Ma nei paesi dove gli islamici ci sono da decenni (p.e. gli exalgerini in Francia) , quanti si sono convertiti al cristianesimo?
E per convertirli quanto tempo ci vuole?
Poich� i beur si ritengono cittadini francesi, ogni politica 'speciale' mirata alla loro assimilazione-integrazione � vissuta come un attitudine razzista nei loro confronti, una esclusione dalla societ� francese finalizzata alla creazione di una sorta di 'riserva indiana'. Nonostante ci� essi si definiscono come beur-francesi. La parola beur ha qui un senso profondo in quanto vuole essere un simbolo di una differente identit� culturale, della cultura-beur (Fahdel 1990: 140-152; Khellil 1991: 71-85, Reynaert 1993: 18). Dunque, del concetto di cultura francese i beur possiedono una visione profondamente differente dalla maggioranza dei francesi. Durante la mia ricerca sul campo qualcuno mi disse "non ho necessit� di mangiare maiale o bere alcol per essere francese. Pregare cinque volte al giorno, o parlare arabo non mi impediscono di essere un cittadino francese".
Per meglio comprendere la complessa realt� dell'immigrazione algerina in Francia (2) � importante tenere in considerazione un altro punto. Abbiamo visto precedentemente che esistono alcuni problemi di relazione tra beur e societ� francese da un lato, e beur e societ� algerina dall'altro, ma esistono anche alcune differenze tra beur e immigrati. In particolare vorrei evidenziare in questo articolo ci� che � stato definito il 'mito del ritorno' (Khellil 1991: 21-38; La coste-Dujardin 1992: 97-103).
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La Francia resta il Paese che ospita la comunità più grande dell’Unione Europea: oltre sei milioni di musulmani, circa il 10% della popolazione. E anche la città con la più alta percentuale, Marsiglia, con il 30-35%. I Paesi del Nord Africa hanno offerto il contributo maggiore: in testa gli algerini (1, 5 milioni) seguiti dai marocchini (un milione) e dai tunisini (350mila).
Ma quando si parla di comunità religiose è difficile ottenere dati precisi. Comprendere chi osserva realmente i precetti, e chi no. Per esempio, secondo alcune ricerche, solo un terzo dei musulmani francesi si definisce un assiduo praticante. Ci sono tuttavia delle tendenze comuni in alcuni Paesi (tra cui l’Italia). Se ormai i musulmani si sono inseriti nel tessuto sociale ed economico, le posizioni che occupano mediamente non competono, per prestigio e reddito, con quelle delle popolazioni autoctone. Buona parte dei musulmani, soprattutto quelli provenienti dai Paesi asiatici, ma non solo, tendono poi a inviare nei rispettivi Paesi di origine gran parte delle loro entrate. Calcolare il loro contributo all’economia del Paese dove vivono è molto difficile.
Il secondo Paese con più musulmani è la Germania, colpita in questi giorni da manifestazioni xenofobe antislamiche senza precedenti. Qui i musulmani sono circa 4 milioni, il 5% della popolazione. Il Regno Unito è al terzo posto, con 2,8 milioni di musulmani su una popolazione di circa 64 milioni (il 4,6%). Se si sposta l’attenzione non sui valori assoluti, ma sulle percentuali, saltano subito all’occhio Paesi come Austria (6,2%) , Belgio (6%) e Olanda (5,5%) e Danimarca (4,1%).
Cresce il peso delle comunità musulmane - Il Sole 24 ORE