Marta Russo, torna il mistero della Sapienza Un nuovo libro ripercorre il caso Marta Russo dopo 20 anni. La verità emergerà ci volessero altri 20 anni. Scattone e Ferraro innocenti.
Marta Russo, torna il mistero della Sapienza Un nuovo libro ripercorre il caso Marta Russo dopo 20 anni. La verità emergerà ci volessero altri 20 anni. Scattone e Ferraro innocenti.
Una nuova pista per l?omicidio di Marta Russo? | Nuovasocietà
Una nuova pista per l’omicidio di Marta Russo?
10 gennaio 2017
di Moreno D’Angelo
Roma maggio 1997. Marta Russo, una studentessa romana di 22 anni muore dopo cinque giorni di agonia, colpita da una pallottola mentre cammina nei viali dell’università La Sapienza.
Il caso rimase in primo piano sui media per anni e si chiuse nel 2003 con la condanna in via definitiva per omicidio colposo aggravato dell’assistente universitario di filosofia del diritto Giovanni Scattone,e del suo collega Salvatore Ferrero per favoreggiamento. Una vicenda giudiziaria controversa che non convinse molti, con due condannati che si sono sempre proclamati innocenti per quello che fu definito “il delitto perfetto”.
Ma le cose potrebbero essere andate in modo molto diverso da quanto attestano le carte processuali. Dopo venti anni una misteriosa testimone potrebbe far emergere sconvolgenti novità sul caso. Un nuovo scenario secondo il quale la ragazza fu uccisa per caso mentre sarebbe stato un altro il vero obiettivo. A parlarne è il fondatore del gruppo fb “giornalismo investigativo” Fabrizio Peronaci che, all’epoca dei fatti, se ne occupò come cronista di nera per il Corriere della Sera: «Andai come tanti colleghi nel vialetto tra scienze statistiche e giurisprudenza, che già conoscevo per via della lunga frequentazione, da studente di scienze politiche. Mi infilai con uno stratagemma in casa di Ferraro e parlai più volte con il padre di Scattone all’Eur. Non mi convinceva, il colpevolismo dilagante nei loro confronti».
Peronaci ricorda il clima “frettoloso e liquidatorio” con cui si regalarono all’opinione pubblica i due presunti colpevoli e precisa: «mi pareva strano che il colpo di pistola fosse partito da un posto lontano come l’aula 6 di giurisprudenza, poi identificata come il luogo del presunto appostamento dei cecchini, quando le prime voci, a caldo, indicavano i bagni al piano terra di statistica».
Ma chi è il testimone che ha tenuto per 20 anni il silenzio su questa tragica vicenda.
Si tratterebbe di una donna che pare conosca dettagli importanti in grado di rimettere in discussione il teorema accusatorio che ha portato alle condanne di Scattone e Ferraro.
Secondo le prime indiscrezioni nel nuovo scenario non era la povera studentessa bionda l’obiettivo dell’omicida ma un altro soggetto: un ragazzo che camminava a pochi metri da lei e che partecipò ai primi soccorsi. Uno studente che quasi sicuramente ignorava di essere lui il vero obiettivo della pallottola.
Le motivazioni riguarderebbero il padre dell’ignaro studente impegnato in un ruolo che lo portava ad essere inviso al mondo della criminalità. Si tratta di un punto chiave sul quale pare che la testimone possa fornire ulteriori elementi rilevanti per avvalorare questa nuova pista.Ora si attendono nuovi interventi anche alla luce del fatto che una riapertura del caso potrebbe ridare l’onore e giustizia alle persone ritenute colpevoli.
Eloquenti le parole di Fabrizio Peronaci: «quella lontana sensazione da cronista oggi si rafforza. Fu forse messa in atto una strategia finalizzata a trovare un colpevole a tutti i costi? Non fu vera giustizia, quella? L’assassino di Marta il giorno della condanna di Scattone e Ferraro esultò? Staremo a vedere: un omicidio non va in prescrizione. Se interessati a una ulteriore ricerca della verità dei fatti i familiari di Marta potrebbero chiedere nuovi accertamenti, così come i due condannati».
In attesa di imminenti nuovi sviluppi occorre dare atto al fondatore del gruppo fb “giornalismo investigativo” dell’utilità che sta dimostrando questo strumento per il modo con cui ha permesso e consente di affrontare in modo serio diversi casi offrendo spazio non a inutili sfogatoi sociali, comuni sui social network, ma a preziosi contributi.
Il nuovo libro di Vittorio Pezzuto presentato da Daniele Capezzone (entrambi ex Radicali) Vi racconto la controinchiesta di Vittorio Pezzuto sul caso Marta Russo - Formiche.net
La perizia del professor Carlo Torre (assieme ai dottori Romanini e Benedetti), perito neutrale della corte, disse che nessuno poteva aver sparato da quella posizione essendo il colpo non deviato ma diretto (le tracce erano di inquinamento), quindi Alletto si è confusa, sotto pressione, probabilmente con un altro giorno e un altro oggetto luccicante, non una pistola. La testimonianza Lipari è invece completamente falsa, poiché basata su ricostruzione errata di tabulati telefonici e ricordi rievocati molto tempo dopo. Liparota ha ritrattato dicendo di essere stato minacciato da un poliziotto penitenziario.
La pista giusta era quella delle ditte di pulizia, imho.
Ultima modifica di Jerome; 12-11-18 alle 14:00
Il video (l'audio completo di 3 ore e passa è su radio radicale) dello stralcio famoso dell'interrogatorio della cosiddetta superteste di nuovo disponibile su YouTube.
Sarebbe bello aver trovato la soluzione, ma:
- l'arma di ordinanza non è mai calibro 22
- nemmeno il più idiota dei vigilantes si mette a giocare con l'arma in luogo pubblico.
- nessun componente di nessuna scorta porterebbe mai in servizio proiettili intagliati.
- fatto salvo quanto sopra, chi glielo faceva fare a Digos e Sismi di andare ad impegolarsi in una tale grana? Che poi tutta la farsa è stata montata da 2 precisi personaggi con tanto di nome e cognome (il vero scandalo, e l'unico, è che questi l'abbiano alfine avuta vinta...)
MIGA MakeItalyGreatAgain (Fai l'Italia Grande Ancora)
che Palamara, Ciuffetti, la Gretina e la Presidentessa di Arcuri siano di lezione: QUESTA VOLTA NIENTE PRIGIONIERI
Comunque ho letto questo:
Ebbene, a metà del decennio scorso, sulle colline intorno a Roma mi sentii fischiare un calibro .22 sopra l'orecchio, e poi frullare alle mie spalle dopo essere rimbalzato sul guard-rail (purtroppo ero in compagnia di un altra persona che non potevo rischiare di mettere in pericolo, eravamo in campo aperto e fui costretto ad allontanarmi al più presto senza poter investigare oltre... Peccato, ancora oggi non ci dormo, se fossi stato da solo l'avrei preso il bastardo).Nel 2001 si verificò un caso simile in via Trastevere, suor Piera Lucia Sonnetti venne ferita al collo e a un polmone da un proiettile calibro .22, forse sparato da un'arma silenziata; il colpevole non venne mai individuato.
Altri omicidi irrisolti dalle modalità somiglianti, come quello del detective Duilio Saggia Civitelli (1995) alla stazione ostiense e del fotografo Daniele Lo Presti (2010) sul Lungotevere, uccisi da un colpo alla nuca di piccolo calibro
MIGA MakeItalyGreatAgain (Fai l'Italia Grande Ancora)
che Palamara, Ciuffetti, la Gretina e la Presidentessa di Arcuri siano di lezione: QUESTA VOLTA NIENTE PRIGIONIERI
Parli del giudice di Forum Italo Ormanni (non scherzo, fa davvero Forum) e del socio?
Comunque per me se il defunto professor Torre ha detto che non è partito colpo da quella finestra, vuol dire che non è partito colpo.
Ergo la testimone ha mentito e Scattone e Ferraro sono stati condannati ingiustamente.
Mi fido più di un collegio di professori di balistica che di una segretaria invalida minacciata che giura e spergiura.
Ultima modifica di Jerome; 16-01-19 alle 13:25