Originariamente Scritto da
Dav. c. G.
Le vendite al dettaglio rappresentano una piccola parte dei consumi. Non sono incluse le vendite on line (ormai quasi 20 miliardi annui in Italia), la spesa per i carburanti, turismo e servizi, acquisti auto.
Quel che conta sono i dati Istat. Dai un'occhiata a quanto accaduto ai consumi del 2014 e di questi mesi del 2015 (dati definitivi e aggiornati):
~Dopo due anni di calo, nel 2014 la spesa media mensile per famiglia in valori correnti risulta sostanzialmente stabile e pari a 2.488,50 euro (+0,7% rispetto al 2013) in un contesto macroeconomico che, tra il 2011 e il 2014, registra una moderata crescita del reddito disponibile e della propensione al risparmio.
Tra il 2013 e il 2014 la spesa media mensile è pressoché invariata in termini reali, tenuto conto dell'andamento dei fitti figurativi (-0,8%), della dinamica dei prezzi (+0,2%) - che ha determinato una sostanziale stabilità del potere d'acquisto – e dell'errore campionario.
Il livello di spesa alimentare rimane complessivamente stabile (in media 436,06 euro al mese). Continua la diminuzione della spesa per carne (da 99,64 nel 2013 a 97,20 euro nel 2014), che si accompagna a quella per oli e grassi (da 15,16 a 13,79 euro) e per bevande analcoliche (da 20,61 a 19,66 euro), mentre aumenta la spesa per piatti pronti e altre preparazioni alimentari (da 9,52 a 10,5 euro).
Dopo tre anni di crescita, scende il numero di famiglie che riducono la quantità o la qualità dei prodotti alimentari acquistati (dal 62% al 59%), soprattutto nel Centro-Nord. Non si riduce la quota di acquisti presso hard discount (13%), che continua a crescere al Sud e nelle Isole (dal 12% al 15%).
Nel secondo trimestre del 2015 il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dello 0,7% nei confronti del secondo trimestre del 2014.
Il secondo trimestre del 2015 ha avuto lo stesso numero di giornate lavorative del trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al secondo trimestre del 2014.
La variazione acquisita per il 2015 è pari a +0,6%.
Rispetto al trimestre precedente, i principali aggregati della domanda interna hanno mostrato andamenti dissimili, con i consumi finali nazionali in aumento dello 0,3% (+0,4% per i consumi finali dei residenti) e gli investimenti fissi lordi in diminuzione dello 0,3%. Riguardo alle componenti estere si è registrata una crescita più intensa per le importazioni (+2,2%) che per le esportazioni (+1,2%).
La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito positivamente alla crescita del PIL per 0,2 punti percentuali (+0,3 il contributo dei consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private (ISP), nullo quello della spesa della Pubblica Amministrazione (PA) e -0,1 quello degli investimenti fissi lordi). Anche la variazione delle scorte ha contribuito positivamente alla variazione del PIL (+0,4 punti percentuali), mentre l'apporto della domanda estera netta è stato negativo per 0,2 punti percentuali.
Rispetto al trimestre precedente, il valore aggiunto dell'industria è rimasto stazionario e quello dei servizi è aumentato dello 0,3%, mentre quello dell'agricoltura è diminuito dell'1,1%. La stabilità congiunturale del settore industriale deriva da una crescita dello dell'industria in senso stretto (+0,2%) e da una flessione delle costruzioni (-0,7%). In termini tendenziali, il valore aggiunto dell'industria ha registrato una variazione nulla, con un incremento dello 0,4% dell'industria in senso stretto e una flessione dell'1,5% delle costruzioni; il valore aggiunto dell'agricoltura è aumentato dell'1,7% e quello dei servizi dello 0,5%.
Si rende disponibile in allegato la nota informativa contenente i principali elementi informativi su indicatori di riferimento e metodi di stima dei conti trimestrali.