Tra l'altro, restando sulle tecnicalità, va segnalato che, nel caso in cui la riforma venga approvata e superi il referendum, ci vorranno anni prima che il nuovo Senato prenda completamente forma secondo il principio di compromesso trovato. Prima andrà fatta la legge ordinaria che introdurrà il sistema elettorale per il nuovo Senato (tempo limite: entro sei mesi dall'inizio della prossima legislatura), poi i senatori-consiglieri "designati" verranno eletti man mano che le Regioni andranno a votare. Fino ad allora, elettività di secondo grado "pura", cioè decidono i consigli regionali. Se la legge ordinaria verrà fatta da questo Parlamento, e premettendo che né Parlamento e né nessuna Regione vadano prima al voto, le prime a eleggere i senatori-consiglieri col nuovo sistema saranno, nel 2018, Valle d'Aosta, Lombardia, Trentino, Friuli, Lazio, Molise e Basilicata, l'ultima invece, nel 2022, sarà la Sicilia.
Per i sindaci, invece, non cambia nulla. Saranno scelti dal consiglio regionale (punto che non condivido, perché dovrebbe essere un consiglio delle autonomie allargato a farlo, ma tant'è).