senza indennizzo” agli attuali proprietari.
    – Fare “Il quantitative easing per il popolo”: la Banca centrale britannica stampi denaro per metterlo in tasca alla gente, invece che per darlo alle banche onde queste lo prestino (con interesse) alla gente, come ha fatto finora.

    • Pagare tutto ciò con aumenti delle tasse sulle grandi fortune. Se si pensa che il governo Cameron sta proprio adesso cercando di diminuire (ancora) le tasse di successione (ossia sui benestanti morti, dice la BBC), si può capire lo sconcerto.

    Quanto l’Establishment abbia paura di Corbyn, lo mostra la forsennata campagna di diffamazione e calunnie che i suoi media, come a segnale ricevuto, gli stanno scatenando contro: è matto, un caso psichiatrico, è un rottame del passato socialista che i mercati hanno seppellito per sempre, le sue idee economiche porteranno tutti alla rovina..ma soprattutto – specialissimo assassinio mediatico dell’uomo, il che significa quanto vogliamo eliminarlo – Corby è antisemita.
    La prova del suo antisemitismo? Ha finanziato la fondazione “Deir Yassin Remembered”, (che ricorda il primo grande massacro ebraico di palestinesi del 1948 nel villaggio di Deir Yassin, che spinse centinaia di miglia di arabi a cercare scampo nella fuga: l’inizio della presa delle loro terre), e questa fondazione è stata fondata da “Paul Eisen, negazionista dell’Olocausto”. Ciò significa, per la virtù transitiva, che anche Corbyn è negazionista dell’olocausto. Sorvolando sul fatto che Paul Eisen è un ebreo…quel che conta è assassinare politicamente Corbyn. Come ebbe a dire Pat Buchanan, chissà perché ogni volta che si propone una vera riforma della speculazione finanziaria, si viene accusati di antisemitismo.
    Il fatto è che quaranta economisti di livello, nient’affatto comunisti, hanno preso posizione per Corbyn: ciò che propone – hanno scritto – è farla finita con l’austerità che porta deflazione, imposta al solo scopo di arricchire ancor più il capitale – che ha già preso troppo al lavoro. E’ una posizione sostenuta persino dagli studiosi del Fondo Monetario Internazionale, che non è un partito stalinista. Il suo obiettivo è incoraggiare la crescita.
    Adesso anche uno come il capo-economista di Citigroup (un gruppo bancario fra i più speculativi) comincia a suggerire che la Cina applichi – per uscire dal buco in cui s’è cacciata – la Corbynomics, e lo faccia al Council on Foreign Relations, è il segno che anche negli ambienti che hanno imposto il “mercato globale” c’è la vaga sensazione che l’applicazione ulteriore della sua dogmatica ortodossa monetarista e privatista non possa più essere sostenuta. Lorsignori hanno memoria storica. Ricordano che la crisi del 1929 ebbe una ricaduta tragica nel 1937, rigettando il mondo in una nuova Grande Depressione; le riforme di Roosevelt, che non mettevano abbastanza in discussione il potere finanziario privato, si rivelarono pannicelli caldi. Ciò perché l’Establishment aveva impedito con successo idee veramente alternative, da quella di Fischer sull’abolizione della moneta-debito bancaria e la restituzione allo stato della sua esclusiva creazione, fino alla moneta deperibile di Gesell, o quelle di Keynes.
    Anche oggi la crisi del 2015 che viene dopo la crisi del 2008 mai risanata, somiglia troppo a una replica della ricaduta-1937, per non inquietare i capitalisti più avvertiti. Dall’applicazione spietata del capitalismo terminale in forma pura hanno ricavato tutti i vantaggi che potevano; adesso è una sorta di capolinea, mancano le idee, l’ulteriore imposizione delle loro ricette dogmatiche rischia di non porta più a nulla – se non al rischio, per loro, di perdere potere.
    Lo strano paradosso del capitalismo terminale

    Capolinea” ha un senso preciso: in certo senso, un ritorno a caselle di partenza da cui il capitalismo senza freni è partito per la conquista (e la devastazione) delle società umane.
    Considerate la stranezza della situazione presente. Lorsignori imposero a tutto l’Occidente la fine del “matrimonio fra banche centrali e Tesoro”, l’istituzione con cui la Banca centrale comprava le quote di debito pubblico che restassero invendute sul mercato finanziario; ciò metteva un calmiere al costo dell’indebitamento pubblico; il Capitale privato protestò che bisognava invece esporre i debiti pubblici ai “mercati finanziari globali”, perché questi sono organi infallibili per “scoprire il prezzo” di un debito di Stato, valutandone il rischio d’insolvenza. E così è stato. I “mercati” speculativi hanno guadagnato a più non posso. Gli interessi sono saliti, i debiti pubblici come quello italiano sono andati alle stelle…e adesso, che cosa accade? Che le banche centrali – ormai di proprietà del Capitale (Goldman Sachs) – calmierano, anzi sopprimono il costo.
    Gli interessi sono così bassi, da creare bolle. Ma se si accenna ad aumentarli, Wall Street è la prima a lanciare alte grida: volete mandarci di recessione?! La speculazione non protesta più che così si sottrae al mercato la capacità di “dare un prezzo al rischio”; anzi, è contenta che le “sue” banche centrali sopprimano gli interessi. L’ultima emissione di debito italiano – dopo la crisi cinese, che avrebbe dovuto far rialzare i tassi sul nostro “rischio paese stra-indebitato” – è stata comprata, se non sbaglio, allo 0,70% di interesse: è un prezzo del tutto artificiale, prodotto dalla BCE. Molto più di quelli che si praticavano durante “Il matrimonio” fra Banche centrali e Tesori. Non è il “mercato” a decidere, ma il burocrate. Ancorché di Gldman Sachs….

    Le banche centrali oggi rese indipendenti dalla politica creano triliardi di dollari ed euro a tassi minimi, comprano debito a man bassa. Ossia: fanno quel che il Capitale, ai bei tempi, accusava i politici di fare, “stampare” irresponsabilmente per le loro clientele. Sottrarre ai politici (ai governi, agli stati) il potere di stampare denaro dal nulla è la scusa morale con cui l’Establishment lo ha arraffato per sé, per le sue banche private (che creano il 95% del denaro circolante indebitando); adesso lo ha affidato alle “sue” banche centrali, proprietà loro. Ci ha guadagnato abbastanza, adesso non riesce più a guadagnarci. Nonostante l’inondazione di fiat money in corso, ancor più irresponsabile di quella degli stati, il Sistema resta incagliato alla deflazione. Perché? Perché le banche centrali hanno dato quei soldi creati dal nulla a tasso zero alle banche private, sperando che queste possano ancora indebitare un po’ la gente: non funziona più.
    La BBC, per il Regno Unito, spiega: dal 2009 la Bank of England ha creato 375 miliardi di sterline (520 miliardi di euro) con cui ha comprato il debito pubblico, e tutto ciò che ha ottenuto è “un pochino di incremento marginale dei consumi” attraverso il noto “contorto meccanismo”, il triffaldino inghippo escogitato per far guadagnare ancora le banche e solo indirettamente “la gente”.
    Allora perché non cominciare a saggiare la Corbynomics? Anche perché in Usa sorge un Donald Trumps, in Francia il FN, in Europa “populismi” che potrebbero, proporre alternative veramente altre: il ritorno all’autarchia, il 100% Money di Fischer, la nazionalizzazione delle banche, la sottrazione alla finanza di creare il denaro se non (Deus avertat) quelle riforme che fecero del Terzo Reich l’unica economia di successo nel grande gelo degli anni Trenta.
    E allora perché non delibare le idee del “rosso” Corbyn? Tanto più che come “quantitative easing per il popolo” questi non intende, come Beppe Grillo, mettere soldi direttamente nelle tasche della gente come reddito di cittadinanza. No. Come ha detto, lui intende “per esempio, dare alla Bank of England un nuovo mandato per alzare il livello della nostra economia investendo su abitazioni su larga scala, energia, trasporti, e progetti digitali”. E come ha precisato Richard Murphy, il primo consigliere economico di Corbyn (è un teorico della giustizia fiscale) , ciò si otterrebbe così: con la banca centrale che compra il debito emesso “da una nuova banca di investimento pubblica, il cui ruolo sarebbe di finanziare” tutte le infrastrutture di cui sopra, creando posti di lavoro e ammodernando la struttura economica.
    Questo non è il vecchio solito socialismo, è un pensiero radicalmente nuovo”, riconosce Robert Peston, direttore economico BBC; anche se magari qualcuno potrebbe trovarvi l’eco di una cosa italiana si chiamava Istituto della Ricostruzione Industriale con le sue tre banche nazionalizzate, e che la sinistra (da Prodi ad Amato ed oltre) ha smantellato regalandola ai privati, che le era stato ordinato dal Capitale. Naturalmente Preston si affretta ad aggiungere le formule prescritte dal dogma: il rischio è l’inflazione, il calo del valore della sterlina, il superindebitamento pubblico. Ma in un clima di deflazione il primo guaio sarebbe in parte un beneficio, il secondo un auspicio (più competitività per l’economia inglese),e quanto al terzo, un altro consigliere di Corbyn, Adair Turner (ex capo dell’Auhority dei Servizi Finanziari) propone che la banca centrale “faccia un passo in più rispetto al quantitative easing per le banche, e crei denaro per effettivamente annullare il debito”.
    Se vi pare un’idea troppo ardita per il dogma liberista-monetarista, si sappia: Ron Paul ha proposto che gli Usa cancellino i loro 1700 miliardi di debito. Ciò potrebbe avvenire in modo che vi parrà inaudito, liberisti dell’ultima ora: “La Fed è legalmente autorizzata a retituire il debito al Tesoro, perché venga distrutto”: O, come ha specificato Ellen Brown, “Il governo può ridurre il debito prima riacquistandolo e poi cancellandolo. Il debito può essere riacquistato anche con ‘banconote senza-debito’, del genere di quelle emesse durante la guerra civile [i greenbacks]” da Abraham Lincoln. La moneta di Stato! Udite e scandalizzatevi.
    http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=15483
    Insomma: in Usa se ne parla, in Inghilterra la Corbynomics non sembra più tanto una bestemmia: l’Establishment sta calcolando quanto gli costerebbe, e se non gli costerebbe di più rischiare una rivolta sociale continuando ad imporre le ricette liberiste austeritarie…ricette che peraltro sono più di Berlino che di Londra, molto più pragmatica ed elastica, meglio dotata di memoria storica, e agghiacciata dal mostro che si sta rivelando la UE.
    E in Italia?

    Reduce dalla consueta regata estiva sul panfilo in competizione con gli amici miliardari di pari yacht, è tornato Massimo D’Alema. Il leader della sinistra intelligente, sceso dal panfilo, ha fatto un discorso pieno di rabiette e invidiuzze, come il suo solito. Ed ha dato una pugnalatina alla schiena a Matteo Renzi. E’ la sua specialità, pugnalare gli “amici”, chiedete a Prodi. E’ il suo storico apporto da statista.
    Per la verità ha anche fatto una proposta alternativa. Meglio, una domanda: “Andremo alle elezioni con Alfano, Cicchitto e Verdini o cercheremo di ricostruire il centrosinistra? Quello con i conservatori è un abbraccio mortale, come si è visto con i socialisti greci. Io voglio capire, da studioso, cosa farà il Pd”. Insomma lui punta a una novità radicale: rifare l’Ulivo. Con SEL aggiunto, capeggiato da Vendola.
    Criticatemi pure, ma mi succede questo: ogni volta che mi metto di buona volontà a scrivere contro Matteo Renzi, il Cacciapalle, appare D’Alema. O Bersani. Quelli che hanno dato la forza che non aveva a Mario Monti, quella sinistra che ha accettato ed eseguito gli ordini del capitalismo di rapina, dell’eurocrazia oligarchica, di Draghi, di Goldman Sachs, di Merkel…non è che ami Renzi. E’ che a criticarlo sia D’Alema, o Bersani il suo tirapiedi, che me lo fa’ preferire.

    Due sinistre: a loro, Corbyn. A noi, D'Alema - Blondet & Friends

    e da quando per il "compagno" Blondet dovrebbe essere un problema se in Italia non esiste la sinistra?

  3. #3
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    Predefinito Re: Due sinistre: a loro, Corbyn. A noi, D’Alema

    UN QUANTITATIVE EASING PER LE PERSONE: LA RADICALE PROPOSTA DI JEREMY CORBIN


    DI ELLEN BROWN
    counterpunch.org
    Jeremy Corbyn, il candidato sul ‘cavallo scuro’ [1] attualmente in testa nei sondaggi per la leadership del Partito Laburista Britannico, ha incluso nella sua piattaforma un ‘Quantitave Easing per le persone’. Nella presentazione del 22 Luglio egli ha detto:
    ”Il 'riequilibrio' di cui sto parlando si riferisce a quello della finanza nei riguardi dei settori sostenibili e ad alta crescita del futuro. Com’è che possiamo fare? Una possibilità sarebbe quella di conferire alla Banca d'Inghilterra un nuovo mandato, quello di migliorare la nostra economia investendo massicciamente in nuove abitazioni, nell'energia, nei trasporti e nei progetti digitali. Un Quantitative Easing per le persone, quindi, invece che per le banche”.


    Il suo consigliere economico Richard Murphy ha ulteriormente spiegato:
    "Il Quantitative Easing per la gente è un processo tramite il quale viene riacquistato il debito che era stato deliberatamente creato da una banca d’investimenti ‘verde’, o da un ente locale, o da un’azienda sanitaria o da altre agenzie, con lo scopo specifico di finanziare nuovi investimenti nell'economia – visto che i grandi mercati commerciali e finanziari non sono in grado di effettuarli nella quantità necessaria perché il Regno Unito funzioni di nuovo – e per ripristinare la nostra prosperità finanziaria".
    Secondo il gruppo ‘Positive Money’:
    ”Idee similari sono state sostenute, o almeno suggerite, da economisti di rilievo, tra i quali JM Keynes, Milton Friedman, Ben Bernanke, William Buiter e Martin Lupo. Più di recente, anche Lord Adair Turner ne ha proposto di analoghe, evidenziando che 'non ci sono motivi tecnici per respingere quest’opzione'".
    Forse, ma gli scettici, invece, sostengono che c’è molto da criticare. Sullo ‘UK Telegraph’ Peter Spence ha detto che:
    ”Gli esperti sostengono che una vittoria di Jeremy Corbyn nelle prossime elezioni generali metterebbe la Gran Bretagna in rotta di collisione con Bruxelles e spingerebbe il Regno Unito verso una rovina in pieno ‘stile Zimbabwe’ ..… Tony Yates, ex economista della Banca Centrale ed ora professore presso l'Università di Birmingham, ha detto che: ‘questa strada conduce alla rovina della politica monetaria. E’ esattamente quello che ha fatto lo Zimbabwe, che ha smesso di pagare i suoi debiti stampando nuova moneta”.
    Spence ha anche citato il Governatore della Banca d'Inghilterra, Mark Carney, che ha dichiarato:
    ”La ragione per cui non si dovrebbe nemmeno dar inizio a questa conversazione è che questa proposta, se attuata, porterebbe alla rimozione di qualsiasi disciplina in materia di politica fiscale”.
    LA MINACCIA FASULLA DELL’IPERINFLAZIONE
    Avvertimenti riguardo un’iperinflazione in pieno ‘stile Zimbabwe’ sono stati continuamente mossi contro i Quantitative Easings [QE], fin da quando la Federal Reserve li ha avviati, nel 2008.
    Quando la Banca Centrale Europea [BCE] ha annunciato, a Gennaio 2015, che si sarebbe anch’essa impegnata in un proprio QE – insieme agli Stati Uniti, al Regno Unito ed al Giappone – i commentatori, allarmati, hanno avvertito che ci sarebbero state guerre valutarie, svalutazioni competitive, politiche ‘beggar-thy-neighbour’ [riduci il vicino in miseria] ed iperinflazione. Ma i QE sono in corso fin dalla fine degli anni ‘90, e questa presunta iperinflazione non si è mai verificata.
    Il 30 Agosto, sul ‘New Zealand Herald’, Bernard Hickey ha osservato che:
    ”La Federal Reserve ha tagliato il suo ‘Official Cash Rate’ a quasi lo 0%, nel 2008, e lo ha lasciato lì. Ha lanciato tre turni del cosiddetto Quantitative Easing ed ha appena smesso di stampare nuova moneta per comprare titoli di Stato. La Banca del Giappone ha stampato soldi per anni – e di recente ad un ritmo forsennato – per cercare di risollevare la sua economia da decenni di perma-recessione.
    La Banca Centrale Europea ha tagliato il suo ‘tasso di deposito’ a meno dello 0,2% per cercare di forzare i risparmiatori ad investire. Questo significa che i risparmiatori devono pagare le banche perché queste pensino ai loro soldi.
    La Cina ha iniettato 310 miliardi di dollari per puntellare un mercato azionario che ha ceduto quasi il 43% rispetto al suo picco. Ha spinto in basso lo yuan cinese ed ha speso, infine, altri 200 miliardi di dollari per impedire ulteriori cadute. Questa settimana la Banca Popolare della Cina ha tagliato il suo ‘tasso di rifinanziamento’ principale al 4,6% ed ha allentato le regole per i prestiti bancari”.
    Tuttavia, non c’è alcun segno della minacciata iperinflazione, ha sostenuto Hickey:
    ”Il taglio dei tassi e la stampa di denaro hanno reso attraente l’acquisto di azioni, immobili e obbligazioni che producono un reddito regolare superiore ai tassi d’interesse, che sono prossimi allo zero. Ma, curiosamente, la stampa di tutto questo denaro e i tassi d’interesse allo 0% devono ancora liberare il ‘drago dell'inflazione’, almeno per i beni ed i servizi. I prezzi degli assets sono stati pompati, ma i manufatti delle fabbriche ed i servizi sono saldamente in modalità deflazionistica”.
    Perché? Secondo la teoria economica convenzionale, conseguentemente all’aumento della massa monetaria una maggior quantità di denaro dovrebbe essere a caccia di un minor numero di beni, il che farebbe salire i prezzi. Perché allora non è successo, nonostante vari QE di dimensioni mondiali?
    UNA TEORIA SBAGLIATA
    La ‘teoria monetarista convenzionale’ era unanimemente accettata fino all’arrivo della Grande Depressione, quando John Maynard Keynes ed altri economisti notarono che i massicci fallimenti bancari avevano portato ad una sostanziale riduzione dell'offerta di moneta. Contraddicendo la teoria classica, la carenza di denaro stava incidendo sempre di più sui prezzi.
    Questo fatto sembrava fosse direttamente collegato con la massiccia ondata di disoccupazione e con il fatto che le risorse restavano inutilizzate. I prodotti marcivano a terra, mentre la gente moriva di fame, perché non c'erano i soldi per pagare i lavoratori che li avrebbero dovuto raccogliere, o per i consumatori che li avrebbero potuto acquistare.
    La ‘teoria convenzionale’ ha poi lasciato strada alla teoria keynesiana. In un articolo del Marzo 2015 sul ‘The International New York Times’, intitolato ‘Keynes Versus the IMF’, l’economista Dr. Asad Zaman ha scritto che:
    “La ‘teoria keynesiana’ si basa su un'idea molto semplice, ovvero che la conduzione delle attività ordinarie di un’economia richiede una certa quantità di denaro. Se la quantità di denaro è inferiore a quella necessaria, allora le imprese non possono funzionare – non possono fare acquisti [prodotti da rivendere, materie prime da lavorare etc.], pagare i lavoratori o affittare i negozi. E’ stata questa la causa fondamentale della Grande Depressione.
    La soluzione era piuttosto semplice: aumentare l'offerta di moneta. Keynes suggerì che avremmo potuto stampare denaro e seppellirlo nelle miniere di carbone perché i lavoratori disoccupati potessero essere occupati a scavare. Se il denaro fosse stato disponibile in quantità sufficiente, le imprese avrebbero ripreso a vivere e gli operai disoccupati avrebbero trovato un lavoro. C’è un consenso quasi universale, ormai, su questa idea.
    Persino Milton Friedman, leader della ‘Monetarist School of Economics’ ed acerrimo nemico delle idee keynesiane, ha convenuto che la riduzione dell'’offerta di moneta’ è stata la causa della Grande Depressione. Invece di seppellire i soldi nelle miniere, suggerì che il denaro avrebbe dovuto essere lanciato dagli elicotteri, per risolvere il problema della disoccupazione”.
    E questo è esattamente il luogo dove ora ci troviamo: nonostante i ripetuti cicli di QE c'è ancora troppo poco denaro a caccia di troppi beni. L'attuale forma dei QE equivale ad un asset-swap: dollari in cambio di assets finanziari – titoli federali o titoli garantiti da ipoteche – esistenti. [2]
    I ricchi diventano sempre più ricchi, conseguentemente ai salvataggi bancari e ai ‘tassi d’interesse’ molto bassi, ma non ci sono soldi nell'economia reale, che resta priva dei fondi necessari per creare la domanda, che a sua volta creerebbe posti di lavoro.
    Per essere efficace, il denaro lanciato dall’elicottero dovrebbe cadere direttamente nel portafoglio dei consumatori. Lungi dall'essere ‘un’indisciplinata politica fiscale’, iniettare un certa quantità di denaro nell'economia reale è fondamentale per poterla mettere di nuovo in movimento.
    Secondo la teoria del ‘Credito Sociale’, persino la creazione di nuovi posti di lavoro non risolve del tutto il problema del troppo poco denaro nelle tasche dei lavoratori, perché possano essere vuotati di conseguenza gli scaffali [dei supermercati].
    I venditori fissano i prezzi per coprire i loro costi [3], che comprendono molto di più del semplice salario dei lavoratori. Primo [per importanza], fra i costi non salariali, è l'interesse sul denaro preso in prestito per poter pagare la manodopera ed i materiali, prima ancora che ci sia un prodotto da vendere.
    La stragrande maggioranza della ‘massa monetaria’ entra in circolazione sotto forma di prestiti bancari, come ha recentemente riconosciuto la stessa Banca d'Inghilterra. Le banche creano il capitale, ma non l'interesse necessario per rimborsare i prestiti che hanno concesso, lasciando un ‘eccesso di debito’ che richiede a sua volta la creazione di sempre più debito, nel tentativo di colmare il divario.
    Questo divario può essere chiuso in modo sostenibile solo con l’emissione di ‘soldi senza debiti’, ovvero di ‘soldi senza interessi’, da far scendere direttamente nel portafoglio dei consumatori. Sotto forma, idealmente, di un dividendo nazionale pagato direttamente dal Tesoro.
    Come Keynes ha ben evidenziato, l'’inflazione dei prezzi’ si verifica solo quando l'economia raggiunge la sua piena capacità produttiva. Prima di allora, l'aumento della domanda richiede un aumento dell'offerta. Nel senso che, se un numero maggiore di lavoratori viene assunto per produrre quantità maggiori di ‘beni e servizi’, allora la domanda e l'offerta si alzeranno insieme.
    Nei mercati globali di oggi, le pressioni inflazionistiche hanno uno sbocco nella capacità produttiva in eccesso della Cina e nel maggior uso di robots, computers e macchine. Le economie globali hanno decisamente molta strada da fare prima di raggiungere la piena capacità produttiva.
    IL CONFLITTO CON L’UNIONE EUROPEA
    Un ostacolo più impegnativo per la proposta di Corbyn potrebbe essere quello delle regole comunitarie. Peter Spence ha scritto che:
    “Alcune parti-chiave del piano concepito dalla leadership laburista potrebbero cadere di fronte alle leggi comunitarie, tese ad evitare un'inflazione galoppante. Potrebbero consegnare il Regno Unito ad una pluriennale battaglia legale con la Corte di Giustizia Europea [CGE] …. Le proposte del Sig. Corbyn potrebbero essere in contrasto con l'articolo 123 del Trattato di Lisbona, che vieta alle Banche Centrali di stampare moneta per finanziare la spesa pubblica”.
    Forse. Ma la BCE ha già avviato un programma di QE per l'acquisto di Titoli di Stato. Cosa sono i Titoli di Stato, se non debito pubblico utilizzato per finanziare la spesa pubblica? Quella regola, quindi, è già stata piegata.
    Perché, allora, non piegarla in modo che possa avvantaggiare anche l'economia, la gente e le infrastrutture della nazione? La proposta di Corbyn è necessaria, funzionerà … è finalmente rrivato il tempo di attuarla!

    Ellen Brown
    Fonte: www.counterpunch.org ? Tells the Facts, Names the Names
    Link: Quantitative Easing for People: Jeremy Corbyn?s Radical Proposal
    3.09.2015

    Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da FRANCO

    Fra parentesi quadra [ … ] le note del Traduttore, ed inoltre:

    [1] Per ‘candidato sul cavallo scuro’ si intende qualcuno che viene inaspettatamente nominato al posto del favorito.
    [2] Interessanti e chiarificatori, al riguardo, alcuni passaggi del recente articolo pubblicato da CdC, intitolato ‘SCONFIGGERE IL DEBITO PUBBLICO SENZA GIOCARSI LA CARTA DEL DEFAULT’: Come Don Chisciotte - SCONFIGGERE IL DEBITO PUBBLICO SENZA GIOCARSI LA CARTA DEL DEFAULT]
    [3] Ma anche, ovviamente, per ottenere un legittimo guadagno.

 

 

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